AGITATA CRESCUNT1
Ulteriori documenti sulla vera identità di N.R. Ottaviano ed un’inedita lettera di Leone Caetani.

di G.F. Maddalena Capiferro

Nel numero 2 di ELIXIR, Equinozio di Primavera 2006, un auto referenziato quanto ironico N.R. Caesar Augustus, nell’articolo  “Non Confunditur”, ipotizzava con una serie di dati ed argomentazioni, l’identificazione dell’inafferrabile, enigmatico N.R. Ottaviano, autore di due importanti interventi sul Commentarium per le Accademie Ermetiche del Dott. Giuliano Kremmerz, con il principe Leone Caetani2.
Stimolato da tale contributo, del quale condivido molte considerazioni e conclusioni, ho cercato, percorrendo una strada cronologicamente diversa, di giungere all’identità del misterioso ermetista, sfruttando soste e tappe biografiche, dettagli storici solo apparentemente secondari, memoriali e diari, nonché, ove possibile, impressioni e annotazioni di terzi3. Segnalo per correttezza, gli interventi sul blog4 di N.R. Caesar Augustus contro l’identificazione N.R. Ottaviano versus ingegner Augusto Koch e le sue puntuali ed esaurienti risposte agli articoli degli aficionados e pasionarie delle improbabili ricostruzioni “dysneilandiane” di semoventi casse e bauli stracolmi di documenti del nebuloso Ordine Osirideo Egizio, saltellanti da un continente all’altro. Mia convinzione è, infatti, che quest’Ordine vada considerato, ormai, in modo realistico e non più mistico-religioso, anche e soprattutto in relazione all’ascenso individuale. Da sempre è nell’uomo il bisogno di costruire, credere, disporsi in atteggiamento fideistico nei confronti del mondo degli eventi e delle  reazioni emotive che questi provocano nell’animo umano, risultandone una dimensione di miti ed eroi caratterizzantesi nel tempo. Senza addentrarci nell’argomento che implicherebbe il coinvolgimento di archetipi ed inconsci orizzonti junghiani, usando un linguaggio e strumenti esotericamente più idonei, citerei a riguardo, le stesse parole del Kremmerz, quasi in risposta al pensiero di Ottaviano,nel significativo suo le Idee e le Persone5 : “… Continuo a far appello alla buona volontà e metto te, novizio, in guardia perché tu intenda che la Schola non è persona, ma idea, anche il sottoscritto potrebbe essere un’idea che non ha persona… Sii demolitore delle frottole e comincia ad aver fede e coscienza in noi.”
Lo spirito, quindi, che trascende la persona e le cose, è il pensiero diventato realtà.
Con questa doverosa premessa che chiarisce la posizione di chi scrive nei confronti di Superiori Incogniti, ordini e capitoli occulti, misteriosi personaggi vestiti di nere palandrane che mettono al sicuro valigie colme di  documenti e magiche rituarie, passiamo a considerare i fatti, quelli veri, nel caso che andiamo esaminando,  relativi all’identità Ottaviano-Caetani, prendendo avvio da una data riportata nel n.1 del Commentarium (Anno I del 25 Luglio 1910). In esso, l’articolo La Divinazione Pantea, contiene due indizi importanti per la nostra “indagine”.
A pag. 13, in nota, si citano, a sostegno del credo sacerdotale assiro-babilonese circa il contatto intelligente di Ea con i demoni che agitano l’essere umano, le pubblicazioni, pionieristiche per l’epoca (1896-1903), di King, Martin e Stiebel. Si consideri, infatti, che è solo dalla seconda metà dell’800 che il cuneiforme babilonese viene correttamente decifrato e la sua interpretazione univocamente accettata6, mentre ancora ai primi del ‘900 incertezze esistevano per la prima e più autentica scrittura sumerica7. La citazione, pertanto, dei testi di Leonard W. King Babylonian Magic and Sorcery edito a Londra nel 1896, di Francois Martin Textes Religieux Assyriens et Babyloniens ,Parigi 1900 e di R. Stiebel, Etude sur la Magie et la Religion, Parigi 1903 (traduzione francese del noto Le rameau d’or di J.G. Frazer), portano ad attribuire la paternità dell’articolo sulla Divinazione Pantea, con buona dissipazione di dubbi, al principe capitolino8. Non altri, per i tempi, attesi i frequenti viaggi in Inghilterra9 ed i contatti con varie librerie internazionali, avrebbe potuto acquistare tali particolarissime e specializzate pubblicazioni. Tali soggiorni hanno spesso motivazioni scientifiche come, tra i documentati, quelli del 1892 (5-12 settembre) di Londra, in cui figura  tra i membri del IX International Congress of Orientalist, convegno internazionale del quale farà parte, a Parigi, anche nell’aprile del 189710. Sarà , nel 1913, Leonard King (lo stesso autore citato da Ottaviano), in qualità di segretario del British Museum, ad invitare il Caetani11 a relazionare con un suo contributo, all’International Congress of Historical Studies a testimonianza della conoscenza datata tra i due12 e della considerazione del mondo scientifico per l’aristocratico italiano. Sappiamo, del resto, che la conoscenza della cultura, dei luoghi e della lingua araba avevano motivato il ministro degli esteri Alberto Blanc a preferirlo per una spedizione con finalità di missione diplomatica, nel 1894, con la Persia. Attraverserà l’Egitto, la Siria, la Palestina, le attuali Iraq ed Iran, rientrando in Europa, alla fine del viaggio, da Mosca13. Di non secondaria importanza, sono i rapporti di stima ed amicizia dell’aristocratico arabista con Franz Cumont 14che invitato a collaborare all’iniziativa degli Annali dell’Islam per le sue ricerche sul Manicheismo, nel 1915, lo proporrà a candidato membro dell’Istituto Belga15.

L’altro indizio importante, determinante in realtà, è rappresentato da una data ed un luogo. Nella nota 3, a pag. 15 del citato articolo La Divinazione Pantea nel sostenere l’attitudine delle popolazioni rurali del meridione alla divinazione, l’Autore, indirettamente ci racconta di una sua permanenza, nell’estate del 1895, in Terra d’Otranto16. Al contrario di quanto  ricercato da N.R. Caesar Augustus nel suo Non Confunditur, che aveva considerato la data (25 ottobre 1910) in calce con la località Scurcola Marsicana17 , ho voluto verificare  e accertare un eventuale passaggio, a questa data, del Caetani nelle località indicate da Ottaviano. All’epoca, la penisola salentina ab antiquo menzionata Terra d’Otranto, comprendeva in una sola provincia le attuali di Lecce e Brindisi18. Dalla documentazione dell’Archivio Leone Caetani, più volte citato, dell’Accademia dei Lincei, sappiamo che il principe capitolino doveva conoscere questi luoghi per avervi soggiornato seppur brevemente e “di passaggio”. Già nel novembre 1888, dopo la licenza liceale e come premio per la maturità, partiva solo per il suo primo viaggio in Oriente raggiungendo la Grecia19, l’Egitto e la penisola araba, dopo l’imbarco a Brindisi20. La domanda che avrebbe, poi, motivato la ricerca era: “Poteva il giovane Caetani aver lasciato traccia di una sua seppur breve permanenza in qualche località della regione di Otranto nell’estate 1895?”
I Caetani, in realtà, avevano ottime relazioni d’amicizia con i principi Dentice di Frasso, antica famiglia titolare dei paesi di S.Vito dei Normanni e Carovigno, attualmente in provincia di Brindisi e di Crucoli nel catanzarese, nonché plurisecolari patrizi napoletani. In particolare esiste documentazione di contatti tra don Luigi Dentice di Frasso (1861-1947) e della di lui consorte Emilia (Emy) Von Thurn Valsassina Vercelli (1866-1960) con i Caetani e, in particolare, con Leone.
Del principe Dentice, cavaliere d’onore e devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, deputato per il brindisino nel 1895, rieletto nel 1897, poi senatore del Regno nel 1908 e della consorte Emy, dama di devozione del S.M.O.M. e dama di palazzo della Regina d’Italia, si ritrovano brevi missive riguardanti Leone nell’Archivio Caetani dell’Accademia dei Lincei.  Biglietti e telegrammi, senza data i primi due, ma verosimilmente viaggiati tra il 1900 ed il 1901, relativi il primo ad un invito per Leone in qualità di testimone alle nozze di un non indicato familiare di casa Dentice21 (vi si raccomanda di recarsi all’appuntamento in municipio a Roma con gli altri testimoni, poco prima dell’ora fissata); il secondo22, un telegramma di felicitazioni da S. Vito dei Normanni per le nozze di Leone con Vittoria Colonna (20 giugno 1901); il terzo23, una partecipazione per la giovane coppia Caetani-Colonna alle nozze di Henry Egerton Piercy con la marchesa Diana Theodoli nel castello Dentice di S. Vito (1 agosto 1903); il quarto24,un biglietto funebre per la morte della principessa madre, Luisa Chotek Di Frasso (Roma, giugno 1898). Se sembrava dimostrata l’amicizia di Leone con i Dentice, bisognava dimostrare la sua presenza nel castello di S. Vito per l’estate 1895. Un mio contatto telefonico con l’attuale principe Giuliano Dentice mi ha permesso di accertare che datava in famiglia memoria della presenza di un Caetani tra gli ospiti illustri del castello, ma che il registro degli ospiti non è più in possesso della casata25. Non è stato possibile far luce sull’identità del fraticello questuante conosciuto in quell’estate da Ottaviano. Si serba, nel paese di S. Vito memoria di un religioso26, morto in odore di santità, che fra le virtù taumaturgiche ed i miracoli che gli venivano riconosciuti in vita e, soprattutto, dopo la morte, aveva anche il dono della divinazione, poteri che lo stesso attribuiva alla benevolenza nei suoi confronti da parte di Gesù Bambino. Le vicende terrene, tuttavia, di questo francescano riguardano il XVIII secolo e, quindi, non sembrano avere relazione con il pittoresco personaggio di cui si parla ne La Divinazione Pantea. Sempre alla ricerca di indizi sulla permanenza brindisina di Caetani che al punto in cui ero giunto mi sembrava molto verosimile, una ricognizione di qualche giorno nell’Archivio di Stato di Brindisi mi ha permesso di trovare un’altra piccola, ma significativa documentazione del rapporto tra Leone Caetani e Luigi Dentice per il mese di agosto 1895. Nella cartella 3 del faldone degli Atti Governativi dell’Archivio Storico del Comune di Brindisi, nella documentazione relativa alla tornata elettorale dell’onorevole Luigi Dentice Di Frasso, un telegramma  da Roma, trasmesso il 18 o il 28 agosto 1895 così riporta: “Ricevetti molto cordialmente sindaco Roma spedite qualsiasi altra comunicazione palazzo Caetani” Firmato  Leone (v.foto del documento [la foto è riportata su “Elixir” n° 9 – NdC]). Il telegramma, presumibilmente, faceva seguito a riscontro per la raccolta di fondi dai vari comuni d’Italia per la realizzazione di una colonna commemorativa con la vittoria alata da innalzare fuori Porta Pia, nel xxv anniversario della liberazione di Roma27. Il documento, oltre che provare il coinvolgimento di Leone nell’iniziativa del Comitato Romano presieduto anche dal padre Onorato, non ci dice altro; ma, averlo trovato tra la documentazione elettorale del principe Dentice aggiunge, forse, una consistenza maggiore alla nostra ipotesi.
In definitiva, gli indizi raccolti e la documentazione esaminata, ci portano a ritenere verosimile la presenza di Leone Caetani, in quell’estate 1895, nel brindisino, ospite degli amici Luigi ed Emy Dentice, nel castello di S.Vito28. Concluderei questo mio modesto contributo sull’identità “provabile” di N.R. Ottaviano, con le stesse parole di Leone Caetani nell’Introduzione agli Annali dell’Islam (Vol. I, pag. 13) :
“Se potessi un giorno sapere che le mie fatiche sono servite a qualcuno e che, fosse pure indirettamente, hanno contribuito alla composizione di altre opere migliori della mia, mantenendo vivo quel prezioso fermento della ricerca del Vero, mi sentirò soddisfatto; altro non desidero.”
(Tratto dalla rivista ELIXIR con il permesso dell’Editore).



1 Il più antico e meno conosciuto motto dei Caetani prima che le loro armi araldiche (ondato d’azzurro in campo d’oro) fossero inquartate con quelle dei Dell’Aquila con il matrimonio, nel XIV secolo, tra Roffredo III e Giovanna Dell’Aquila.

2 Da sottolineare che tale identificazione è condivisa dalla maggior parte degli esoteristi e degli studiosi di esoterismo seri italiani [NdC].

3 Nota è la testimonianza del Ricciardelli per il quale chi si celava dietro lo pseudonimo di Ottaviano era un principe romano emigrato in Canada dopo il primo conflitto mondiale. L. Raffaele di Santadomenica Considerazioni biografiche su Kremmerz e la Myriam. Roma, 1988. Pag. 62 [per il testo integrale vedasi il volume “Il Sole Arcano” di Pier Luca Pierini R. – Ed.Rebis – 2011 – NdC]. Dal canto suo Vinci Verginelli in visita, nel febbraio 1930, a Beausoleil al Kremmerz, avrebbe riconosciuto nello studio del maestro, appena sbirciato dalla soglia dell’ingresso, la barba inequivocabile del Caetani. G. Moggia, V. Verginelli (a cura di) Chymica Vannus. Bologna, 1999.

4 Interessanti gli articoli nell’Archivio del sito www. Cavalierivvangelo.com “La recidiva del morbo di Koch” e l’intervento di N.R. Caesar Augustus “Il morbo di Koch” sul sito  Saturnia Tellus del luglio 2006.

5 Commentarium, nn. 8.9.10, anno I, novembre-dicembre 1910.

6 Dopo decenni di intensi lavori e polemiche, nel 1857, presso la Royal Asiatic Society di Londra, i maggiori studiosi del cuneiforme, H. Rawlinson, E. Hincks, F. Talbot e J. Oppert tradussero in modo pressocchè identico un’antica iscrizione assiro-babilonese del re Tiglathpileser. G. Pettinato I Sumeri Milano, 2005. Pagg.55-56. Per una puntuale ed esauriente sintesi tra i primi viaggi, le scoperte archeologiche e la traduzione della lingua assiro-babilonese v.si R.W. Rogers A history of Babylonia and Assyria, New York, 1900.

7 La prima grammatica ed il primo vocabolario sumerico sono del 1914 ad opera di F. Delitzsch. G. Pettinato, cit. pag.57.

8 Nelle cartelle dell’archivio Leone Caetani dell’Accademia dei Lincei, la n. 1102, contiene articoli di magia assira di periodici esteri, tra il 1903 ed il 1908, relativi a recensioni delle opere di C. Fossey La magie assyrienne, di Reginald Campbell Thompson The devils and evil spirits of Babylonia e, sempre di Thompson Semitic magic, its origins and development. P. Ghione, V. Sagaria Rossi L’Archivio Leone Caetani all’Accademia Nazionale dei Lincei. Roma, 2004. Pag.276.

9 Già da ragazzo Leone trascorreva le estati nei castelli degli zii materni, Lindsay, a Londra ed Edimburgo. Anche dopo il matrimonio con Vittoria Colonna, conservò l’abitudine di trascorrere lunghi periodi tra l’estate e l’autunno in Inghilterra  tornando d’inverno  nel palazzo di famiglia a via Delle Botteghe Oscure. V. Colonna Di Sermoneta Memorie. Milano, 1937. Pag. 55.

10 P.Ghione, V.Sagaria Rossi Leone Caetani: l’oriente nella vita e nella storia. In M.C. Misiti Le mille e una cultura. Scrittura e libri tra oriente ed occidente. Bari, 2007. Pagg.121-136.

11 P.Ghione, V.Sagaria Rossi L’Archivio Leone Caetani…cit. pag. 241.

12 Tra i contatti del principe con il British Museum, una missiva del 1905, richiede l’autorizzazione alla riproduzione fotografica di un non meglio specificato bassorilievo assiro. P.Ghione, V.Sagaria Rossi L’Archivio, cit. pag.226.

13 Il viaggio, il più importante del Caetani, data dal gennaio 1894. Dopo Egitto e Palestina, raggiunge Gerusalemme, qundi, dal 2 al 12 febbraio prosegue per Damasco. Attraversa il deserto e il 15 marzo, con mulattieri persiani, giunge in Mesopotamia. Sulle rive dell’Eufrate visita i villaggi degli Yazidi. A metà aprile è a Baghdad, il 20 in Persia, per arrivare il 10 maggio a Hamadan da dove il 17 rientra in Europa a Mosca. Il I luglio è a Parigi.
P.Ghione, V. Sagaria Rossi L’Oriente nella vita…cit. pagg. 121- 140.
Il 7 giugno 1894, Leone sulle mura di Babilonia, coglierà fiori che allegherà ad una lettera per l’amica Maria Mocenigo che risponderà, poi, da Varese per ringraziarlo. P.Ghione, V. Sagaria Rossi L’Archivio Leone Caetani…cit. pag. 319.

14 Frequentatore, nei suoi soggiorni romani, del salotto della zia del principe, Ersilia Lovatelli, Franz Cumont manterrà una solida amicizia con i Caetani ed un ricco rapporto epistolare con la sorella di Leone, Giovannella, coniugata Grenier.
V.si Regesti , epistolari dell’”Academia Belgica” di Roma-Fondo Cumont. www.academiabelgica.it

15 www.academiabelgica.it   Fondo Cumont

16 Nella regione di Otranto conobbi all’estate del 1895, uno di quei frati questuanti che vanno per la cerca nei campi e che diceva di parlare la notte col bambino Gesù e portava ogni mattina una piccola profezia a qualcuno… Commentarium n. 1, Roma 25 luglio 1910, anno I.

17 N.R. Ottaviano Gnosticismo e iniziazione. Commentarium per le Accademie Ermetiche, nn.8-9-10, Bari, nov. Dicembre 1910, anno I.

18 Con l’avvento del Fascismo, verrà costituita la provincia brindisina. In precedenza essa faceva parte di quella leccese.

19 Corfù, Atene, Eleusi, Corinto, Maratona sono le sue tappe greche. Affermerà nelle sue memorie di sentirsi “magicamente” parte di questa terra. Rientrerà in Italia dalla stessa Grecia nel febbraio 1889 come testimonia una lettera (5 gennaio 1890) di Annabel Derham di Bristol conosciuta da Caetani nel viaggio in Grecia che lo ringrazia per le foto ricordo inviatele.
P.Ghione, V. Sagaria Rossi L’Oriente nella vita…cit. pagg.121-140.
P.Ghione, V. Sagaria Rossi L’Archivio …cit. pag. 168. D’ora in avanti ALCAL.

20 Il porto brindisino era conosciuto dai Caetani anche per speculazioni finanziarie tentate dal nonno Michelangelo, nel 1872, a capo di una cordata di imprenditori e finanzieri (principe Carlo Poniatowskj, duca Cesarini Sforza, commendator Tito Cacace, presidente della camera di Commercio di Napoli) che aveva acquistato vaste aree urbane per la Compagnia Internazionale SPA-Magazzini Brindisi in vista della tappa brindisina ferroviaria dell’Orient Express e marittima della Valigie delle Indie. Archivio- Stampe R. Lezzi, in copia presso il mio Archivio (inedito). Negli anni ottanta inviai copia del documento al compianto amico Marco Baistrocchi che me ne aveva fatto richiesta, per un articolo  che andava scrivendo sui Caetani e che non mi risulta sia mai stato pubblicato.

21 P.Ghione ,V. Sagaria Rossi-ALCAL pag.196. Erroneamente le curatrici della pubblicazione dell’Archivio indicano Leone Caetani testimone di nozze di un figlio della coppia Dentice-Von Thurn. In realtà, il loro primogenito, Ernesto, nato nel 1886, all’epoca non avrebbe avuto che 15 anni!

22 P.Ghione, V. Sagaria Rossi. ALCAL, pag.115.

23 P.Ghione etc. ALCAL pag. 433.

24 P.Ghione etc. ALCAL pag.435.

25 Il quaderno delle visite un tempo esistente nel castello di S.Vito comprendeva frammenti dal 1888 e organicamente, dal 1909, registrava il passaggio ed il soggiorno di ospiti illustri. Conservato nell’Archivio privato di D. Maria Dentice Bertino di Sassari se ne ignora ad oggi il possesso. In opere a stampa sui Dentice ed il castello di S. Vito, una successione di nomi decorre dal 1909. Tra i tanti blasonati amici e ospiti della famiglia, Umberto di Savoia, nel settembre 1943, la famiglia reale di Vittorio Emanuele III dal settembre al novembre 1943,  i principi Isabella e Marcantonio Colonna nel 1933, i principi Aldobrandini, l’ambasciatore d’Italia Guglielmo Imperiali, lo scrittore Guido Milanesi nel 1909, Guglielmo Marconi nel 1934, Irene principessa di Grecia e Danimarca nel 1937, l’aviatore Francesco De Pinedo nel 1926 e tanti altri che per ragioni di spazio, tralasciamo. Rif. In E. Filomena S. Vito dei Normanni ed il castello dei principi di Frasso. Martina Franca, 1985. Pag.109 e segg.

26 Padre Tommaso Pittalà da Bronte (1729-1797) dell’Ordine di S.Francesco dei Frati Minori.

27 L’iniziativa e la successiva attuazione del progetto furono realizzate dalla Società per il Bene Economico di Roma il cui consiglio direttivo aveva per Presidente il Prof. Guido Baccelli e vice Presidente il Duca Onorato Caetani , deputato al Parlamento. Depliant pubblicitario, Roma, 18 giugno 1895. Arch. G. Maddalena-Capiferro.

28 A titolo di cronaca, notiamo che in quella stessa estate, Francesco Crispi, Presidente del Consiglio, trascorreva le vacanze estive in Terra d’Otranto, a Maglie, nella villa del buon amico, senatore Achille Tamborino.

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