NAPOLI ED I RITI EGIZI: UNA STORIA ATTRAVERSO I SECOLI – DI UMBERTO BIANCHI

Visite: 5509

napoli magicaDa sempre l’Egitto esercita un irresistibile fascino sulla cultura occidentale. Un fascino che, nonostante lo scorrer dei secoli, si è praticamente mantenuto intatto, producendo degli interessanti lasciti culturali di cui, almeno la cultura ufficiale, non si è mai voluta occupare a sufficienza. Una delle località-simbolo di riferimento di queste influenze e delle relative contaminazioni culturali, è situata proprio in Italia, in quel di Napoli ed ha come proprio epicentro geografico, tutta la zona circostante Piazza Nilo. “Neapolis/Napoli” sorse quale colonia della Magna Grecia e, in virtù di quel processo di sincretismo culturale ed interscambio che, in Età Ellenistica, trova il proprio momento di massimo fulgore , importa il culto della Dea Egizia Iside all’interno della propria “koinè” culturale, in questo seguendo un tendenza che aveva avuto i propri prodromi nel V/VI sec. AC in località di ambito italico quali Palestrina e che avrebbe conosciuto una ulteriore espansione in Età Romana, nelle nuove città della Gallia romanizzata, quali “Par-Isis/Parigi”.

Quello di Iside, fu un culto le cui fortune continuarono sino all’epoca terminale del mondo classico, tanto da far prospettare l’idea che il culto mariano, altri non fosse che una riproposizione in versione cristiana, dell’archetipo materno incarnato da Iside medesima. Fatto sta che, oltre a quello di Iside, tutta una serie di culti ed il loro portato esoterico ed iniziatico, lasciarono un retaggio culturale e di impostazione che andò via via arricchendosi ed integrandosi di nuovi elementi, anche durante i secoli bui dell’Età di Mezzo o durante quelli della scettica ed empirista Età dei Lumi e ben oltre ancora, sino alla contemporaneità. Per far maggior chiarezza e capire di cosa stiamo parlando, l’Europa dei secoli 17° e 18°, nonostante il progressivo avvento delle istanze proto illuministe e razionaliste, con Berkeley da una parte e Cartesio dall’altra, nonostante i precedenti sconvolgimenti determinati dalle Guerre di religione tra cattolici e Protestanti, viveva appieno un fermento di cultura esoterica e filosofica, retaggio della riscoperta del Neoplatonismo che aveva avuto nell’Età rinascimentale, il proprio momento apicale.

Agrippa di Nettesheim, Paracelso, Giordano Bruno, Tommaso Campanella, Robert Fludd e tanti altri ancora, furono gli eroici protagonisti di un’epopea di pensiero, spesso oggetto di serrate critiche, sia da parte degli ambienti religiosi che dea parte del nascente Illuminismo. A tale scopo, la necessità di mantenere la segretezza di copertina arcano arcanideterminate modalità di conoscenza, trovò in gruppi cone i misteriosi Rosa Croce, con il loro “ Le nozze Chimiche di Kristian Rosenkreuz” il loro manifesto d’azione. A Napoli in particolare, nel 1767, la leggendaria figura di Cagliostro, avrebbe portato da Malta, quei “rituali” che facevano parte del bagaglio di conoscenze di pratica iniziatica ed esoterica, praticati nella Loggia “Discrezione ed Armonia”, nella quale era stato iniziato nel 1766 insieme a Luigi D’Aquino di Caramanico, cugino di quel principe Raimondo di Sangro, che assumerà un ruolo di primaria importanza nel panorama esoterico partenopeo. In questo periodo di fermento, il più antico e blasonato Ordine di Malta, aveva mostrato un forte interesse allo studio di alchimia ed ermetismo, proprio con personaggi come Manuel Pinto de Fonseca, Gran Maestro dell’Ordine dal 1743 al 1773, con cui Cagliostro intrattenne un rapporto di feconda amicizia. A Napoli ai rituali della “Discrezione ed Armonia”, il principe D’Aquino di Caramanico e Cagliostro, avrebbero provveduto ad aggiungere un ulteriore bagaglio di conoscenze teurgiche ed alchemiche rappresentato da quell’insieme di prescrizioni rituali, conosciuto come “Arcana Arcanorum” o “Scala di Napoli”. Ad onor del vero, però, andrebbe ricordato che la scelta di Napoli per questo genere di vicende, non è casuale. Il culto di Iside ivi trapiantato, avrebbe trovato il suo humus naturale in una locale corporazione di egizi ivi esistente sin dall’età imperiale ed il cui lascito, a detta di qualcuno, sarebbe stata Il culto egizio adattato a Fratellanza magico-ermetica, proprio nella zona che tutt’oggi porta il nome di Piazzetta Nilo. La sintesi tra i misteri egizi e la locale spiritualità italica, e pitagorica in particolare, presente a Neapolis/Napoli, avrebbe dato luogo alla costituzione di un misterioso Ordine, tramandatosi nel sino ai nostri giorni. Fatto sta che, al di là delle varie e leggendarie attribuzioni, effettivamente tra il ‘500 e il ‘600, Napoli visse una vera e propria rinascita della cultura magico-ermetica, sia attraverso l’esperienza dell’Accademia di Giovanni Pontano, che con la presenza di studiosi del calibro di Giordano Bruno e Tommaso Campanella, i quali studiarono ambedue al collegio di San Domenico Maggiore, vicino alla Piazzetta Nilo ed al Palazzo De Sangro. Non senza voler dimenticare le presenze di personaggi come il marchese Francesco Maria Santinelli, noto con lo pseudonimo di Fra’ Marcantonio Crassellame, uno dei maggiori ermetisti dell’epoca il quale frequentò a Roma, l’Accademia di Cristina di Svezia e l’altrettanto famoso Giovanbattista Della Porta. Le premesse perché Napoli divenisse una delle città protagoniste della rinascita di un pensiero filosofico-esoterico, imperniato sulle misteriosofie egizie, c’erano tutte. Ma ad imprimere una decisiva spinta allo sviluppo ed all’organizzazione di queste istanze, fu unicamente l’opera dei vari Cagliostro e Raimondo di Sangro. Le istanze della misteriosofia egiziaca, si concretizzarono in due organizzazioni: la prima è il “Rito di iside 2Misraïm” la cui nascita è ufficiale è nel 1801 a Venezia, fondato dal cosiddetto “Filalete Abraham” (ieronimo dietro il quale probabilmente si cela il conte Tassoni). Ma, in realtà, vi sono prove che una Loggia di tale Rito esistesse già a Zante dal 1782 e a Venezia dal 1796. Fatto sta che tale organizzazione si dividerà subito in due filoni di pensiero: il primo creato dai fratelli Bedarride, assumerà una connotazione gnostico-cabalistica, lontana dalle originarie istanze. Mentre una seconda filiazione rimarrà fedele alla originale matrice egiziaca. Il secondo, ma non meno importante, raggruppamento esoterico di derivazione egiziaca è l’Ordine Osirideo Egizio, le cui origini sarebbero da attribuirsi all’esoterista Domenico Bocchini, (alias Geronta Sebezio, alias Nicodemo Occhiboni, 1775-1840) (quantomeno nel ruolo di ispiratore ed ideatore del gruppo…) che, passato attraverso varie esperienze di Logge massoniche, entrò in contatto con il circolo degli ermetisti che si ispiravano al barone Di Sangro.

Il Bocchini ebbe come discepoli Pasquale De Servis (Izar) (1818 – 1893) e probabilmente il padre dello stesso Giustiniano Lebano, Filippo, avvocato legato alla massoneria. Più tardi, De Servis e Lebano insieme ad Orazio De Attellis, Giuseppe Gallone e Crescenzo Ascione, costituirono l’Ordine Osirideo Egizio o Grande Oriente Egizio. Con la morte del De Servis, il Lebano fu affiancato da Leone Caetani , nipote di Michelangelo Caetani, e da Giuliano Kremmerz, al secolo Ciro Formisano (1861-1930) e successivamente da figure di considerevole caratura, quali Eugenio Jacobitti e Giacomo Catinella. Successivamente, Giuliano Kremmerz, avrebbe preso le mosse per dare origine alla Fraternità Terapeutica di Miriam, non dopo aver costituito all’interno dell’Ordine Egizio, una branca denominata Ordine Osirideo. Uomo del suo tempo, al pari di altri consimili autori, il Kremmerz, fece del pensiero e del sapere magici, un oggetto di massiccia divulgazione, in conformità a quello spirito “fin de siecle” che vedeva la convivenza e l’intersecarsi di elementi di modernizzatrice avanguardia e motivi di magico irrazionalismo, alimentati dall’irrompere delle masse e delle loro necessità sul proscenio della storia. Il tutto, di contro ad una concezione del sapere che, specialmente in ambito italico e partenopeo, era rimasta relegata a pochi iniziati. In questo nuovo contesto organizzativo, al Grande Oriente Egizio, sarebbe dovuto rimanere il compito di supervisionare il tutto. Pertanto, alle scuole miriamiche era stato dal Kremmerz, affidato il compito di connettere le istanze profane con quelle di più elevata caratura, in una modalità di riferimenti organizzativi gerarchicamente strutturati, che vedeva le scuole di cui sopra, riferirsi all’Ordine Osirideo e questo, infine, al Grande Oriente Egizio. Ma le cose, a quanto ci è dato sapere, presero un’altra piega. Il fenomeno di frammentazione in ambito iniziatico, riguardante sia le scuole miriamiche, a seguito della morte del Kremmerz, che le altre consimili strutture, portarono l’intero ambito esoterico ed iniziatico di matrice “egiziaca” a seguire percorsi differenti, sino ai giorni nostri.

Questi sinora gli eventi, descritti nelle loro linee generali, senza ulteriormente entrare nei risvolti degli sviluppi e dei rapporti tra i vari gruppi, cosa per la quale, sarebbe necessario un ulteriore articolo. Ad onor del vero, è necessariolebano 3 tenere bene a mente che, trattandosi di vicende legate a gruppi a forte connotazione esoterica, queste possono esser soggette ad inesattezze ed incertezze di tutti i tipi. Secondo poi. Quando si parla di sapienza “egiziana”, bisognerebbe tenere a mente che i riferimenti vanno, per lo più, alle sintesi misteriosofiche scaturite in ambito ellenistico, di cui il culto di Iside, al pari di quello di Mithra o quello delle stesso Ermete Trismegisto, rappresentano le manifestazioni più rilevanti. Questo non significa che precedentemente all’Ellenismo non esistessero misteriosofie. Sin dall’Età Classica, all’Egitto si è guardato quale capostipite e patria dei saperi magici e misterici. Si dice che lo stesso Pitagora, si sia recato in iniziatico pellegrinaggio in quelle terre, prima di iniziare ad elaborare e diffondere le sue idee. Diciamo che l’interscambio tra le culture mediterranee era molto più limitato, dall’esistenza di un forte principio identitario che ne caratterizzava le varie “koinè” etno-culturali.

Andrebbe inoltre chiarito, cosa i vari gruppi di cui abbiamo sin qui trattato, si andavano prefiggendo. Questo proprio al fine di evitare delle, quanto mai, esiziali confusioni tra piani e modalità di agire che, solamente perché accomunate da termini quali “esoterico” o “iniziatico” o “massonico” , in verità nulla hanno in comune. I gruppi di cui abbiamo qui trattato, si sono prefissi lo scopo di occuparsi di una forma di conoscenza “magica”, in grado cioè, attraverso un vero e proprio percorso di conoscenze e di lavoro sull’ “IO”, di collocare l’iniziato in un superiore piano di realtà, dal quale poter operare tramite una azione appunto “magica”, al fine di poter arrecare modifiche al sottostante piano materiale. Pertanto, nulla a che vedere con quelle congreghe di affaristi, intriganti ed opportunisti da quattro soldi che, sotto la copertura di un quanto mai vago e confuso alone di mistero, di tutto fanno, tranne che lavorare sul “Sé”. Quelle che avrebbero dovuto divenire delle vere e proprie scuole di “terapia”, per uno spirito occidentale malato di un superficiale economicismo, in grado di connetterne gli spiriti guariti a superiori forme di sapere, arrivando a creare così, delle vere e proprie elites iniziatiche, atte a guidare i popoli e gli stati d’Occidente,all’insegna di un nuovo “ethos” , hanno, invece, continuato nel loro irreversibile percorso di frammentazione e chiusura. Quello che poteva farsi nuovo faro per un Occidente ed un mondo obnubilati dalla cappa Tecno Economico, è rimasto a livello di una forma di sapere settario, riservato ad una ristretta cerchia di specialisti. La plurimillenaria vicenda dell’Occidente, però, ci insegna che quello che può inizialmente manifestarsi quale isolato fenomeno culturale, può farsi processo di pensiero trainante se i manifestino condizioni e contraddizioni tali, da permetterlo. L’anima irrazionale dell’Occidente aleggia su tutta la sua lunga Storia e, statene pur certi, non tarderà a farci meravigliare ancora.

“ La voce ‘Egitto’ in arcano non era intesa per quel luogo geografico comunemente conosciuto. La voce Egitto è pimandria di Aig-Ipt-Os. Spiegate le varie voci con l’ermeneutica s’intendeva ogni Urbe Arcana collegata alla vasta fascia dello zodiaco urbico dell’universo arcano. Egitto quindi è voce arcana che spiega: il Mondo Arcano. E gli Egizi furono detti i Subcostituiti”
(Giustiniano Lebano).