Sulle tracce della Sapienza - Sesta parte: Le Teogonie Orfiche, a cura di Luca Valentini

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A Lezione da Angelo Tonelli - Sesta parte

LE TEOGONIE ORFICHE

a cura di Luca Valentini

Venerdì 7 Agosto alle ore 18.30 presso l’Atelier Nuova Eleusis, in via dei Giardini 14 a Sarzana (SP), si è svolto il sesto degli incontri settimanali denominati “I venerdì di Eleusis: sulle tracce della sapienza greca”, seminari di Angelo Tonelli dedicati alla Sapienza Greca, che in questa occasione ha disquisito sulla Teogonie Orfiche. Prima di affrontare la disamina approfondita delle Teogonie Orfiche, Angelo Tonelli ha ritenuto necessario analizzare l’humus spirituale entro cui tale mitologhemi sono sorti e si sono manifestati, per una loro migliore ed alta comprensione sapienziale. Nello specifico, si è evidenziato come lo sciamano orfico fosse nell’antichità un vero e proprio specialista del contatto con l’invisibile, un tramite allusivo e misterico. 

 

Il Sapiente era radicato nell’Assoluto, tramite il conseguimento di uno speciale stato di coscienza, che nella sua immediatezza, nella sua fulminea folgorazione possiamo associare allo stato KOAN nella pratica ascetica dello Zen. In ciò si rimanifesta la differenza, già evidenziata nei precedenti seminari, tra la filosofia, che permane essere una postazione dell’ego, e la Sapienza, che, invece, si realizza essere la manifestazione del Sé, come espressione della Totalità. In ciò, è possibile ritrovare, non solo i riferimenti archetipali della psicanalisi junghiana, ma anche e soprattutto l’idea radicale del Tao come origine o dell’Atman, come espressione microcosmica dell’Uno, nell’Induismo.

 

Altro elemento da considerare è stato lo stile di vita orfico, il quale era caratterizzato da una forte componente ascetica, come orientamento selettivo e prescrittivo, in cui il rifiuto dei sacrifici umani ed il rifiuto della guerra come ideale di vita, emersero anche in Platone:

 

“…ci si asteneva dalle carni, poiché si riteneva empietà mangiarne e macchiare di sangue gli altari degli dei: invece allora avevano certi stili di vita che si chiamavano orfici, e si volgevano a tutto ciò che fosse inanimato, astenendosi per contro da tutti gli esseri animati” (Plat., Leg., 782c-d).

 

Altro elemento, messo in evidenza nel frammento di Euripide Hippolito (952-954), era la connessione tra dieta vegetariana, l’uso del sacro vino e la proibizione di indumenti di lana (anche’essi di derivazione animale), in cui si esplicitava, secondo un frammento plutarcheo, un evidente continuità di usanze tra prescrizioni iniziatiche orfico-pitagoriche, dionisiache ed egizie:“…le usanze che vengono dette orfiche e bacchiche, ma che sono egizie e pitagoriche…”(Hdt, II 81).

 

Altro aspetto molto interessante è stata l’analisi del famoso Papiro di Berlino, in cui la versione orfica del mito di Demetra determina l’importanza essenziale di Orfeo nella fondazione dei Misteri di Eleusi, in cui ritorna il sacrificio della scrofa, la bevanda estatica del Ciceone e la figura di Trittolemo, figlio di Celeo, re di Eleusi.

 

Medesima prospettiva è rintracciabile nel Papiro di Gurob, fondamentale, secondo Giorgio Colli, per riaffermare la stretta correlazione tra orfismo, Eleusi ed il dionisismo, una correlazione di entità numeniche diverse, ma intessute da oggetti rituali comuni come l’uso dello specchio, della trattola e degli astragali (i dadi che ci riconducono all’idea della casualità), in cui la figura preminente di Dioniso si staglia come vero ed autentico liberatore delle procedure cultuali di natura mistica e degli schemi preordinati del Logos.

 

In tale ambito di alta valenza sapienziale ed iniziatica, si inserisce la magistrale esegesi di Angelo Tonelli sulle quattro Teogonie Orfiche, già elencate nella nostra precedente relazione.

 

Nella prima cioè il “Discorso sul divino aristofaneo o arcaico” (Aristoph., Av., 693 – 702), si palesa la generazione dell’Uovo Cosmico, da cui emerge l’amabile Eros che si unisce a Caos e mescolasse tutte le cose, da cui si determinò la nascita della stirpe degli Dei. Il simbolismo di Caos è inerente all’Origine, alla parte più oscura, alla radice che si genera dall’abisso, la dimensione profonda che è la scaturigine dell’Uovo, quale funzione potenziale dell’Infinito, in rapporto con Eros, quale forza dinamica, combinatoria e vitalistica, quale stato noetico del Vuoto – Physis.

 

“In principio Chaos e Notte e Erebo nero e vasto Tartaro”

 

La seconda Teogonia, “Discorso sul divino di Eudemo” (Damascio, De princ., CXXIV), ritroviamo una similare interpretatio del mito fondatore, il Principio Numenico derivando da Notte, ed in cui sempre Eros ricopre un ruolo essenziale: il filologo ligure denota la matrice prettamente neoplatonica della narrazione di Damascio, in cui emerge la caratteristica modulazione triadica.

 

“…tramandato dal peripatetico Eudemo, che lo attribuisce a Orfeo, tace tutto ciò che è oggetto dell’intuizione, perché è totalmente indicibile e inconoscibile per l’uomo…”

 

Nella terza Teogonia, “Discorso sul divino rapsodico”, riportato sempre da Damascio (De princ., CXXIII), in cui, confermato lo schema triadico, il Principio universale è identificato in Chronos, il Tempo, in cui si ritrova il simbolo dell’Uovo Cosmico come generatore del dio Phanes, ente del Divino che si manifesta: l’Uovo è concepito secondo “ciò che è”, cioè secondo un dato di unità essenziale da cui affiora l’immediatezza della Physis.

 

“…ritengono che l’Uovo sostituisca ciè che è nella sua purezza, e pensano che questa sia la prima Triade…”

 


Nella quarta Teogonia, “Discorso sul divino di Ieronimo e Ellanico” (Damas., De princ., CXXIII 2), in cui l’origine della generazione, similmente alla tradizione ieratica egizia, viene posta nell’elemento Acqua, in Oceano, come testimoniato sia da Platone (Cratilo, 402b-c) che da Aristotele (Metafisica, I 983b 27 – 984° 2) e similmente a Talete,  la cui mistura con il fango, determina la condensazione dell’elemento Terra, da cui scaturisce la figura del Serpente Astrale, combinazione di materia e di energia allo stato primordiale, che, nella descrizione, sorge con una testa di toro ed una di leone. Nella simbologia di Chronos, affiancato ad Eracle, si esplicita del Tempo fuori dal tempo,dell’eterno presente, affine all’iranico Zurvan ed al vedico Kala. A Chronos si accosta Ananke, il principio casuale cosmico, di natura androginica ed ermafrodita, di natura radicale: infatti, tale natura numenica è definita Protògonos, il primo nato, a significare la potenzialità germinale della Physis, il Tutto che che sorge dall’Uno e ad esso ritorno, come nel glifo ermetico dell’Uroboros, il Serpente che si morde la coda, l’Essere ed il Mondo in cui lo stesso si dispiega sono solo fenomenicamente e apparentemente due polarità opposte. Non è casuale, che il filologo ligure, si sia, infine, riferito anche all’Inno a Zeus nel De Mundo dello Pseudo Aristotele, per meglio raffigurare la figura unificatrice ed a-polare del Divino:

 

Per questo anche nei poemi orfici si dice non a sproposito:

 

<<Zeus fu il primo a nascere, Zeus dalla fulgida folgore fu l’ultimo…
…Zeus fu maschio, Zeus immortale fu fanciulla…
…Zeus radice del mare, Zeus sole e luna…
…Zeus il re, Zeus dalla vivida folgore il sovrano di tutte le cose.
Tutti nascose e nuovamente alla luce colma di gioia
li ricondusse dal suo cuore puro, compiendo azioni tremende>>”.

 

Luca Valentini: Redazione di EreticaMente.net, cultore di filosofia antica, di dottrina ermetico-alchimica e di misteriosofia arcaica e mediterranea: collaboratore di riviste come Elixir, Vie della Tradizione, Atrium, Fenix Rivista. Dirige la collana Arcana, rarità classiche ed ermetiche, per la Casa Libraria Edit@ di Taranto.

 

(Tratto da ereticamente.net che ringraziamo sentitamente)