NOTIZIE ASTROLOGICHE, di Kremmerz

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NOTIZIE ASTROLOGICHE, di Kremmerz

a cura di Orpheus

Ecco ciò che posso ammannire ai curiosi di astrologia pei mesi di aprile, maggio e giugno, e come nell'ultima postilla dei commenti, avviso di non credere che queste notizie (che sono parecchie questa volta) debbano essere prese come dogmi.
Gli astrologi del buon tempo dei creduli dicevano che tutto è soggetto alla volontà e libera disposizione di Dio, noi diciamo semplicemente che siamo imperfetti e come tali non possiamo pretendere ad una infallibilità che non ci riconosciamo. Vero è che il mio astrologo non si serve, come avrò occasione di parlarne in altro fascicolo, dei metodi ordinariamente studiati nei trattati noti di astrologia, e si riferisce alle tavole spesso da me citate di Mamo Rosar Amru che lette bene, interpretano giusto, nonpertanto chi sa dire che vi legge senza errori?
Ed eccomi a dire ciò che il benigno astrologo mi riferisce.
Dal 6 aprile al 22 maggio, la potestà siderale delle malvacee è assai benefica. L'altea, radici, foglie o fiori, in decozione, con miele, fredda, presa a cucchiaini durante la giornata risolve le antiche bronchiti ed è ottima pei catarri bronchiali dei vecchi. L'altea rosea (malvone, malvarosa, bastone di S. Giuseppe del popolo) ha azione più efficace sui reni e la vescica, ma la decozione deve essere raffreddata perché (è l'astrologo che parla) le influenze calorifiche siderali in questo periodo non sono benigne, quindi consiglierebbero agli infermi cibi cotti e raffreddati prima di esser mangiati.
Dal 19 aprile al 16 maggio: la gramigna fresca in infusione contro le infermità della pelle, erpeti, pustolette ecc., per lavaggi esterni: l'orzo bol¬lito e postato dà un’acqua ottima per la forfora dei capelli e contro l'alopecia, tigna e mali simili. In questo periodo e per lo stesso scopo è ottima la decozione del legno di rovere (Quercus Robur) tagliato di mattina dalla pianta, contuso e bollito.
Qui l'astrologo nota che facendo bollire le radici di altea, l'orzo e le foglie di arancio in ora di G di mercoledì con miele non raffinato, per quaranta minuti in vaso di creta, si lascia per altre 20 ore a riposare e alla 21a, che è ora di G del giovedì, si comincia a filtrare, si ottiene un acqua a cui si mescolano per ogni litro cento grammi di caffè moka crudo finamente polverati e si agita l'acqua tre volte al giorno in ora di Mercurio di Marte e di Venere per sette giorni, aggiungendo ogni giorno 10 o 12 gocce di alcool purissimo di vino per ogni litro. All'ottavo giorno in ora di S si filtra una seconda volta e si ottienel'acqua seconda adoperata da Paracelso contro il mal dei nervi delle donne d'allora, e anche dei giovani di oggi. Si prende a poche gocce (5 a 8) nel vino bianco o nell'acqua la mattina a digiuno.
Quest'acqua seconda si deve preparare dal 12 aprile a tutto il 21 maggio e si adopera poi quando occorra in qualunque tempo.
Le proporzioni delle materie da bollire sarebbero per ogni litro di acqua tre oncie di altea, due di orzo e una di foglie di arancio.

Ed ora un meraviglioso cibo medicinale: dal 23 aprile al 18 giugno le seppie contro le malattie uterine delle donne e l'acqua delle seppie bollite come lavaggio alle piaghe ostinate.
Dal 16 aprile al 22 maggio i gamberi di mare contro le emorroidi e le malattie delle vene.
E non vi è altro di prossimo.

Avviso i lettori che quando io non riporto nel Commentarium il medicamento siderale, lunare o astrologico, le cause che mi fanno tacere son due; o non vi è influenza specifica o il medicinale influenzato è un veleno e quindi pericoloso a consigliarlo.
Ora le osservazioni delle lunazioni prossime sono molte, interessanti e facili.
1°) Dal giorno 6 febbraio, settimo giorno della luna, comincia una influenza benefica e attivissima sul pepe, la noce moscata e lo zafferano — come si vede sono tre aromi da cucina.
Il pepe ha in dosi minime — 2 centigramma in un po' d'amido di riso — preso la mattina a digiuno, azione benefica, attiva e progressiva sugli emorroidarii, e quelli che soffrono di ritardi intestinali o torpori viscerali.
La noce moscata ha azione efficacissima sui cardiaci per compenso. 5 gocce di tintura di noce moscata in vino bianco (150 grammi) un cucchiaio da caffè ogni quattro o cinque ore.
Lo zafferano infuso al 4 per mille — un cucchiaino da caffè mattina e sera agisce beneficamente sulle irregolarità mensili delle donne.
L'azione del pepe cessa il 14 marzo,
Della noce moscata al 7 aprile.
Dello zafferano al 19 marzo.
2°) Dal 28 febbraio, il vino — ma deve essere vino rosso, naturale, e di età non inferiore ai tre, non superiore ai cinque anni.
Azione: sulla febbre malarica, coadiuvante il chinino o l'eucaliptus — bevuto a digiuno in piccolissime dosi, 50 a 60 grammi al giorno tra il levarsi del sole e il tramonto.
Azione: contro la verminazione intestinale, lombrichi e ascaridi. Siringhe anali, vino in acqua bollita con legno di pino.
Azione: contro le malattie di fegato col rabarbaro.
Cessa l'azione del vino il 27 aprile al tramonto del sole.
3°) Dal 17 febbraio, per poco tempo, fino al 12 marzo adoperate comunque e riuscirà benefico il riso cotto in acqua e sale e mangiato senza condimento alcuno — contro tutte le infermità che possano colpire il tubo digerente, lo stomaco e i visceri; — bollito in poca acqua e denso, applicato freddo esternamente, a mo' di cataplasma, sui tumori, ulcere, piaghe, scrofole, reni. Appena si riscalda la pasta di riso rinnovarla fresca. Fa effetti rapidissimi.
4°) Dal 3 marzo fino al 15 maggio, ritorna virtuale, il prezzemolo, come fu detto nei primi fascicoli dello scorso anno. Molto più attivo ora.

Ad evitare (dice l'astrologo che questi dati mi fornisce) errori e malanni, le stelle parlano così a chi le contempla:
Dal 9 al 16 febbraio guardati dal freddo della sera dopo il tramonto perché in cielo impera la stella della rosolia.
Dal 21 febbraio a tutto marzo non mangiar carne di maiale e di coniglio, ne' aceto ne' pesce con colore rosso da un'ora prima del tramonto all'alba, perché v'è vento di coliche epatiche.
Dal 18 febbraio al 26 e dal 28 febbraio al 25 marzo se hai bambine in casa falle coricare la sera presto con un po' d'olio sulla fronte e alle gote che non prenderanno in loro vita infezione alcuna di pelle né peste né altro malanno che le deturpi. Solo bambine.
Dal 24 febbraio a 19 aprile impedisci ai bambini di essere svegli a mezzanotte perché a quell'ora passa un demone (influenza della β) che ne impedisce lo sviluppo.
Dal 5 aprile al 10 maggio le giovanette che hanno passate la prima crisi si lavino la mattina con acqua in cui siano messe in infuso le rose: avranno fortuna di un marito buono.

Vedi, o lettore, che oltre ai medicamenti, ti dico tutto quanto la astrologia profetica sa dire. Sono sciocchezze da Barba Nera. Ma come che io ho cura di scegliere tutto ciò che non può nuocere, se qualcuno deve credere agli astrologi creda al mio che ha un astrolabio benigno e vede spessissimo nettamente il bene che arriva e il male che se ne va. Ora mi ha detto cosi, ho scelto ed ho detto il buono. Il male l'ho gittate sul fuoco e che il fuoco lo distrugga.

Le lettere che mi arrivano da parecchi lettori di esperimenti riusciti in seguito a consigli che queste notizie astrologiche riferiscono, non credo utile pubblicare perché, a conti fatti, io non intendo di mettermi in concorrenza con gli astrologi che fauno la professione di stare a tu per tu con le stelle più luminose — né usurpare la fama a Barba Nera di Foligno e a Rutilio Benincasa. Di astrologia io non me ne occupo che per l'amicizia di cui mi onorano due o tre studiosi, che per tema di esser derisi da questo simpatico nostro pubblico che dispensa facilmente il diploma di ciarlatano a chi lo merita e chi non lo desidera, stanno nell'ombra.
A tale proposito, come che questo capitolo è sempre un po' allegro, perché noi piccoli uomini vogliano leggere allegramente nei pianeti, io voglio raccontare la storia di un mio insuccesso di curiosità che è dilettevole e insegna molte cose. Però debbo per onestà premettere che non vi si deve leggere quello che non vi è scritto, se no si resta imbrogliati e la colpa non è mia.

Molti anni fa, avendo del tempo a mia disposizione, in un romitaggio che è tra gli Appennini degli Abruzzi e l'estremo limite settentrionale della Provincia di Terra di Lavoro, pensai di studiare i misteri reconditi dei cieli. Prego di capir bene che non volevo diventare né un Flammarion né uno Schiaparelli, ma conoscere se l'antica astrologia potesse schiudermi le sue finestre. Mi diressi proprio ad uno di quelli che oggi mi provvedono di notizie e domandai se volesse prendermi a suo discepolo. L'amico mi accontentò e cominciò a scrivermi delle lettere che sono, anche ora che ne rileggo qualcuna, un capolavoro di umorismo e di garbuglio astronomico . . . che io dovevo intendere col granum salis dei filosofi, granum salis astrologico che io non posseggo.
La prima lettera mi diceva:
« A spiegar le basi dell'astrologia magica è cosa di lieve fatica a chi sa che cosa siano li astri, ma difficile travaglio durerò se vuoi apprender da me tal sacreto che mai persona disse a persona né potrebbe in modo alcuno divelare,
Splendida introduzione ed incoraggiante per chi vuoi capire quello che non sa !
« L'astrologia non è solo una scienza, ma la più perfettibile delle sapienze umane perocché da la certezza di cose avvenire senza causa ponderabile o tangibile o visibile, e prima che la causa delle cause sia concepita dalla mente dell'uomo.
« Il prognostico astrologico è « aritmetico » quando le cause sono formole numeriche concrete e determinative — o è semplicemente « matematico filosofico » quando le formole sono generali ed algebriche. Se io predico che « la tal città d'Italia al plenilunio di agosto sarà distrutta » farò un prognostico aritmetico, o che « una città gara prossimamente distrutta » dirò profezia matematica generale.
Il cielo è pieno di stelle — all'astrologo bastano poche per calcolare, bastano sette pianeti che non son tutti tali ( Sole - Luna - Marte – Mercurio - Giove - Venere - Saturno) e dodici animali stellati che formano lo « Zodiaco» (Ariete, Toro, Gemelli ecc.)-
Fin qui meno male, poi comincia la seconda lettera:
« Tutti i pianeti e tutte le stelle stanno nel nostro Cielo che rassomiglia molto al Firmamento degli astronomi volgari, di cui si dice nella Genesi che Jeve separò dalle acque, mentre il Cielo nostro contiene ancora le acque che nessuno ha sognato mai di separare e nelle acque sono immerse le bestie che vi nuotano. Di più il « Firmamento » degli astronomi contiene la« Terra » » il nostro « Cielo » fa a meno della terrena dimora da cui tutte le varie cose del creato ammiriamo e sopratutto gli animali di Noè che provennero dall'Area e poi asserviti o divorati. Della terra solo ci serviamo del fuoco centrale o fuoco di lignite e carboni di miniere quando per investigare le regioni algide del Zenit e del Nadir dobbiamo scaldarci per mantenerci Vivi tra i viventi. Poiché «Zenit» e « Nadir» sono i due poli dell'Universo, l'alfa e l'omega della creazione. Il primo Zenit è la regione glaciale dei cristalli di rocca prismatici che riverberano a freddo i sette colori dell'arcobaleno, che sono gli stessi dei setti pianeti, con l'aggiunta del cilestre che propriamente è il colore del volgar firmamento come lo vedono le plebi che non sanno che le tinte eguali — il secondo Nadir è la regione glaciale non cristallizzabile, perché contiene allo stato di sale puro polverizzato tutte le radici dei sali universali che neutralizzano gli acidi che evaporano o trasudano i pianeti, specie il Saturno e il Marte che sono velenosi in certi tempi fino a superare la pestilenza degli arsenici e dei solfati impuri di rame e il tossico naturale degli scorpioni e della cicuta nonché dell'elleboro negro che da la pazzia.
« Tu, o amico diletto, non prender le cose alla leggiera, perché se vuoi apprendere l'astrologia dei volgari « tematici » è facile beffarsi dei gonzi e far da cerretano; ma se vuoi entrare nell'area recondita della astrologia dei saggi devi sturare bene le orecchie e star all'erta vigilante come il cane di Diana che abbaia alla luna, poiché nel silenzio delle notti ode i lunatici che cinguettano nel pianeta bianco, e starai attento ad ogni balbettio di sillabe, perché strano non è che dica «pane» e senti «cane» o dica «orco» e senti « porco » e non prendi la via Giusta e trovi la via « Lattea » che come ben sai contiene la chioma di Berenice capelluta donna del mito che trascina le anime dei volghi, fanciulli poppanti alla contemplazione critica del Cielo. Il quale, come ti ho fatto intendere, è puro di luce folgorante e deve esser visto e mirato attraverso vetri fumicati perché l'umana pupilla non resiste al troppo lume e si accieca, per la quale inettezza dell'organo visivo le luci occorre darle ombrate che non arrechino danno a quelli che mirano dal buio — né accusarmi di astruso o di manchevole poiché il mio insegnamento io te lo dò integro e intero, e se mi leggi bene tutto vi troverai, Arianna che svolge il gomitolo a Teseo e Ercole che sbuffa nella Camicia del Centauro Nesso, e potrai dire a chi è vivo se debba morire di peste o di rottura di vene ed agli egri quando saneranno ed in che ora e a qual minuto. Né è possibile che tale scienza del Cielo, per la quale si addiventa semidei e eroi, porrassi alla mercé del primo che ne richiegga poiché la sua è tal materia che non si insegna come umana disciplina per scrittura o per udito, ma per pratica della cosa che deve esser vista e discernita tra le luci e le penombre planetarie. Chi ad essa si dedica dette tutto se stesso dare, e notte e dì, e concedersi come l'amoroso alla amante amata in eterno e oltre la vita della terra. Ed ora, amico sincero, che ben ti ho definito di che si tratti (?), tienti pronto che scenderò a decifrarti le vie per vedere le stelle e i pianeti, anche fugacemente prima, poi stabilmente e capirai, che la tua patria è dovunque tu la vedi ed in Venere od in Giove od in Saturno troverai paesi tanto simili, tanto eguali a quello in cui nascesti che ti par rinascere in Venere, Giove o Saturno tal quale come in questa Terra, che secondo, il detto dell'Emiro Omzar è fedele ad Al-laah e Maometto è suo Profeta ! !

Ho riportato questa seconda lettera quasi per intero per mostrar a te, mio lettore paziente, come io cominciassi a diffidare di tale impresa — perché anzitutto dovevo capire il mio maestro e poi mettermi alla prova. Ne scrissi facendo le mie rimostranze, di intendere incertamente, di voler sapere con precisione: e giù una terza epistola:
« Come vuoi tu comprendere se non guardi in Cielo? se il tuo scopo è la conoscenza degli astri, mentre io ti scrivo guarda in Cielo, comincia a discernere nel buio della terra le scintillanti fiamme che il Creatore, che, ben lo scrissero i Santi Padri, ha sospeso alla volta celeste per rendere gioconde le notti dell'uomo che a simiglianza ed immagine di lui fu soffiato nell'argilla... Questa volta mi convinsi che il maestro astrologo mi pigliava in giro e continuai a leggere: « Ammirando la Natura ti persuaderai che una legge sovrasta tutte le forme matematiche e lasciando ai falsi filosofi lo studio della geometria rettilineare, dalle masse planetarie agli oggetti più meschini che stanno in terra, tutte le linee terminali vedrai curve, come arrotondate, perché la morbidezza della curva è simbolo del continuo infinito, mentre le rette o gli angoli rappresentano il finito, come la freccia di Marte che è di linee rigide e significa la « cessazione » o la « separazione » che è lo stesso... ».
Volli por fine allo scherzo e gli scrissi da buon amico: dimmi almeno come studiare il cielo stellato, come vedere le costellazioni con intendimento diverso dalla astronomia di tutti gli astronomi. Mi scrisse una lettera maravigliosa:
« E che discepolo sei tu che non conosci la meccanica dell'arte? Non sai di che provvederti? Devo essere anch'io a darti idea di che è formata una specola? Non hai un teloscopio con lenti a foco? in mancanza non hai un tubo cilindrico da allungare ed accordare la vista? che forse gli antichi astrologi di Babele o di Miopoli conoscevano i telescopii di oggi? non avevano che cilindri forati per applicarli all'occhio... Vuoi che io v’ insegni a studiare la meccanica dell'occhio che è il riverbero della immensa Natura? non sai che è la bussola? non possiedi una clessidra o un orologio a polvere per misurare il tempo per l'inclinazione dell'asse?...
« Non hai un luogo lindo e bianco da mettervi ad osservare in silenzio il passaggio al meridiano, con una servente muta e solerte che sorvegli la casa mentre tu stai nei deli ?»

Stetti un po' indeciso sul modo di finire il giuoco, poi andai io stesso a trovare l'aulico e declinai l'alto onore di essere, discepolo suo. Egli sorrise bonariamente e mi promise, senza che ricorressi a fatiche e a calcoli, rispondere alle mie domande quando io gliene facessi sull'influenza delle stelle. Gli ricordai la promessa, scrivendo il Commentarium, e così nacquero queste note astrologiche che prendo dalle notizie che egli mi passa e da altre di altri astrologi che il tempo mi ha fatto conoscere.
Le notizie son cernite da me: pubblico quelle che possono avere un valore immediato e che sono innocenti.

Stavolta sono parecchie.
Quest'anno, il settimo del ciclo, ricorre la Zweur-ka degli antichi astrologi caldei, cioè il Giorno del pezzente,
Racconto la tradizione. Quando i templi sacerdotali facevano l'astrologia, tutti i responsi e tutte le figure che si domandano ai cieli non riguardavano che i re, i ricchi e potenti governatori e i generali delle armate. Quando a capo del collegio degli astrologi sedette Ozraim-kali-bobo, occhio di luce e occhio creatore, costui impedì a tutti gli astrologi di dire al re la verità che leggevano nelle stelle e assunse personalmente il compito di divulgare al popolo le fauste novelle prima che il re le sapesse.
E le profezie furono sempre ottime e sempre vere perché Ozraìm-kali-bobo obbligava gli astri a far succedere le cose come egli desiderava. Re, principi e popolo, convinti dello strano potere di quest'uomo, lo temevano e gli stessi sacerdoti ne diffidavano.
Il giorno in cui per la centesima volta vaticinava vittorie e splendori, dal popolo sorse un'giovane straccione che aveva una gamba più corta dell'altra e un occhio che non vedeva. Costui si lamentò ad alta voce e maledisse che le stelle non avevano mai un vaticinio per lui e mai un momento in cui ad esse il povero può chieder grazia.
Ozraìm-kali-bobo impietosito concesse ad ogni povero un giorno ogni sette anni, ed in quel giorno un'ora per domandare grazia di amore, una per chieder grazia di salute e un'ora per domandare la ricchezza.
Questo giorno si chiamò Zweur-ka la giornata del pezzente, la prima ora si chiamò Ikku-balim per gli spiriti di amore, la settima si chiamò Ralàfa per i genii della medicina, la quattordicesima si disse Kufràki pei demoni plutonici. E fu leggenda, tradizione, uso che ogni nomo che in una di tale ore avesse chiesta la cosa appropriata era esaudito. Il pezzente che aveva tanto ottenuto dall'astrologo volle sperimentare e all'ora Ralàfa domandò ai genii stellari che la gamba più corta allungasse e dimenticò di dire fino a pareggiar l'altra: così per sette anni la gamba allungò sempre e al settimo dovette chiedere che le due si pareggiassero... all'ottavo era divenuto la più lunga pertica che gli dei avessero creato.
Ora leggenda a parte, il giorno Zweur-ka in cui tutti possono chiedere è il 24 luglio, in cui il sole entra nella costellazione del Leone. Da un calendario astronomico si può sapere l'ora precisa in cui il sole entra nel segno.
L'ora Ikku-balim è la prima. L'ora Ralàfa è la settima dopo. L'ora Kufràki è la quattordicesima.
Nella prima si può chiedere amore, nella settima salute, nella quattordicesima danaro. Nella prima bisogna trovarsi in un giardino o campo, legato con un braccio ad un albero fruttifero, e guardando il cielo ad oriente si ripete il nome dell'ora tante volte fino a quando una lieve colorazione rossa prende la vista, allora una volta sola si domanda ciò che si vuole e si dica Ozraìm-bobo ricordati la promessa, si slega il braccio, e via subito dal luogo.
Nella settima, per la salute del corpo, bisogna essere assiso presso una sorgente, un corso d'acqua o in riva al mare. All'ora precisa si prende con la mano sinistra un po' dell'acqua in una coppa di cristallo o vetro bianco, se ne bevano otto sorsi, ad ogni sorso il nome dell'ora, poi si domanda ciò che si vuole una volta sola, e si finisce col dire Ozraim-bobo ricordati la promessa.
Nella quattordicesima si domanda danaro, ma il mio astrologo ha dimenticato di scrivermene il come, perché, beato lui, conosce profondamente che nessuno dei nostri lettori ne ha bisogno e tutti lo disprezzano come la cosa più malvagia che sia stata inventata.
Dimenticavo di dire che nel chiedere ciò che si vuole, si ricordino bene le parole, perché verrà ciò che si chiede e non altro. Nel chiedere Ozraim-bobo raccomanda di essere onesti e giusti, perché di sopra agli astri v'è la legge che regge gli astri.

Sono, direte voi, come ho detto io, superstizioni di tempi remoti, quando gli animali parlavano con saggezza come nelle favole di esopo, e quando anche i sassi ragionavano con le fate. Ma le superstizioni hanno questo di buono: ci fanno ricordare che il fondo bambinesco dell'anima umana nasconde nella tenerezza per le cose invisibili e le assurde l'angelo clemente che ci dona le ore migliori.

Credenza astrologica è la luna piena d'agosto, che risponde alle domande delle giovinette, che hanno varcato l'età critica, di fornir loro uno sposo di buona indole, di buona salute e di buona pecunia e sopratutto presto.. . ciò che è l'interessante. La luna piena del 16 agosto è la miracolosa. Dice l'astrologo: la giovinetta deve lavarsi e pettinarsi, indossare tutta biancheria di bucato e il migliore abito della festa, poi sedere in faccia al sito donde la luna deve spuntare, e ricamare con filo rosso o seta rossa su un fazzoletto bianco un cerchio. Al momento in cui la luna spunta, guardarla attraverso il cerchio descritto e ricamato sul fazzoletto, ponendo cioè il fazzoletto al viso come un velo e dirà: l'uomo che questo velo toglierà, Enadina, della Luna signora, lo fa mettere in cammino all'alba di domani, e la sera a quest'ora qui arriverà, o Enadina della Luna signora. Poi il fazzoletto metterà sui capelli e lo terrà tutta la sera; all'ora di andare a letto lo porrà alla finestra e il mattino seguente lo conserverà in luogo sicuro.
Vuole la superstiziosa leggenda, mezzo magica, e mezzo astrologica, che il fazzoletto resti incantato e che quando il fidanzato che diventerà sposo si avvicina, saprà ricordare alla fanciulla che Enadina ha mantenuto la promessa.
E che il buon marito sia concesso a tutte le donzelle che lo desiderano!

Ma veniamo alle solite influenze siderali.
Un morbo cattivo come il serpente striscia tra i popoli, si appalesa e si nasconde, ha tre teste mostruose, una è nera e semina la morte, una è gialla e porta la pazzia, la terza è rossa e mangia i bimbi lattanti e quelli che da poco hanno lasciata la mammella; morde loro il cervello e li divora nel fuoco. Se il sole in Lione sarà vittorioso di lui, per dieci anni in occidente non si parlerà più di contagio e di pestilenze. Se il Lione non gli schiaccia le teste, all'apparire della Bilancia una coppa sarà carica di morti.
Che il vaticinio cattivo si disperda e il Lione trionfi!

Quest'anno tutte le lunazioni dell'estate e dell'autunno sono favorevoli alle proprietà medicamentali delle frutta fresche, il mangiar frutta fresche e mature farà bene, ma l'uva sopratutto avrà un'azione assai benefica sulle infermità renali anche croniche. L'uva nera non venuta a completa maturazione, schiacciata e messa in bottiglia di vetro per venti giorni al sole, poi premuta e mischiata a farina bianca e miele, tanto da farne piccole pallottole come nocciole, che si mettono a ben seccare al forno, dà per l'inverno la polvere di Dioscoride contro il reumatismo dei vecchi, e i raffreddori dei bambini. Se qualcuno nell'inverno tenesse preparata tale pasta indurita, potrà adoperarla con esito felice per guarire i reumatismi delle persone annose, riducendola in polvere finissima e mettendola a macerare per ventiquattr'ore nel vino bianco, che bevuto calma le nevralgie immediatamente, i dolori reumatici e i gottosi... Almeno assicura cosi Dioscoride riportato dall'anonimo commentatore iberico.

Nella luna di agosto: non sono buoni i bagni di mare fatti nelle ore di sole alto, benefici al mattino presto e al tramonto; le verdure e gli ortaggi non cotti non arrecano bene; ottimo il succo di limone, mediocrissimo e quasi cattivo l'uso di molto zucchero e del caffè; pessimo l'uso delle bevande miste a ghiaccio (s'intende non le bevande messe in ghiaccio ma le bevande in cui è misto il ghiaccio); pessimo il vino acido, il latte che sia munto da più di tre ore o non cotto; pessimi i molluschi marini, i gamberi di fiume e le anguille.

Nella luna di settembre: ottimo il miele comunque preso, (fino a tutta la lunazione di dicembre); ottimo l'olio di oliva preso a digiuno contro le ostruzioni viscerali (fino a tutto ottobre); ottimi il vino bianco, il vino dolce, la verdura cotta e cruda, il pesce bianco, le mandorle e le noci; sono pessime le bevande fermentate sidro, birra ecc. fino ad ottobre intero; le aragoste e i crostacei; il pepe e gli aromi caldi. I legumi ben cotti in molt'acqua con sale sono contrarii alle dispepsie e ai torpori viscerali. Le farine, le semole, le crusche, i cruschelli hanno virtù grande nella eliminazione dei materiali depositati nei visceri: intestini, stomaco, reni e vescica. I grassi animali sono nocivi (strutto, burro, lardo).

Le radici hanno massima virtù nella lunazione di settembre — e qui l'astrologo parla che per radici intende tutto ciò che è sotto terra e sia suscettibile di essere mangiato o somministrato in terapeutica. Quindi i rafani, i tuberi, le patate ecc. tra i commestibili; le radici di valeriana, di aloe, di altea ecc. tra i medicinali.
Pessimi i semi, comunque usati.

E per finire... contro gli insetti che invadono i frutteti: cospargere i tronchi con acqua in cui siano decotte le foglie del pomidoro — nel 1°, 5°, 7°, 11°, 13° giorno delle quattro lunazioni di luglio, agosto, settembre e ottobre.
Il resto non è cosa che possa giovare alla curiosità del lettore.

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