Il Pensiero di Kremmerz - Discussione - Seconda Parte

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 IL PENSIERO DI KREMMERZ - Discussione apparsa in rete dal 2008 al 2009 - SECONDA PARTE - a cura di Orpheus

 

C.G.: Sarò certamente lapidato come un adultero della morale esoterica comune, ma io non credo ad alcuni tipo di continuità storica fra l'Ordine Egizio ed il mondo faraonico, così come non credo ad un'ininterrotta tradizione romana che ha navigato attraverso i secoli per traghettare determinate conoscenze dall'antichità ai giorni nostri. Purtroppo questa bugia non riesco proprio a raccontarmela perchè ho una formazione essenzialmente scientifico-filologica e credo solo documenti, non alle leggende e/o alle fantasmagorie. Il che vuol dire che non credo nè a Kremmerz, nè a Reghini quando scrivono a proposito di tradizioni millenarie giunte a noi attraverso i meandri della storia. In questo mi sento assolutamente kremmerziano, nella misura in cui il Maestro ha sempre affermato che non bisogna credere per fede ma solo per sperimentazione diretta e per diretto accertamento dei fatti. Rispetto però tutti coloro che sono convinti della vetustà delle origini del kremmerzianesimo e della tradizione neo-romana e non mi sognerei mai di tentare di fare cambiare idea a costoro come, del resto, non vorrei che essi tentassero di far cambiare opinione al sottoscritto. A proposito dei dubbi espressi dall'amico Luciano, mi sento di dire che egli ha messo il classico dito nella classica piaga. Che cosa è stato l'Ordine Egizio in realtà? E' stato un sogno...un grandissimo sogno partorito dal Genio di alcuni Iniziati con la I maiuscola, che si è infranto miseramente a causa della stupidità degli esseri umani, avvezzi più a traslare nel mondo esoterico i loro più bassi istinti piuttosto che ad esiliare da questo la loro stoltezza...Quanto allo spirito dell'Ordine, mi sento di dire che esso esiste ed è ancora vivo e pulsante poichè questo non è rappresentato da vecchi parrucconi in abito esoterico-talare che pontificano in lingua caldea, ma riposa nel cuore di quanti cercano quotidianamente il dio che è dentro e fuori di loro con indefesso impegno e volontà.

 

Lum.: Gentile dottor G., le sono grato per l’eccellente risposta e faccio tanto di cappello alla sua onestà intellettuale ed al coraggio nel porsi in posizione, come dice lei, adultera, rispetto a quei saccenti talami nuziali dell’ortodossia kremmerziana made in China, “fedeli” ed arroganti sostenitori del mito millenario, solo per non farsi crollare sul capo il misero baldacchino di menzogne che li sovrasta. Mi pare però e mi corregga se sbaglio, che la sua attuale posizione si discosti da quanto scriveva solo quattro anni fà, insieme con il dott. M., su “L’Arcano degli Arcani”. Posso chiederle il, od un motivo? Mi trova poi d’accordo quando definisce l’Ordine Egizio un bel sogno…infranto, dalle bassezze degli uomini. Ma parlare ancor oggi di “spirito” di questo antico sogno, può concretarsi in qualcosa di più chiaro e comprensibile, anche per chi come me non ha una grandissima conoscenza della materia, o si rischia di affogare in un mar morto di mistica speranza e belle parole? Grazie

 

C.G.: Caro Lum. la ricerca prosegue...i veli si alzano...i papassi restano in mutande. la mistica è una bella cosa almeno all'inizio quando tutto è slancio e passione. Quando questa fase termina, le belle parole non servono più. Occorrono i fatti altrimenti quest'Ordine Egizio rischia di tramutarsi in una commedia dell'arte...drammatica..napoletana...Spero di essere stato chiaro.

 

Oph.: Sulla storia delle Accademie:
Per quanto possibile ricostruire, pare che le Accademie Miriamiche primitive furono lasciate da Kremmerz al loro destino: egli si limitò a ritirarsi dalla loro direzione, ma non le sciolse, nè revocò la "Pragmatica" ufficiale e da allora immodificata, secondo la quale ciascuno avrebbe potuto regolarsi nel proseguo delle sue pratiche.
Così andarono al tempo stesso perduti anche i contatti con l'eclissatosi Ordine Egizio (quello, per intenderci, cui appartennero De Servis, Lebano, ecc.)
A seguito di questo distacco, alcuni proseguirono all'interno delle Accademie primitive o di quanto ne restava (v. Circolo Virgiliano).
Altri, la cui iniziazione derivava da quanti fecero parte delle prime Accademie (vedi p.e. la linea Benno-Hahajah-Lehaiah), ed ai quali erano pertanto state tramandate sia le istruzioni necessarie ai miriamici che gli insegnamenti riservati a quanti avendo terminato il percorso isiaco potevano iniziare quello osirideo (ed i quali, in tempi precedenti, sarebbero stati associati dal Kremmerz all'O.E.), fondarono gruppi che esulavano dalle prime Accademie, ma a cui idealmente si ricollegavano, tra cui il CEUR.
Questa struttura volle ricostituire al suo interno un nuovo "Ordine Osirideo Egizio", su modello del precedente, formato dai praticanti Osiridei.
Oggi sono ancora esistenti alcuni gruppi derivati da questi organi, andati incontro col tempo a rotture e dissidi, per evidenti interessi umani, troppo umani di alcuni loro componenti. Come ammoniva Kremmerz, bisogna che il ricercatore faccia attenzione allo "Spirito di separazione", che presto o tardi si affaccia alla sua coscienza, illudendolo di essere superiore a tutti i Fratelli e a tutti gli uomini!
Auspicabile è che coloro i quali prendono ancora parte a queste iniziative riconoscano umilmente gli errori del passato e ne facciano tesoro pel futuro.
Da tutto ciò si evince comunque che non tanto importante è, odiernamente, il vantato riconoscimento di una più o meno dubbia discendenza "ufficiale" dal primo Ordine Egizio, da parte di questa o quella fazione che pretende l'esclusiva, quanto l'avvenuto passaggio da mano a mano e da bocca a orecchio delle istruzioni utili ai praticanti, il tramandarsi dell' "idea" che costituisce il necessario lievito per il novizio, e lo stabilirsi del "contatto" con quelle Intelligenze che stanno "sopra" la catena originaria.
Sta al ricercatore vedere dove trovare ciò che secondo il suo cuore è più affine all'idea di cui Kremmerz si fece portavoce: poche parole, umiltà (restare sempre coi piedi per terra) e pratica di Amore e Volontà ermetica.

Da una lettera del Maestro Kremmerz ad un discepolo:
"Bisognerebbe capire che scrivendo, stampando o parlando di ermetismo non si fa che richiamare l'at­tenzione del lettore sul metodo, sulla forma, sulla possibilità di considerare il mondo in maniera diffe­rente della folla ordinaria. Ma l'ermetismo, come suo valore, non si presenta in atto se non nelle ope­re ed azioni individuali.
Quelli che vogliono parlare e spiegare al pubbli­co con criteri assoluti l'ermetismo, come se fosse un trattato di aritmetica o di patologia, danno la prima prova che non capiscono gran cosa della scienza o pretesa scienza che sia e di cui si assumono il sacer­dozio.
Dare pubblicamente o in privato esempio di intolleranza, di bizze, di dissidi, è la negazione del principio di Amore.
Con l'attuale diffusa cultura generale, questo be­nedetto ermetismo ha bisogno di essere presentato con belle parole, con erudizione, con un certo senso di autorità scientifica, ma in realtà, con poche paro­le ed educando con la pratica e con l'esempio do­vrebbe essere insegnato. Vorrei vedere la faccia di Pitagora se redivivo as­sistesse a queste diatribe o leggesse articoli che fan­no supporre nel loro autore uno dei grandi maestri il­luminati. Insegnare è donare, ma per donare bisogna possedere.
Dunque per concludere bisognerebbe non dare lo spettacolo di odii, di bizze, di malanimo tra studiosi ed in realtà sentire veramente amicizia per tutti coloro che in una maniera o nell'altra danno le loro forze intellettive con larghezza alla propaganda di questi nostri studi. In altri termini sentire per tut­ti l'amore (scritto con l'A maiuscolo).
Initium sapientiae non timor Domini sed Amor hominum."
I giovani o meno giovani che si sentano seriamente vocati all'ermetismo ed in particolare al percorso tramandato dal Kremmerz (ma non di stretta proprietà sua o di chiunque altro ne vorrebbe l'esclusiva!) prima o poi verrà ai ferri corti con se stesso, decidendosi a smetterla di leggere chiacchiere da perditempo e a mettersi alla cerca e all'opera...unica strada maestra per costruirsi la sua Conoscenza delle cose. Un augurio di equilibrio e serenità da nient'altro che uno studioso.

 

Tor.: Da profano: in questa discussione non si è forse parlato POCO dei malati? Ammetto di aver letto pochissimo di G. K. eppure credevo che la Fratellanza si occupasse, nel campo pratico, del sollievo dei sofferenti.  Saluti profani e buon Solstizio

 

C.G.: Dobbiamo sempre parlare di ciò che è risaputo e noto anche ai sassi? Lum. aveva espresso delle perplessità relative a coloro che dicono di essere gli epigoni del Kremmerz, non relativamente al metodo ed agli strumenti consegnatici dal Mago di Portici per guarire i malati.

 

Lum: Prendo spunto dalle parole di S.74 e di ToR., a cui dò il benvenuto in questa interessante e di certo utile discussione, per dire benevolmente al primo che, se offrisse una camomilla a certi personaggi, e più che mai a quella che Klingsor ha bollato come “ vacca sacra”, che hanno lordato di fango, e non solo fango, il nome di Kremmerz e della Fratellanza di Miriam, si trasformerebbe in veleno mortifero, che andrebbe a nutrire quello che di già hanno in corpo. 
ToR. tocca invece, a mio modo di vedere,un punto molto, ma molto, dolente della faccenda. Io credo che già al suo principio, nella Miriam di Kremmerz si sia sempre parlato a fatica e fatto poco e male, per i malati e la terapeutica. Di sicuro non per colpa di Kremmerz, il quale ha sempre ed in ogni maniera dato fondo alle sue massime risorse, sia nella vita che negli scritti, per renderne chiaro e netto il concetto e l’importanza, ma oggi è ancor peggio. Voglio credere che in qualcuno almeno dei tanti gruppi kremmerziani le cose siano diverse, ma quello che posso dire per esperienza personale mia e di miei confratelli, nelle tre conventicole che abbiamo frequentato, è che dietro questa terapeutica tanto strombazzata al vento, solo per pubblicità, c’è solo tanta miseria ed ipocrisia, perchè poco praticata e ritenuta un “noioso dovere” compiuto senza la minima convinzione, anche e forse ancor di più dalle così dette gerarchie , che purtroppo ne fanno un uso tutto strumentale, per biasimevoli giochi di potere in cui il più umiliato e trascurato è proprio il povero malato. Lo spirito di vero ed altruistico Amore teurgico e terapeutico, la caritas Rosacrociana, che fu la linfa vitale nell’insegnamento di Kremmerz, nei fatti, in questi porti franchi di immondezza umana che ne vorrebbero essere gli epigoni, è desolatamente assente o tradito, barattato per 30 danari di tanti vili interessi personalistici, egoismo, arroganza, avidità di comando e pure di peggio. Del resto, basti vedere come si riempiono la bocca con belle parole, come “ pro salute populi”, “ amore fraterno”, “luce risanatrice “, “ cure gratuite”, “ mistica rosa rigenerante “ e via dicendo, per poi scagliarsi a fauci spalancate come belve feroci ed assetate di sangue, senza esclusione di colpi, contro gli “ amati fratelli” delle fazioni kremmerziane “ in concorrenza”! Che bell’esempio e quale tristezza per le povere speranze di Kremmerz! Perciò, credo che Tor. ha ben ragione e forse ben fondati motivi, anche lui, per farsi e per farci questa domanda veramente significativa ed attuale. Ma un’altra domanda vorrei mi passasse G., e cioè, se mettiamo all’incasso ciò che è successo, o che si è pubblicato, o scoperto, in questi anni, cosa cambierebbe dell’”arcano degli arcani” e da “ riflessi dell’iride nell’acqua “ ? Grazie.

 

S.: Riporto da gruppo Yahoo: 
Il pensiero di Kremmerz è oggetto oggi di molte speculazioni. 
Speculazioni non certo dei kremmerziani autentici, perchè i pesci non 
discutono del mare: ci vivono. 
Gli speculatori sono i più svariati: pagani con velleità esoteriche, 
storiografi seri e non seri, cristiani cammufatti in cerca di 
occasioni per screditare Kremmerz e/o i kremmerziani. 
- Cominciamo dai primi. Gli aderenti alla Romanitas, quando non si 
sentono appagati da un approccio solo exoterico, guardano a Kremmerz 
come una possibile occasione di integrazione. Ma -cominciano a dire- 
i rituali miriamici sono egizio-caldei. Precisiamo che non si tratta 
di qualcosa di sincretico. Come dimostra il testo egizio chiamato 
“Libro II della respirazione” (Ta Sa-T En Sen-I-Sen-I Meh-Sen) i 
“Signori di Babilonia” erano perfettamente integrati nel Pantheon 
egizio ed il medesimo testo precisa che, nel microcosmo umano, “è il 
mio dorso quello dei Signori di Babilonia”. 
Dover passar dal Pantheon romano a quello egizio-caldeo spaventa quei 
signori e ancor più li sconcerta il fatto che talvolta -residuo 
di passate ragioni di camuffamento- soprattutto le entità caldee 
siano “ricoperte” di una lievissima “patina” veterotestamentaria. 
Trattandosi di personalità in genere bisognose di appoggiarsi 
unicamente al proprio Pantheon romano e diffidenti del resto, 
sconsigliamo loro di far pratiche miriamiche. Funzionano solo con chi 
si sente a proprio agio con esse. Contemporaneamente, però, abbiano 
il buon senso di non fare come la volpe della favola: non dicano che 
l'uva è acerba, mentre sono loro non idonei ad afferrarla. 
Tuttavia, già la comune Romanitas presenta una serie di carmi e di 
riti che, se assiduamente praticati, possono costituire un 
equivalente della pratica miriamica. 
- Passiamo ai secondi. Il metodo storiografico in sè inidoneo a 
comprendere il mondo kremmerziano e le sue origini. 
Se persino una comune azienda ha attività e traffici non registrati 
da nessuna parte, quanto più questo è vero per società esoteriche. 
Semmai è un metodo “simbolico” che potrebbe far presagire, se non 
comprendere chiaramente, quel che Kremmerz non dice. E anche i 
cosiddetti storiografi “seri” si mantengono ancorati alle proprie 
erronee supposizioni. Non serve a nulla dir loro che, ad es., Ekatlos 
non era Leone Caetani (che notoriamente non ebbe simpatie per il 
fascismo in nessun momento della sua vita) e neppure Camilla Calzone 
Mongenet (che, come ebbe a indicare Baistrocchi, in alcuni documenti 
si preoccupava che Kremmerz si stesse allontanando ... dal Vangelo!). 
Detti storiografi continueranno a ripetere le loro fanfaluche, non 
essendo capaci di ammettere i propri errori. 
- Quanto agli storiografi “non seri” essi ci conducono direttamente 
alla terza categoria a quella degi “infiltrati”: questi individui si 
mettono a “scavare” nei pochi documenti esistenti, interpretandoli 
come più comoda loro; ancor peggio fanno con gli apocrifi, dei quali 
a volte sono anche ... autori! 
Le critiche a Kremmerz si sono fatte decisamente più difficili da 
quando, nel precedente forum “Gruppo di Ur”, abbiamo messo in chiaro 
un certo numero di cose. Quei signori se la prendono allora con i 
miriamici, rei di non essere all'altezza del maestro. Consigliamo 
alle Accademie -di qualsivoglia provenienza- di mandare letteralmente 
“a fan culo” tali personaggi, inutili quando non pericolosi. Tra loro 
ci sono personaggi anche piuttosto noti, come lo staff dirigente 
della rivista Politica Romana che, dopo aver finto per anni una 
propensione alla Romanitas (donde l'ingannevole titolo), messi alle 
strette dalle circostanze, hanno gettato la maschera e son passati 
apertamente ad una posizione filo-cristiana. 
Chi volesse un esempio esaustivo di tutto ciò che abbiamo detto non 
ha che da leggersi il lungo thread “Il pensiero di Kremmerz” del 
forum Saturnia Tellus. Vi troverà personaggi di tutti e tre i 
summenzionati tipi, compresi -nella parte finale- due degni 
rappresentanti dell'ultimo tipo. Uno che pretende di scrivere libri 
sul kremmerzianesimo con una malafede simile a quella del suo ex 
amico Fincati ed un altro ancora più oscuro che gli fa da spalla. Si 
illudono, denigrando, di avere altre informazioni su Ordine e 
Accademie? Ad uso dei loro libercoli e dei loro mandanti? Possono 
solo esser inviati dove già abbiamo detto. 
A tutti e tre i tipi di personaggi diciamo comunque: per favore, 
lasciate Kremmerz ai kremmerziani! 
Quanto al lato “solare” della Romanitas, di cui l'Ordine è 
conservatore, si fece, a suo tempo, un piccolo tentativo di 
trasmissione più ampia in una porzione “particolare” (per 
attitudini) del Circolo Vergiliano, tenuta al segreto perfino verso 
gli aderenti del medesimo Circolo. Inutile perciò rompere le scatole 
alle Accademie per farsi dare ciò che non hanno e che, perfino 
avendo, non potrebbero dare, vista la palese inidoneità dei 
richiedenti. (Phythagoricus)

 

 

 

Sat.: Vero che il mero criterio storiografico, non è in grado di indagare in modo esaustivo la “regolarità iniziatica” di un gruppo esoterico. 
Nel tantrismo induista i testi tantrici sono considerati rivelati da Visnu o da Shiva e in quelli buddisti dal Buddha (spesso nell'aspetto esoterico Vajradhara, ma a volte addirittura in quello del Buddha storico in persona!). 
Come possono testi apparsi storicamente nel V, VI secolo d.C. risalire alla predicazione di un individuo vissuto mille anni prima? 
E' evidente allora, a meno di ridurre il tantrismo ad un tarocco, ad una illusoria frode, che ci possono essere altri criteri d'indagine. 
Detto questo non bisogna neppure esser troppo ingenui e creduloni perchè una cosa è una rivelazione di un Mahasiddha himalayano, un'altra sono “Superiori Incogniti” che in astrale (piano sottile oggi come oggi più affollato di Ostia Lido a Ferragosto) riportano misteriosi libri e dottrine...

 

Sid.: Le forze purissime della catena terapeutica per cosa o come possono essere impiegate, o indirizzate, dal “capo catena”? Il gioco può essere sporco, senza alcun dubbio. 
Kremmerz ha preferito le umiliazioni piuttosto che usare indebitamente queste energie sacre e purissime.

 

Ilp.: La Fratellanza nostra è fondata e propagata sotto un Patto fondamentale che limita le sue funzioni nella società profana. La nostra costituzione ci impone di occuparci esclusivamente di medicina occulta, la quale è l'applicazione della Scienza dello Spirito al sollevamento di tutte le sofferenze del nostro simile. Dovunque è un uomo che soffre, dovunque è uno spirito travaglialo, in qualunque sito un corpo addolorato viene in contatto con uno dei nostri fratelli, è dovere di concorrere alla sua guarigione, in tutti i modi, con tutti i mezzi, con tutte le forze di cui il fratello dispone nella catena di Miriam, 
Noi non ci occupiamo di politica, non di credo religioso — la nostra è una missione al di sopra di tutte le miserie politiche e di tutti i credi religiosi. Noi con la medicina occulta diamo la più solenne pruova che esiste una solidarietà umana: l'esempio farà proseliti e la carità del cristo troverà la sua applicazione scientifica: quando i nostri affiliati saranno innumeri, allora per noi non esisterà una società profana, perché tutti i profani saranno convertiti e praticanti il bene, e noi avremo compiuta una grande rivoluzione morale, portando il principio della solidarietà nel governo della famiglia umana, il sacerdozio della quale sarà paterno, ad immagine della Provvidenza Invisibile e Reale che governa il destino del popoli, delle nazioni e delle razze. 
GIULIANO KREMMERZ 
P.S. Chi “pontifica” creando altro caos ed altre divisioni, rifletta su questo ......Buon Solstizio d'Inverno a tutti e che arrivi finalmente la Luce e con la Luce finiscano una volta per tutte le polemiche in questa discussione! Ma non ci spero.

 

Lum.: Come vedi, caro S.74, il meo patacca che spera di nascondersi dietro il paravento di “pythagoricus”, autore del proclama riportato da Sat., è uno di quei tronfi candidati al sacro soglio, a cui potresti offrire una bella camomilla e pure doppia. Sarebbe meglio lasciarlo cuocere nel suo brodetto di spocchia lessa, ma qualche paroletta in più, quanno ce vò, ce vò. Questo saccente individuo appartenente alla categoria dei coatti sedicenti-kremmerziani, che nasconde un bel pò di scheletrucci nell’armadio e che senza ombra di titoli nè diritti pretende di essere l’unico a poter commentare le sacre scritture del Kremmerz-Pensiero, in soldoni è un accattone che ci intima di “lasciare Kremmerz ai kremmerziani “, perché secondo lui, i panni sporchi si devono lavare in famiglia e all’esterno non deve trapelare nulla, pure se la famiglia kremmerziana si compone ormai di una ventina e fischia di conventicole illegittime, con tanto di pecorelle nere e smarrite, tutte pronte a spararsi addosso per scipparsi l’eredità del buon’anima morto in esilio, che dimostrò tanta e gagliarda lungimiranza nel non voler lasciare eredi spirituali. Questo fjodena, è un ben conosciuto, arrogante e maldestro apprendista papassone che a suon di farsi “coobazioni “ alla fine si è bevuto anche il cervello, e che ,da una cifra d’anni, cerca senza riuscirci, un pochetto di illusoria visibilità per dare corpo ale moltitudini di fantasmi della sua personalità disturbata; un ipocrita fracico che ha fatto del Kremmerz il suo deus-ex-machina e personal-trainer, che rosica e si affanna dai tempi del forum del gruppo di Ur - che se in materia kremmerziana ha “messo in chiaro un certo numero di cose “ nessuno se n’è accorto - per predicare male e razzolare peggio, per pontificare il verbo del “ so-tutto-e-solo-io “ e lanciare strali da furbetto del quartierino a chi non la pensa come lui; uno sbruffone così convinto ed accannato, da non distinguere più la pacifica verità ed il civile confronto, dai deliri della sua torbida e malsana fantasia e che si crede in diritto di venire ad impartire trucide lezioni di etica scatologica e dietrologia da burino, ai partecipanti alla civile e normale discussione di questo forum, sul pensiero di Kremmerz; un infamone che vorrebbe tanto che la gente ed ancor di più i fresconi del “ popolo di Miriam “ , o per usare le sue parole, i pesci al mercurio che nuotano nell’ attuale mare di fandonie miriamiche, restasse a pecorone nella più completa e comoda ignoranza, circa certe moderne e contemporanee scabrose situazioni ,e magara continuasse a credere nell’esistenza di millenari ordini egizi a cui non crede più nemmanco il bisnipote del gatto di “sora Felicetta “, di “provvidenziali “ - come dice il dott.Fenili - delegati generali o superiori incogniti che appaiono su tappeti volanti quando più fà comodo, di belle paroloni come “legittimità “, “ ortodossia ininterrotta “ e “ continuità “ somministrati come valium a chi deve solo prostrarsi ed ubbidire, di maestri e maestre con le alucce che fluttuano fra tribunali, denunce, dossier raccapriccianti e nuvole astrali, o di tante altre grottesche frescacce, e pure peggio. Tutte patacche e mandrakate spacciate per mantenere in piedi il marcio castello di cartacee falsità distribuite pro-salute- populi, costruito solo per nascondere gravi turbe psichiche, scellerati interessi personali e circostanziate responsabilità ancor più gravi. Perchè, anche se io ammetto di non conoscere a fondo la storia delle origini dell’Ordine Egizio e della Fratellanza di Miriam, e delle successive sòle spacciate per tali, posso con modestia dire di essere nell’anima e nei fatti, un vero kremmerziano e di ben conoscere, da molti anni ed aggiungo purtroppo, per esperienza in prima persona, la rancida realtà che si cela dietro alcune metastasi del terminale milieu kremmerziano di oggi, e di una in particolare, la più subdola, che ormai tutti grazie al Cielo conoscono, diretta e ispirata da vere e proprie menti demoniache. Come posso pure affermare cheper fortuna esistono e conosco rari ma benemeriti ed incorrotti rappresentanti del pensiero e della dottrina del Maestro, che con vibrante spirito di amore umanitario ed altruistico, molta umiltà e probità, senza accampare pretese di legittimità del ciufolo, penosi diritti di copyright, verità taroccate a proprio uso e consumo, di cui pure la cronaca recente del web ne è piena, timbri e vessilli rimediati a porta Portese ed archivi saccheggiati o trafugati con l’inganno, portano avanti il suo più vero insegnamento con gran dignità e riscontri obbiettivi di un semplice operoso e produttivo lavoro interiore. 
Però, caro Sp., visto e meglio considerato che l’irreprensibile Pythagoricus, calando, lui sì, la maschera con signorile eleganza per rivelarsi quel che è veramente, vorrebbe che tutti quelli non kremmerziani come lui, se ne andassero “a fan culo “ (sic!!!), sarebbe meglio correggere la camomilla con una dose tosta di lassativo equino,nello specifico “ sali inglesi “, adoperati a josa nelle purghe purificanti dei digiuni solari nell’Ordine Egizio. Forse non otterrà l’agognato “ separando lunare “, ma senza meno potrà separarsi da quella mole in eccesso di tossica “ zavorra “ accumulata in quegli “ antri oscuri “ di Bocchiniane memorie che ben conosce e pratica, che evidentemente gli annebbia la già limitata ragione, facendolo partire di brocca. 
Vedi, caro Phytagoricus, quando mi stai ad accusare de fare “ da spalla “ al dottor G., è pacifico che o non ti sei letto altri miei interventi e, non solo su questo forum,in cui critico tra i primi, certe sue posizioni, o che sei in mala fede piena, ma preferisco di molto fare da spalla a lui che, far come te, da spalla alle tante e troppe sozzerie di chi conosci troppo bene e stai a coprire con la tua omertà. Denunci gli apocrifi e chi se li inventa e poi taci su quella ladrona che, come sai troppo bene,ha fatto della Fratellanza di Miriam, uno scandalo senza fine e che per sopravvivere si è perfino inventata un ordine egizio tutto suo ! Ma vedi di andartene! 
E per finire, sul prof. Fenili e su G., puoi pure sparare le fregnacciate che ti và per screditarli, perché ti piacerebbe tanto di tappargli la bocca, ma ci stà un piccolo particolare che li differenzia dalla gente come te, e cioè che loro si espongono e si sobbarcano tutta la responsabilità di quel che scrivono, cosa che tu, da paganello pallido e pavido, qual sei, non avrai mai il coraggio di fare. Ciao còre.

 

S.74: Altro punto di discussione odierno mi sembra essere anche il ruolo che alcuni ermetisti alchimici, legati all'insegnamento del Kremmerz, tributano alla Chiesa Cattolica Apostolica Vaticana. 
Non e sono sicuro perchè non ho letto dichiarazioni in merito ma questo mondo Alchimistico sarebbe disponibile a cooperare per una Rinascenza spirituale italica oppure riconosce il primato religioso al Vaticano? 
QUAL'era il pensiero del Kremmerz in merito?

 

Lum.: Chiarito questo e per rispondere alla domanda sollevata da S.74, che mi risulti, se si vuole escludere qualche caso isolatissimo, non esiste proprio che nell’interpretazione kremmerziana dell’Alchimia si attribuisca un primato di qualunque genere alla chiesa cattolica, semmai direi l’opposto. Sarebbe però interessante allargare la domanda a quel che di veritiero ed attendibile può esserci in quest’interpretazione kremmerziana del processo alchemico, in relazione alla vera tradizione alchimistica, che , sempre a quanto mi risulta, non ha niente a che vedere coll’alchimia interna. Saluti a tutti.

 

Ant.: Citaz.: Gh. ha scritto:Cosa può accomunare chi prega gli Dèi d'Italia a chi invece salmodia salmi in ebraico?

 

Legittima domanda. A tal proposito cito testualmente dalla Pragmatica Fondamentale: “... Come non servirsi della parola magia che è l'unica la quale contenga la scienza delle cause virtuali e la potenza effettiva delle realizzazioni? Come definirla? 
Le forme magiche più recenti sono ebree e cristiane, le meno prossime sono le caldee - come le spigherò a quelli che hanno fretta e sono impazienti di aspettare l'idea ermetica? ora che le più sciocche cose sono temi di diatribe? Come dire ai neofiti che il cristianesimo e il giudaismo, religioni o sette o eresie, [non hanno niente a che vedere coi salmi davidici, le croci, le parole schematiche che abbonderanno nelle operazioni iniziatiche? come spiegare che la Miriam non è la concezione del cattolicesimo e che la sua luce è nera?

 

Citaz.:Gh. ha scritto:Io penso sia importante fare chiarezza, anche per dividere una volta per tutte un ambiente religioso che è stato ad oggi oggetto di fin troppi fraintendimenti, dal resto del milieu esoterico, occultistico, para-magista. 
La religione degli Avi è un qualcosa che può e deve essere rivificata sotto la luce del sole, un qualcosa che deve conquistare a sé le masse; e non un culto settario per pochi eletti da praticarsi celati nelle nuove catacombe.

 

Bene fare chiarezza: il “pensiero” del Kremmerz non è, né può essere mai religioso, ma puramente e semplicemente MAGICO nel senso da Lui espicitato, in mille modi e linguaggi ma sempre in maniera chiara, ossia scientifico. Tutto il resto è filosofia, alta, media, bassa, ma solo filosofia nel senso moderno del termine. 

 

Citaz.: Gh. ha scritto:Affrontavo poi il problema dell'iniziazione “pagana” odierna e della sua effettiva impossibilità oggi se non come forma ereditata da ambienti non propriamente gentili.

 

L'iniziazione nella concezione del Maestro è sempre e solo UNA, da Inizio- Iniziare: apprendere le leggi che regolano l'Universo-Uno, valide sempre in ogni tempo e luogo. (Detto in estrema sintesi).

 

Citaz.: Gh. ha scritto:Chi oggi può dirsi appartenente ad un lignaggio iniziatico pagano? La risposta la conoscete.

 

Con grande rammarico mi duole non conoscere questa risposta, se non altro per un confronto, ma da quanto leggo sul sito non sono riuscito a capire molto della “via pagana”, e mi scuso di questa definizione forse impropria. 
Citaz.: Gh. ha scritto:Il mio discorso ovviamente esula dal dare un giudizio di sorta sull'ermetismo, la massoneria, l'alchimia e quant'altro. Io non sto giudicando niente, né tantomeno mi sento in dovere di farlo.

 

Purtroppo di giudizi ne sono stati espressi e anche impropri e fuori luogo. 
Sia detto senza spirito di polemica: Si potrà mai discutere senza preconcetti, pregiudizi e interpretazioni autentiche date da questo o quell'altro “intellettuale”? 
Il Kremmerz si spiega già tanto da solo. 
Citaz.: Gh. ha scritto:Poi ognuno scelga pure la propria strada, noi - ossia noi tradizionalisti - la nostra strada l'abbiamo scelta da tempo, ed è la via romana agli Dèi. 
Non ci serve altro.

 

Ovvio, ma perchè un kremmerziano non può essere “tradizionalista”? 

 

 

 

L.C.: Si certamente, e ti ringrazio. 
Dunque, intanto cosa vuol dire che la luce della Miriam è nera? Ma questa è una piccolissima domanda. 
In effetti quel che non condivido è il voler ricorrere a procedure di origine non Italica, ma di ceppo medio-orientale. Non capisco perchè cercare lontano (non in senso geografico, ma come modo d'essere) ciò che già abbiamo, sebbene apparentemente scomparso o poco visibile. 
E proprio a proposito di questo discorso, di una tradizione iniziatica “pagana”...credo fortemente che esista tutt'oggi. Non ho nessuna prova per dirlo, ma poichè non stiamo parlando di computer o di Babbo Natale (!), ma di un ambito spirituale che poggia su presupposti di PERENNITA'...trovo impossibile dire: esiste, non esiste, questo è vero, questo no. 
Spero di non chiacchierare troppo: questo io sento di esprimere.

 

Ilp.: UTILI AVVERTENZE 
L’occulta Sapienza Salomonica è la Sapienza Regia o Magia. Salomone è il Re d’Israele; Salomone è l’uomo di pace, cioè il perfetto nel mondo dei prediletti di Dio. L’adattazione Salomonica, cioè dell’uomo sovrano sul popolo dei prediletti, è nella Giustizia. L’uomo giusto, cioè della giustizia divina incarnata nel temperamento umano di un adoratore della Volontà-Intelligente, è solo atto a studiare la Scienza del Bene e del Male. 
Prima di intraprendere a praticare lo studio di questa Scienza che avvicina o allontana l’uomo dalla Volontà-Intelligente pensaci 67 volte, perché come il Bene, le tue azioni che producono il Male sono incancellabili ed indistruttibili, fino a quando tu non avrai pagato il tuo misfatto. 
Per applicare il Bene ed impedire il Male, bisogna sapere l’uno e l’altro, sicché dice il filosofo che ogni rosa è circondata di spine e ogni Bene da Male, così tu ti opporrai con la conoscenza di questa Arte sempre al Male per impedire che il Bene venga sopraffatto. Si intende per Bene tutto ciò che avvia il nostro simile a noi stessi secondo le finalità delle cause prime della Mente Divina. Bene è l’altruismo, Bene è l’amore del proprio simile e di tutte le creature perfettibili. Bene è Dio, l’Universo, l’Umanità. 
Tutto ciò che è separazione è Male. Male è l'egoismo che separa il fratello dal fratello, che impone la volontà del perverso al Buono, che distrugge le buone opere e le buone azioni. 
L'uomo di bene deve avere sempre il cuore spoglio dalle basse e vili passioni umane – essere mondo dall'odio – avere l'occhio senza invidia – la bocca senza malvagità – la mente senza menzogna. 
Se questo tu pratichi Dio è con te, l'Albero della Verità ti porge i suoi rami e tu mangerai i suoi frutti e perfezionerai te stesso: se così non sei preparato ogni frutto dell'Albero della Scienza sarà velenoso e amaro e tu gitterai tante lagrime per quanto è maggiore il tuo ardimento e se insisti avrai firmato la tua sentenza di eterna condanna nell'eterna dissoluzione di spirito e di carne. 
Bada inoltre a non credere che il Bene sia sempre ciò che piace ai sensi – spesso il Bene è il Dolore e l’azione benefica è un martirio come la redenzione è uno spasimo infinito. 
Prima di procedere oltre studia queste parole dei libri Sacri occulti e imparerai a soffrire se vuoi godere e a godere delle sofferenze se vuoi innalzarti a Dio. Questa è la Fonte della Verità. 
J.M. Kremm-erz 

 

 

 

Ant.: Intanto una piccolissima risposta: è luce nera perchè luce astrale, da a-stron (negazione di luce). 
Inoltre, non vorrei impelagarmi in discussioni tecniche-specialistiche per le quali (tra l'altro non posseggo le dovute cognizioni) occorrerebbe altro tempo o altro approccio. Posso azzardare (ma è un azzardo) che, forse della tradizione “italica” (e per italica penso tu intenda romana) al tempo di Kremmerz si era perso quel corredo magico sulle cui basi il Maestro voleva informare la Fratellanza (del resto, se non erro già Cicerone lamentava nel suo tempo la scomparsa dei feziali occorrenti per dichiarare giusta una guerra, e comunque i romani sono stati da sempre avversi a tutto ciò che era in odore di magia). In sostanza, potrei dire che semplicemente il Kremmerz si è servito degli strumenti che aveva a sua disposizione e dei quali poteva garantire l'efficacia, senza badare se ciò avesse portato a diatribe socio-etniche-politiche. Del resto, per quanto mi riguarda, del tutto estranee al clima politico-sociale del tempo. O forse, lo stesso Kremmerz, constatando (per prove in sé e su di sè) che i rituali in suo possesso potessero costituire un potente viatico per l'evoluzione dell'Uomo, senza darsi pena delle “discorse femminili”, li ha tramandati ai suoi discepoli con quell'unico scopo. In ogni caso penso che, tranne un Kremmerz rinato, nessuno possa giudicare le scelte a suo tempo operate. Quello che a me premeva dimostrare riportando le Sue parole, in tutta modestia, è l'assoluta buona fede del Maestro circa l'utilizzo di Salmi e Carmi di vario genere, buona fede che deve portare a considerare la Miriam scevra di connotazione e caratteri giudaico-cristiani che essa per sua natura non possiede. Del resto le sono estranee anche le visioni pagane-caldee-egizie-romane e di qualsivoglia natura, che ciascunono a più riprese e per gli scopi i più diversi le vuole attribuire. E questo non sono io a dirlo ma lo stesso Kremmerz nella sua Pregmatica Fondamentale. Certo è che nessuno potrà mai imputare al Maestro una visione che non sia unicamente ed esclusivamente scientifica della Miriam. A tal proposito mi preme sottilineare, a proposito di altri post letti in questo sito, è che il Kremmerz è sempre stato, oltrechè rispettoso, massimamente libero di pregiudizi culturali riguardo altre “tradizioni”, e meno che mai tendenzioso. Prova ne sia l'invito rivolto ai suoi discepoli a “togliersi il cappello” nei riguardi della Trimurti indiana. 
Riportando i Suoi scritti, troppo spesso si dimentica di dire che il Kremmerz non scrisse opere organiche e sistematiche, ma articoli -inseriti in pubblicazioni periodiche- dettati da tempi e necessità contingenti. Il resto (e per resto intendi Corpus, lettere ai discepoli etc.) fatto entrare in discussioni che pretendono di avere parvenze iniziatiche-chiarificatorie, fa parte di opera di puro sciacallaggio. Non bisogna essere iniziati sacerdoti ammoni per capire che i rapporti interpersonali si specificano e si esauriscono solo e soltanto tra i due interlocutori e sono così intimamente connessi che difficilmente se ne può capire il senso, anzi non si può capirlo mai se si pensa che a volte difficile è la comprensione tra gli stessi interlocutori. 
Non pretendo di essere stato esaustivo e sarò lieto di ritornare sull'argomento se lo vorrai. 
Saluti

 

Fr.: I Feziali furono reinstituiti da Augusto, e lui stesso militò nell'Ordine, iniziando la Guerra contro Antonio e Cleopatra, lanciando il giavellotto cruento secondo il Rito. 
Inoltre i romani perseguivano come 'crimine' la magia dannosa, le defixiones o chi utilizzasse metodi mantici per indagare sottilmente sulla Persona del Principe. In pratica erano contro la 'magia illecita'. 

 

Ant.: ...certo lanciò il giavellotto ma non seppe come uccidere il porcellino. Quanto “indagare sottilmente” sulla persona del principe, beh, avrei tante riserve. 

 

 

 

Fr.: Guarda, il Rito Fetiale molto prima di Augusto si era già modificato, ed invece di uccidere un maiale con una pietra focaia acuminata (che facesse schegge di fuoco a simulacro della folgore) invocando l'Ira di Giove sull'opulenza e il sostentamento del popolo che avesse violato i patti, si gettava direttamente una normale pietra leggermente sagomata sul terreno violentemente con una formula piu' semplificata. Comunque di Rito si trattava. Tra l'altro parli di formule e riti che sono addirittura rimasti fino a noi, nei minimi dettagli! 
Il lancio del giavellotto avveniva sulla Columna apposita nel Tempio di Bellona, facendo acquistare virtualmente una piccola parte di terreno attiguo ad un membro della nazione in procinto di essere nemica, dal momento che le grandi distanze con l'espansione della Repubblica, impedivano di scagliare giavellotti direttamente sulla terra avversaria. 
Il tutto secondo le leggi MAGICHE della Analogia e del Simbolo. 
Quindi mi pare evidente, da questi e altri dettagli e che tu, “Ant.”, non sia molto edotto in merito ai Riti Romani, mi sembra di leggere la vulgata di un sussidiario di 20 anni fa, dove si leggeva che i romani erano 'praticoni' bravi con la spada e gli acquedotti, e che se ne fregavano dello spirito fino a quando non ebbero 'la grazia' di essere educati dal provvidenziale 'galileismo'... 
Oggi anche in ambienti 'profani' e 'storiografici' nessuno ha più il coraggio di tirare fuori queste pappardelle. Figuriamoci in un forum come questo che tratta del Culto non solo a fini storici, ma frequentato da chi lo attua nel presente ed attivamente nella propria vita! 
Prima di scrivere qui cantonate su cose che si ignorano, forse sarebbe meglio prima documentarsi sulla base. 

L.C.: Però credo si possa scorgere una certa quale inclinazione del Kremmerz verso...chiamiamola una forma religiosa...che magari era quella che conosceva meglio, e quindi: giudaico-cristiana (vedi le prime righe riportate da “ilp.” ad inizio pagina). Pur nell'immenso rispetto che questo Maestro ebbe per le altre tradizioni. 
Non voglio dimostrare nulla, è solo una constatazione che mi riservo, semmai, di correggere -come altre volte ho fatto, qui sul forum-. 
Grazie Ant.! E secondo me quanto hai scritto non sembra affatto un sussidiario di 20 anni fa...

 

 

 

Ant.: Caro L.C., come scrivevo sopra, può essere fuorviante leggere delle pagine o stralci di pagine estrapolate dal contesto dell’argomento sul quale di volta in volta cerca di dar luce il Kremmerz. Potrei riportarti altrettante citazioni dello stesso Maestro in cui scrive peste e corna del Vecchio Testamento e dei suoi personaggi e ciò non sposterebbe di una virgola il Pensiero del Kremmerz, che è e rimane sempre anti-religioso. Prova ne sia l’origine dell’etimo che Egli stesso ne offre: Re-ligio=Rilegare, legare di nuovo! Egli che voleva liberare l’Uomo da lacci e lacciuoli RELIGIOSO!? Riguardo la sua “inclinazione”, non sarò certo io ad attestare la vasta cultura che possedeva riguardo qualsivoglia Tradizione e Cultura. Grazie per la solidarietà espressa. 
A tal proposito vorrei rassicurare Fr. ed invitarlo a star sereno. Avevo già candidamente manifestato la mia ignoranza in merito. La mia infelice uscita sul Collegio dei Feziali era legata ad un episodio di vita vissuta: visitando il museo di Corfinium rimasi molto colpito nel vedere delle monete coniate al tempo della cosiddetta Guerra Sociale o Guerra della Lega dei Popoli Italici contro Roma. In questa, nel recto, vi era inciso il Pater Patratus intento a celebrare il famigerato rito. Il mio gentile accompagnatore mi spiegò che tale scena voleva esprimere, nell’intenzione degli Italici, la giustezza della loro guerra. Poi, forse malignamente, aggiunse che in realtà voleva farsi burla dei feziali romani, i quali furono visti compiere la cerimonia con strumenti (selce ed herbam puram) e formule sbagliati. Ma ritengo che ciò non dovrebbe urtare la sensibilità di un cultore della prisca romanità se, da un'iscrizione rinvenuta su un cippo trovato a Roma sul colle Palatino (CIL VI 1302), e conservato nell'omonimo museo leggiamo: 
Ferter Resius / rex Aequeicolus / is preimus / ius fetiale paravit / inde p(opulus) R(omanus) discipleinam excepit. 
Ferter Resius / re equicolo / egli per primo / predispose il diritto dei feziali / in seguito il popolo romano (ne) apprese la disciplina. 
Naturalmente, a meno che non trattasi di altro “sussidiario” magari solo un po’ più vecchio, si apprende che i romani forse ebbero la “grazia” di essere “educati” molto tempo prima. 
P. S. Detto sempre senza spirito di polemica, il saggio di B. Paradisi, “Dai 'Foedera iniqua' alle 'Crisobulle' bizantine”, in Studia et Documenta Historiae et Iuris XX (1954), rientra nella categoria dei “sussidiari”? In questo, a proposito dei Feziali, si legge a p. 42 n. 117. “L'ufficio, sostanzialmente scomparso nell'età augustea, fu riesumato da Claudio per poi scomparire definitivamente dopo di lui”. 

 

Lum.: Pur ammettendo certamente l’assoluta buona fede di Kremmerz, circa l’utilizzo di salmi e di carmi, e la giustificazione “ tecnica “ circa altri elementi rituali, trovo difficile concordare con Ant., quando definisce la Miriam “ scevra di connotazioni e caratteri giudaico – cristiani che essa per sua natura non possiede “. A ben vedere, pur ribadendo, sia chiaro,l’utilità esclusivamente tecnica di questi elementi, la Miriam ne possiede, eccome. Basti solo pensare al Rito Giornaliero di catena: croci esseniche all’inizio ed alla fine, Esagramma di Salomone e salmi. Per di più in vari riti, tra cui proprio l’Egizio – Caldeo di Kons – Sin – Dar , il cerchio magico presenta un Esagramma di Salomone, al cui interno spiccano le parole in ebraico di Jod – He – Vau – He ! E si potrebbe andare avanti. 
Anche sul fatto che Kremmerz sia sempre stato rispettoso e massimamente libero di pregiudizi culturali riguardo altre Tradizioni, andrei più cauto. Forse non si tratta di pregiudizi, ma certe stoccate serie ad altre tradizioni, orientali per esempio, spesso fanno capolino nei suoi scritti. 
E pure affermare che Kremmerz non scrisse opere organiche e sistematiche ma articoli inseriti in pubblicazioni periodiche, è vero solamente in parte; gli articoli, se così li possiamo chiamare, pubblicati nel “ Mondo Secreto “, sono un’ opera organica e sistematica, pubblicata a puntate per esigenze particolari e prova ne è la riunione in volume nel 1917, Kremmerz vivente. Abbiamo poi la “ Porta Ermetica “ ed i “ Dialoghi sull’Ermetismo “, che sappiamo non sono frutto di conversazioni con un discepolo, ma di opera scritta dal Maestro, quasi a testamento spirituale. 
Sui dubbi sul “ Corpus “ concordo, mentre invece ritengo le lettere ai Discepoli molto più chiarificatorie ed importanti di scritti “ ufficiali “, discorsi e ipotesi, proprio perché in esse il Maestro poteva esprimere molto più liberamente e chiaramente il suo vero pensiero. “ I rapporti interpersonali si specificano e si esauriscono solo e soltanto tra due interlocutori “, è vero, quando si tratta di fatti personali, ma quando si toccano nel vivo temi iniziatici e dottrinali, il valore dello scritto, soprattutto se firmato G. Kremmerz e non Ciro Formisano, trascende le contingenze. 
Concordo poi perfettamente nella visione unicamente ed esclusivamente scientifica che Kremmerz aveva, in teoria, della Miriam; nella pratica, però, non so se si sia mai realizzata, di certo non per colpa sua.

 

 

 

Fr.: Citaz.: Ant. ha scritto:P. S. Detto sempre senza spirito di polemica, il saggio di B. Paradisi, “Dai 'Foedera iniqua' alle 'Crisobulle' bizantine”, in Studia et Documenta Historiae et Iuris XX (1954), rientra nella categoria dei “sussidiari”? In questo, a proposito dei Feziali, si legge a p. 42 n. 117. “L'ufficio, sostanzialmente scomparso nell'età augustea, fu riesumato da Claudio per poi scomparire definitivamente dopo di lui”.

 

Se in questioni 'romanologiche' sei aggiornato niente meno che al 1954, non farti scalfire l'ego se qualcuno giustamente ti corregge. 
Il fatto che poi chiavi e formule sacrali siano state originariamente passate ai romani da fonti etrusche o italiche precedenti cosa vorrebbe significare? C'è qualcosa di strano o di squalificante in questo? 
Ti faccio presente che esistevano appositamente i Quindecemviri a questo scopo. 
Il sottoscritto, tra l'altro, non è affatto un cultore della Romanità strettamente 'prisca', sono semplicemente un gentile italico praticante, leggermente più aggiornato su questioni specifiche. (invito la lettura basilare dei Saturnali di Macrobio, e la lettura delle formule rituali romane della exauguratio e della devotio.. se mancano di 'magia' quelle... ) 
Non volevo interrompere le disquisizioni 'filosofiche' sul Kremmerz e la Myriam, ma almeno in un forum come questo credo sia giusto fare corretta informazione sulle cose romane. 
Ah.. un altra piccola cosa... credo sia ragionevole, logico e plausibile ritenere che il Divo Ottaviano Augusto ne sapeva e ne sà di Sacer-Facere senz'altro mille volte di più di tutti i vostri Maestri moderni da 100 anni a questa parte e messi tutti insieme. 
Citaz.: Lum. ha scritto:Anche sul fatto che Kremmerz sia sempre stato rispettoso e massimamente libero di pregiudizi culturali riguardo altre Tradizioni, andrei più cauto. Forse non si tratta di pregiudizi, ma certe stoccate serie ad altre tradizioni, orientali per esempio, spesso fanno capolino nei suoi scritti.

 

Concordo,però appare palese dai suoi scritti che il Kremmerz non fosse granchè ferrato sul Buddhismo e sul Buddha, per fare un esempio. Ci sono degli svarioni davvero notevoli.

 

PS: Anche certe sue concezioni del mondo antico risentono ovviamente del tempo di cui lui era figlio.

 

Ant.: Citaz.: Basti solo pensare al Rito Giornaliero di catena: croci esseniche all’inizio ed alla fine, Esagramma di Salomone e salmi. Per di più in vari riti, tra cui proprio l’Egizio – Caldeo di Kons – Sin – Dar , il cerchio magico presenta un Esagramma di Salomone, al cui interno spiccano le parole in ebraico di Jod – He – Vau – He ! E si potrebbe andare avanti.

 

...e se tutto ciò facesse parte di una tradizione molto più antica del giudaismo e non completamente ascrivibile ad essa? Per fare un esempio quello che viene comunemente chiamato “esagramma di Salomone” appare in India un bel pò di anni (secoli) prima del famigerato Giusto e famiglia. E si potrebbe andare avanti... 
Citaz.:E pure affermare che Kremmerz non scrisse opere organiche e sistematiche

 

Forse avrei dovuto essere più preciso. Per opere organiche intendevo l'approccio e lo sviluppo di una tematica fino al suo compimento. A ben guardare tutti gli scritti del Kremmerz potrebbero essere paragonati ad un unico zibaldone in cui si affrontano “sommariamente” tematiche identiche, con aggiunte e specificazioni richieste di volta in volta dalla preparazione e dallo sviluppo psichico del lettore. Non a caso è frequente l'invito del Kremmerz al “Cum grano salis”. Ogni singolo argomento trattato si ritrova ripetuto in ogni scritto sotto una luce diversa e sviluppato da angolazioni diverse. Aggiungo, senza tema di essere scalfito nell'ego, che ciò può essere frutto di una mentalità distorta, data da una lettura più che ventennale degli scritti del Maestro, e sarei pronto a ricredermi. 

 

Citaz.: ma certe stoccate serie ad altre tradizioni, orientali per esempio, spesso fanno capolino nei suoi scritti.

 

Indubbio se ti riferisci all'invito rivolto ai suoi discepoli di lasciare “fuori della porte le valigie indiane”. Invito dettato da una ragione pratica (l'esercizio della volontà) e da molte scientifiche (purificazione dell'essere interiore). Concetto magistralmente espresso dalle Sue parole: “Escludo buddisti spurii che vivono della fatalità del pensiero e dell'atto anteriori; che non comprenderebbero l'unico adattamento permesso a questo schola, la purificazione del mono, mentale e corporale, da ogni causa e procedenza di dolore, ed essi sorriderebbero, se sinceri, innanzi allo sforzo di un ermetista terapetua di sollevare sull'ara di Diana un'anima inaridita dalla negatività alla vita individua, nell'umanità di ogni Terra dell'universo. Come, perverso il senso della vibrazione visionale, nell'incandescenza di una beatitudine di ritorno necessario, sarebbe possibile inoculare nel suo animo notomizzato e ricostituirvi il trionfo della volontà sul non volere? Come preporlo alle confessioni di credi impressionanti le volgarità ignoranti, passive alle correnti di sagrificio e di dolore?” Se questo poi valesse come ignoranza del Kremmerz vorrei mi fosse spiegato meglio, perchè francamente ciò mi sfugge. 

 

Citaz.: è vero, quando si tratta di fatti personali, ma quando si toccano nel vivo temi iniziatici e dottrinali, il valore dello scritto, soprattutto se firmato G. Kremmerz e non Ciro Formisano, trascende le contingenze.

 

Ripeto, per me sono sempre esperienze intersoggettive e quindi sempre personali e, non è mia cura e costume entrare in siffatti ambiti.
Sat.: Per quanto mi riguarda resto convinto che la vera cifra del “kremmerzianesimo” e la sua essenza, sia da ricercarsi nell’ermetismo cabalista settecentesco, piuttosto che nell’egittismo o nel pitagorismo. 
Questo, naturalmente, non esclude l’effettiva antichità di alcune pratiche o la loro efficacia pratica e, in fondo, potrebbe anche bastare questo. 
Tuttavia ritengo molto semplicistico affermare che “tanto gli ebrei hanno copiato dagli egizi e dai caldei”, per stornare l’accusa (che in realtà non è tale, per quanto mi compete) di utilizzare una simbologia ed una operatività magica giudaizzante. 
E’ evidente che molti simboli e riti hanno un valore universale ed archetipale, ma ciò non toglie che non basta la semplice similitudine formale per ricavarne l’uguaglianza sostanziale. 
Quando una religione “eredita” un rito o un simbolo, spesso lo rifunzionalizza in base ai punti cardinali del proprio pensiero, dandogli un significato diverso, o comunque non necessariamente analogo al suo precedente. 
Nel tantrismo buddista, il corrispettivo induista viene spesso criticato e ne vengono prese le distanze, nonostante l’evidente similitudine di tecniche operative, cosmologia e fisiologia sottile dei due sistemi. 
Non sono considerati “in fondo stessa cosa”. 
Com’è evidente lo stesso simbolo non sempre assume lo stesso significato, ma è il contesto che ne determina il senso e il valore. 
Una vecchina che mette un fiore su un altarino mariano è forse in realtà, ed anche a sua insaputa, una devota isiaca poiché la stessa consuetudine aveva antecedenti egizi (ma anche induisti, romani, etc..)? 
Magari la fede e la speranza che anima il gesto è la stessa, ma basta questo per trasformare la vecchina in qualcos’altro? 
E questo nonostante la griglia di riferimento simbolica e allegorica sia notevolmente diversa, diverso l’universo mentale e psicologico, il senso e l’orientamento che gli attori del rito intendono dare allo stesso? 
Se fosse tutto così semplice, non capisco perché alcuni kremmerziani tengano molto a definirsi pagani. 
A questo punto, basterebbe rimanere tranquillamente cristiani, interessandosi del Cristo del mito invece che del Gesù storico e partecipare comunque alla vita cultuale cristiana evitando ritualità gentili, tanto alla fin fine “ è tutto pagano”… 
Come è stato ricordato precedentemente da Sandro Consolato, i Salmi sono innanzitutto parte di una tradizione che è quella biblica, giudaico-cristiana, non solo altra rispetto a quelle “gentili”, ma anche dichiaratamente ostile e questo punto mi sembra difficilmente confutabile facendo semplicemente ricorso all’unità trascendente delle Religioni .

 

 

 

S.74: Qui però si giudica il Kremmerzismo come pratica chiusa e immodificabile, non la penso così...ci son persone che stanno cercando di revisionare e rivedere il Kremmerz alla luce della Tradizione autentica Italica. 
Quindi con riti non contaminati dalle passate influenze cabalistiche, dovute ai tempi di allora. 
Sul giudizio di questo tentativo si può dire quello che si vuole ma, come un fiore a Maria, se si cambiano dei dettagli della Statua, diventa un fiore a Iside non vedo come non si possa modificare una pratica salomonica studiando il corrispodente esoterico ad una nostra Deità.

 

Sat.: Di questa “revisione” non ne so molto e dunque non posso esprimermi in merito. 
Lasciami però raccontarti quanto lessi, tempo addietro, riguardo alle modifiche al rituale d’iniziazione nello sciamanesimo buriata . 
Ad un famoso sciamano venne chiesto di modificare un rituale d’iniziazione che prevedeva la scalata d’un tronco d’albero a guisa di ascesa ai cieli. 
Ciò perché obbligava all’abbattimento di numerosi alberi in una regione che ne aveva invece penuria. 
Lui rispose: “lo so, ma questo è il rituale e io, di mia iniziativa, non posso cambiarlo”. 
Finché un giorno ebbe un sogno di chiarezza e le divinità gli insegnarono un nuovo rito che venne usato in sostituzione al primo (si trattava di una camminata in stato di trance ipnotica, su cocci di bottiglia). 
Ma era emerso chiaramente che non era stato lui, di sua iniziativa, a cambiare il rituale, ma le divinità. 
Insomma, la semplice volontà, per quanto in buona fede, potrebbe anche non bastare. 
D’altronde si parla di ambito iniziatico, ovvero di una Sapienza di provenienza sovra-umana. 
Citaz.: Sul giudizio di questo tentativo si può dire quello che si vuole ma, come un fiore a Maria, se si cambiano dei dettagli della Statua, diventa un fiore a Iside non vedo come non si possa modificare una pratica salomonica studiando il corrispondente esoterico ad una nostra Deità.

 

Questo tuo passaggio, mi dà occasione per una piccola chiosa al mio intervento di sopra (perché non vorrei poi essere accusato di incomprensione tra ambito religioso e ambito iniziatico dai soliti noti): proprio perché si parla di esoterismo, sarebbe logico che quest’ultimo utilizzasse le simbologie e le iconografie dell’ambito devozionale a cui si riferisce quale aspetto interno, piuttosto che quelle di una spiritualità ad essa ostile. Che questa simbologia possa essere poi cambiata a piacimento solo in base a quanto emerge dal semplice studio è un concetto che non mi molto troppo d’accordo per quanto sopra esposto. 
Bisogna vedere se si tratta di semplice patina cristiano/giudaica che si è sovrapposta, per necessità di cose, a qualcosa, per sua natura molto diverso (ed allora basterebbe davvero una bella “scrostatura” ), o se piuttosto nasce invece proprio in certi ambienti e ne ha, di conseguenza, quella determinata impostazione insita nel suo DNA. 
Anche il Papus, parlava del martinismo come di una corrente cristiana opposta e nemica di quella pagana pitagorica.

 

Ant.: Citaz.: Sat. ha scritto:Per quanto mi riguarda resto convinto che la vera cifra del “kremmerzianesimo” e la sua essenza, sia da ricercarsi nell’ermetismo cabalista settecentesco, piuttosto che nell’egittismo o nel pitagorismo.

 

Premettendo che rispetto le convinzioni e le opinioni personali, ma altro è ciò che ognuno liberamente vuole vedere, altro è ciò che Qualcuno intende esprimere. 
Riporto ancora una volta le parole del Kremmerz dalla sua Pragmatica Fondamentale: “Quaggiù la parola ha preso la quasi possanza dell’artificio dei giganti… Quaggiù i suoni sillabici vengono editi a generare le idee volute e cesellate… In questo campo relativo, fra il fragore delle tempeste di sentimenti, di orgogli, di povertà, di paure, di dubi, ho dovuto tradurre la Vostra parola assoluta in un linguaggio improprio a renderne anche il lontano profumo. Ecco l’involontaria serie di errori che appaiono macchie enormi su una trama di verginale candore. Questa pragmatica è compilata con parole improprie prese a prestito or dai ruderi pestiferi delle religioni volgari, or dal linguaggio dei profani ricercatori di arcani naturali, or dalle consuetudini e convenzioni di pedagoghi. Per esprimere idee occorre un linguaggio ancor tra i terresti ignorato”. 
E ancora nell’Ottavo dialogo: “Questa povertà di parole esprimenti concetti e pensieri non finiti è stata riscontrata in tutte le lingue, dai filosofi antichissimi ai più moderni, perché il linguaggio è un arsenale di vocaboli atti a comunicare ad altri i propri pensieri, mentre l'idea che si deve esprimere, per diventare comune a colui che ci ascolta, deve essere già sua concezione assodata, se non si vuole correre l'alea di parlar cinese con un abissino. Se pronunzio la parola Anima, se dico l'uomo ha un'anima, bisognerebbe capire, intendere, il significato di questo vocabolo come io lo intendo, e non come l'apprende un religioso che mi ascolta, come lo intuisce uno scienziato pari vostro, come lo comprende un qualunque volgare parlatore di cose comuni, di cose che, definite e non infinite, sono concepite nell'ordine delle idee delle plebi e delle folle”. 
Nel Mondo segreto poi: “Il linguaggio umano è un vizio per la forma e per la sostanza di fronte alla virtù della sintesi del linguaggio divino o ideologico: questo assioma, indiscutibile per gli iniziati, non dimostra che una sola cosa, che il presente stato di guerra e di lotta e di acredine tra la filosofia profana e la sacra è stata in origine come sarà in eterno, e divide non i dottori in due schiere, ma i viventi in doppio campo, gli integralizzanti, cioè gli aspiranti alla reintegrazione del mondo divino in se stessi, e gli umanizzanti, cioè gli analitici che, pur ricorrendo ai fatti come prova dei sensi, negano alla mentalità la suprema caratteristica della sintesi come una virtù di progresso. La torre babelica è formata dalle investigazioni analitiche di tutti i cultori della parola come espressione di una pseudo scienza illudente fino a quando non si avrà la confusione delle favelle, per la difficile creazione di una sintesi dopo il tanto determinare e frastagliare delle idee primitive”. 
“L'alta magia è nell'interpretazione di tutta la natura come linguaggio dell'Unico Onnipotente ed Immutabile”. 

 

Citaz.: Sat. ha scritto:Tuttavia ritengo molto semplicistico affermare che “tanto gli ebrei hanno copiato dagli egizi e dai caldei”, per stornare l’accusa (che in realtà non è tale, per quanto mi compete) di utilizzare una simbologia ed una operatività magica giudaizzante.

 

Commentarium – la Croce-: 
“Sulla migrazione dei simboli vi è ancora tutto un immenso lavoro da fare, però non sono i simboli per sé stessi gran cosa, ma l'idea che vi si accoppia”. 
“In CATECHISMO DELLA FRATELLANZA DI MYRIAM, in nota 2 
I libri sacri, come i Veda e la Bibbia, e le religioni classiche, presentano tutti la storia dell'anima e dello spirito dell'uomo sotto plastiche manifestazioni oggettive, diversa mente i volghi non comprenderebbero. Cito alcuni esempi comuni: Minerva che esce armata dal cervello di Giove, non è una creazione artistica del pensiero sapiente che esce dal cervello di un uomo, evoluto al grado di assidersi re dell'Olimpo, cioè degli alti strati sociali? Il Cristo, figliuol di Maria, è lo spirito miracoloso detto divino che risiede in noi, ma che non si mani festa se la Maria, cioè l'anima umana perfetta, vergine e monda dalle sozzure, non lo concepisce. 
Il libro della Genesi è fatto tutto con questo linguaggio oscuro dell'antico sacerdozio: e i preti cattolici e protestanti, nonché i commentatori di Darvin che criticano la Bibbia senza saperla leggere, fanno pietà. La stessa Rosa-Croce (società secreta antica) è un simbolo dell'anima”.

 

Citaz.: Sat. ha scritto:
E’ evidente che molti simboli e riti hanno un valore universale ed archetipale, ma ciò non toglie che non basta la semplice similitudine formale per ricavarne l’uguaglianza sostanziale. 
Quando una religione “eredita” un rito o un simbolo, spesso lo rifunzionalizza in base ai punti cardinali del proprio pensiero, dandogli un significato diverso, o comunque non necessariamente analogo al suo precedente.

 

Mondo secreto: 
“Bisognerebbe studiare attraverso tutti i secoli le grandi variazioni di questo rito, il quale si presenta così nellaleggenda del Nuovo Testamento, ma che io ho ragione di credere molto più antico anche nella forma, oltreché per la sostanza, in tutte le religioni classiche dell'antichità”. 
Citaz.: Sat. ha scritto:
Nel tantrismo buddista, il corrispettivo induista viene spesso criticato e ne vengono prese le distanze, nonostante l’evidente similitudine di tecniche operative, cosmologia e fisiologia sottile dei due sistemi. 
Non sono considerati “in fondo stessa cosa”. 
Nono Dialogo: 
“Non comprendo come sia sfuggito agli studiosi moderni armati di un sistema critico alla Frazer che ricerca il primitivo nel mondo dei selvaggi, contemporanei alla civilizzazione nostra, il fatto molto appariscente che le mitologie classiche di tutti i popoli antichi contengono gli stessi elementi simbolici e immaginativi come zampillanti da una sorgente unica originale e ignota storicamente a noi. ….io vi dirò che, a mio parere, per mia intuizione, mi è sempre parso di leggere nelle personificazioni simboliche delle religioni antichissime la sapienza enciclopedica dei popoli che le avevano adottate. Fisica, chimica, filosofia, segreti naturali, evocazioni di forze della Natura o provocazione di misteriose energie terrestri o cosmiche, tutto mi pare di leggere attraverso storielle e iconografie religiose di popoli scomparsi da più millenni, di cui non abbiamo oggi il sospetto che siano esistiti. Inoltre, leggendo nei libri e nei monumenti residui di questa antica gente, l'investigatore, l'archeologo o lo storico dimentica che noi viviamo di una psicologia di profanazione, che non è affatto della mentalità antica. 
Allora chissà a quale psicologia fondamentale di razza o mentalità di oligarchie governanti si sottomisero i sapienti del tempo per tener celato quanto sapevano di scienza realizzante! E il simbolismo spesso oscuro delle loro religioni non potette conservare e perpetuare la chiave e la storia e la meccanica delle loro creazioni ? E la necessità stessa di occultare questa loro scienza alla plebe e agli stati limitrofi, contro cui si sarebbe potuto entrare in conflitto armato? 

 

Citaz.: Sat. ha scritto:Com’è evidente lo stesso simbolo non sempre assume lo stesso significato, ma è il contesto che ne determina il senso e il valore.

 

“Le forme simboliche sono bellissime, ma difficili ad essere penetrate, 
e la Natura — l'immensa Madre — si esprime con simboli” 
Sesto dialogo: 
“Così il simbolo, quando non è uno sproposito, non è artificio, è natura stessa nel linguaggio dei rapporti analogici”. 
“Quando i simboli per vetusta usanza entrano nelle idee fatte dei popoli, avviene che di essi le chiavi vere sono perdute nel pozzo dell'oblìo, e i novatori venuti chi sa di dove e da qual mondo gridano alle turbe che aspettano il pane della sapienza: bruciate i simboli e adoperate le Parole”. 
. “...nelle chiese molto antiche, e nei tempi di divinità latine e greche si trovano innumerevoli figure del genere: non potrebbe essere diversamente se si consideri che gli antichi sacerdoti come i primi cristiani eran dotti nelle secrete scienze dei magi, di cui ogni religione è una forma esoterica o di adattamento a popoli, a razze, a lingue, a costumi, a tendenze etniche. In tal modo il Bramanesimo dà la mano alla rivelazione cristiana, e la simbologia Egizia e Caldea e Frigia si confonde e si ripete ora in questa ora in quella mitologia. Perciò l'Apocalisse, libro profetico della storia eterna e che è scritta su basi scientificamente assolute (cioè immutabili) profetizza simbolicamente l'Unico Sovrano come segno di pace. 
La parola è la materializzazione di una idea. È l'atto generato dall'idea. Sulla tecnica magnetica e magica della parola non sono competenti gli uomini che studiano filologia nelle scuole ordinarie. Il silenzio pitagorico fu stimato opportuno per la cancellazione delle impurità attaccale ai segni audidivi o grafici del pensiero umano o del mondo assoluto delle verità incrollabili. Anima, vita, pensiero sono parole, suoni e segni; sono effetti e opere; sono calcoli e monumenti; sono sensazioni e sono.... il niente. Ecco il grande mistero che formulato nei simboli e nelle pratiche delle religioni

 

si vilipende dai fautori della libertà di dire e di scrivere: l'aurora moderna non cominciò che così contro una reazione filosofica che impediva assolutamente l'iniziativa dell'individuo fuori l'autorità dei predecessori: il peccato che condannò alla stasi il Vaticano: insegnino le memorie di Bruno, di Campanella e Telesio”. 

 

Citaz.: Sat. ha scritto:Una vecchina che mette un fiore su un altarino mariano è forse in realtà, ed anche a sua insaputa, una devota isiaca poiché la stessa consuetudine aveva antecedenti egizi (ma anche induisti, romani, etc..)? 
Magari la fede e la speranza che anima il gesto è la stessa, ma basta questo per trasformare la vecchina in qualcos’altro?

 

Mondo secreto: 
“L'IDEOGRAFIA DIVINA è la chiave di tutta la simbolica religiosa e il secreto dei talismani, dei geroglifici sacri, dei libri occulti. Questa chiave si conquista all'invisibile con una comunicazione persistente del nostro io nel mondo delle cause, appena il terribile serpente è morto trafitto dagli sforzi della volontà dell' iniziato. La chiave ve la donerà S. Pietro l'apostolo, alla porta del mistico paradiso, se siete un cristiano: o Iside, stendendovi la sua bianca ed affusolata mano ve la farà toccare, se preferite entrare nel giardino egizio: in tutti i casi allora solo avrete la scienza dei segni e della potestà dei caratteri nella magia divina e nella naturale e ne saprete gli usi e le corrispondenze, quando la vostra virtù ve ne ha fatto meritevole”. 

 

Citaz.: Sat. ha scritto:E questo nonostante la griglia di riferimento simbolica e allegorica sia notevolmente diversa, diverso l’universo mentale e psicologico, il senso e l’orientamento che gli attori del rito intendono dare allo stesso?

 

Mondo secreto: 
“Mi son diffuso sul simbolismo della Maria e della Concezione cristiana per far bene intendere a coloro che si chiamano spiriti forti che nella teosofia altissima la Maria e Concezione non sono che stati di luce mentale, lo stesso della Rosa mistica dei Rosacroce. La verità che pone di sotto i propri piedi tutte le immutabilità influenti sul mondo terreno (la Luna) è circondata da dodici stelle: sono le parvenze astrali che non mutano e splendono lo stesso e della stessa luce intorno alla testa sorridente della Saggezza. Il professore di filosofia dei licei che innanzi al simbolo della Vergine non si inginocchia e non gli manda un saluto è semplicemente una bestia da serraglio zoologico. Ma il culto delle statue e delle immagini, e le visioni sul genere di quelle di Lourdes e delle altre madonne non è che di parecchi chilometri inferiore al simbolismo puro e altissimo della Mater Dei. I molti veggenti la madonna sono ancora nelle visioni astrali in cui lo spirito dell'umanità parla per simboli all' intelligenza del veggente. D'altra parte non tutti possono intendere la Purissima tra le Vergini nel campo ideale, e le immagini, le statue, i dipinti sono vere evocazioni dell'ideale. 
Ogni afflitto ricorra a lei e sarà consolato, ogni infermo sarà benedetto e guarito: se chi prega non è all'altezza di elevarsi fino alla più alta della sommità purissima, evochi e invochi la sua immagine astrale (IN-MAGO) e anche l'ombra di quella luce è luce che consola”. 

 

Citaz.: Sat. ha scritto:
A questo punto, basterebbe rimanere tranquillamente cristiani, interessandosi del Cristo del mito invece che del Gesù storico e partecipare comunque alla vita cultuale cristiana evitando ritualità gentili, tanto alla fin fine “ è tutto pagano”…

 

Mondo Secreto: 
“La dottrina secreta, quella che non deve darsi in pasto alla volgarità sotto pena di morte, tutte le religioni classiche hanno tramandato in simboli, in racconti, in parabole ai fedeli di tutte le chiese illuminate. 
Zoroastro, Budda, Cristo si danno la mano: una è la verità... ma le forme della verità sono molte e della verità succede come di una donna bella che, guardata dall'alto in basso, di prospetto o di fianco, le immagini sono diverse mentre l'unità dell'obbietto è indiscutibile. Quando un uomo ha posseduto una donna — intendo dire quando ne ha presa tutta l'anima e tutto il corpo come un trastullo feroce della ferocia umana che tanta fortuna ha sulle femmine — egli ha conosciute tutte le sue diverse apparenze, e per lui la sintesi di tutti i miraggi è quella unità femminile che piace all'uno guardata di prospetto, all'altro ammirata di fianco. 
I maestri che sono mandati quaggiù per ricordare la verità alle plebi che 1' hanno dimenticata, o in un modo o in un altro non hanno fatto che discorrere sempre della stessa verità sotto forme diverse: lasciando stare le figure colossali dei grandi iniziatori come Brama, Crisna, Cristo, io posso accertare che le figure di molti grandi eresiarchi non sono state che delle dimenticanze della fonte di origine nelle loro ricordanze extraumane”. 
Citaz.: Sat. ha scritto:Come è stato ricordato precedentemente da Sandro Consolato, i Salmi sono innanzitutto parte di una tradizione che è quella biblica, giudaico-cristiana, non solo altra rispetto a quelle “gentili”, ma anche dichiaratamente ostile e questo punto mi sembra difficilmente confutabile facendo semplicemente ricorso all’unità trascendente delle Religioni .

 

Bisognerà ritornare sull’argomento 
Sottolineature e grassetto del sottoscritto. 
Saluti

 

 

 

Lum.: Rispetto molto le tue convinzioni Ant. e ti faccio i miei complimenti per la conoscenza che hai di Kremmerz e per le ottime citazioni. Quando però parliamo, per esempio, dell’Esagramma di Salomone, pur ammettendo che il simbolo corrisponda in pratica ad un archetipo presente, come tanti altri simboli, in numerose altre tradizioni, se al suo interno, come nei riti kremmerziani citati, troviamo il richiesto ed adottato Tetragrammaton nelle sue inequivocabili componenti in ebraico, Iod – He – Vau – He, risulta difficile attribuirlo a qualcosa di diverso dalla tradizione cabalistica. E il discorso vale, a mio modo di vedere, anche per altri elementi rituali di valore strutturale. Possiamo prendere certamente in considerazione l’ipotesi che dietro ci sia qualcosa di più antico, però diciamo chiaro che si tratta di ipotesi. Quanto poi alla necessità od alla possibilità dei kremmerziani di sentirsi pagani o meno, anche se dalla mia esperienza la stragrande maggioranza di essi dichiara di esserlo, credo che il problema sia specioso, perché l’ermetista e nella fattispecie il kremmerziano, si colloca al di sopra delle contingenze religiose, qualunque esse siano, di cui, al limite, può considerare con interesse, o per studio, la ritualità, i simboli ecc. ed i loro eventuali significati esoterici.

 

S.74: di certo a leggere quel pezzetto de “Il Mondo Secreto” sembra quasi di leggere Guénon seppur in altri termini formali. 
MA il periodo era quello e quindi non è strano che esistessero quelle commistioni esoteriche che oggi non vengono più pronunciate in tema religioso. 
Ma come sempre si va a parare di simboli, di esoterismo e di un culto di immagini di cui si tralascia la forma per penetrarne la sostanza. 
Cosa legittima in un'indagine spirituale personale o in un cammino meditativo esoterico ma non in un culto religioso.

 

K.1977: però Guenon non si espresse positivamente verso tutto il milieu egittofilo e, in genere, i guenoniani hanno una pessima opinione del Kremmerz e della sua scuola. Arrivano anche a parlare di controiniziazione. Guènon si espresse negativamente su un certo magismo egizio ed anche sul Kremmerz (vedesi carteggio Guènon-Reghini) ad una prima lettura superciale di qualche fascicolo di O'Thanatos. 

Lv.: Ma il fatto che molti autorevoli kremmerziani abbiano ripreso a citare Guènon non vi dice nulla? Oltre le intuizioni del fraterno Sp. nel suo ultimo msg, esiste una missiva dell'esoterista francese ove si ammette la validità di un certo persorso ermetico e magico riconducibile proprio alla Myriam di Giuliano Kremmerz. Scusate l'intrusione! 
P.S. Parecchie vostre diatribe si chiarirebbero se la Myriam fosse considerata non un'origine, ma la terminazione, la manifestazione di altro!

 

 

 

K.1977: Guénon si dichiarò sospettoso verso tutto un certo egittismo imperante in quei tempi. 
quanto alla lettera pro-Kremmerz, ne ho sentito parlare in Francia, ma non l'ho mai vista pubblicata! sei in grado di indirizzarmi ad un testo che la contenga? 
certo è che l'esoterista francese avrebbe molto criticato l'approccio iniziatico del Mago di Portici, se avesse potuto approfondirlo. Guarda come finì con Schuon per molto meno. Te lo dico perchè conosco bene quel mondo e so qual è l'opionione dei guenoniani. 
Che Fenili citi il Guénon, non vedo che collegamento possa portare poi.

 

 

 

Lv.: Prova a leggere bene Kremmerz, prova a leggere bene Guènon e ti accorgerai di quanti punti di convergenza ESSENZIALI ci sono, di fondo...per questo mi riferivo a quanto scritto da Spartacus, che ha colto benissimo il nesso tra i due...in ciò troverai la conferma della missiva, non pretendere che tutto sia reperibile, come al supermarket, ma il cuore puro può consigliarti tra miriadi di invezioni e qualche Verità! 
I guènoniani non sono Guènon, come gli evoliani non sono Evola,...! Il paragone con Schuon non è per nulla calzante! 
Non pensavo a Fenili, quando scrivevo circa l'autorevolezza di un kremmerziano, ma a qualcuno che purtroppo è tornato alla Grande Piramide da qualche anno!

 

Ant.: Citaz.: Lum.: ha scritto:...Iod – He – Vau – He, risulta difficile attribuirlo a qualcosa di diverso dalla tradizione cabalistica.

 

Mi spiace, vorrei ma non riesco a seguirti su questo terreno. Sarà che tra Iod – He – Vau – He e G - IO - V - E o VE - DIO - VIS non vedo nessuna differenza, in ciò confortato dagli scritti del Maestro, per quanto ho riportato nei miei post: Una è Legge Una è Forza.

 

S.74: Si, a livelli molto ma molto elevati, andiamo ad un'Idea dell'Origine si potrebbe analizzare anche un'analogia del genere ma io la vedo dura perchè vedo anche simboli e parole come delle cementificazioni che solidificano un edificio con determinati caratteri architettonici e funzionalità. 
Teniamo conto che noi non viviamo il mondo extra-Kosmos ma enkosmico e quindi siamo soggetti alla Manifestazione e al Manifestato. 
Ma per il resto concordo con Lv. poichè l'analisi del Guenòn in merito al Kremmerz è più che credibile. 
Teniamo presente che allora molti fenomeni di quel genere erano noti come contemporanei e quindi meno valutabili in senso distaccato. 
Ma non si può non dire che il metodo di analisi Guenoniano sia contrapponibile alla comparazione simbolica del Kremmerz in merito a simboli e pratiche. 
IO ci vedo una certa comunanza metodica. 
Poi uno con Kremmerz o con Guénon ci può fare quello che vuole e ci son accuse feroci di un certo mondo cattolico nei cfr di entrambi.

 

Lum.: Capisco benissimo che se ci rapportiamo ad un’Idea dell’Origine, come dice S.74, od un’unità trascendente le singole religioni, possiamo interpretare il Jehveh, o Jahve ebraico come l’equivalente di Jovis o Giove che dir si voglia, così come Krishna per Cristo ed una lunga serie di corrispondenze interessanti, che a partire credo dal Dupuis hanno fatto scuola. Ma non è questo il punto. Io parlo di ritualità posta strutturalmente alla base della pratica kremmerziana e, sia chiaro, sollevo dubbi che ancora nessuno mi ha chiarito, da fedele sostenitore di Kremmerz, non certo da detrattattore. In sintesi, mi chiedo per esempio (ma è solo un esempio ) perchè in riti di sicuro richiamo alla tradizione egizia- caldea, come appunto il già citato Kons – Sin – Dar, abbia voluto inserire un esagramma salomonico, e passi per il simbolo universale, che richiede però al suo interno il nome ebraico di Dio scritto in lettere ebraiche ! Seguendo una certa logica, se avesse voluto mantenere una certa coerenza avrebbe dovuto collocarvi i geroglifici di Kons, o di Amon-Ra, o i caratteri in caldeo di Sin – Dar, o di Marduk. Il rito non si chiama “ Kons – Sin – Dar – Jahve “, per questo non capisco la prescrizione delle lettere in ebraico di un dio parecchio lontano dalle tradizioni egiziane ed assire. Se avesse voluto collegarsi ad un’idea dell’origine, avrebbe potuto ricorrere a un più semplice I-O-V-E od altro ancora. In effetti certe distonie filologiche le trovo difficili da capire. La diatriba Guenon–Kremmerz è un altro labirinto che si trascina in discussioni mai concluse da molti e molti anni; mi sembra che Lv., a mio parere abbia centrato il tema e se non mi sbaglio l’ambiente a cui si riferisce dovrebbe essere quello legato al dottor Procesi di Roma, che a quanto ne so, era riuscito a conciliare il pensiero kremmerziano con quello guenoniano. Saluti

 

Ant.: Citaz.: Lum. ha scritto: In sintesi, mi chiedo per esempio (ma è solo un esempio ) perchè in riti di sicuro richiamo alla tradizione egizia- caldea, come appunto il già citato Kons – Sin – Dar, abbia voluto inserire un esagramma salomonico, e passi per il simbolo universale, che richiede però al suo interno il nome ebraico di Dio scritto in lettere ebraiche ! Seguendo una certa logica, se avesse voluto mantenere una certa coerenza avrebbe dovuto collocarvi i geroglifici di Kons, o di Amon-Ra, o i caratteri in caldeo di Sin – Dar, o di Marduk.

 

Pensavo di aver risposto riportando le parole del Maestro. 
Ci provo, con parole mie e consapevole che non avranno pari forza, facendo una piccola premessa. Il Kremmerz ebbe un cruccio che l’accompagnò per tutta la sua esistenza, (e oltre, purtroppo). Egli, prima di scrivere si chiedeva: “come posso farmi intendere?, Come e con quale terminologia posso trasmettere lo “Spirito” e l’”Intelligenza delle mie Idee?”. In fondo l’unicità e la grandezza della sua Opera risiede essenzialmente la consapevolezza che la sua Finalità era quella di “aprire la mente” del Discepolo, per fargli intendere la Purezza della Tradizione sfrondata da qualsivoglia misticismo. (Dimmi chi non è intinto in questa pece e te ne farò un Iniziato). Essendo un Maestro Perfetto ed Integrato della Scienza dell’Uomo, era ben cosciente che ogni Uomo è il risultato (se si vuole,la risultante) di una successione di vite, da qui la necessità di dover parlare anche alla sua mentalità occulta. Perciò la necessità di prendere a prestito quanto di Vero si celava nelle “pestiferi religioni” al fine di meglio far intendere “L’Amor che tutto muove e le secrete cose”. Naturalmente il compito era arduo e ben conosciuto dal Maestro. Ci si chieda perché annunzia la pubblicazione e la spiegazione di 12 Aforismi magici, ne pubblica sei ma ne spiega solo tre. Nota è invece la risposta quando, volendo scrivere intorno ai Tarocchi, gli si chiedeva se le lame da pubblicare dovessero essere francesi, italiani o altro: “Un asino, comunque lo si disegni, resta sempre un asino!”. Il punto è che Egli si proponeva di fondare una Schola di Pratici e non Parolaia, che doveva far nascere studiosi PRATICANTI non filosofi. “Dalla pratica otterrai la Scienza e non viceversa”. Ora, venendo alla tua domanda, l’impiego del Tetragramma “giudaico” forse è stato inserito perché trattandosi di “Tradizione” in vario modo vissuta da ogni praticante, avrebbe dovuto accendere nella coscienza (e nell’inconscio) di questi l’intelligenza di capirne la Legge e quindi l’utilizzo al fine di servirsene. Certo come tu dici avrebbe potuto usare i geroglifici egizi. (Ed io più sommessamente aggiungo che avrebbe potuto inserire la Tetraktys pitagorica, coi punti al posto dei numeri, il risultato non sarebbe cambiato). Ma penso che la risposta a questo punto è superflua. Del resto quanti si sono fermati a pensare che l’ebraico è una delle poche lingue che ancora si scrive da sinistra verso destra? Pensa se qualcuno chiedesse ad un contino: Perché stai piantando un vitigno coltivato dai vicini nostri nemici? La risposta forse sarebbe: Perché ho intenzione di fare del vino. Una volta piantata e curata la vigna sarà mia, se poi non dovesse piacermi il vino che farò penserò a come correggerlo. Perciò mi permetto di chiedere: quanti hanno bevuto del vino che Kremmerz ha insegnato a spremere? Perché, vedi, a mio avviso il problema è sempre quello: praticare, praticare ed infine praticare, una volta raggiunto un qualche risultato “forse” parlare. Ma la pratica purtroppo stanca, mentre la parola stuzzica. Questo lo dico senza voler attrarre gli strali di nessuno, senza arroganza o biasimo e naturalmente senza offendere la Tua dignità che per altro ignoro. 

 

Sat.: Per me l'interpretazione “fondante” di un simbolo è data, in primis, dagli esponenti viventi (e dalla relativa letteratura sacra) della forma tradizionale nel quale esso si manifesta, e che rappresentano, in qualche modo, l'ortodossia tradizionale e dottrinale. 
Se uso dei sigilli, simboli, parole, termini, ebraici, sarebbe corretto che facessi riferimento all'ermeneutica e all'analisi della mistica e della tradizione ebraica (che non si è mai sentita “pagana”, vi è da dire), per la loro interpretazione ed uso, e non cercassi invece di “fargli dire” ciò che meglio mi aggrada. 
In egual modo, se io prendessi un mandala buddista e pretendessi di leggerlo prescindendo dall'esegesi tradizionale buddista e senza tener conto di tutta la letteratura sacra, i commentari tradizionali, le opinioni di grandi Lama in merito, il contesto religioso e culturale nel quale esso viene usato, non credo che farei un gran servizio alla verità e alla correttezza metodologica. 
Neanche se io fossi un grande iniziato. 
Ecco è questo “prendere”, decontestualizzare, reinterpretare, cercando di conciliare l'inconciliabile dietro alla solita solfa dell'“Unità trascendente delle Religioni” (che implica l'uguaglianza al vertice, mica alla base, perchè comunque le vie rimangono ben distinte fino alla fine) che non riesco a concepire. 
Tutto qui. Poi ognuno segua il percorso che sente più vicino spiritualmente, ci mancherebbe...

 

Lum.: Quello che intendo dire è che se in un quadro rituale mi inserisci un esagramma di Salomone, che al suo interno presenta il tipico nome del dio ebraico Jehveh, scritto in lettere ebraiche, quei riti, ribadisco, avranno pure una precisa ed inconfutabile connotazione cabalistica, no?

 

K.1977: Citaz.: Prova a leggere bene Kremmerz, prova a leggere bene Guènon e ti accorgerai di quanti punti di convergenza ESSENZIALI ci sono, di fondo...

 

Invito te a leggere meglio guènon e quello che scrive sul concetto di iniziazione (molto diverso da quello di Kremmerz, sull’argomento c’è anche un articolo di politica romana), sulla necessità dell’essoterismo e della religione, sulla differenza tra sintesi e sincretismo. 
Citaz.: per questo mi riferivo a quanto scritto da Sp., che ha colto benissimo il nesso tra i due...in ciò troverai la conferma della missiva, non pretendere che tutto sia reperibile, come al supermarket,

 

Hai citato una lettera? sarebbe bene ne dessi i dettagli, altrimenti potrei anche credere che parli solo per sentito dire. l’unico giudizio che si conosce di guènon su kremmerz è quello, comunque scettico e non positivo, già riportato. 
Il resto è fumo negli occhi. 
 Citaz.: Il paragone con Schuon non è per nulla calzante!

 

Schuon venne accusato di sincretismo per molto meno! leggi le diatribe tra Valsan, che faceva parte del gruppo di Schuon, gli schouniani e i guenoniani del dopoguerra. Troverai spunti interessanti per capire quale è l’opionione di Guènon sul l’adesione piena e completa, sia nell’aspetto essoterico che in quello esoterico, ad una forma tradizionale. non vorrei che adesso anche la teosofia passasse per guenoniana!

 

Lum.: Beh, qui dobbiamo cercare di intenderci. Sono sostanzialmente d’accordo su ciò che riguarda lo “ spirito “ di quanto scrivi, Ant., ma credo che anche se posso apparire pignolo, siano necessari alcuni distinguo. Che Kremmerz volesse far intendere al Discepolo la purezza della Tradizione sfrondata da qualunque misticismo ed aprirgli la mente non v’è dubbio, anche se resta poi da vedere, come lui stesso ammette, se e quanto vi sia riuscito e, soprattutto negli epigoni di oggi, quanto si sia cercato e si cerchi invece di farlo diventare una specie di Messia con tanto di religione a carico. E già su questi punti avremmo tanto da discutere. Gli esempi che ci proponi non mi sembrano poi molto calzanti, e mi spiego: per esempio, quando scrivi “ volendo scrivere intorno ai Tarocchi, gli si chiedeva se le lame da pubblicare dovessero essere francesi, italiani o altro: “Un asino, comunque lo si disegni, resta sempre un asino!”, non è proprio esatto, perché dimostrato senza tema di smentita dalle lettere al suo editore, pubblicate di recente, che Kremmerz esigeva per il suo libro solo figure di Tarocchi italiani, e per la precisione Piemontesi. Pure quando scrivi “ Pensa se qualcuno chiedesse ad un contino: Perché stai piantando un vitigno coltivato dai vicini nostri nemici? La risposta forse sarebbe: Perché ho intenzione di fare del vino. Una volta piantata e curata la vigna sarà mia, se poi non dovesse piacermi il vino che farò penserò a come correggerlo. “, vedi, io credo che l’uva sia sempre uva, anche se con caratteristiche e qualità diverse, e non si possa paragonare ad elementi fondanti di una ritualità appartenente a specifiche tradizioni. In realtà sarebbe come dire: “Perché stai pregando lo stesso dio dei vicini nostri nemici? “. Cosa risponderesti? Certamente, è possibile che Kremmerz fosse pure “ un maestro perfetto e integrato della Scienza dell’Uomo “ e di conseguenza sapesse bene ciò che faceva, ma per me i dubbi relativi ad un rito evocatorio di forze, importante come quello di Kons, in cui mi ritrovo a tracciare la Maghen David ed evocare “ l’Intelligenza “ del dio biblico con lo Jod – He – Vau – He scritto in ebraico da destra a sinistra, rimangono intatti. Il resto è solo ipotesi, accettabili o meno, con tutto il doveroso rispetto per le rispettive opinioni. Molto d’accordo invece su “ quanti hanno bevuto del vino che Kremmerz ha insegnato a spremere “ e sulla necessità di una pratica incessante, svolta però con intelligenza vigile, per evitare che possa solo occupare gli spazi vuoti lasciati da un’altra religione.

 

Ant.: Citaz.: Lum. ha scritto:...Kremmerz esigeva per il suo libro solo figure di Tarocchi italiani, e per la precisione Piemontesi. 

 

è esatto, ma dovresti dire a questo punto perchè. Penso che immagini conosca quella lettera no?, li preferiva perchè erano essenziali, con linee semplici e senza arzigogoli aggiunti. 
Citaz.: Lum. ha scritto:...l’uva sia sempre uva, anche se con caratteristiche e qualità diverse....

 

È vero, se non fosse che il diavolo si nasconde nei dettagli
Citaz.: Lum. ha scritto:...evocare “ l’Intelligenza “ del dio biblico con lo Jod – He – Vau – He ...Purtroppo continui a vederci un “dio biblico”, a me sembra che Kremmerz fosse di tutt'altro avviso. E devo dire che anch'io ci vedo qualcosa di diverso. Naturalmente non sono in grado di offrire “interpretazioni autentiche” perciò penso che sia oltremodo noioso e ripetitivo continuare, soprattutto per i lettori del forum. Resteremo con le nostre opinioni divergenti ma comunque è stato uno scambio proficuo. 
Citaz.: Sat. ha scritto:Ripeto: per me l'interpretazione “fondante” di un simbolo è data, in primis, dagli esponenti viventi (e dalla relativa letteratura sacra) della forma tradizionale nel quale esso si manifesta, e che rappresentano, in qualche modo, l'ortodossia tradizionale e dottrinale. 
Se uso dei sigilli, simboli, parole, termini, ebraici, sarebbe corretto che facessi riferimento all'ermeneutica e all'analisi della mistica e della tradizione ebraica (che non si è mai sentita “pagana”, vi è da dire), per la loro interpretazione ed uso, e non cercassi invece di “fargli dire” ciò che meglio mi aggrada.

 

Per il Kremmez tutto ciò passava in secondo piano. Egli guardava l'“Intelligenza” racchiusa nel simbolo, se essa era valida (ossia rispondente ad una Legge Immutabile ed eterna) considerava il simbolo valido ed utilizzabile da chiunque. Se si scoprisse un protocollo medico per la cura immediata del cancro, scritto in lingua ebraica o rabbinica non lo si dovrebbe usare perchè contrario alla (o peggio nemico della) tradizione pagana??? 
Citaz.: Sat. ha scritto:In egual modo, se io prendessi un mandala buddista e pretendessi di leggerlo prescindendo dall'esegesi tradizionale buddista e senza tener conto di tutta la letteratura sacra...

 

La lettura del mandala o la recita di un mantra, con o senza esegesi, per Kremmerz (correggo: secondo la visone che io ho del Kremmerz) adempie sempre ad un unico scopo: l'esaltazione, eccitazione, incanto del Corpo Lunare, il resto è “altro”. 
In ogni caso vale quanto ho scritto in fondo al post di risposta a Lum. 
Saluti

 

Lum.: Caro Ant., è più che giusto che rimani della tua opinione, ce mancherebbe altro. Io penso però che per i Tarocchi,Kremmerz volesse i Piemontesi, che all’epoca non differivano quasi per niente dai classici francesi, non per fronzoli inesistenti, ma perchè puntava a valorizzare la tradizione italica, così come esortava l’editore a non fare una rivista piena di occultismo alla francese ecc., ma queste sono sfumature. Per il resto, può essere che “ il diavolo si nasconde nei dettagli “, ma di solito sono proprio i dettagli “ che fanno la differenza “, e quando scrivi “ Se si scoprisse un protocollo medico per la cura immediata del cancro, scritto in lingua ebraica o rabbinica non lo si dovrebbe usare perchè contrario alla (o peggio nemico della) tradizione pagana??? “ credo che la tua osservazione si applichi molto bene per esempio all’uso “ tecnico “ di Salmi e Carmi Caldei, anche perché utilizzare un protocollo medico ebraico per la cura del cancro, normalmente non dovrebbe comportare anche l’evocazione rituale del corrispondente dio e, secondo il paradigma esoterico, di conseguenza dell’ Egregore appartenente a quella tradizione. L’ipotesi non è mia, ma concordo nel pensare che Kremmerz inserì quei riti all’inizio della formazione della sua Schola, quando ancora risentiva fortemente dell’influenza cabalistica, già presente nel “ Mondo Segreto “. Grazie comunque,per la stimolanti discussione, sempre e sicuramente costruttiva. Molti saluti

 

Luv.: Citazione: k.1977 ha scritto:
invito a te a leggere meglio guènon e quello che scrive sul concetto di iniziazione (molto diverso da quello di Kremmerz, sull’argomento c’è anche un articolo di politica romana), sulla necessità dell’essoterismo e della religione, sulla differenza tra sintesi e sincretismo. 
Hai citato una lettera? sarebbe bene ne dessi i dettagli, altrimenti potrei anche credere che parli solo per sentito dire. l’unico giudizio che si conosce di guènon su kremmerz è quello, comunque scettico e non positivo, già riportato. 
Il resto è fumo negli occhi. 
Schuon venne accusato di sincretismo per molto meno! leggi le ditribe tra Valsan, gli schouniani e i guenoniani del dopoguerra. Troverai spunti interessanti per capire quale è l’opionione di guènon sul l’adesione piena e completa, sia nell’aspetto essoterico che in quello esoterico, ad una forma tradizionale. non vorrei che adesso anche la teosofia passasse per guenoniana! 

 

Mi dispiace ma qui si fa il solito minestrone di domini, ove tutto si confonde con tutto, senza distinzioni di riferimenti, senza un limite tra religiosità e via iniziatica, tra essoterismo ed esoterismo, non comprendendo che assolutamente non fattibile risulta essere una comparazione tra elementi di appartenenza differente, senza cadere nella confusione. 
Il concetto di Iniziazione non è attribuibile nè a Guènon nè a Kremmerz, ma alla Tradizione Iniziatica, di cui i due Maestri hanno espresso, in forme ovviamente diverse, una similare idea che non può che essere comune a tutti coloro che percorrono certi percorsi, essi siano sufici, ermetico-occidentali, orientali. La difficoltà, che non reputo da poco, è andare oltre le prime apparenze: non considerando Politica Romana come Legge Divina, è possibile rileggere non solo quanto un Procesi scriveva sul suo unico articolo su Vie della Tradizione, ma soprattutto quanto a partire dal n. 10 della stessa rivista andava analizzando Gaspare Cannizzo, proprio sul concetto di Iniziazione, che proprio uno sprovveduto non era, sulla linea di quanto Evola già espresse nelle sue Note sull'Iniziazione. 
Sulla lettera non comprendi che in certi casi bisogna avere il senso del limite e della discrezione, senza parlare del fatto che spesso si pretende avere dal prossimo il piatto caldo e pronto...il fatto che non sia fumo negli occhi è confermato che ne sono a conoscenza non solo io in questo forum, quindi non me la sono potuta inventare...cmq, personalmente, i migliori insegnamenti, i migliori consigli, il sottoscritto nella sua vita li ha ricevuti e recepiti proprio in maniera orale, col sentito dire come affermi..dipende sempre da chi dice e da cosa dice ovviamente! 
Infine, continui a confondere i guenoniani con Guènon ed a non comprendere che il sincretismo può esistere e manifestarsi come degenerazione per una via iniziatica legata ad una via religiosa come è nell'Islam, ma è assurdo se riferita al kremmerz che non aveva un collegamento religioso, indi nettamente nel campo sinteticamente iniziatico...vedere l'introduzione di Guènon, a proposito di letture ben fatte, al suo Il Simbolismo della Croce, per la distinzione del sincretismo come degenerescenza orizzontale dalla sintesi come viatico e realizzazione assolutamente verticale!

 

 

 

Ant.: Citaz.: Lum. ha scritto:Io penso però che per i Tarocchi,Kremmerz volesse i Piemontesi, che all’epoca non differivano quasi per niente dai classici francesi, non per fronzoli inesistenti, ma perchè puntava a valorizzare la tradizione italica...

 

Giusto per essere pignoli, il Kremmerz scrive: “Basta la linea di contorno. Non dobbiamo servirci delle correzioni e dei disegni fatti da autori francesi, come Papus, Wirth ecc.” Ed io semplicemente a questo volevo rifermi quando parlavo di “essenzialità” del Kremmerz, a quella “linea di contorno”. 
Il fatto che, come tu dici, volesse valorizzare la tradizione italica esula dal contesto cui mi riferivo nei post precedenti. 
Citaz.: Lum. ha scritto:l’evocazione rituale del corrispondente dio e, secondo il paradigma esoterico, di conseguenza dell’ Egregore appartenente a quella tradizione.

 

Anche riguardo questa affermazione è opportuno chiarire che nel rito di Kons non si evoca nessun dio (tra l'altro per Kremmez un dio non si evoca ma si invoca) e men che mai un qualsivoglia egregore (termine per altro, a quanto mi risulta mai usato dal Kremmerz ed estraneo alla sua concezione magica. Tutt'al più utilizza la dizione “entità Kamica”, ma con ben altri intendimenti). Ai kremmerziani che paventano “tali pericoli” basterebbe ricordare che nel rito di Kons, dal circolo al cordone, fino alla veste rituale, l'operante si ISOLA. Da cosa poi...???

 

Io.: Mi permetto di riportare un brano di Raphael che sembra andare a favore delle parole di Ant. (Fuoco di Risveglio, ed. Asram Vidya, pag. 63): 
“Sapere non è Conoscere, Conoscere non è sapere”; Gnosi è Conoscenza, è Coscienza, è Realizzazione, è Identità, è Essere; il “sapere” è semplice filosofare razionale, perciò relegato nel dominio mentale ch’è formale, finito e limitato, quindi incapace di cogliere il Reale. 
(…) 
Il Simbolo è espressione di Conoscenza sintetica e, in quanto tale, va penetrato, attuato e vissuto. 
In ciò dunque, differisce dal “concetto” analitico-razionale (che è semplice rappresentazione formale), per il quale non vi è altra operazione che quella di acquisirlo, assimilarlo, facendone, così, parte e fondamento dal proprio “modello mentale” e comportamentale. 
Così la conoscenza analitica, come la filosofia discorsiva, teorizzazione, concettualizzazione, fissazione e cristallizzazione mentale; la Dottrina, invece, è decoagulazione, soluzione di ogni cristallizzazione mentale, è Vita. 
Se la “mentalità”, per quanto dotta, sapiente, espansa, non è che fissazione-cristalizzazione della sostanza mentale, la Dottrina, quale insegnamento applicato alla Tradizione, implica il suo superamento e ciò non può avvenire se non con il distacco, la soluzione e la sua trascendenza. 
Perciò, se l’espressione formale della Dottrina appare in contrasto con la comune esperienza (evidenza diretta) e con la conoscenza analitica, ciò è dovuto al fatto che tale espressione simbolica costituisce la sintesi di un Insegnamento, e perciò non riguarda l’individuale (se pur nel suo aspetto collettivo o generale) ma il dominio dei Principi primi e l’essenza. 
(…) 
La Sintesi è comprensione, mentre l’analisi implica l’esclusione e la separazione di ciò che in sé è unitario, indivisibile, non duale. 
Perciò, la realizzazione dell’Essenza esige la trascendenza della sostanza e la Comprensione della forma.

 

Oph.: Cari Amici, 
ma quante parole spese per dire qualcosa che il “semplice” intuisce. 
Ma, in silenzio, immaginate di essere un ermetista, e di voler disinteressatamente compiere un'azione che, senza guerre fratricide, ma nel rispetto di tutti, compresi anche quelli che potrebbero essere i popri oppositori, sia volta a rettificare quello che parole come scienza, religione, magia, erano venute a rappresentare per la gente di fine '800. 
Immaginate di voler creare una scuola che, con linguaggio semplice, ri-velasse alcuni concetti, ed una fratellanza che concedesse a TUTTI di essere ammessi al primo gradino della scala che mena poi solo i meritevoli fino al sacerdozio (per come l'intendevano gli Antichi, sin dal tempo d'Egitto). 
Orbene, cosa avreste fatto? Due le possibilità. 
Scendere in piazza e reclamare ipso facto la restaurazione di chissà quali culti pagani, l'ammenda degli scienziati per aver errato col materialismo e dei preti per aver ammorbato l'occidente con il travisamento di tutti quei valori che ogni religione dovrebbe invece custodire. 
Oppure iniziare pian piano a prendere le persone e portarle, a partire dal loro retaggio storico-culturale cattolico...fino ai veri dell'Iniziazione, Una ed Unica sempre, pur se manifestatasi sotto varie forme. 
A voi scegliere. 

 

Ps: per gli amanti del Maestro segnalo che è in via di realizzazione una voce che lo riguarda su Wikipedia, mentre su Esopedia sono già presenti sia la voce, che pagine di alcune Accademie che hanno voluto rendere pubblica la loro presenza.

 

L.C.: La prima possibilità è quella che scelgo. Maggiormente diretta, militante se vogliamo. Poi non si trattò di “chissà quali culti pagani”, almeno in Italia, ma di un'azione -apparentemente non riuscita- ben centrata, a mio avviso. 
Le contingenze politiche furono sfavorevoli. 
La seconda possibilità è buona, ma rischiosa, sai in cosa? Nel fatto che partire dal retaggio cristiano e cattolico attrae gente che è cristiana proprio per inclinazione (non solo per cultura), il che può non giovare all'azione di rettificazione che si vuole intraprendere. Poi magari, finchè Kremmerz era in vita, quest'azione poteva avere un senso.

 

Fr.: Citazione: L.C. ha scritto:
La seconda possibilità è buona, ma rischiosa, sai in cosa? Nel fatto che partire dal retaggio cristiano e cattolico attrae gente che è cristiana proprio per inclinazione (non solo per cultura), il che può non giovare all'azione di rettificazione che si vuole intraprendere. Poi magari, finchè Kremmerz era in vita, quest'azione poteva avere un senso.

 

Se non si comprendono le condizioni contingenti a quando fu formulata una certa modalità, e quasta la si ripropone identica con attitudine dogmatica può succedere effettivamente quanto rappresenti. 
Non so ... la situazione culturale e di sensibilità riguardo al cattolicesimo in Italia, dai primi del '900 al giorno d'oggi è cambiata? forse un pochino sì.. ? 
Kremmerz per farsi capire a giovani neofiti, nel Ventunesimo secolo e.v., utilizzerebbe le analogie catechistiche oppure piuttosto quelle del Film MATRIX, per fare un esempio a casaccio.. ? 
Questo mi chiedo.

 

 

 

Oph.: Caro L.C., la prima possibilità, ahimè, credo sia una metodologia che non porterebbe i risultati sperati. 
Il rischio che paventi nella seconda scelta, solo apparentemente meno attiva della prima, è contenuto, poichè nell'esperimento del K. la sua Schola apriva sì a TUTTI (tranne ai seguaci del misticismo, a coloro che erano usi compiere sedute spiritiche ed ai massoni, almeno quelli afferenti alla massoneria moderna basata sul falso trinomio Liberté, Égalité, Fraternité...) l'ammissione a novizio, ma poi si andava avanti secondo il “merito”, cioè secondo l'evoluzione spirituale di cui uno era capace, la quale, se avviene, per forza di cose porta a spogliarsi di tutte le sovrastrutture, compresa la religiosa. Ecco che allora partendo dai salmi e dalle divinità caldee pian piano si guidava chi progrediva fino ad entrare in contatto con quegli stessi archetipi “nascosti”, anche ad opera di alcuni iniziati “pagani” (come narra Ottaviano nel Commentarium), dietro il cristianesimo ed i suoi riti... 
E chi restava invece legato, come dici tu, per indole a quel cristianesimo fatto di moralismo bigotto, buonismo, monoteismo, misticismo, non avrebbe fatto passi in avanti ed al massimo ci si sarebbe limitati a tenerlo nella catena, come elemento orante per la cura degli infermi. 
Così facendo, se la Myriam avesse avuto (e se avrà in futuro, una volta che si sarà purificata dal male, forse necessario, che le è caduto addosso) un larghissimo seguito, come era nelle speranze del fondatore, essa, oltre a svolgere un azione e-ducativa su gran parte della popolazione, oltre ad allenare all'amore per il prossimo (ma quello vero, fondato sulla vera carità e pietà, e non sul falso buonismo dei cattolici volto a guadagnarsi un posto in paradiso o l'ammenda per i propri peccati), avrebbe costituito una seria “minaccia” per la Chiesa stessa. 
Tutto ciò, sia chiaro, è una mia opinione fino a che eventualmente si abbia la prova dei fatti, ed al contempo rispetto la tua, poichè “...l'opinione è libera e non s'impone”. 
Come dice Fr., oggi la situazione forse necessita di una nuova ri-velazione, poichè i tempi sono cambiati, migrati verso l'agnosticismo ed il materialismo, sebbene di cattolici addottrinati e convinti ve ne siano ancora molti. Ma la Myriam forse non è ancora da buttare, poichè chi la conosce, anche solo poco a fondo, si accorge che è un formidabile sistema, con molti trucchi e valvole di sicurezza, atto a guidare fino ai gradi più alti di conoscenza. Forse basta la sensibilità dei Fratelli che ne fanno parte, ovvero dei praticanti stessi, per adattarla alla visione moderna. 
Per quanto riguarda wiki ed esopedia, l'augurio è che ne esca fuori una pagina che renda onore al Maestro, senza essere strumento fazioso. Leggendo le discussioni, cui L. si riferisce, mi pare che questo sia l'indirizzo, poichè su wiki ed esopedia coloro che eventualmente si ritenessero il solo gruppo che ufficialmente può rappresentare la Schola non potrebbero fare il bello ed il cattivo tempo, essendo non a casa loro, ed essendo il destino delle pagine influenzato unicamente da un dibattito aperto a tutti. 

 

K.1977: Citazione: Luv. ha scritto:Mi dispiace ma qui si fa il solito minestrone di domini, ove tutto si confonde con tutto, senza distinzioni di riferimenti, senza un limite tra religiosità e via iniziatica, tra essoterismo ed esoterismo, non comprendendo che assolutamente non fattibile risulta essere una comparazione tra elementi di appartenenza differente, senza cadere nella confusione.

 

Veramente chi fa un minestrone mescolando elementi eterogei pretendendo che siano sullo stesso piano, sei proprio tu. mi permetto quindi di rinviare alle seguenti citazioni di guénon, citazioni vere e verificabili. 
Citaz.: Luv. ha scritto:Il concetto di Iniziazione non è attribuibile nè a Guènon nè a Kremmerz, ma alla Tradizione Iniziatica, di cui i due Maestri hanno espresso, in forme ovviamente diverse, una similare idea che non può che essere comune a tutti coloro che percorrono certi percorsi, essi siano sufici, ermetico-occidentali, orientali.

 

dunque secondo te si tratta, tra kremmerz e guénon solo di vie iniziatiche diverse? una magico-ermetico e l’altra sufi? 
vediamo cosa dice Guénon sulla MAGIA: 
“La magia presenta pericoli specialmente gravi per i moderni, portati ad attribuire una eccessiva importanza a tutto ciò che è fenomeno; essi sono facilmente sedotti dalla magia e si illudono della sua reale portata” (Considerazioni sulla via iniziatica)
“La magia è, fra le scienze tradizionali, una di quelle che appartengono all’ordine inferiore ; indubbiamente è per tal motivo che essa è soggetta, forse più di ogni altra, a molte deviazioni e degenerazioni” (Considerazioni sulla via iniziatica)

 

“Essa (la magia n.d.r.), pur potendo avere base tradizionale, è generalmente tenuta in nessuna considerazione dai veri detentori della Tradizione” (Introduzione generale allo studio delle dottrine indù) 
“La magia è considerata in tutte le civiltà orientali, nelle quali incontestabilmente esiste, all’ultimo rango delle applicazioni secondarie e contingenti, fra quelle che sono più lontane dai principi, dunque devono essere viste a tutti come inferiori. Sia nel Tibet, sia nell’India o in Cina, la pratica della magia come “specialità”, è abbandonata a coloro che sono incapaci di elevarsi ad un ordine superiore. (Considerazioni sulla via iniziatica).

 

Si potrebbe obiettare che ciò che intendeva guènon per magia era diverso da quello che intendeva kremmerz. ma anche su questo punto guénon è stato chiaro: 
“D'altro canto, occorre guardarsi accuratamente da una certa assimilazione che si tende talvolta a fare tra l'ermetismo e la “magia”; quand'anche si voglia in questo caso prendere quest'ultima in un senso abbastanza diverso da quello in cui si intende abitualmente, c'è fortemente da temere che ciò stesso, che in fondo è un abuso linguistico, possa provocare soltanto delle confusioni alquanto inopportune. La magia, nel suo senso proprio, non è in effetti, come abbiamo ampiamente spiegato, se non una delle più basse fra tutte le applicazioni della conoscenza tradizionale, e non vediamo che ci possa essere il minimo vantaggio ad evocarne l'idea quando si tratta in realtà di cose che, anche se ancora contingenti, sono tuttavia di un livello notevolmente più elevato”

 

Sull’ermetismo esprime CHIARAMENTE le LIMITAZIONI proprie a una dottrina di tipo ermetico: 
“la questione principale che si presenta è la seguente: quel che si è conservato sotto il nome “ermetismo” può essere considerato costituire una dottrina tradizionale completa in se stessa? La risposta può essere soltanto negativa, poiché non si tratta che di una conoscenza d'ordine non metafisico, ma soltanto cosmologico, intendendo del resto tale parola nella sua doppia applicazione “macrocosmica” e “microcosmica”, giacché, in ogni concezione tradizionale, vi è sempre una stretta corrispondenza tra questi due punti di vista” (Considerazioni sull’iniziazione)

 

Che cosa è il punto di vista cosmologico? ecco la risposta di Guénon: 
“Non bisogna dimenticare che il punto di vista cosmologico non può mai essere altro che un punto di vista secondario e contingente, una applicazione della dottrina principiale alla conoscenza di quello che possiamo chiamare il “mondo intermedio”, vale a dire del campo di manifestazione sottile in cui si situano i prolungamenti extracorporei dell'individualità umana, o le stesse possibilità il cui sviluppo concerne propriamente i “piccoli misteri”“ (Considerazioni sull’iniziazione)

 

appare evidente che non si tratta affatto di semplici vie iniziatiche diverse (sic), ma di una profonda differenza di fondo, laddove la conoscenza metafisica, conoscenza sovra-razionale che permette la piena Identità tra conosciuto e conoscente non è ammessa per l’ermetismo che è iniziazione regale e non sacerdotale. 
al massimo, ad essere buoni , guénon avrebbe riconosciuto, anche all’ordine osirideo egizio non solo alla myriam, la possibilità di accedere semplicemente al compimento dei Piccoli Misteri. Al massimo. 
Probabilmente l’avrebbe criticata per l’eccessivo sviluppo “magico” che avrebbe giudicato molto moderno, mettendone in luce i conseguenti limiti e rischi e afrse avrebbe anche parlato di certe correnti di cabala deviata che si insinuarono nelle organizzazioni iniziatiche del XVII secolo. 
Citaz.: Luv. ha scritto:Sulla lettera non comprendi che in certi casi bisogna avere il senso del limite e della discrezione, senza parlare del fatto che spesso si pretende avere dal prossimo il piatto caldo e pronto...il fatto che non sia fumo negli occhi è confermato che ne sono a conoscenza non solo io in questo forum, quindi non me la sono potuta inventare...cmq, personalmente, i migliori insegnamenti, i migliori consigli, il sottoscritto nella sua vita li ha ricevuti e recepiti proprio in maniera orale, col sentito dire come affermi..dipende sempre da chi dice e da cosa dice ovviamente!

 

ma finiamola di alludere facendo credere di possedere chissà quali segreti esoterici! di quella lettera se ne è parlato per primo sulla rivista francese l’originel lo sanno tutti. solo che, visto che anche tu ne hai solo sentito parlare ma non l’hai mai letta, sarebbe corretto parlare di PRESUNTA lettera. L’unico giudizio sicuro e vero di guénon sul kremmerz rimane quello già citato.in un mondo dove abbandono falsi documenti è lecito dubitare. 
Citaz.: Luv. ha scritto: Infine, continui a confondere i guenoniani con Guènon ed a non comprendere che il sincretismo può esistere e manifestarsi come degenerazione per una via iniziatica legata ad una via religiosa come è nell'Islam, ma è assurdo se riferita al kremmerz che non aveva un collegamento religioso, indi nettamente nel campo sinteticamente iniziatico...vedere l'introduzione di Guènon, a proposito di letture ben fatte, al suo Il Simbolismo della Croce, per la distinzione del sincretismo come degenerescenza orizzontale dalla sintesi come viatico e realizzazione assolutamente verticale!

 

Guénon rispettò sempre i precetti religiosi/essoterici dell’Islam, il fatto che kremmerz non avesse collegamento religioso non giocava certo a suo favore (vedere la necessità dell’essoterismo religioso che ribadisce spesso!), per lui le UNICHE organizzazioni esoteriche occidentali erano: 
“Tra tutte le organizzazioni che si pretendono iniziatiche e che sono sparse attualmente in Occidente, ve ne sono soltanto due che,...possono rivendicare una origine tradizionale antica ed una trasmissione iniziatica reale; esse all’inizio non erano che una sola cosa, e sono le Compagnonnage e la Massoneria” (Considerazioni)

 

Luv.: E' una guerra persa: questi sono i disastri della Fede...Renè Guènon come Quelo...la seconda che hai detto! 
Mai sentito parlare di Alta Magia, che non è la magia di cui scrive il tradizionalista francese (carteggio Evola-Guènon, ma anche il poderoso studio di Cornelio Agrippa)? 
Mai sentito parlare nella dottrina ermetico-alchemica di doppio Magistero, Minore e Maggiore, come simboli dei Misteri Piccoli e Grandi (Tradizione Ermetica, Evola), come ricollegamento diretto con la misteriosofia antica (egizia, eleusina, mithriaca, ...) ? 
Mai sentito parlare della Via Eroica (La Triplice Via, Abraxa in Ur), come via che supera la religiosità? 
Vabbè sarà destino ma devo imbattermi sempre nei catechisti di un qualsivoglia dogma! 
Guènon è una parte importante del pensiero tradizionale, ma va completato ed integrato e ciò vale per tutti: la Tradizione è come un prisma. 
Salve e buona supplicatio!

 

K.1977: no, no, non ci siamo capiti. 
Io ho esposto il punto di vista di Guénon, non il mio, a chi cercava una facile assimilazione tra sistemi differenti. non si può prendere da un autore solo quello che ci gusta ignorando il resto e facendo finta che non esista e non l'abbia mai scritto. 
guénon aveva una sua idea precisa dell’ermetismo e della magia che sono quelle che ho riportato. 
si può anche dire come stai facendo tu tra le righe, che non avesse ben compreso di cosa parlava, ma non si può ignorare che il suo giudizio sia quello! 
poi anche il kremmerz si espresse in maniera poco carina nei confronti del sufi francese.

 

S.74: Ma siamo sicuri di non usare al termine “Magia” un significato oltremodo moderno e degradante che non era quello che si intende nelle dottrine iniziatiche. 
La Magia è una caratteristica delle pratiche rituali e iniziatiche e di un cammino esoterico, presa a sè stante ed in modo strumentale può essere anche una truffa televisiva. 
Ma qui si parla di altro se non erro.

 

L.C.: Sarà la formazione “evoliana” a farmi parlare così...ma non è possibile accettare che una persona equilibrata, ricongiunta a sè stessa ed opportunamente indirizzata possa, in buona fede, operare procedimenti detti “magici”, che altro non sono, quindi, che il riflesso di questa serenità, di questo interiore equilibrio? 
Mi piace l'immagine del Mago come uomo autentico, libero dai condizionamenti, forte di una forza più alta ed autentica.

K.1977: Citazione: S.74 ha scritto:Ma siamo sicuri di non usare al termine “Magia” un significato oltremodo moderno e degradante che non era quello che si intende nelle dottrine iniziatiche. 
La Magia è una caratteristica delle pratiche rituali e iniziatiche e di un cammino esoterico, presa a sè stante ed in mood strumentale può essere anche una truffa televisiva. 
Ma qui si parla di altro se non erro.

 

Per Guénon lo scopo della magia è quello di agire su certe determinazioni dell'ambiente attraverso il maneggio delle forze sottili. 
come tale, la magia è una applicazione inferiore e contingente. per altri tradizionalisti, il discorso è diverso, certo. 
Sull'ermetismo e sulle sue deviazioni, a cui, in qualche modo si presta bene vista la sua natura esclusivamente cosmologica: 

 

“Con questo non si vuol dire, certamente, che l'ermetismo costituisca di per sé una simile deviazione o implichi qualcosa di illegittimo, cosa che avrebbe evidentemente reso impossibile la sua incorporazione in forme tradizionali ortodosse; ma occorre pur riconoscere che esso può prestarvisi abbastanza facilmente a causa della sua stessa natura, per poco che si presentino circostanze favorevoli a tale deviazione, e del resto è questo, più generalmente, il pericolo di tutte le scienze tradizionali, quando sono coltivate in qualche modo per se stesse per se stesse, ciò che espone a perdere di vista il loro ricollegamento all'ordine principiale” (R. Guénon Considerazioni sull'iniziazione)

 

quindi una via iniziatica magico-ermetica, separata dal suo principio e dal ricollegamento all'ordine principale e dal contesto tradizionale nel quale dovrebbe essere incorporata, non può che portare facilmente a deviazioni e incomprensioni.

Ant.: Citaz.: Lum. ha scritto:Per esempio, c'è qualcuno che può esprimere una sua riflessione sulla famigerata “ Magia Avatarica “ ? Saluti

 

Bell’argomento! Il Kremmerz ne accenna in due scritti, senza tuttavia risolvere il mistero. 
Nel “Settimo dialogo”, con quell’aria sornione e disincantata che accompagna tutta la stesura di quest’opera, così scriveva: 
“Egli sorrideva, sorrideva, la faccia illuminata da una calma intelligenza, e istigato da me, rispondeva : Peccato originale il mio, perché vidi la luce molti secoli fa, quando i tempi non erano questi ma la verità era la stessa. D'allora non sono morto mai definitivamente, e posso dire, come Ermete, che io sono come fui e sarò, non nascendo da un utero di donna, ma cangiando di corpo, rinascendo per mutare il corpo, nascondendo gelosamente la mia persona antica, la mia identità, e, pur conservandomi lo stesso, cangiando approssimativamente la figura esterna e non dicendo mai al profano quello che fui, che cosa pensai, ciò che penso, che cosa feci, se sono compreso tra i nomi della storia della umanità, se mi vollero, ricoperto di pece bruciar vivo, se mi gridarono osanna. Vedete che la mia esperienza è più lunga della vostra, non perché voi siate anima nuova, tutti voi siete persone di vecchia conoscenza mia, ma ad ogni rinascita siete discesi prima nell'inferno oscurissimo di un utero materno e poi rivenuti alla luce traverso l'oblioso Lete, senza memoria del vostro passato, senso la coscienza di quel che foste, risultando istintivamente tendenti a una fattività antica che si perpetua in voi per sola simpatia o per attitudine a vita già vissuta…. 
Poi son restato interrogando me stesso: e se Tommaso d'Aquino, e se Pico della Mirandola, e se il Borri, il Filalete, il Rupescissa, il Trevisano, l'autore della Turba philosophorum furono alchimisti, non dovettero aver rinvenuto un secreto impensato, un Grande Arcano che permette all'uomo di eternarsi per Avatar, come dicono gli Indiani, cioè cambiando organismo fisico solamente, con l'entrare nel corpo più giovane di un adolescente ? E se, al contrario, queste fossero tutte frottole di cervelli romantici che vivono di una fede tanto profonda da credere realtà viva un sogno straordinariamente incredibile?” 
Ne “La Morte”, invece: 
“Tu, o Morte, sei la soluzione dell'enigma spirituale nell'uomo vivente e nella profonda custodia della sua anima ignorata. 
Sei il simbolo della grande alchimia, sei il triplo Mercurio e il Mercurio morto, sei l'Azot, SINE VITA, sei l'ala profondamente scura del corvo, sei il sonno preparante il risveglio, il dolore tremendo che prepara la nascita del più luminoso figliuolo, dopo l'avatar, la metempsicosi dell'antica e lorda anima nella VITA NOVA.” 
Sull’argomento “scabroso”, dal quel poco che ho letto, si è scatenata la fantasia di molti Autori, con interpretazioni più o meno originali e altrettanto fantastiche. 
Non volendo entrare in merito alle varie concezioni che ognuno può liberamente formarsi, io molto semplicemente mi chiedo: Se nell’Uomo diamo per certo lo sviluppo di “un’anima”, soggetta alla legge di rincarnazione; se questo “Seme”, che l’Uomo si forma in vita per perpetuarsi, è soggetto anch’esso alla scala evolutiva dell’intelligenza, potendo arrivare al punto di avere piena coscienza di sé dopo la morte, mantenendo integri i suoi poteri e le sue facoltà, cosa gli impedisce di occupare un embrione appena formato staccandone la precedente anima che l’inviluppava? 
P.S. Volutamente non faccio riferimento al (Pseudo) “Corpus” perché ciò richiamerebbe le numerose e risapute diatribe circa l’autenticità e l’attendibilità dell’eventuale fonte usata. 

 

 

 

Lum.: Grazie Ant., per le citazioni che non ricordavo. Va bene, lasciamo da parte il “ Corpus “ ed anche quello che oramai tutti conoscono come “ Porcus “, ma anche se si tratta di embrione,sempre anima è! A questo punto come la mettiamo da un punto di vista etico ?

 

Ant.: Bisogna vedere a quale tipo di etica ti riferisci. Se parli di quella cristiana - cattolica - giudaica - laica etc. male, molto male. Ma quel tipo di eticità, (o maralismo all'aceto) non dovrebbe riguardare un kremmerziano che vede e intende le cose con occhi diversi. O no?

 

Fr.: Scusate, da un ottica gentile (e non 'kremmerziana) è tutto da vedere che un embrione (e non un feto) sia contenuto da un anima (o viceversa se preferite), il problema 'etico' quindi non si porrebbe neanche. 
Se poi un 'seme non evoluto' è 'causato' nella sua metempsicosi, dal momento che un Eroe con Continuità di Coscienza è 'causante', non dovrebbe neanche compiere una violenza e 'farsi posto'. 
Mi sembra che le ipotesi (sottolineo) su questo processo addirittura dipingano l'Iniziato che individui con il suo vecchio 'miste umano' la coppia umana con le caratteristiche migliori e che 'pianifichi' il loro connubio per poi migrare nel momento giusto (proteggendo fluidicamente la portatrice da 'innesti indesiderati' e cose di questo tipo. Si sentono cose di questo genere, vi risulta? ... Perdonate l'interferenza 'profana'...

 

Lum.: Citaz.:  Ant. ha scritto:
Bisogna vedere a quale tipo di etica ti riferisci. Se parli di quella cristiana - cattolica - giudaica - laica etc. male, molto male. Ma quel tipo di eticità, (o maralismo all'aceto) non dovrebbe riguardare un kremmerziano che vede e intende le cose con occhi diversi. O no?

 

Scusami Ant. ma dissento nel modo più netto e categorico, io considero il valore, a mio modo di vedere, assoluto di certi principi etici, quale ad esempio il completo rispetto della libertà individuale, ed ancor di più di un’anima inerte ed indifesa. Se di anima si tratta, non faccio poi distinzione fra embrione e feto e credo che nessuna ragione o pretesto esoterico, od iniziatico che dir si voglia, di qualunque genere esso sia, possa giustificare l’” esproprio “,dell’anima di chicchessia. Io voglio credere che l’ipotesi che prendiamo in considerazione, anche se come qualcuno ha già detto, fa parte del “ fanta-esoterismo “, non sia da attribuirsi a Kremmerz, che per altro nemmeno l’hai mai spiegata nei particolari, altrimenti, da kremmerziano qual mi sento, dovrei dire che è l’unico punto del suo insegnamento che non accetto, e che anzi trovo agghiacciante solo nel teorizzarlo. 
Molto più plausibile e niente affatto “ profana “, perché parte del pensiero iniziatico tradizionale, l’ipotesi proposta da Fr. 
Citaz.: Fr. ha scritto:Mi sembra che le ipotesi (sottolineo) su questo processo addirittura dipingano l'Iniziato che individui con il suo vecchio 'miste umano' la coppia umana con le caratteristiche migliori e che 'pianifichi' il loro connubio per poi migrare nel momento giusto (proteggendo fluidicamente la portatrice da 'innesti indesiderati' e cose di questo tipo. Si sentono cose di questo genere, vi risulta?

 

 

 

Io.: Non si è pensato al fatto che, nella procreazione, oltre all'incarnazione di anime già esistenti, vengano generati nuovi esseri senza alcuna identità storica. 
Inoltre, anche per i “reincarnati”, se così si può realmente dire, si da per assodato che tutti abbiano un'anima già formata alla nascita, mentre l'ermetismo insegna che l'anima va “costruita”, perchè è nulla più che un piccolo filamento. 
D'altro canto se non erro in psicurgia è ammessa la “inglobazione” dell'anima (o meglio del seme restante) del defunto all'interno del corpo animico di un mago, che lo può “conservare” per scopi differenti. 
Quello che può essere un reale problema, a mio avviso, in un atto di sostituzione di un anima all'interno di un corpo, è l'effetto di rigetto. Infatti il corpo, la parte materiale, è solo la manifestazione su questo piano della parte animica, e ne è componente integrale.

 

Ant.: Citazione: Lum. ha scritto:...io considero il valore, a mio modo di vedere, assoluto di certi principi etici, quale ad esempio il completo rispetto della libertà individuale, ed ancor di più di un’anima inerte ed indifesa.

 

Ti capisco caro Lum. e mi permetto di rilevare che quanto sollevi è un'annosa questione con la quale anche il Kremmerz, a più riprese, ha dovuto fare i conti e, rispetto alla quale si è sempre posto in modo di tale da sconvolgere il meno possibile l'“assolutezza” di quanto era considerato eticamente e moralmente corretto. Ciò, forse, ha contribuito tanto (se non tantissimo) a formare quell'atteggiamento reticente più volte biasimato dai suoi diretti discepoli, intorno a certi scabrosi argomenti. A tal proposito illuminanti le pagini scritte in “Angeli e Demoni dell'Amore” ed in particolare un inciso a me molto caro: “Se volevi salmodiare con gli angeli perché sei venuto nel mio impero di fango?”. 
Nel rispetto reciproco resto allineato a quelle che ritengo le mie corrette vedute, per questo non ritornerò sull'argomento. Saluti

 

Lum.: Citaz.: “Prima di intraprendere a praticare lo studio di questa Scienza che avvicina o allontana l’uomo dalla Volontà-Intelligente pensaci 67 volte, perché come il Bene, le tue azioni che producono il Male sono incancellabili ed indistruttibili, fino a quando tu non avrai pagato il tuo misfatto. 
Per applicare il Bene ed impedire il Male, bisogna sapere l’uno e l’altro, sicché dice il filosofo che ogni rosa è circondata di spine e ogni Bene da Male, così tu ti opporrai con la conoscenza di questa Arte sempre al Male per impedire che il Bene venga sopraffatto. 
Si intende per Bene tutto ciò che avvia il nostro simile a noi stessi secondo le finalità delle cause prime della Mente Divina. Bene è l’altruismo, Bene è l’amore del proprio simile e di tutte le creature perfettibili. Bene è Dio, l’Universo, l’Umanità. 
Tutto ciò che è separazione è Male. Male è l'egoismo che separa il fratello dal fratello, che impone la volontà del perverso al Buono, che distrugge le buone opere e le buone azioni. 
L'uomo di bene deve avere sempre il cuore spoglio dalle basse e vili passioni umane – essere mondo dall'odio – avere l'occhio senza invidia – la bocca senza malvagità – la mente senza menzogna. 
Se questo tu pratichi Dio è con te, l'Albero della Verità ti porge i suoi rami e tu mangerai i suoi frutti e perfezionerai te stesso: se così non sei preparato ogni frutto dell'Albero della Scienza sarà velenoso e amaro e tu gitterai tante lagrime per quanto è maggiore il tuo ardimento e se insisti avrai firmato la tua sentenza di eterna condanna nell'eterna dissoluzione di spirito e di carne.”

 

Mi pare di capire che l’ultimo argomento ha un pochetto raggelato il dibattito. Che ti devo dire Ant.? Prendo atto di quello che scrivi ed anzi ti dirò di più, che apprezzo e molto il tuo modo cortese di esporlo, pure se non lo condivido nè capisco, ma questo è pure probabile che sia un problema mio. Voglio rimanere dell’idea che il vero Kremmerz sia quello sintetizzato dalla citazione, ovverossia un maestro che si sforza di fare capire che, quanto all’etica, “ il Mago deve contenere il Santo “e che forse si è illuso di finalizzare la sua opera al bene ed all’altruismo, di innalzare la coscienza e lo spirito di ogni uomo di buona volontà verso i valori assoluti, unendo alla dottrina ed alla pratica l’inscindibile e sublime principio di Amore, concretato nell’opera di Catena Terapeutica della Fratellanza di Miriam ripristinata a modello dei Rosacroce, a vantaggio dei meno fortunati che soffrono nell’infermità e nel dolore. Voglio continuare a credere che l’Iniziato alla vera Magia, quella vituperata Magia che racchiude significati altissimi e che Kremmerz in primis non volle sostituire con parole diverse, rivolga il suo intelletto e le sue forze più pure verso obbiettivi superiori, compiendo un’opera di ascesa ed evoluzione verticale verso i Piani Divini, e NON orizzontale e luciferina. Rifiuto la possibilità che un vero Iniziato, raggiunto l’apice di un processo titanico ed impervio, che lo porta ad uno stato di coscienza integrale, comprensivo della “ Legge di Amore che regola il Mondo delle Cause “, debba sostituirsi con violenza diabolica all’anima di un qualunque disgraziato, uccidendola. La sola idea mi fa rivoltare le budella e mi spinge a chiedere se tutta una catena di vite passate a perseguire una Grande Opera Alchemica di trasformazione dal metallo vile all’ ORO, dalla materia volgare ed involuta alla Perfezione, può tradursi in un omicida. Ma stiamo a scherzare? E per quale scopo in fin dei conti? Per prolungare ad libitum una squallida vita materiale, passando come un vampiro da un corpo ad un altro, sopprimendone l’anima e sublimare in questa maniera il trionfo dell’egoismo più infimo? Potrei capirlo in uno stregone di bassa lega, od in qualche papassone o papassona che hanno tradito il pensiero del Maestro, ma non in un vero Iniziato. Ammesso e non concesso, sia però chiaro, che tutto questo risponda in qualche modo ad una possibile e remota verità, perchè mi pare di intravederci tutti i connotati di una contorta logica gesuitica. 
E comunque, per il mio modesto modo di vedere le cose, tanto meglio “ salmodiare con gli angeli “, se “ l’impero di fango “ dovesse veramente poggiarsi su basi insanguinate come questa. Saluti

 

Ant.: Citaz.: Lum.: ha scritto:Rifiuto la possibilità che un vero Iniziato, raggiunto l’apice di un processo titanico ed impervio, che lo porta ad uno stato di coscienza integrale, comprensivo della “ Legge di Amore che regola il Mondo delle Cause “, debba sostituirsi con violenza diabolica all’anima di un qualunque disgraziato, uccidendola.

 

Magari sarà una provocazione, ma di fronte a tali pesanti affermazioni penso che sia doveroso intervenire. Non certo perché il mio intervento possa avere una qualche autorevolezza in merito. Più semplicemente perché dopo aver partecipato alla discussione, il mio silenzio potrebbe in qualche modo avallare considerazioni che, non essendo state formulate in maniera dubitativa e delle quali il nostro buon Luciano non ne ha rivendicate la personale paternità, potrebbero essere passate in qualche modo per insegnamenti del Kremmerz. Non scrivo pensando che si possa buttare discreto sul Maestro. Il discredito, così come altre infide insinuazioni, ricade sempre prima o poi su chi lo pratica. E’ una legge conosciuta e spiegata (guarda un po’!) ancora una volta dal Kremmerz quando invita a praticare l’Asha dei Parsi: buone parole buoni pensieri e buone opere. Si sa, il sole splende anche di notte per chi sta dall’altra parte dell’emisfero e, anche per chi ha la forza di immaginarlo e la pazienza di attendere il nuovo giorno. 
Quante cose da dire ci sarebbero se il luogo di discussione non fosse un forum, che per altro per sua costituzione, credo, “tolleri” questa discussione. Quante precisazioni ci sarebbero da fare (una per tutte: Santo, secondo il Kremmerz è il “Sanctus=separato”, non certo il fraticello miracolato o miracolante). Così come attraverso l’avatar non si raggiunge nessuna evoluzione. Se mai è l’inverso: solo un perfetto evoluto potrebbe (se mai) “eternarsi” tramite la pratica di esso. Ciò presupporrebbe primo, che un essere abbia raggiunto il grado di poter estrarre un secondo se stesso e la possibilità di disporne a suo piacimento; secondo che abbia conosciuto la morte in vita e sia in grado di comandarla; terzo che sia in grado di muoversi a proprio piacimento in quell’oceano infinito di luce astrale in cui si trovano le anime; quarto e quinto etc… L’argomento non è gelante, è sterminato. Purtroppo la sua disanima presuppone l’accordo su termini troppo spesso dati per scontati o sui quali c’è un disaccordo totale: cos’è l’anima; lo spirito; la morte; l’aldilà etc? Concetti sui quali oggi non si perde più tempo e studio perché ritenuti già assimilati e conosciuti, mentre invece … 
Non voglio ora aprire una discussione non sollecitata e forse non gradita, gradirei però continuare a gustare quell’onestà intellettuale che mi ha spinto a scrivere e partecipare a questa discussione. 
Onestà che impone di specificare quando si scrive un'opinione personale o la libera interpretazione di un concetto scritto da altri, e quando invece si riporta l’opera o il pensiero altrui. 
Perciò io chiedo in quale opera il Kremmerz abbia mai scritto che la pratica dell’avatar uccide un’anima, ed in quale punto si parla di iniziato sinonimo di omicida o peggio ancora che “possa evolversi orizzontalmente in senso luciferino”. (Per l’altro Lucifero=apportatore di Luce). 
Vedi caro Lum., non esiste un vero Kremmerz o un falso Kremmerz. Semmai scritti autentici e scritti apocrifi. Così come non esiste un concetto espresso dal Kremmerz che si può usare come una copertina a natale per poi levarsela a pasqua. Semmai esistono concetti e principi esposti dal Maesto che possono o non essere compresi ad una prima lettura. Come Egli stesso scrisse, puoi mettere in discussione e “vituperare ciò che non conosci”, ma non dubitare che Egli che non abbia usato parole di Verità. Pensare che, intorno ad un concetto astruso, sia il discente a non capire e non il maestro a sbagliarsi, è operazione che potrà semmai giovare a chi la compie, giammai potrà togliere autorità o peggio onorabilità al maestro, men che meno alla verità insita nel concetto. Mi sembrava chiaro che Egli non scopra e non inventi nulla, né tantomeno lo si possa assimilare ad una sorta di Demiurgo, creatore di mondi fantastici. Non può essere sua colpa se il Lupo per sfamarsi deve uccidere la Pecora e buona pace per la nostra sensibilità. Forse ci sentiremmo più appagati se proteggendo la Pecora si lasciasse morire di fame il Lupo? Il mondo segue le sue regole che ci piaccia o no, ed è innaturale pensarla in altro modo. Era questo in “certo senso” il significato della frase citata nel post precedente a proposito del salmodiare! E mi spiace essere stato frainteso in proposito. Ma un conto è dire che Kremmerz fotografa la “Natura Naturata e Naturante”, un conto è affermare che Egli spinga i suoi discepoli al crimine… Saluti.

 

Lum.: Caro Ant., il tuo intervento ed i tuoi sforzi tesi a fare chiarezza su certi punti obbiettivamente controversi, sono veramente ammirevoli e palesano un’ottima conoscenza della dottrina del Maestro e non aggiungo dell’altro, altrimenti potrebbero accusarmi di fare “ da spalla “ pure a te. Può essere che i miei molti limiti intellettuali e la mia verve caratteriale abbiano prodotto l’impressione che attribuissi a Kremmerz cose che manco mi sogno. Se così fosse, faccio pubblica ammenda, anche se mi pareva di avere sempre premesso che scrivevo “ secondo il mio modo di vedere le cose “ e sempre anteponendo un “ se così fosse “ , o comunque un dubitativo implicito, in relazione a possibili ( possibili! ) interpretazioni, e ribadendo poi che, in fin dei conti, stiamo a parlare di problemi che rasentano il surreale. Tant’è vero che per quel che mi risulta, e in questo può pure avere ragione To., anche nelle alte sfere dell’intellighentia kremmerziana ( come il prof. Fenili, che ci ha scritto sopra uno strano articolo), un po’ di confusione su certi argomenti mi pare ci sia e come. Comunque, in buona sostanza, mi pare di capire che, secondo una certa legge naturale, come dice il proverbio, “ Chi pecora si fa lupo si magna “, che poi fa paro col sapienti motto dei nostri Padri Latini, “ homo homini lupus “, il che, sempre secondo me, anzi per meglio dire, secondo me ed una mezza dozzina di confratelli di una piccola e modesta accademia sperduta nella “ galassia kremmerziana “, non giustifica un bel ciufolo, perchè il lupo affamato si può pure capire, ma l’Iniziato no. Poi se vogliamo fare della filosofia sulla semantica, come vogliamo chiamare l’atto di uno che, in tutta teoria sia chiaro, si appropria del corpo di una persona umana vivente, cacciandone l’anima? Omicidio no? D’accordo,va bene allora occupazione abusiva? Va bè ragazzi, che Hermes è pure il dio dell’ambiguità, ma allora “ se non è zuppa è pan bagnato “ . Per me sono sofismi. Questo detto, senza spirito polemico e nel sacro rispetto di ogni opinione, accolgo l’invito a non proseguire oltre su un argomento che , mi rendo conto, oltre ad averci portato in un vicolo cieco, può tediare ed ancor peggio turbare od irritare gli animi. In quanto al timore che questa discussione possa essere in questa sede “ tollerata “, ci tengo a ringraziare direzione e moderatori di questo grande forum, per aver ospitato senza censure l’unico dibattito libero su Kremmerz presente sul web, che per altro mi pare abbia raggiunto una cifra importante di visitatori, risposte ecc. Però se l’ospite, e lo dico con molta sincerità e senza ombra di provocazione, sia ben chiaro, dovesse fare la parte del pesce, che dopo tre giorni puzza, basta solo accennarlo e, noi almeno, togliamo immantinente il disturbo ed amici come prima. Grazie e saluti

 

Ant.: Non nascondo che ho dovuto faticare un po’ prima di comprendere alcune affermazioni di Lum.. Dopo aver riletto un po’ di post penso ora di averne capito il tenore e al tal proposito, se ce ne fosse bisogno, vorrei rassicurare lui e ogni eventuale interessato: non cerco consensi ne tantomeno spalle o comparse per esprimere le mie idee. Non difendo gli interessi di nessuna “conventicola”, o simile, kremmerziana, se mai difendo il frutto di ciò che è lo studio e quella “piccola” esperienza data a sua volta da una ancor (ahimè!) più piccola pratica degli insegnamenti del Kremmerz. Pronto sempre a mutare opinione nel caso in cui la bontà delle argomentazioni che mi si oppongono rischiarino le mie ombre e si avvicinano viepiù alla Verità. 
Dotato per costituzione di uno spirito libero e franco, non di meno preferisco tacere se per esporre le mie idee dovessi accattivarmi le simpatie di chi non ne condivido le opinioni e ancor di più se dovessi usare arti poco commendevoli. 
Resto sempre fedele ad una regola aurea, patrimonio del buon senso comune benché cara al Kremmerz: non si giudica ciò che non si conosce! Se mai si tenta prima la strada della comprensione, i giudizi potranno seguire, avendo consapevolezza che i giudizi resteranno sempre giudizi e i fatti sono fatti e questi sono la “Legge di Dio”. È una delle tante grandezze di Kremmerz parlare di Fatti, invitando il lettore alla ricerca delle leggi che presiedono e regolano il verificarsi del fenomeno. Pertanto, rispetto agli scritti del Kremmerz, penso che sia sempre sbagliato l’approccio e la metodologia. Se il Kremmerz fa accenno alla fisiologia della riproduzione lo si etichetta come Mago dedito alla sessualità, se accenna alla trasmigrazione delle anime diventa un Mago Nero ect… Da qui s’inizia poi tutto quel capolavoro di “filosofia dell’assurdo” che sfocia sempre in una Lectio Magistralis sull’opportunità e convenienza del… NIENTE! Si discute sempre “intorno” alla cosa e mai “della” cosa, dimentichi del motto di Cagliostro fatto suo dal Maestro: Pour savoir ce qu'il est il faudrait ètre lui méme. E questo discorso vale, anzi soprattutto vale, per quella che Luciano chiama “alte sfere dell’intellighentia kremmerziana”, se con questa locuzione si riferisce a persone quali il giudice (non professore) Fenili, uomo peraltro degnissimo e da me conosciuto personalmente come stimatissimo studioso e praticante di lunga data degli insegnamenti del Kremmerz, ma non certo come iniziato che abbia raggiunto le potestà richieste per poter discettare con “cognizione di causa” e forza dogmatica intorno alla pratica avatarica. Ciò detto (assumendomene personalmente la responsabilità) non vuole essere un gratuito attacco personale a chicchessia, nel tanto meno un futile dileggio. Semplicemente un sereno invito rivolto ad investigare e studiare il puro lascito del Kremmerz sfrondandolo da tutte quelle fantastiche visioni attraverso le quali si tenta di filtrare le parole del Kremmerz, senza tener conto delle, pur autorevoli, personalità che di volta in volta tentano l’impresa. 
Un Kremmerz è uno, i discepoli sono altro. Così come la Scienza additata dal Kremmerz è una, l’applicazione e l’intenzionalità intorno ad essa sono altro. 
“Ermes è il Mercurio alato dei Fenici e dei Romani; forse dall'« huerma » ebraico lo trassero i Greci, perché tale parola valeva sottigliezza, astuzia, sagacità, e Mercurio ci appare nei miti antichi appunto come astuto e sagace, ambasciatore degl' iddii, e se ne fa venire l'origine dall'ebraico marcor, mercatura, e quindi il trafficante per inganno sottile, il mariuolo. Orazio cantò 
Callidum quidquid placuit jocoso Condere furto. 
Corrisponde all'Anubi egizio che si dipingeva con la testa di cane, volgarmente per indicare la Costellazione della Canicola, ieraticamente per indicarne le qualità vigili e sotto un certo aspetto, con un serpente che si aggrovigliava al corpo, dall'orientale esch caleph, vir canis; si disse anche Esculapio inventore della medicina e custode della vita. 
Quindi Ermes, Anubi, Mercurio, Esculapio, vollero indicare l'identica proprietà mentale che ci congiunge alla verità dei cieli antropomorfi divini delle religioni simboliche di una volta. 
Nel linguaggio greco Ermes è Mercurio e Tempio (2) : la facoltà di interpretare si chiamava ermenìa ed ermeneus l' interprete ; ermeneuo significa insegnare, ermoglifi: l'arte dello statuario, la scultura, cioè l'espressione plastica delle forme mentali. Ermeneutica è l'interpretazione dei libri sacri antichi. 
Quindi filosofia ermetica fu la filosofia sottile, capace d'interpretare e far manifestare l' Ermes, quindi scienza per eccellenza, penetrativa della parte più misteriosa del nostro campo mentale, ed ermetista si chiamò l'artista che metteva in pratica e realizzava i predicati dell'ermetica come scienza sottile al punto da crederla divina. 
In fondo, Ermes è l'intelletto della forza divinizzante l'uomo”. 
Dal Commentarium

 

Lum.: Orbene, ritornati ad un clima più rilassato, rilancio la palla ad Ant., che non essendo vincolato ad interessi delle varie conventicole in guerra civile, potrebbe aiutarci a dipanare un'altra annosa matassa, riguardante in questo caso l'Ordine Egizio. La domanda è questa: lasciando da parte l'interpretazione mistica di miti vetusti che oramai hanno fatto il loro tempo,cosa possiamo pensare sia stato, veramente, questo tanto misterioso e certe volte, tanto comodo, Ordine Egizio?? Aggiungo, che mi farebbe piacere, se il dott. G. volesse illustrarci un po' meglio il suo pensiero, accennato in un post recente. Grazie e saluti

 

G.: Ringrazio il gentilissimo Lum. per avermi chiamato in causa. Considerati gli ultimi sviluppi polemici determinati da alcune mie affermazioni, preferisco non aggiungere altro a quanto già scritto in precedenza. In futuro mi limiterò a partecipare da spettatore alla presente discussione. affettuosi saluti a tutti.

 

Ant.: Citaz.: Lum. ha scritto: La domanda è questa: lasciando da parte l'interpretazione mistica di miti vetusti che oramai hanno fatto il loro tempo,cosa possiamo pensare sia stato, veramente, questo tanto misterioso e certe volte, tanto comodo, Ordine Egizio??

 

Per quel che mi riguarda dovresti essere più preciso. 
Se ti riferisci all’organizzazione iniziatica alla quale appartenne il Kremmerz allora bisognerebbe parlare di Grande Oriente Egizio, ma perché parlarne quando Egli stesso mantenne il riserbo più assoluto? Non sarebbe far torto alla sua Persona e a tutti gli appartenenti quella gloriosa Compagine? Non è un caso se il Kremmerz cela la loro identità dietro pseudonimi o toponimi (ad es. ciò vale per “l’Anonimo Napolitano” e per Il “romitaggio che è tra gli Appennini degli Abbruzzi e l'estremo limite settentrionale della Provincia di Terra di Lavoro”). Conoscere le singole “umanazioni” non mi pare faccia acquisire meriti. 
D’altra parte l’argomento cozza su una doppia tautologia: 1) per poterne parlare bisognerebbe farne parte o averne fatto parte; 2) i partecipanti sono da sempre vincolati al silenzio più assoluto. 
Nessuno con un po’ di sale in zucca si sognerebbe di divulgare fatti e notizie, soprattutto avendo coscienza di narrare il vero! L'infamia è in re ipsa, se si conosce e si narra si viene meno ad un preciso sigillo, se non si conosce e se ne parla si confonde solo l’auditorio, col rischio di spargere menzogne. Il fatto che tutti tacciono in proposito conferma quanto esposto. 
Discorso diverso invece per quanto attiene al cd. Ordine Egizio, altrimenti detto Grande Ordine Osirideo Egizio, Ordine Osirideo Egizio etc. etc. 
Sicuramente in questi ci deve essere tanto di magico se i personaggi che riempiono i contenuti delle vicende descritte si muovono con notevole disinvoltura attraverso le date e i luoghi teatri degli eventi. Ma si sa che per le opere di fantasia una certa indulgenza è dovuta. Dopo tutto penso che distrarsi con simili sciarade, distogliendo la mente da alti e profondi studi, per gli autori sia un passatempo innocente.

 

 

 

Lum.: Ringrazio G. per la risposta, dal quale con tutta sincerità, avrei sperato qualcosa di più, ed ovviamente anche Ant. Devo dire però, che pure capendo che l’argomento è ostico, non ci ho capito un bel gran cavolfiore egizio, per limiti solo miei naturalmente. Certo, ammetto che di questo o questi fantomatici ordini ne so molto poco,come penso tanti altri. la mia impressione però, da quanto ho potuto leggere e domandando in giro, nel cosiddetto milieu, è che il principale motivo per cui non se ne vuole parlare è perché in fondo non se ne sa quasi nulla in realtà. Ora, dopo un secolo e fischia che questa organizzazione iniziatica si è manifestata, non sarebbe pure l’ora di sfatare certe architetture mitologiche e perfino mistificazioni, e dire le cose come stanno, in tutta verità ed onestà ? Continuare a nascondersi dietro enigmi e sciarade che possono pure essere compresi se riferiti al quel periodo storico, oggi che senso ha? E poi, soprattutto se si scrive riparati da uno pseudonimo, perché evitare di dire qualche parola di più? E comunque, cerco di essere più preciso: intanto, che differenza c’è, più esattamente, fra il Grande Oriente Egiziano, che mi pare di palese estrazione massonica, ed il Grande Ordine Osirideo Egizio? L’ordine da cui proveniva Kremmerz, secondo voi, è sopravvissuto oppure è scomparso dopo la sua morte? L’ordine a cui Benno affermava di essere collegato, almeno per un po’ di tempo, è lo stesso da cui proveniva Kremmerz o si tratta di altra cosa? E per concludere, come mai, dopo Benno, ogni filiazione od appendice, e non sono poche certamente, afferma di essere collegata ad un proprio Ordine Egizio? Ribadisco che logicamente non stò a pretendere la verità assoluta, ma almeno un parere chiaro, se possibile. Grazie

 

C.G.: cari amici, approfitto di tale forum per segnalare nuovi interessanti aggiornamenti sul sito http://www.cavalierivvangelo.com. Fra questi ci piace evidenziare un articolo nuovo di zecca e molto interessante relativo alla celebre diatriba Ottaviano/Caetani/Koch, trasmessoci dal dr. Caesar Augustus, già noto al mondo kremmerziano per i suoi articoli sulla rivista Elixir, che riportiamo in tale sede integralmente. Buona lettura: 
La recidiva del morbo di Koch 
Ringrazio dell’ospitalità gli amici della Confraternita del V Vangelo che con la loro, a 
me nota, gentile disponibilità mi permettono di denunciare la riesacerbazione di un 
grave caso di patologia infettiva dichiarato dall’ingravescente obnubilamento del 
sensorio, uno dei sintomi della caratteristica triade sintomatologia del morbo di Koch. 
Nel giugno 2006, accertai, dopo aver pubblicato sulla rivista Elixir (“ Non 
Confunditur” ovvero se debba aver fine la polemica sull’identità di N.R. Ottaviano 
con Leone Caetani. Elixir, n.2, Aequinoctium 2006 ), l’esplosione epidemica 
dell’infezione caratterizzata da notevole virulenza. I pazienti, tra i quali molti 
portatori sani,presentavano le peculiarità cliniche di turbe del visus, obnubilamento 
del sensorio e stipsi ostinata. I clisteri che praticai in quell’occasione con il mio 
intervento, salvarono i tapini da una morte “iniziatica” sicura, pur non restituendo 
loro il senno e trasformandoli in portatori incurabili di scemenze e assurdità 
( “moria” iniziatica). I rantoli ed il gasping preagonici dei pazienti erano apparsi nel 
sito del Movimento Tradizionale Romano a firma di un sedicente gruppo di UR ( 
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) che chiedeva aiuto per conto di un’Associazione culturale 
Kremmerziana infettata dal morbo del celebre medico tedesco. 
Ma passiamo alla disamina dei sintomi e seguiamo la loro evoluzione per poi, 
diagnosi nota, esprimere un giudizio prognostico. 
Nel commento agli scritti di Jesboama( Luciano Galleani) di recente messi in rete, si 
parla di tal ingegnere Augusto Koch identificandolo ( ahimè!)con R.P. Ottaviano ( si 
badi, non N.R. Ottaviano), in quanto, a giudizio di chi commenta gli scritti, accettando 
per vero ciò che ne afferma l’autore,era costui il vero Ottaviano che si dissociò dal 
progetto iniziatico del Kremmerz nelle pagine del Commentarium ( nn. 8-9-10 del 
novembre-dicembre 1910, e non 1911, come erroneamente riportato). Vi si dice, 
inoltre, che potrebbe costui( biondo di Pisa, che aveva studiato in Germania e “ 
bazzicava” la Giuliana di La Spezia) essere stato uno dei tre personaggi della “ 
Trinità Osiridea Egizia”ovvero Padre, figlio o Spirito Santo, tra loro 
intercambiabili(…e che potrebbe invece essere il di lui padre-o zio-anch’egli in 
incognito, anche per la sua stessa famiglia. Sic ! Nel testo). Tra le altre peculiarità del 
personaggio (o personaggi, atteso trattarsi di una “Cooperativa Familiare Osiridea 
Egizia”)costui era biondo-rossiccio, taciturno, freddo o poco espansivo, determinato 
etc… aveva viaggiato per andare a trovare suo fratello Armando diplomatico e 
ministro degli esteri a Malta etc. 
A questo punto, nella speranza di ottenere una defervescenza della malattia, passiamo 
all’applicazione dei seguenti cataplasmi: 
1) Con tutto il rispetto per il personaggio Jesboama, possiamo esser certi che 
costui conoscesse la vera identità di N.R. Ottaviano e non seguisse quanto, per 
fede e per dogma, gli era stato detto sul misterioso superiore incognito? N.R. 
Ottaviano, appunto, e non R.P. Ottaviano come riportato nei diari del nostro, 
dove più di un’ingenuità di conoscenza e condotta operativa appare. 
N.R. Ottaviano, infatti, si firma in calce ai seguenti articoli: 
-”La Divinazione Pantea” , Commentarium n.1, anno I, Roma 1910. 
-”Per GiuseppeFrancesco Borri”n.3, anno I, Roma 1910. 
-”Gnosticismo e Iniziazione”nn. 8,9,10, anno I, Bari 1910. 
Del resto, nell’articolo “Annotazione”( pag. 213 del Commentarium nn.8,9,10,) 
Kremmerz cita una sua considerazione di risposta a… N.R.Ottaviano. 
N.R. , allora, non può, in alcun modo, essere un refuso o errore di proto per R.P., 
come taluni in preda al delirio di Koch, vorrebbero rendere convincente. 
L’ingegner Ottaviano Koch ( 1853-1939), fratello del più noto Gaetano ( 1849- 
1910)lavorò per tutta la vita a Roma. Ebbe 4 figli, tra i quali Ottaviano Armando 
( 1888-1979)e Ottaviano Augusto(1889-1981)che mai ebbero a che fare con le 
discipline ermetiche. Per quanto riguarda l’ingegner Ottaviano Koch, rimando al 
mio “Non Confunditur” dove si riportano brevi cenni biografici raccolti dalla viva 
voce del nipote. 
Si coglie al proposito solo l’occasione per far notare, piccolo dettaglio marginale, 
che nel 1897, quando il Kremmerz dava alle stampe il primo fascicolo del Mondo 
Secreto, la prole di Ottaviano aveva rispettivamente 9 e 8 anni. Pochini, ma 
sufficienti per la” scuola elementare Osirideo-egizia”. Sempre dal mio citato 
articolo, si evince che il capostipite dei Koch, l’artista tirolese Joseph Anton (1768- 
1839) era nato a Obergiblen da famiglia contadina( diversamente da quanto 
afferma N.R. Ottaviano in” Gnosticismo e Iniziazione”dove, parlando dei propri 
antenati,oltre che dichiararli di antica schiatta romana, simboleggia il proprio 
lignaggio nel cane dipinto alla catena, il cane che latra, addenta e lacera). 
Approfitto ancora, per ricordare che l’ormai noto Joseph Anton a Roma, ebbe, 
negli ultimi mesi di sua vita, dopo varie ristrettezze economiche, una generosa 
pensione e un’abitazione in palazzo Galoppi, in via Quattro Fontane, dove i suoi 
discendenti nei primi decenni del ‘900, riscuotevano regolare pigione per l’affitto 
dell’appartamento al primo piano del civico 153, dagli iscritti del circolo 
Virgiliano di Coltura Filosofica. Tante altre osservazioni si potrebbero fare sul 
cosiddetto “biondo di Pisa”, sul biondo-rossiccio, sulla frequentata accademia 
spezzina Giuliana per denunciarne incongruenze, errori ed invenzioni; ce ne 
asteniamo per non rubare altro spazio a questo sito. Consiglierei, a questo punto, 
una prescrizione di un Non confunditur due volte al dì, a stomaco vuoto ( per 
evitare l’azione della bile!). 
Se qualcuno, poi, rinsavisse dal morbo, grazie a queste terapie, potrebbe sincerarsi 
della vera identità di N.R. Ottaviano, documentandosi un po’ sul soggiorno del 
principe Leone Caetani in Terra d’Otranto, nell’estate 1895. Se può aver accesso 
alle “secrete” carte contenute in casse e cassettoni baresi, potrebbe leggervi la 
corrispondenza del principe romano col direttore del Commentarium, Alberto 
Russo Frattasi, dimorante all’epoca in v. Putignani, 257. Ma questa è un’altra 
storia; storia riservata ai sopravvissuti al ferale morbo, dotati, ormai, di anticorpi 
grandi come ranocchi che, oltre ad immunizzarli da possibili ricadute, permettono 
loro di saltellare, gracidando, sulle acque stagnanti dell’italico pantano ermetico. 
VALE 
N.R. Caesar Augustus