Diverse forme divinatorie — Superstizioni da Folk-lore — Percezioni della Natura e dell'ambito — I solitarii o monaci — L'interpretazione — La lubricità di Pane e il suo simbolismo — Necessità di studiare le mitologie — Costumi divinatorii volgari — Tutte le anime hanno fenomeni premonitorii – Il linguaggio sibillino —Un esempio di talismano per l'intelligenza dei simboli.

I.

Non si è potuto storicamente accertare la dicerìa della famosa voce della morte del Gran Pane innanzi alla invadenza cristiana(1). Non è probabile se il Pane volle nella intenzione del mitologo personificare l'anima della natura viva e pensante; e potrebbe essere una chiacchierata sognata da qualcuno dei tanti maniaci religiosi, manìa ragionante o che dà l'illusione del ragionamento, e che accompagna tutti i periodi di conflitto sociale e psicologico tra i fautori della novità e i conservatori del vecchio. Lascio ad altri vogliosi l'esercizio della discussione sull'argomento, per dire poche cose della natura pantèa.

L'idea del mondo, unità vivente ed animata, è della forma religiosa magica più antica e voleva determinare in cosa precisa ogni fenomeno di origine ignota e collettiva. Da epoche remotissime fino al paganesimo greco romano, tutti credettero alla possibilità, data la determinazione di nature umane speciali, di entrare in comunione intelligente col dio misterioso e invisibile della terra. Da ciò si giunse perfino a credere volgarmente, come negli Assiri-Babilonesi(2), che Ea in un modo costante intervenisse nei conflitti dei demoni buoni o pessimi che si contendevano l'uomo, o come negli Ebrei che Mosè ed il profetismo posteriore parlassero la stessa parola di Geova.

Discendendo alle nature più rozze e quindi più avide di conoscere l'avvenire, troviamo che dovunque, anche nei popoli più lontani dalla civiltà occidentale, la boria nazionale o individuale di credersi in relazione direttissima con la intelligenza del mondo delle cause(3) è comune. La divinazione presso tutti i popoli fu ed è un arte che risponde alla necessità dell'animo umano perpetuamente pauroso ed inquieto. Dal Madagascar a Parigi, dagli antichi indovini caldei, dai tripodi e dalle sibille ai giocatori di tarocchi e chiromanti di oggi, nulla è differente; ciò che dimostra che l'arte ed il mestiere del facile profeta e del ciarlatano rispondono ad una necessità della società umana, ad un bisogno di curiosità interessata che uomini di città civili come Londra e New-York sentono nella stessa intensità dei meticci del Sud America e dei negri delle regioni più incivili dell'Africa.

Le forme divinatorie più note sono le seguenti:

1 L'astrologica, cioè ispezionando le stelle, i pianeti, e le nuvole, chiamata anche apotoleomatica dagli antichi(4).

2 La divinazione augurale.

3 La negromantica, che si compiva con le forme dello antico spiritismo cerimoniale, interrogando le ombre dei morti.

4 La ispezione delle visceri delle vittime sacre.

Potrei continuare se a queste quattro categorie di divinazione sacerdotale volessi aggiungere tutte le varietà conosciute negli almanacchi dei buoni villici, cioè l'interpretazione dei sogni, la divinazione per mezzo dell'acqua, del fuoco, dell'aria, del canto degli uccelli, del piombo, dei fulmini, delle meteore, dei serpenti e perfino delle epatoscopia cioè della lettura profetica sul fegato degli animali sacrificati.

I Romani dividevano la divinazione in artificiale e naturale. La naturale corrispondeva alla premonizione spirituale come la s'intende oggi: presagiva le cose avvenire per mezzo di un moto interiore indipendente da qualunque segno esterno: mentre la lettura e le induzioni sulla natura esteriore appartenevano alla divinazione artificiale. Tutte le scoperte che sembrano modernissime intorno ai poteri dell'anima, dei sogni, delle estasi, della visione dei morenti, della chiaroveggenza dei minacciati di un imminente pericolo, erano non solamente note ma esercitate ed esperimentate dagli antichi, come oggi in tutte le case più umili o solamente modeste si esercitano le forme divinatorie nei piccoli casi critici di milioni di umilissime famiglie. Dal gioco del lotto alle novene per aver responsi di amore o di morte, bisognerebbe annotare in una numerosa biblioteca tutte le miriadi di pratiche infantili o superstiziose che dovunque, in Italia specialmente, si esercitano(5).

La scienza investigativa moderna non ancora ha pensato di colligere in un immenso folk-lore tutti i piccoli processi di magia elementare e naturale che praticati dagli ignoranti danno risultati di divinazione approssimativa o precisa che nessuno dei tanti filosofi saprebbe spiegare o riprodurre o far di meglio. Deficiendo la scienza, io che ho studiato tale argomento voglio qui riferire alcune osservazioni pratiche.

IL

La natura nell'identico momento in cui noi osserviamo tutte le manifestazioni che ci circondano, se è un organismo vivente, è in relazione diretta ed intelligente col nostro essere mentale o anima intellettiva. Nel momento dell'osservazione tra l'osservatore e le cose che lo circondano si stabilisce una corrente dinamica positiva o negativa che rafferma il dogma magico della unità dell'essere.

Gli scrittori francesi contemporanei, che hanno discorso della psicometria, hanno voluto in certo modo avvalorare la possibilità della lettura storica dell'anima di certi oggetti che hanno potuto aver vissuta una vita propria ad influenzare la loro psiche o aura psichica rudimentale. Io non mi inoltro a discutere se la lettura psicometrica dipenda dalla forza animica degli oggetti in esame, o della sensibilità psichica di colui il quale si trova nella condizione di esaminarli. Se noi invece di rivolgere la nostra attenzione a gingilli di pertinenza individuale, dove contempliamo la natura vivente fuori il limite della abitazione, in cui tutto soggiace alla volontà e al buon ordine della massaia, scendiamo nel campo aperto della vita esteriore, per tardi che si sia, non può sfuggirci l'impressione che ci fa partecipi dell'anima delle folle, se ci troviamo tra esse, o della Natura se fuori il contatto degli uomini siamo in piena campagna o sulla spiaggia. Gli elementi come agiscono su noi si rendono passibili a tutto l'ambito al quale rivolgiamo la nostra attenzione. Seduti accanto ad un cespuglio di rose o su d'uno scoglio, osserviamo sulle rose o sul mare delinearsi la vita come movimento, intelligenza e sensibilità nell'identico modo che in noi possiamo, con osservazione precisa, riscontrarla esattamente armonica(6).

Se il procedimento in questa analisi diventa metodico, dopo un tempo determinato l'osservatore prende dimestichezza intellettiva con gli elementi vergini, i quali ci riferiscono, senza preoccupazione umana, il risultato previsionale delle cose prossime ad accadere', poiché è sciocco e vanaglorioso supporre l'uomo nella vita comune immune da qualunque influenza oscurante la sua potestà divinatoria. Il famoso mistero della solitudine che prelude alle potestà magiche in uomini di nessuna preparazione, si determina allo stato di immunità psichica di tutti i solitari. La vita di santità di alcuni monaci salmodianti è identica a quella di un contadino che viva in perfetta solitudine senza pregare e di un marinaio che, lontano dal consorzio civile, passi il suo tempo alla pesca.

La mancanza in tutti i tre casi di influssi psichici e di moventi passionali, che affrettano lo stato di assorzione psichica, rendono costoro facili lettori dello spirito emanante dalla Natura viva e il loro giudizio premonitorio ha spesse volte risultati sorprendenti. Pel popolino è vecchia abitudine nella Italia del Centro e del Mezzogiorno di dimandare a siffatti solitari, responsi che sono molte volte infallibili(7). F. H. Myers nello studiare il meccanismo dei sogni profetici sbaglia se procede dall'esame preconcetto esperimentale degli stati ipnotici, poiché lo stato naturale di libertà psichica, conseguente ad una lunga preparazione di vita solitaria, non ha nessuna corrispondenza con le prove di gabinetto eseguite con organismi patologicamente anormali, che si prestano alla determinazione di una cosi detta visione medianica che è carica di tutto un influsso di vita movimentata la quale colpisce quella essenza animica o mentale che gli stati ipnotici pretendono di mettere a nudo.

L'educazione magica quando era possibile un noviziato vero e proprio di arte augurale, creava nel neofito la immunizzazione psichica che è di pochi uomini veramente straordinarii. Oggi che tal preparazione non è possibile è il vero e proprio isolamento materiale e meccanico quello che può dare dei risultati. I sogni, non come risultati telepatici tra anime di defunti e di vivi, ma visioni percettive del linguaggio della natura universale, ordinariamente si osservano più limpidi nei fanciulli che negli adulti e nei vecchi. Il buon consiglio spontaneo, quasi parola di Nume, emerge facile dalla bocca dei vecchissimi e dei pazzi! si osservi in questa gradazione quanta preponderanza abbia su gli uni e su gli altri, dai maggiori effetti di verità, lo stato di disinteresse e di purificazione dall'attività dell'ambiente.

L'interpretazione però che si crede la cosa più ovvia nei casi di sogni piani e determinati, è un esercizio della facoltà più precisamente profonda dell'intelletto se supera anche il valore della chiaroveggenza nei sogni lucidi. Il solitario nelle sue condizioni di giustizia, o di immunità, quando è atto a veder limpidamente, in un sogno intricato di un cittadino che vive di preoccupazioni, mette in gioco quelle stesse proprietà percettive che la forma drammatica o sceneggiata di un sogno di lui renderebbe semplice. Cosicché il doppio valore della rappresentazione visionale sonnambolica e della interpretazione dei segni esteriori della natura o delle forme cerebrali rappresentative hanno fondamento esclusivo sulla verginità del sognatore o interprete. Da questo non voglio concludere né consigliare che lo stato monastico o quasi, debba essere preferibilmente e necessariamente una preparazione alla conquista delle doti di divinazione. Intendo invece additare allo studio di coloro che vi si accingono i casi ordinari di predisposizione naturale alla audizione o lettura di questo Gran Pane e Dio universale eloquente, che è la manifestazione intelligente armonica della natura viva.

III.

Il culto del Dio Pane si trova in Egitto, tra i Greci e tra i Romani. L'iconologia, cioè la rappresentativa o la immaginativa religiosa, influì grandemente a modificare nelle sculture, nelle incisioni e nelle pitture le attribuzioni dei numi come nei templi erano stati creati; e nelle investigazioni posteriori alle loro origini, si trovano questi iddii sfigurati anche dagli scrittori che a noi in modo discordissimo ne hanno tramandate le origini. Il dio Pane ne è un esempio spiccato, tanto iconologicamente quanto dal punto mitologico. È vero che a distinguerlo dai Satiri e dai Silvani e dai Fauni basta la siringa tipica che raccoglie il suo spirito, ma tra Fauni, Silvani e Satiri il dio Pane bene spesso è confuso. In quanto alla sua origine v'è chi lo dice figliuolo di Mercurio, chi di Giove e di Callisto, chi di Giove e di Ibris(9), chi figliuolo lo dice di Mercurio e Penelope. Omero racconta che la nutrice spaventata dalla grottesca sua figura ricusò di allattarlo, che Giove e Bacco ne risero.

Se ne spaventavano le Ninfe a cui faceva violenza ed Apollodoro lo rende maestro di Apollo nell'arte della Divinazione. Osceno fu soprannominato Inuus(10). Ed il carattere osceno, lussurioso, voluttuoso lo accompagnò durante tutta la sua vita Divina, a tal punto brutale che Ovidio ci racconta la sua topica amorosa nella grotta di Onfale(11). I versi di Silio Italico ce lo dipingono come ogni buon pagano doveva rappresentarselo(12).

IV.

Gli studiosi delle scienze animiche, se rivolgessero tutta la loro attenzione allo studio degli dei delle religioni sparite, e continuassero con alacrità l'investigazione sulla etimologia sacra dei nomi e sulla intenzione mitica delle forze che ciascuno intendeva di rappresentare all'occhio plebeo, rinverrebbero la chiave di molti misteri dello spiritismo moderno e delle facoltà medianiche(13).

Le qualità attribuite agli dei e spessissime volte rappresentate con simboli da cui il cattolicesimo ha attinto a larghe mani, nascondono velate leggi ed idee contingenti le quali alle anime più sottili parlerebbero un linguaggio nuovo. Voglio dire che la chiave non solo di leggi metafisiche ma fisiche ed occulte ed ignorate si rintraccerebbe in queste fonti da cui rifuggono gli studiosi moderni contenti di quello che sulla materia esprimono gli archeologi.

L'esempio di questo simbolo naturale, Pane, sembra una esercitazione di erudizione facile quasi e fuor di luogo: ma io ho ricordato cose di una importanza simbolica che dovrebbero aprire le luci intellettuali a tutti i dilettanti di metafisica. Il fatto che gli antichi a questo dio Pane, rappresentante della natura universale e maestro di divinazione, perfino di Apollo, abbia per suoi attributi la maschilità violenta, divenuta satiriasi, non deve essere considerata succida fantasia di sacerdoti empirici ignoranti dei rapporti tra la manifestazione lasciva di cui il Pane portava le corna, e la voce che mandava il suo soffio attraverso le canne della siringa. Si dirà che tali qualità simbolizzate rappresentassero solamente la feracità della terra e l'emanazione della sua anima parlante, però io credo che chi ha potuto avere delle conoscenze rituali e pratiche delle religioni magiche vi potrebbe intravvedere le affinità tra i diversi poteri e manifestazioni dell'anima loquente della natura nella sua sintesi e delle anime particolari della umanità più avanzata.

Insieme al Kremmerz, col quale ho comunità di studi, io credo che gli italiani, per iniziarsi ai veri, potrebbero lasciare da banda le sdolcinature buddiche campate in aria ed approfondire, con utilità certamente superiore, tutto il corredo più complesso del pantheon greco latino di Roma, che raccolse quanto di più perfetto gli altri simbolismi avessero dato alla umanità, preoccupata di far parlare la sfinge con dati di positività tanto nell'ordine intellettuale quanto nel magico oggettivo. Beninteso però che tale studio dovrebbe procedere, spogliando le favole e le descrizioni mitologiche di tutta la zavorra della quale fu impiastricciata dalle scuole grammatiche e dalla calunnia metodica degli scrittori intinti di un cristianesimo balordo ed ignorante, che, nel periodo della decadenza romana, rappresentò innanzi ai saggi del gentilesimo ciò che v'è di più superficiale e incerto in materia di scienza sacra. Con soddisfazione si può considerare quanto i moderni studi religiosi, che vanno compiendosi in ogni parte del mondo, contribuiscono a far rilevare la povertà dottrinale delle origini cristiane, assimilazione alle forme culturali dei gentili; culto saccheggiato e rimesso a nuovo perfino con ruderi dei monumenti più pagani e Roma ne è un esempio ad ogni passo, fino in S. Pietro. Perfino il simbolo della croce, che la maggioranza indotta ritiene esclusivamente cristiana, è un'adozione della magia religiosa assirica e greco romana anteriore alla bellissima e pietosa istoria della crocifissione del Cristo.

V.

Ma ritorniamo al nostro proposito. La natura è loquente considerata come intelligenza sintetica ed espressiva, e come anima delle singole manifestazioni fuori l'artificio umano. L'evocazione di questa intelligenza della'natura è la chiave della divinazione artificiale e naturale dei Romani; così chi sa intendere questa eloquenza delle forme diventa il facile vaticinatore augurale.

Per trovarsi nell'aura delle forme evocatorie di magia basterebbe andare nei siti d'Italia, nei quali l'anima pagana con tanti secoli di cristianesimo sovrapposto si può dire ancora intatta e scoprire, raccogliere, annotare tutti i piccoli procedimenti che, rimasugli dell'antico, anche con le forme cattoliche, si sono continuate. Certo nelle regioni italiche del settentrione, nelle antiche regioni cisalpine e padane non si potrebbe far messe più abbondante quanto nell'Etruria, nel paese degli Osci, nel Sannio, nella Peucezia, nella Magna Grecia, in Sicilia e nel Lazio, e nella Campania, dove sono ancora viventi, nella superstizione popolare, metodi divinatori che ad uno osservatore acuto presentano la visione di una intuizione tutta gentile della eloquenza pantèa, nei casi in cui la natura s'interroga, perché parli con un responso preciso.

Dei miei lettori italiani, chi è che non potrebbe citare direi di questi piccoli metodi interrogativi, sparsi per tradizione nelle campagne e nei centri popolati dalle anime latine e greche, perpetuate attraverso tutta la sovrapposizione di credenze e di riti, e di culti del cattolicesimo medievale e moderno? Quando nelle storie alle nuove generazioni si ricorda che i Greci e i Romani, come nella età di mezzo, i principi, in ogni contingenza grande o piccola, privata o pubblica ricorressero agli oracoli o agli astrologi, i giovani sorridono delle ingenuità dei tempi tramontati; mentre oggi stesso spiriti forti di ragionamenti negativi disprezzano pubblicamente la debolezza delle anime credule, ed appena presi da una paura o perplessità nel compimento di cosa bramata o temuta, ascoltano il parere della domestica che sogna o della moglie che fa le novene alle anime degli impiccati.

Credo invece che un metodo più logico e più scientifico si potrebbe annunziare, tentando di sviluppare nei volonterosi quella facoltà divinatoria che la novità del moderno linguaggio spiritista chiama medianità premonitoria. Ne espongo il procedimento come un consiglio da mettersi a prova.

Io nego che tale medianità preveggente sia proprietà di organismi speciali. Credo invece che tutte le anime abbiano un'attitudine certa, accertabile, e controllabile a prevedere le cose prossime, interrogando la natura pantèa, sotto qualunque forma empirica, razionale o religiosa e che basta la semplice volontà ferma, senza oscillazione, ad ottenere per visione ordinaria o per sogni una risposta esatta e precisa a domanda che interessa.

Per ottenere responsi di ordine visionale nella natura fisica basta la osservazione semplice, esatta nella unità complessa che la natura pantèa si presenta all'atto del responso; e per ottenere responsi nei sogni basta una preparazione nutritiva parchissima, di pochi giorni e lo stato sano dell'organismo.

Ciò che è difficile, e costantemente si troverà tale, è il possesso della intelligenza, o meglio dello stato intellettivo per comprendere il responso della natura intelligente che non manca mai. La pratica dimostrerà che io non nascondo la verità, né esagero, pur essendo sicuro della incredulità di parecchi, i quali appunto per non saper leggere in questo libro dei facili responsi, lo rinnega, poiché modernamente si ritengono per premonizioni le sole manifestazioni figurate, chiare ed in certo modo telepatiche, che corrispondono con esattezza di particolari alla realtà del successo. I responsi ordinari invece appartengono al nucleo comune dei sibillini i quali (qui sta il difficile) hanno bisogno della interpretazione intelligente, cioè precisa del linguaggio in cui si esprime il misterioso Pan.

Gli antichi possedevano i pubblici spiegatori di sogni, e seguendo metodi di investigazione omologhi ed analogici Artemidoro e Sinesio(14) hanno scritto perfino dei trattati da studiarsi attentamente e vi si constaterebbe con quanta frequenza le previsioni anche non richieste vengono date a tutti gli uomini indistintamente che abbiano un'anima atta alla sensibilità di percezione della natura loquente. Io escludo le forme dei sogni, in cui lo spiritismo potrebbe vederci l'intervento di anime libere di corpo umano, che meglio considerate nel gran numero dei casi, sono forme drammatiche nelle quali gli spiriti veri non hanno niente a vedere, né quella pretesa telepatia tra vivi e morti che si vorrebbe mescolare nei ritrovati moderni da chi non ha conoscenza della potestà pantèa conosciuta e malintesa, per luce astrale.

La locuzione oscura che si riscontra in ogni profetismo si presta a mille interpretazioni; la stessa significazione della parola sibilla dà il significato del simbolo(15). L'interpretazione intelligente, altamente ermeneutica, è parte principale del responso stesso il quale rimarrebbe, come rimase spesse volte ignorato, quando lo spiegatore è insufficiente. Quindi le due forme di divinazione artificiale e naturale si completano e si riducono alla precisione.

VI.

Per concludere riporto per chi ne abbia curiosità di pratica la forma talismanica per la conquista o l'esercizio della intelligenza del linguaggio pantèo, preso dal secondo libro di Mamo-Rosar-Amru, pontefice, libro tradizionale elle antiche iniziazioni della Magna Grecia.

Due piastre circolari metalliche, l'una di piombo sottilissimo, l'altra di rame, più spessa, unite pei centri con un chiodo triangolare di argento; nel disegno qui accanto riproducono la grandezza delle piastre e i segni geroglifici che devono incidersi sul piombo a) e nella figura b) i segni geroglifici da incidersi sulla piastra di rame. Nella confezione dell'amuleto le due facce incise devono combaciare e la saldatura deve essere determinata dal chiodo triangolare di argento che ne unisce i centri. Dice il libro che la parte metallica dei due piani deve essere preparata tra la decima e la ventesima ora dell'entrata astronomica del sole nella costellazione di Vergine; che le incisioni devono essere praticate da un artefice che abbia otto giorni di astinenza, e che nel momento del lavoro sia assistito da due giovanette vestite di bianco, e dalla persona che intende portarlo abbigliata di veste o abito nero e col capo raso. Compiuta la incisione le due vergini devono percuotere l'artefice con sette colpi di corda, allora colui che intende costruire per sé il talismano entra in possesso dei due dischi e separatamente rimette addosso, quello di piombo a sinistra e l'altro di rame a destra, e si avvia in un sito di acqua, ad una sorgente, fiume o lido, e prima immerga nell'acqua i due metalli, incisi separatamente e poi uniti, e nel palmo della mano beva poche gocce dell'acqua. Ritorni poscia in sito dove sia fuoco fiammante, faccia passare per la fiamma i metalli, prima separati, poi uniti, respiri tre volte la vampata indi arroventi il chiodo d'argento e saldi cosi i due dischi.

Darà l'amuleto per sette giorni in possesso di una delle due vergini e per sette all'altra poi lo faccia dall'ultima seppellire in un vaso di terra vegetale e lo tenga così fino al settimo giorno, del sole in Sagittario, e nell'ora precisa del sole meridiano, lo metta in dosso e comincerà a provarne l'effetto.

Dice il Maestro che dà risultati di ordine fisico, secondo la natura dell'uomo che lo porta; o risveglia delle sensazioni e tendenze genesiache, che possono assumere forme acutissime ed intense, o perfettamente il contrario determinando lentamente la mancanza graduale dell'appetito sessuale. Nell'un caso come nell'altro la chiaroveggenza nel simbolismo delle forme che si presentano tanto nella visione reale quanto nella visione dei Sogni si determina con un atto d'impulso rapido ed energico, che solo la lunga pratica può rendere continuo, aggiungendo che il carme venticinquesimo dell'oratorio di Izar che comincia: Rà càlim adiànda, recitato tre volte all'ora di meriggio, aggiunge rapidità maggiore alla esplicazione delle forze talismaniche.

Bisognerebbe che qualcuno provasse.

Se la prova riesce, s'imporrebbe lo studio del come e del perché due dischi di metallo e dei caratteri geroglifici possano rendere una mente attiva al punto da sorprendere il significato delle omologie e analogie del linguaggio delle cose elementari.

N. R. OTTAVIANO.

Roma, 10 luglio 1910.

1- PLUTARCO, negli Oracoli racconta la favola di Tamo che sentì e ripeté la voce il Gran pane è morto.

2 - KING, Babyloniam magic and sorcery, being the prayers of the lifting of the hand. — London, 1896 e MARTIN, Textes religieux ass. et bab. Paris, 1900.

3 - STIEBEL, Magie et religion. — Paris, 1903.

4 - Mosè la chiama Meonen.

5 - Negli Abruzzi ho trovato maggior numero di pratiche di stregonerie, e nella Campania e nella Basilicata ricordi pagani della divinazione sotto ogni aspetto interessanti.

6 - Il meteorismo ha, per esempio, azione sui nostri sensi e sui loro veicoli, i nervi; identica influenza sugli animali, sulle piante, sulle acque. La primavera si vede e si fa sentire come le altre stagioni. È influsso di condizioni astronomiche o meteoriche che agisce uniformemente anche sulla colorazione delle cose. Questa che è una ragione filosofica dei primi elementi di astrologia, può rivolgersi ed ampliare alla espressione del sentimento comunicativo tra uno spettacolo o visione naturale e le condizioni dell'animo in noi.

7 - Nello stesso ordine di percezione, la maggiore sensibilità premonitoria della natura vergine di fronte all'uomo, fa sì che l'osservazione ritenga nei casi divinatorii porre noi nella corrente di cui sono già carichi gli elementi considerati bruti, e ci traducono la verità. I riti fallici dei misteri antichi volevano dinotare appunto questa influenza dichiarativa e determinativa della rappresentazione inferiore sulla intelligenza umana superiore.

8 - I pastori dell'Abruzzo aquilano hanno sempre in mezzo ad essi qualcuno che ha fama di conoscere l'avvenire, e non vi è convento francescano che non ricordi qualche frate di spirito profetico. Il sig. A. M., armatore siciliano, mi raccontava pochi giorni fa di un suo vecchio pilota il quale in mare nelle lunghe navigazioni sapeva quello che succedeva lontano e quel che doveva avvenire senza sbagliarsi mai ed appena nei porti, perdeva le sue qualità di indovino per riacquistarle in mare. Nella regione di Otranto conobbi all'estate del 1895 uno di quei frati questuanti che vanno per la cerca nei campi e che diceva di parlare la notte col bambino Gesù e portava ogni mattina una piccola profezia a qualcuno; indagai la sua condotta ed ebbi da constatare che faceva vita di solitudine, era astemio e mangiava solo legumi.

9 - Nell'Ellade iniziata le parole avevano significato di omologia non grammatico. Ibrys voltato in volgare è stupro, ma nel sacerdozio è violenza per atto di dominio, ed il sommo padre Giove lo poteva e generò il mostro Natura figliuolo di Nume Maggiore e Maggior Nume anche egli.

10 - Da inire arcaico vuol dire prostituire: riflettano gli eruditi del cristianesimo sulle polemiche di Tertulliano, e quelli che in tali biasimevoli attributi leggono il senso oscuro pei profani, commiserino la ingenuità dei cristiani che non seppero intendere le forme mitiche.

11 - Entrati in una grotta Ercole e Onfale, il primo abbigliato da donna e la seconda da uomo, Pane prese Ercole per Onfale e lo assalì... restandosi malconcio con un pugno formidabile.

12 - Pendenti similis Pan semper et imo

Vix ulla iscribens terrae vestigia cornu

Dextera lascivit caesa Tegeatide capra...

ed il resto.

13 - Leggo assiduamente molte pubblicazioni di teosofia europee ed americane e non so rendermi conto perché gli studii sulla rappresentativa del culto bramanico non insegni e non attiri l'attenzione di chi vuole imparare. Dall'Ars Regia di Milano si son date alle stampe uno studio del Signor G. R. S. MEAD, sul Cristianesimo Gnostico che è un'ottima opera di erudizione scritta da un profano allo Gnosticismo e muta alle anime assetate di verità; e un altro della Signora I. COOPER OAKLEY Mistical traditions che mancando di meglio fa del pudding occultista con ignoranza delle leggi occulte pari alla bontà dalla romantica esposizione di tante cose che si leggono piacevolmente. Non vedo però tra cotanto indianesimo e cristopedia perché Brama e i suoi dii non son presi in considerazione maggiore da scrittori che più competenti si mostrerebbero a spiegarci che cosa nasconde la dottrina del sacrificio bramano e gli idoli polibrachiali.

14 - L'ARTEMIDORO è facile trovarlo in Italia: tradotto in Volgare, fu stampato a Venezia alla fine del XVII secolo. Del SINESIO non conosco che la traduzione latina fatta da Girolamo Cardano, e la si può consultare nelle sue opere.

15 - Consiglio di dio?

 

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