Misteri kremmerziani: l'enigma dell'identità Ottaviano - Leone Caetani

L’Enigma dell’identità Ottaviano/Leone Caetani

Un chiarimento definitivo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La interessante documentazione che segue è tratta da interventi, articoli e discussioni apparsi in rete o sulla rivista Elixir, in merito all’identità di Leone Caetani/Ottaviano. Occorre premettere che tale identità è rimasta indiscussa per molti anni e a tutt’oggi risulta confermata dai maggiori storici e studiosi di ermetismo e tradizionalismo italico, tuttavia, attese le numerose richieste pervenuteci in tal senso da lettori particolarmente interessati all’argomento, abbiamo ritenuto utile riproporne i testi più rappresentativi, in modo che ognuno possa trarne per proprio conto le conclusioni che ritiene più giuste.

L’origine dell’identificazione del misterioso personaggio che sulla rivista “Commentarium” si firma “Ottaviano” (ponendosi in alcuni punti in netto contrasto con lo stesso Kremmerz), con il principe Leone Caetani, può senz’altro in massima parte ricondursi alla ben nota biografia di R.Ricciardelli, pubblicata integralmente nell’opera “Il Sole Arcano” (seconda ediz., Rebis, 2011), nella quale scrive testualmente:

Kremmerz non fece mai il nome di Ottaviano. Possiamo però, con tutta certezza, identificarlo in Don Leone Caetani, Duca di Sermoneta, Principe di Teano, noto islamista, già deputato al Parlamento, emigrato nel Canada dopo la guerra 1914-1918 e morto a Vancouver (la Napoli del Canada) nel Natale del 1935. Infatti Kremmerz ha sempre parlato di “Ottaviano” come di un principe romano emigrato in Canada dopo la guerra 1914-1918 e che aveva ceduto la sua quota di proprietà presso Roma ai suoi fratelli. Condizioni tutte che corrispondono perfettamente al Principe Caetani. Ancora un dettaglio completa il quadro, e cioè che il Principe Caetani anteriormente si era dedicato a imprese boschive, fatto di cui spesso parlava Kremmerz. Dal punto di vista poi ermetico è da considerare l’assoluta somiglianza di stile fra i volumi di studi islamici di Caetani e i due (unici) articoli pubblicati da “Ottaviano” sul Commentarium. Troppe coincidenze perché sia possibile che un altro principe romano si sia trovato nelle stesse condizioni di Caetani.

Infine dirò una strana coincidenza ermetica: la famiglia del Caetani, possedeva i suoi beni a Velletri, comune circonvicino a Roma. Ora, è ben noto che Augusto Imperatore ebbe i suoi natali e la maggior parte dei suoi predii [fondi, possedimenti – NdC] familiari a Velletri! “Ottaviano” perciò da un punto di vista ermetico non è stato un semplice pseudonimo, ma nome ricordo della sua gloriosa precedente esistenza – come si diceva negli ambienti ermetici – quale Cesare Ottaviano Augusto.”

La testimonianza di Ricciardelli è da ritenersi in effetti attendibile oltre che importante ai fini della questione, in quanto assolutamente disinteressata e raccolta direttamente dalla bocca di Kremmerz, il quale – si noti bene – definisce esplicitamente “Ottaviano” principe romano, particolare molto  importante per una chiara disamina della questione.

Per altro possiamo aggiungere che vari altri personaggi “storici” dell’ermetismo kremmerziano, da Verginelli a Muciaccia, da Coraggia a Procesi, fino allo stesso nipote del Kremmerz, Ciro Pugliese, e al giudice Fenili, hanno sempre confermato tale identità.

Dall’articolo “Non Confunditur” (già pubblicato su Elixir 2 – Ed.Rebis, 2006 e qui riproposto con il permesso dell’Editore, che ringraziamo sentitamente), contenente l'importantissima testimonianza diretta del dr. Luciano Koch, nipote di Ottaviano Koch:

…il sottoscritto potrebbe essere un’idea che non ha persona. Le persone, gli uomini, le donne, le bestie,i vegetali, i batterii passano: chi se ne infischia più dei morti e della gente che passa?Ma tu analizza bene l’idea, non adorare e non odiare le bestie e le cose che passano…Sii demolitore delle frottole e comincia ad aver fede e coscienza in noi…Giuliano Kremmerz

NON  CONFUNDITUR

Ovvero se debba aver fine la polemica sull’identità di N.R. Ottaviano con Leone Caetani.

Stanco ed irritato dagli striduli versi di un’assiolotta pitiatica, di sfringuelloni maldicenti, gazzettieri prezzolati e sproloqui nella tormenta dell’ignoranza di folli incontenibili, vengo a fornire, ringraziando dell’ospitalità gli amici di Elixir, una verità indiziaria circa l’identità dell’apparentemente misterioso N.R. Ottaviano. La presunzione e la protervia, la menzogna e l’odio, ma soprattutto, la  paranoia delirante che circonda oggi ciò che rimane dell’aspetto pratico ed operativo dell’apostolato Kremmerziano, avendo ormai, di tutta questa cornice piene le… carte, mi inducono a doverosi, quanto necessitanti Non Confunditur[1] .

Al contrario delle varietà aviarie sopra menzionate, i galli ed i cigni, intanto, stroncati dalla ferale influenza, non annunciano più il ritorno del sole, né l’avvento di un nuovo mondo di giustizia e verità.

 

I) Non confunditur

Leone Caetani (1869-1935), principe di Teano e duca di Sermoneta (figlio primogenito di Onorato e Ada Bottle Wilbraham), laureatosi nel 1892 in Lettere, mostrò già in età giovanile una notevole passione per la cultura islamica che coltivò ed approfondì da vero scienziato con viaggi in oriente, con l’apprendimento di lingue quali l’arabo, l’ebraico, e l’assiro alla scuola di illustri islamisti dell’epoca quali Ignazio Guidi e Celestino Schiaparelli. Al di là dell’imperitura fama di grande orientalista[2], tra i maggiori della cultura occidentale, a noi preme in questa sede estrapolare l’aspetto esoterico e la sua esperienza iniziatica tra le fine dell’ottocento e l’avvento del primo conflitto mondiale. Questo focus on cronologico ci permetterà, infatti, di gettare le premesse per arrivare ad una sintesi conclusiva circa l’identità del “misterioso” N.R. Ottaviano.

Appena ventenne, tra il 1888 ed il 1889, Leone partecipa a tre avventurose spedizioni in Mesopotamia[3], in Egitto e nel  deserto del Sinai[4]. Nel 1894, con una sua carovana, si reca ancora in Egitto e Terrasanta, quindi nuovamente in Mesopotamia dove incontra gli Yezidi[5] e visita varie località dell’Eufrate (Mossul, En-Nagiaf, Baghdad solo per citarne alcune). Dopo la laurea, progetta il grande disegno di una storia analitica dell’Islam per il quale investirà energie e danaro per corredarlo di un’enorme biblioteca ricca di testi specializzati e manoscritti preziosi, nonché inedite fonti di bibliofilia antiquaria (confluiti, in seguito, nella Fondazione Caetani all’Accademia dei Lincei). Quasi certamente, del 1888 è la sua presentazione all’avvocato Giustiniano Lebano da parte della zia Ersilia Caetani Lovatelli (1840-1925), studiosa autodidatta di Archelogia classica, accademica dei Lincei, fautrice di un frequentatissimo salotto culturale e amica di intellettuali quali G. Carducci, G. D’Annunzio, F. Martini, T. Mommsen, I. Guidi ed altri tanti. Alla zia Ersilia, Leone deve, fra l’altro, la designazione ad accademico dei Lincei (1911) e la campagna politica che lo vede parlamentare eletto nelle liste dei democratici liberali (aprile1909). La sua campagna elettorale era stata preceduta dall’ultimo viaggio in Oriente (Egitto, Palestina e Siria) e dalla direzione del comitato dei soccorsi ai terremotati di Messina. La devozione e la venerazione per il Lebano, la gratitudine per la veloce ascesa nell’Ordine Osirideo Egizio della cui operatività il maestro Sairitis Hus era il legittimo depositario e dispensatore, lo coinvolgeranno in una rivisitazione “caldea” del corpus dottrinario dell’ordine[6] (v. Oracoli caldei,  i Libri di Mamo Rosar Amru, l’oratorio di Izar ).

Del 1910 è il pamphlet Il cattolicesimo anticlericale e la ribellione contro il Papato [7] con il quale dichiara apertamente, da intellettuale e politico liberale sensibile alle tensioni sociali, la sua posizione contro la chiesa cattolica e la teocrazia vaticana, retaggi di un’epoca di barbarie e di oscurantismo dell’umanità, auspicando l’avvento di un movimento modernista e riformatore che imponga libertà politiche e sociali, nonché di culto attraverso un adattamento ai tempi della religione stessa. Il concetto verrà ripreso e sviluppato nella Crisi morale dell’ora presente…(cit.) dell’anno seguente, con il quale scritto si profetizza l’avvento di una democrazia spirituale (e non materialista) ed una concezione religiosa esclusivamente individuale [8].Queste pubblicazioni sono importanti per comprendere il cammino essoterico del principe-deputato all’indomani della morte del Lebano. Contrariamente al Kremmerz, volgarizzatore sì, ma fedele custode della tradizione, intravede una grande trasformazione sociale basata sull’ideale di una democrazia spirituale che le discipline ermetiche, da sempre elitarie e conservatrici, non potevano sicuramente provocare. In forma ermetica e con gli strumenti del velame arcano, questo programma era stato già menzionato nella Divinazione Pantea, nel Commentarium n. 1 del luglio 1910[9]a firma di N.R. Ottaviano, in cui, in linea col pensiero di Bruno[10] è focalizzato sulla natura il mezzo di indagine e di ricerca del contatto col soprasensibile, incontro questo che avviene individualmente senza mediazione e sovrastrutture di riti e cattolicesimo antico e moderno. Come noto, dopo la grande guerra e l’avvento del fascismo, il Caetaniimposterà la propria esistenza su  criteri di libertà interiore, isolamento e affinamento della sensibilità Pantèa con risultati alquanto diversi da quelli auspicati [11].

 

II) Non Confunditur

Sul Commentarium del novembre-dicembre 1910 (nn. 8-9-10), nell’articolo Gnosticismo e Iniziazione, N.R. Ottaviano, che data lo stesso da Scurcola Marsicana (Aq.) il 25 ottobre 1910, dopo una reprimenda all’attacco della redazione della rivista teosofica di Roma Ultra[12] circa uno scritto di G.R.S. Mead (Iniziazione), fornisce dati interessanti sulla sua identità. Non meno rilevante, a tal fine, la risposta del Kremmerz dalle stesse pagine del Commentarium al commiato annunciato dalla rivista di N.R. Ottaviano. Nella disamina su Iniziazione, gnosticismo e chiesa cattolica, considerata plebea e volgare e il cenno polemico a Pio X per altro menzionato, en passant, anche nei citati pamphlet del deputato Caetani, si fa riferimento ai propri antenati[13] che nel Cave canem rappresentato nel vestibolo della Domus Familiae, solevano indicare il volgo dal quale il sapiente doveva difendersi [14].

Chi avrebbe potuto vantare un’antichissima origine latina se non un Caetani il cui cognomen derivava non dalla nota città laziale, bensì dal suo nume tutelare Caieta, nutrice di Enea?

 

 III) Non Confunditur

Come già rilevato, sul finire dell’ottobre del 1910, il principe Caetani è a Scurcola Marsicana, nell’Abruzzo aquilano, per valutare la possibilità di realizzazione di una cooperativa agricola per la produzione, fra l’altro, di legname attese le notevoli risorse boschive della regione e la disponibilità di braccianti disoccupati[15]. Prima ancora di lasciare l’Italia per il Canada, nel 1926, con la compagna Ofelia Fabiani e la figlioletta Sveva (1917-1994) il principe si era occupato di attività economiche boschive, stando a quanto ne riferisce il Ricciardelli da confidenze del Kremmerz stesso[16]. Com’è noto, il principe aveva impiantato nel Vernon, nella British Columbia, un’azienda agricola dedicandovisi al lavoro manuale e di boscaiolo fino alla sua morte avvenuta nel natale del 1935. I rapporti di Ottaviano con l’Abruzzo, denotanti una non casuale frequentazione con l’aquilano, sono testimoniati anche da note sulla divinazione e credenze dei pastori e sulle pratiche di stregoneria della locale tradizione popolare, come si desume dalla lettura del già citato La divinazione Pantèa [17]. Quanto ai motivi di richiamo per le zone dei Piani Palentini per il Caetani è a rilevare che molte località dell’Avezzanese (Scurcola, Tagliacozzo, Albe) erano appartenute alla famiglia Colonna fino all’eversione della feudalità, proprietà terriere e immobiliari ancora in buona parte presenti nel patrimonio dei Colonna romani[18]nei primi decenni del novecento.

Al Kremmerz dobbiamo ancora una traccia interessante per l’identità di Ottaviano. Scrive, infatti, don Ciro nel Commentarium[19], cercando di far parlare il personaggio, interpretandone, per la  Scienza Sacra, la regola di non dare: N.R. Ottaviano ci direbbe “ fiato sprecato, la bestia umana specialmente se monta in cattedra, è intollerante, effetto del cristianesimo in massima…se qualcuno ti calunnia per colpire e discreditare l’idea nell’uomo o negli uomini che la propugnano non riuscirai a liberarti della rogna che ti appiccicano…a meno che non reagisci tirando loro la coda per sentirli gridare come gatti idrofobi un aiuto a Maometto”.

A parte l’interessante suggerimento di tirare la coda ai nostri numerosi detrattori al fine di difenderci dalle loro impestature, l’aver chiamato in causa Maometto, ci sembra, in relazione agli interessi culturali del principe orientalista alias Ottaviano, verosimilmente un dato non casuale.

 

IV) Non Confunditur

Nel sito internet di tal Associazione culturale denominatasi Scuola Philosophica Hermetica Classica Italica, si riportano “inequivocabili” (sic) documenti d’archivio con i quali si sostiene infondata l’identificazione di N.R. Ottaviano col principe romano, dovendosi - in omaggio alla verità - (sic) attribuirsi tale ieronimo all’ingegnere Ottaviano Koch che nei citati appunti del 1920-1921, provenienti dall’archivio di Luciano Galleani (1845-1921) alias Jesboama, sarebbe stato il Maestro Segretario dell’Ordine Egizio in Roma. Costui per il quale si riporta R.P. Ottaviano (soprannome nel documento), sarebbe venuto da Pisa dove era conosciuto come Il Biondo di Pisa (sic) e, pur essendo il proprietario di un palazzo in v. Quattro Fontane a Roma, sede dei circolo Virgiliano della Myriam, faceva capo all’Hotel Prati in via Prati di Castello, per  altro meta anche del Kremmerz nelle sue permanenze  nella capitale (sic). Si fa rilevare, poi, da tali documenti che il personaggio Koch nell’ottobre 1910 era a Scurcola a villeggiare (sic) e che nel 1919, lasciava l’Italia per raggiungere prima Malta e poi New York, dove fissava la propria abitazione, naturalmente portandosi dietro il suo ingombrante baule pieno di segretissimi documenti dell’Ordine Egizio (sic). Ma tant’è che, pietosamente e penosamente, osserviamo tutta la fragilità concettuale oltre alle incongruenze grafologiche, di questo fumetto d’autore nel quale si intrecciano falsità storiche e note marginali banali usate ad hoc, che se attribuite effettivamente alla penna del Galleani farebbero di lui un demente o delirante o, nella migliore delle ipotesi, persona sicuramente all’oscuro di quanto avveniva nell’ambito dell’ambiente romano e non solo.

In sostanza è a precisarsi che l’ingegnere romano (e non pisano) Ottaviano Koch[20], fratello minore del più noto Gaetano (1849-1910), architetto e ingegnere autore di varie opere architettoniche e costruttore di palazzi in stile neo-rinascimentale nella Roma post-unitaria - tra queste basti ricordare il monumento equestre a Vittorio Emanale II (Vittoriano) - aveva sempre lavorato nella capitale, dove morirà nel 1938.

Secondo una testimonianza diretta [21], Ottaviano Koch non ha mai lasciato l’Italia, lavorò sempre a Roma anche dopo la morte del fratello, ammalatosi gravemente durante la realizzazione del Vittoriano E NON SI OCCUPO’ MAI DI ERMETISMO pur essendo il proprietario del palazzotto al civico 159 di v. Quattro Fontane, di fronte villa Barberini.

In un piano di questo edificio aveva sede l’Accademia Virgiliana che al Koch pagava regolare fitto mensile. Gaetano Koch possedeva una villa a Recanati acquistata negli ultimi anni della propria esistenza e dove era solito villeggiare d’estate. I Koch non hanno mai avuto rapporti con l’Abruzzo, di lavoro o di vacanza e tanto meno con il paese di Scurcola Marsicana. Bisogna, inoltre, annotare che la località di Prati di Castello a Roma era, all’epoca, una via che attraversava un’estesa area suburbana, poco abitata e occupata da piazze d’armi, sita tra il Vaticano e l’attuale Monte Mario, appena oltre il viale Delle Milizie. La via Prati di Castello, oggi via Della Giuliana, era fiancheggiata da poche case coloniche e qualche osteria. Non vi risultava documentato, almeno fino al 1930, alcun albergo Prati[22].

Riconoscendo al Caetani maggior lungimiranza dello stesso Kremmerz,  sulla lastra sepolcrale sopra deposta, consigliamo quale cenotafio, l’antico motto Ne sutor supra crepidam , per tutti quei ciabattini italici assurti a papassi che oggi dogmatizzano di ermetismo e di una cultura tradizionale che, ovviamente, attesi i limiti, non può andare oltre la scarpa.

                                                                                                     N.R.[23] CAESAR  AUGUSTUS

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Alcuni post apparsi sul sito Saturnia-Tellus a proposito di Elixir 2 e in particolare sull’articolo di NR C.Augustus (Non Confunditur):

S. CONSOLATO (14/05/2006):

E’ da poco uscito, e ci sembra bene segnalarlo, il n° 2 della rivista della Rebis “ELIXIR”, la cui lettura senz’altro raccomandiamo. 

Elixir ÆQUINOCTIUM n. 2 (112 pagine, Euro 20,00) (REBIS, Viareggio: vedi sito) - Sommario: 
Premessa editoriale - Uno scritto inedito di Arturo Reghini: Lettera su Giuliano Kremmerz, a cura di Piero Fenili - Non Confunditur ovvero se debba avere fine la polemica sull'identità di N.R.Ottaviano con Leone Castani, di N.R.C.Augustus - Considerazioni sulla Porta Ermetica, di Ivan Dalla Rosa - Magiche Coincidenze nei percorsi dell'Anima di Gabriele La Porta - Magia Avatarica: una nota ulteriore per qualche riflessione in più, di Q.A.D. - Dietro il velo del Tempo: il fascino sacro della circolarità temporale, di Stefano Mayorca - Invocazioni Ermetiche: Ad Occultum Deum - A Dioniso, di C. G. - Apollo Helios Dio degli Iperborei, Signore di Avalon e Luce di Delfi, di Claudio Arrigoni - La Pianta Maestra e i Misteri di Eleusi, di Pier Luca Pierini R. - Diana Regina delle Streghe, Signora delle Stelle e Velata Sovrana Tempio, di Claudio Arrigoni - Memorie di un Passato Arcano. Rituaria e bellezza nelle antiche cerimonie cultuali e funerarie, di Stefano Mayorca - Sogno di una notte di mezza estate, di Crisogene Guglielmi - Il fascino arcano della Magia Etrusca. Introduzione all’Etruscan Roman Remains del Leland, di Pier Luca Pierini R. - I Folletti delle porte del battistero di Firenze o la Leggenda del Ghiberti, artista stregato, di Charles Godfrey Leland – Rarità Bibliografiche: il Convegno di Gnomi di Rubino, di Pier Luca Pierini R. - La Dottrina di Eliphas Levi, di Papus - Il Manuale degli Esorcisti del P.Candido Brognolo, di Francesco Zingaropoli - Dalla parte degli Animali: Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei, del dr. G.Ciaburri, a cura di Amelio - Lettere dei lettori a Elixir - Lettera Ermetica, di Elysius.
Di questo n°, ritengo che i frequentatori del nostro forum debbano assolutamente leggere:
1) L’inedito di ARTURO REGHINI: “LETTERA SU GIULIANO KREMMERZ”. Si tratta di un testo di ben 13 pagine (e di cui possiamo garantire personalmente l’autenticità), destinato ad esser riconosciuto come uno degli scritti più importanti del Maestro pitagorico, utilissimo per chiarirne la biografia e il pensiero. Kremmerz e la sua Scuola giudicati approfonditamente da Reghini sono poi una autentica novità, destinata a far riflettere. Lo scritto è commentato da Piero Fenili, autorevole personalità del mondo kremmerziano, spesso erroneamente considerata di orientamento “reghiniano” e “pitagorico-romano”.
2) L’articolo (illustrato anche da belle fotografie di don Leone Caetani), Non Confunditur ovvero se debba avere fine la polemica sull'identità di N.R.Ottaviano con Leone Caetani, di N.R.C.Augustus. Detto articolo muove da una esigenza che condividiamo senz’altro: quella di opporsi al tentativo pseudo-documentario portato avanti da una fazione myriamica di negare l’identificazione dell’ermetista “Ottaviano” con il principe Caetani. Vengono quindi forniti elementi validi che invece aiutano a comprovarla. Nello stesso tempo si affaccia però il tentativo (rimandato ad un altro n°?) di negare l’identificazione tra lo stesso Caetani e il misterioso “Ekatlos” della relazione di “Krur” 1929.L’autore dell’articolo si firma N.R.C. Augustus: nella scelta degli pseudonimi bisognerebbe essere modesti, soprattutto se nei propri articoli si tratta di personaggi che stanno a qualche kilometro di altezza rispetto alle nostre piccole individualità.
3) La LETTERA ERMETICA di ELYSIUS. Elysius è lo pseudonimo di un ermetista già noto ai lettori di “IGNIS” e di “Politica Romana” [Riccardo Donato – NdR]. Ci onora da anni della sua fraterna amicizia e abbiamo potuto leggere in anticipo la sua LETTERA, che “Elixir” ha però sottoposto ad una cura dimagrante - forse consigliata dal dottor… Ciaburri -, nonché ad orribili refusi computeristici (Castani per Caetani, Virus per Virtus…). I nostri lettori vi troveranno vocaboli familiari, difficilmente leggibili in altri autori: “patto tra l’Urbe e i suoi
Dei”, “l’anima antica della stirpe”, “Senato invisibile di Roma arcana”.
Ovviamente anche il resto della rivista è interessante, ma qui ci limitiamo a evidenziare i temi più vicini alla nostra sensibilità.
Su “La Cittadella” non apparirà una recensione di "Elixir", ma i temi degli articoli di cui sopra saranno senz’altro ripresi, autorevolmente e criticamente, nei prossimi numeri.

GHIBELLINO – 14/05/2006: Sandro, ho acquistato il nuovo numero di Elixir qualche settimana fa in occasione della conferenza su Roma egizia ed ermetica tenuta da Piero Fenili ed Anna Maria Partini, e l'ho prontamente divorato. Ma, dato che la rivista ne tratta sia nel primo che nel secondo numero, volevo chiederti, secondo te, che opinione si può avere della figura di Charles Godfrei Leland, l'autore del noto 'vangelo delle streghe'?

ATHANOR – 21/05/2006: Davvero interessante, sia il primo che il secondo numero della rivista.

NHMEM (riportato da) – 28/06/2006: Ricevo e trasmetto:  ”Sadescan ha scritto: <Da quando il nostro Forum ha pubblicato la I e la II ediz. del quaderno Nuovi dialoghi sull'Ermetismo (a quando la III edizione?), diversi autori gli hanno fatto eco su vari libri e periodici, anche se alcuni fanno finta ... che sia farina del loro sacco e ... non citano, dimenticandosi che l'onestà intellettuale è la prima dote di un ermetista. Ad es. Amelio (1) nel saggio La Magia Avatarica (Elixir I- 2005), è partito proprio da una osservazione da noi fatta...>  Se il saggio di Amelio pecca solo di imprecisione, ve ne sono, in compenso, di ridicoli e tronfi. Ricorderete che, in un nostro messaggio di qualche tempo fa, identificavamo l'ingegner Ottaviano Koch con N.R. Ottaviano (Nobile Romano Ottaviano) e il figlio di lui, il diplomatico Ottaviano Armando Koch, con R.P. Ottaviano (Romano Patrizio Ottaviano). In Elixir-II 2006, è comparso un buffo saggio, a firma N.R. Caesar Augustus (!), intitolato "Non confunditur" ove l'autore fa sapere di aver contattato, nel Dicembre scorso, il Dott. Luciano Koch, nipote dell'ingegner Ottaviano, e di aver così saputo che Ottaviano Koch non si occupava di ermetismo, che non abbandonò mai la capitale per recarsi nè a Pisa, nè a Scurcola Marsicana, nè a Malta, nè in America e che, pur avendo affittato all'Accademia Vergiliana un piano del palazzo di via Quattro Fontane, si limitava appunto a ... ritirare l'affitto. Quanto all'Hotel Prati, sito secondo il nostro Caesar Augustus, in via Prati di Castello ora via Della Giuliana, non sarebbe esistito, secondo lui, prima del 1930. Ci chiediamo se l'illustre Caesar Augustus faccia l'ingenuo o ... lo sia. Innanzi tutto, come abbiamo già detto, fu il diplomatico Ottaviano Armando a mettere al sicuro all'estero i documenti dell'O.E. e non il padre ingegner Ottaviano Koch.  Non confunditur! Caesar Augustus! Il Dott. Luciano Koch, anch'egli diplomatico, può aver più di un motivo per tacere: 1) Non lo sa. Se non è anch'egli un ermetista, perchè dovrebbe saperlo? 2) Pur sapendolo, ha molti motivi per negarlo. Per uno come lui, che ha studiato negli anni 1934-1939 presso il collegio gesuitico Mondragone (1865-1953) di Frascati e che, dopo aver terminato la carriera di diplomatico italiano il 1 Agosto 1986, ha rivestito importanti incarichi diplomatici e di governo, nell'ambito del Sovrano Ordine di Malta, sarebbe scomodo, di fronte agli ambienti cattolici, riconoscere che, nella sua famiglia, vi sono stati, recentemente, importanti ermetisti. 3) Egli stesso potrebbe essere un ermetista ed allora è ovvio che non voglia essere scocciato da intelligentoni del calibro ... di un Caesar Augustus! Tranquillo Dott. Luciano, noi non la disturberemo. Quanto all'Hotel Prati, ricordiamo, al nostro esperto di turismo, che oltre al "Bed & Breakfast Prati" in via Della Giuliana (ex via Prati di Castello), vi è anche un Hotel Prati in via Crescenzio. Non confunditur! Caesar Augustus! Simili articoli rovinano riviste come Elixir, che presenta ad es., dal lato positivo, anche una Lettera su Giuliano Kremmerz di Arturo Reghini. Questa ambiguità, a dir il vero, può notarsi da molti anni in tutta la produzione delle edizioni Rebis che, se da un lato sembrano voler sposare la causa kremmerziana, spesso pubblicano cose che vanno in tutt'altro senso: solo ... per il vile denaro o c'è di peggio? Alcuni pretendono di paragonare Elixir a Politica Romana, ma il livello e la serietà di questa erano, in generale, più elevati.”

HELIANTRAS – 17/07/2006: Dallo scritto soprariportato si deducono chiaramente due cose: 1, che N.R.Augustus ha colpito perfettamente nel segno; 2, che una certa associazione culturale sedicente kremmerziana non si rassegna all'i-dea di aver perso definitivamente ogni residuo di credibilità.

N.R. C.AUGUSTUS – 27/07/2006: A proposito del messaggio datato 29/VI/06 da gruppo che per l’occasione si fa portavoce di un’Associazione culturale kremmerziana di recente ustionata dal mio Non Confunditur del n. 2 della rivista Elixir, articolo aggettivato dall’anonimo/a “ridicolo, buffo e tronfio”, penso di poter gentilmente richiedere un diritto di replica. 

L’infezione prodotta dal bacillo di Koch che sta colpendo per la sua virulenza, frotte di picozzi dell’ermetismo italico, può essere dovuta ad una forma primaria o secondaria di interessamento meningo-encefalico i cui sintomi, comunque, si manifestano sempre con una triade peculiare: cefalea, turbe ingravescenti del visus e, dato rilevante, obnubilamento del sensorio. Quest’ultimo sintomo, particolarmente grave, è la manifestazione dell’infezione neurologica del nostro giovane arruolato nel sedicente gruppo di ur, individuo già puntellato, verosimilmente, da un equilibrio precario. Avendo, purtroppo, interlocuzione con un paziente dall’ideazione offuscata, con molta calma e pazienza, rammento e puntualizzo quanto segue:
1) L’identificazione di N.R. Ottaviano (perché poi un imperatore sentisse il bisogno di rimarcarsi Patrizio romano o Nobile romano non lo comprendiamo) con tal ingegner Ottaviano Koch (quindi ingegnere e non altri titoli compatibili con l’attività di diplomatico) non è nostra, ma fu tirata sulla scena dall’Associaz. Culturale che cura lo stesso sito che con riferimento a carteggi (?) di L. Jesboama lo indica “Il biondo di Pisa” mettendone in rete, successivamente, una copia di ricevuta di pagamento per il fitto dei locali in v. Quattro Fontane al 152, a favore dell’Accademia Virgiliana della Miriam.
2) Ottaviano Armando, inteso Armando (1888-1979), figlio dell’ingegnere-architetto Ottaviano Koch (1853-1939), diplomatico, non era biondo, ricordandone personalmente la fisionomia essendo io nato al civico n.98 di v. Quattro Fontane ed avendo abitato in quella casa fino agli anni della guerra (sono del 1924). Negli anni trenta, Armando era a Roma (pertanto non in giro per il mondo dal 1921 con gli archivi dell’O.O.E.) e, pur non abitando più in quella via, frequentava spesso l’abitazione del padre. Quindi, un ulteriore Non confunditur omaggiato al secretore di bile affetto da miliare di Koch a cui mi rivolgo.
3) Qualche dato in più sulla famiglia, il mio curioso paziente potrà trovarlo a villa Koch, a Recanati, dove la stessa aveva cittadinanza onoraria.
4) Puerili e di un premito addominale improduttivo, sono gli argomenti della negazione-silenzio di Luciano Koch, nipote dell’ingegner Ottaviano, ormai seccato ed irritato dalle ricorrenti telefonate fatte dal nostro/a e dai suoi compari, allo scopo di strappare un’ammissione menzognera e impossibile (la militanza ermetica del nonno prima e del padre poi nell’O.O.E.).
5) Le “fonti” del nostro compromesso paziente sono quelle di internet (v. siti www.diplomacy.edu e www.chivalricorders.org ) e le varie affermazioni e confutazioni sono gratuite e non sostenute da fatti e logica. Pur ammettendo, per assurdo, che Armando fosse stato l’ultimo maestro dell’O.O.E., sembrerebbe logico accettare che, mentre si conosce abbastanza di Lebano, non si è mai saputo nulla del Koch pur essendo rientrato costui definitivamente in Italia negli anni cinquanta?
6) Indicato dal nostro caso disperato quale esperto di turismo (ignorando lo stesso la mia veneranda età e le mie origini romane), porto a sua conoscenza, da buon “tour operator”, che l’hotel Prati in v. Crescenzio al quartiere Prati è…. della fine degli anni cinquanta, ma del secolo appena passato. Ancora ai tempi della mia gioventù, in v. Quattro Fontane esisteva l’hotel d’Italia e vari pensionati tra cui l’Impresa Alloggio nonché vari altri alberghi in piazza Barberini e v. Veneto; non si comprende, allora, come il Kremmerz dovesse scendere al quartiere Prati nei suoi soggiorni romani. Quanto al “Bed & Breakfast Prati” in v. Della Giuliana… lascio il commento al benevolo lettore immune o non ancora affetto dal bacillo di Koch. Per quanto mi risulta don Ciro preferiva le fettuccine della sora Felicetta a Trastevere, scelta che ho sempre condiviso col cuore, l’ascenso e… lo stomaco.
7) Da ultimo attesa la prognosi infausta del nostro caso clinico, essendo stato accusato con l’Editore Pierini di agire per danaro o per qualcosa di peggio (sic!), rimetto la responsabilità di queste affermazioni a quel tribunale che non condona i reati neanche degli infermi di mente (meningoencefalitici di Koch). Da parte mia faccio appello a quel briciolo di buon senso residuo nell’ideazione “ammaccata” del nostro/i affinché comprenda il significato del motto che concludeva il mio articolo su Caetani: Ne sutor supra crepidam. Se non fosse ancora riuscito a tradurlo, il senso è: ”che il ciabattino non giudichi oltre la scarpa”.

N.R. Caesar Augustus

P.S. Gentile Prof. Consolato, onest’uomo e studioso di notevole caratura, se non conosce affatto la statura della mia individualità (che l’età ha ulteriormente ridotto), non se ne dolga oltre. Le posso assicurare che lo pseudonimo si riferisce, con distaccata ironia evidentemente non compresa, al contesto entro il quale si è svolta la mia ricerca, in omaggio al caro buon senso dell’italico umorismo con cui spesso il maestro di Portici condiva le sue fettuccine iniziatiche.
V A L E

[Da sottolineare che dopo questa definitiva precisazione di N.R.Caesar Augustus, non si sono più avute repliche da parte di Sadescan]

GHIBELLINO – 28/07/2006: Gentile N.R. Caesar Augustus, la ringrazio innanzi tutto per essere intervenuto nel nostro forum e per averci riportato questo suo contributo di grande interesse, e al contempo le faccio anche i miei complimenti per l'articolo pubblicato su Elixir, che ho trovato estremamente stimolante ed utile a meglio comprendere certe questioni. Le scrivo inoltre per comunicarle che il prof. Consolato sarà purtroppo assente per diversi giorni, e che quindi non potrà risponderle nell'immediatezza. Questo tenevo a comunicarle. La saluto con cordialità.

S. CONSOLATO – 20/08/2006: Gentile N.R.C. Augustus, come Le ha detto Il Ghibellino, ero “altrove” quando Lei ha inviato la Sua comunicazione al nostro Forum. Circa il PS a me indirizzato, La ringrazio per le espressioni di stima che usa nei miei confronti. Tuttavia, senza ombra alcuna di polemica personale, io devo ribadire che non trovo amabile l’uso di certi pseudonimi (sia pure fatto con garbato scopo ironico). Visto che Lei ha la bontà di leggere i miei scritti, ricorderà anche che su P.R. 6 me la sono presa pure con Evola, che su “La Torre” fece utilizzo, o permise ad altri l’utilizzo, del nome “Ekatlos”. Ciò detto, come già fatto da Il Ghibellino, La ringrazio per aver voluto considerare il nostro Forum un luogo adeguato per le Sue precisazioni sulla “questione Ottaviano”. Ma, a questo punto, e del tutto indipendentemente dal Suo intervento, devo fare io delle precisazioni, destinate a tutti i nostri forumisti e lettori, sulle discussioni, passate presenti e future, relative a temi quali l’Ordine Egizio, Kremmerz, la Myriam. Il MTR, cioè il Movimento che è all’origine del sito “Saturnia Tellus” e della rivista “La Cittadella” non ha alcuna connessione con ambienti kremmerziani, noti o ignoti che siano (né, sia chiaro, al MTR appartengono persone che siano o anche solo si definiscano “kremmerziane”). Temi come la storia e le idee dell’Ordine Egizio e delle Accademie myriamiche non ci interessano che sotto il puro profilo dell’interesse storico e “filosofico”, e soprattutto in rapporto alla più generale storia del nostro Paese. Sulla nostra rivista e sul nostro forum tali temi hanno e debbono avere necessariamente un ruolo del tutto occasionale e marginale. Se la nostra rivista è - pur essendovi ammessi come autori molti studiosi estranei al MTR - piuttosto “blindata” negli argomenti e nelle collaborazioni, il nostro forum è invece piuttosto libero e poco incline alla censura. Se personalità del mondo kremmerziano, variamente inteso, vogliono intervenire su questo forum per trattare o presentare alcuni argomenti, ben vengano, poiché il nostro pubblico è anche interessato all’esoterismo in generale e all’ermetismo kremmerziano in particolare; ma deve essere chiaro che né il sottoscritto né il MTR intendono essere arruolati su richiesta o trascinati per i capelli in polemiche tra gruppi kremmerziani o tra “liberi kremmerziani”. Ho già detto privatamente a qualcuno tutto questo; ora lo ripeto pubblicamente.

IACLIZIA – 24/08/2006: Ho letto i tre numeri di Elixir ,una rivista che mancava "nell'area" dell'ermetismo italiano. I miei complimenti all'editore, agli autori degli articoli e al dott.Fenili

Precisazione da parte delle Edizioni Rebis:

In merito all’”intervento” riportato da “Nhmen” nel forum, attribuito a un non meglio identificato “Sadescan”, teniamo a chiarire e ribadire che pur ringraziando sempre per apprezzamenti e critiche da parte di chiunque, ogni eventuale polemica sterile o inutile, soprattutto se proveniente da fonti anonime  come la presente, non ci interessano, non meritano e non avranno da ora in poi alcuna ulteriore risposta, in quanto prive di qualunque requisito che ne giustifichi la minima considerazione. In particolare, teniamo a precisare e sottolineare i seguenti punti: 1) le Edizioni Rebis sono ampiamente autonome e indipendenti da logiche, interessi o condizionamenti di natura commerciale; 2) tutti gli introiti derivanti da “Elixir” sono devoluti in beneficenza ad associazioni animaliste; 3) le Edizioni Rebis, sono state le uniche dopo le storiche edizioni del 1929/31 e del prof. Verginelli negli anni ’80, a ripubblicare e offrire gratuitamente e disinteressatamente a chiunque ne facesse richiesta, l’ opera del Kremmerz “Dialoghi sull’Ermetismo”, data alle stampe fuori commercio in occasione dell’ottantesimo anniversario della morte dell’ermetista di Portici e nel rispetto di quanto espressamente scritto dal medesimo: “Parendomi cosa poco dignitosa mettere il libro in commercio, perché chi compra un libro vuol leggere più che valga il danaro speso, ho pregato di darlo in dono a chi lo chiede” (dalla Prefazione) e ancora: “Ho pregato i miei amici a non mettere in vendita il libro e di non commerciarlo. Chi lo desideri lo do­mandi e lo avrà” (da una lettera del Kremmerz del ’29 a un discepolo). Facendo altresì notare, al contempo, che negli ultimi decenni tutte le edizioni della stessa opera, sono state poste in vendita da associazioni di ispirazione neokremmerziana, ignorando dunque le inequivocabili parole del Kremmerz stesso. Per ulteriori dettagli, che preferiamo omettere in questa sede per non dare eccessivo spazio a ciò che sostanzialmente non supera lo spessore del pettegolezzo, rimandiamo all’ introduzione al suddetto testo. Edizioni Rebis

 

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Da: [dialoghi_ermetismo] a Gerardo: Chi era Ottaviano? (11 marzo 2010)

- Un commento a proposito dell'identità di Ottaviano .

Se nell'archivio del Carreras c'è scritto che "nel 1919 l'Ottaviano fu nominato Segr,Gen. dell'O.E. e portò tutto l'archivio dell'Ordine prima a Malta e poi a New York dove ora egli abita", diventa inconsistente la tesi di certi ambienti che identificano Ottaviano con Leone Caetani di Sermoneta .
Anche Caetani espatria ma nel 27 e in Canada.
Complimenti vivissimi per l'opera di chiarificazione che state portando avanti.
G. B.

- A parte il lapsus che lei ha commesso (l'archivio non era quello di Carreras bensì quello di Galleani), l'identità di N.R Ottaviano resta un enigma insoluto. 
Prima di tutto non è chiaro se l'R.P. Ottaviano di cui Galleani parla nella "terna postale" sia lo stesso N.R. Ottaviano che scriveva sul Commentarium: date le diverse iniziali parrebbe di no ma potrebbe anche quello essere un lapsus simile al suo, in ogni caso è certo che Galleani confonde Ottaviano Koch, affittuario della sede del Circolo Virgiliano, con N.R. Ottaviano, che scrisse sul Commentarium o con colui che poi divenne Segretario del G.O.E.
Io ho voluto riportare quegli appunti di Galleani per due ragioni. 
La prima è  che non sono convinto si tratti di falsi come qualcuno ha suggerito e dunque, data la sua vicinanza a Kremmerz, la sua testimonianza merita comunque di essere presa in considerazione anche se Galleani non aveva una conoscenza certa di chi si celasse dietro allo ieronimo di Ottaviano. Infatti, anche se non ne conosceva la reale identità e supponeva che si trattasse di Koch, ciò non significa che non debba essere vero quanto Kremmerz gli ha riferito sul vero Ottaviano.
La seconda è che la notizia degli archivi che vengono portati in luogo sicuro via dall'Italia, coincide con quanto hanno unanimemente ripetuto gli ultimi discepoli osiridei del Maestro.
Certo che come lei ha rilevato, chiunque sia stato, se è espatriato nel 1919 andando prima a Malta poi a New York, (poi in Canada?) non può essere Leone Caetani, il quale espatriò solo nel 1926, e in effetti io non sono convinto che si trattasse di Caetani. Intendiamoci, non ne sono affatto certo, è solo una mia convinzione. 

[ Bisognerebbe intanto capire quanto c’era di vero in ciò che Kremmerz poteva riferire o meno a Galleani e non è detto che tutto rispondesse a verità, o che Galleani non interpretasse quanto riferitogli a modo suo. Il Caetani inoltre fece diversi viaggi, fermandosi anche lunghi periodi, negli Stati Uniti ed in Canada, prima di trasferirvisi definitivamente nel 1926. Il dato che appare certo è la confusione fra i due nomi.]

[dialoghi_ermetismo] Ogg: a Gerardo: Chi era Ottaviano?


Permettetemi una noticina su Ottaviano. Ammetto che mi sfuggono del tutto le ragioni per le quali i partigiani dell'una e dell'altra ipotesi si combattono con tanta acrimonia. Mi limito a constatare un dato di fatto: l'appunto di Jesboama che si riferisce all'identità di questo personaggio è stato completamente stravolto nella trascrizione che ne è data su internet. Se si aguzza lo sguardo e si cerca di leggere quella sorta di francobollo addotto a riscontro, si troverà:

"(Ottaviano Koch ing.re è il propr. della casa in via 4 Fontane in cui alberga l'Acc. Virg.) Il M+++ seg.rio gen. dell'O.E. in Roma si firma N. R. Ottaviano e nell'8bre 1910 villeggiava a Scurcola Marsicana (Circond. di Avezzano, prov. di Aquila). Avvertasi che Ottaviano non è il suo vero nome, bensì [?] soprannome datogli dagli amici. È egli il Biondo di Pisa che fa capo all'Hotel Prati ai Prati di Castello in Roma."

È del tutto evidente che il riferimento a Koch si trova in un inciso, segnalato da una parentesi, che non riguarda il Maestro dell'Ordine, di cui si parla nel seguito. Inoltre non sarebbe assolutamente contraddittorio asserire: "Ottaviano non è il suo vero nome" per poi identificarlo con Ottaviano Koch?
C'è qualcosa che non funziona, e non so perché.

ECPh

[dialoghi_ermetismo] Ogg: a Gerardo: Chi era Ottaviano?

Concordo pienamente con la riflessione di ECPh. Gli "Ottaviani" sono due, ed è proprio per non confonderli che Jesboama aveva preso i suoi appunti (che altri, invece, hanno confuso malamente!).
Il primo si chiama Ottaviano di nome (l'ingegnere Ottaviano Koch che era il proprietario della casa in via 4 Fontane, allora sede del Circolo Virgiliano).
Il secondo si chiama Ottaviano di soprannome (N.R. Ottaviano, ed era il Segretario Generale dell'O. E.).
La grande assurdità sta nel fatto che presunti "storici" e "legittimi eredi" scrivono libri ed aprono dibattiti su internet, affermando e difendendo strenuamente le loro posizioni, quando, a quanto pare, non sono neanche capaci di leggere testualmente quello che è scritto su un semplice documento.
Nakhtnebef

[Tutto questo è condivisibile e trova riscontro in quanto già scritto da N.R.C. Augustus - È comunque assolutamente evidente, come scrive Nakhtnebef, che Jesboama-Galleani parla di due persone diverse]

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AGITATA CRESCUNT[24]

Ulteriori documenti sulla vera identità di N.R. Ottaviano ed un’inedita lettera di Leone Caetani.

di G.F. Maddalena Capiferro

Nel numero 2 di ELIXIR, Equinozio di Primavera 2006, un auto referenziato quanto ironico N.R. Caesar Augustus, nell’articolo “Non Confunditur”, ipotizzava con una serie di dati ed argomentazioni, l’identificazione dell’inafferrabile, enigmatico N.R. Ottaviano, autore di due importanti interventi sul Commentarium per le Accademie Ermetiche del Dott. Giuliano Kremmerz, con il principe Leone Caetani.

Stimolato da tale contributo, del quale condivido molte considerazioni e conclusioni, ho cercato, percorrendo una strada cronologicamente diversa, di giungere all’identità del misterioso ermetista, sfruttando soste e tappe biografiche, dettagli storici solo apparentemente secondari, memoriali e diari, nonché, ove possibile, impressioni e annotazioni di terzi[25]. Segnalo per correttezza, gli interventi sul blog[26] di N.R. Caesar Augustus contro l’identificazione N.R. Ottaviano versus ingegner Augusto Koch e le sue puntuali ed esaurienti risposte agli articoli degli aficionados e pasionarie delle improbabili ricostruzioni “dysneilandiane” di semoventi casse e bauli stracolmi di documenti del nebuloso Ordine Osirideo Egizio, saltellanti da un continente all’altro. Mia convinzione è, infatti, che quest’Ordine vada considerato, ormai, in modo realistico e non più mistico-religioso, anche e soprattutto in relazione all’ascenso individuale. Da sempre è nell’uomo il bisogno di costruire, credere, disporsi in atteggiamento fideistico nei confronti del mondo degli eventi e delle  reazioni emotive che questi provocano nell’animo umano , risultandone una dimensione di miti ed eroi caratterizzantesi nel tempo. Senza addentrarci nell’argomento che implicherebbe il coinvolgimento di archetipi ed inconsci orizzonti junghiani, usando un linguaggio e strumenti esotericamente più idonei, citerei a riguardo, le stesse parole del Kremmerz , quasi in risposta al pensiero di Ottaviano,nel significativo suo le Idee e le Persone[27] : “… Continuo a far appello alla buona volontà e metto te, novizio, in guardia perché tu intenda che la Schola non è persona, ma idea, anche il sottoscritto potrebbe essere un’idea che non ha persona… Sii demolitore delle frottole e comincia ad aver fede e coscienza in noi. “ Lo spirito, quindi, che trascende la persona e le cose è il pensiero  diventato realtà.

Con questa doverosa premessa che chiarisce la posizione di chi scrive nei confronti di Superiori Incogniti, ordini e capitoli occulti, misteriosi personaggi vestiti di nere palandrane che mettono al sicuro valigie colme di  documenti e magiche rituarie, passiamo a considerare i fatti, quelli veri, nel caso che andiamo esaminando,  relativi all’identità Ottaviano-Caetani, prendendo avvio da una data riportata nel n.1 del Commentarium (Anno I del 25 Luglio 1910). In esso, l’articolo La Divinazione Pantea, contiene due indizi importanti per la nostra “indagine”.

A pag. 13, in nota, si citano, a sostegno del credo sacerdotale assiro-babilonese circa il contatto intelligente di Ea con i demoni che agitano l’essere umano, le pubblicazioni, pionieristiche per l’epoca (1896-1903), di King, Martin e Stiebel. Si consideri,infatti, che è solo dalla seconda metà dell’800 che il cuneiforme babilonese viene correttamente decifrato e la sua interpretazione univocamente accettata[28], mentre ancora ai primi del ‘900 incertezze esistevano per la prima e più autentica scrittura sumerica[29]. La citazione, pertanto, dei testi di Leonard W. King Babylonian Magic and Sorcery edito a Londra nel 1896, di Francois Martin Textes Religieux Assyriens et Babyloniens ,Parigi 1900 e di R. Stiebel Etude sur la Magie et la Religion, Parigi 1903 (traduzione francese del noto Le Rameau d’or di J.G. Frazer), portano ad attribuire la paternità dell’articolo sulla Divinazione Pantea, con buona dissipazione di dubbi, al principe capitolino[30]. Non altri, per i tempi, attesi i frequenti viaggi in Inghilterra[31]ed i contatti con varie librerie internazionali, avrebbe potuto acquistare tali particolarissime e specializzate pubblicazioni. Tali soggiorni hanno spesso motivazioni scientifiche come, tra i documentati, quelli del 1892 ( 5-12 settembre) di Londra, in cui figura  tra i membri del IX International Congress of Orientalist, convegno internazionale del quale farà parte, a Parigi, anche nell’aprile del 1897[32]. Sarà , nel 1913, Leonard King (lo stesso autore citato da Ottaviano), in qualità di segretario del British Museum, ad invitare il Caetani[33] a relazionare con un suo contributo, all’International Congress of Historical Studies a testimonianza della conoscenza datata tra i due[34] e della considerazione del mondo scientifico per l’aristocratico italiano. Sappiamo, del resto, che la conoscenza della cultura, dei luoghi e della lingua araba avevano motivato il ministro degli esteri Alberto Blanc a preferirlo per una spedizione con finalità di missione diplomatica, nel 1894, con la Persia. Attraverserà l’Egitto, la Siria, la Palestina, le attuali Iraq ed Iran, rientrando in Europa, alla fine del viaggio, da Mosca[35]. Di non secondaria importanza, sono i rapporti di stima ed amicizia dell’aristocratico arabista con Franz Cumont [36]che invitato a collaborare all’iniziativa degli Annali dell’Islam per le sue ricerche sul Manicheismo, nel 1915, lo proporrà a candidato membro dell’Istituto Belga[37].

L’altro indizio importante, determinante in realtà, è rappresentato da una data ed un luogo. Nella nota 3, a pag. 15 del citato articolo La Divinazione Panteanel sostenere l’attitudine delle popolazioni rurali del meridione alla divinazione, l’Autore, indirettamente ci racconta di una sua permanenza, nell’estate del 1895, in Terra d’Otranto[38]. Al contrario di quanto  ricercato da N.R. Caesar Augustus nel suo Non Confunditur, che aveva considerato la data ( 25 ottobre 1910) in calce con la località Scurcola Marsicana[39], ho voluto verificare  e accertare un eventuale passaggio, a questa data, del Caetani nelle località indicate da Ottaviano. All’epoca, la penisola salentina ab antiquo menzionata Terra d’Otranto, comprendeva in una sola provincia le attuali di Lecce e Brindisi[40]. Dalla documentazione dell’Archivio Leone Caetani, più volte citato, dell’Accademia dei Lincei, sappiamo che il principe capitolino doveva conoscere questi luoghi per avervi soggiornato seppur brevemente e “di passaggio”. Già nel novembre 1888, dopo la licenza liceale e come premio per la maturità, partiva solo per il suo primo viaggio in Oriente raggiungendo la Grecia[41], l’Egitto e la penisola araba, dopo l’imbarco a Brindisi[42]. La domanda che avrebbe, poi, motivato la ricerca era: “Poteva il giovane Caetani aver lasciato traccia di una sua seppur breve permanenza in qualche località della regione di Otranto nell’estate 1895?”.

I Caetani, in realtà, avevano ottime relazioni d’amicizia con i principi Dentice di Frasso, antica famiglia titolare dei paesi di S.Vito dei Normanni e Carovigno, attualmente in provincia di Brindisi e di Crucoli nel catanzarese, nonché plurisecolari patrizi napoletani. In particolare esiste documentazione di contatti tra don Luigi Dentice di Frasso (1861-1947) e della di lui consorte Emilia ( Emy) Von Thurn Valsassina Vercelli (1866-1960) con i Caetani e, in particolare, con Leone.

Del principe Dentice, cavaliere d’onore e devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, deputato per il brindisino nel 1895, rieletto nel 1897, poi senatore del Regno nel 1908 e della consorte Emy, dama di devozione del S.M.O.M. e dama di palazzo della Regina d’Italia, si ritrovano brevi missive riguardanti Leone nell’Archivio Caetani dell’Accademia dei Lincei.  Biglietti e telegrammi, senza data i primi due, ma verosimilmente viaggiati tra il 1900 ed il 1901, relativi il primo ad un invito per Leone in qualità di testimone alle nozze di un non indicato familiare di casa Dentice[43]( vi si raccomanda di recarsi all’appuntamento in municipio a Roma con gli altri testimoni, poco prima dell’ora fissata); il secondo[44], un telegramma di felicitazioni da S. Vito dei Normanni per le nozze di Leone con Vittoria Colonna (20 giugno 1901); il terzo[45], una partecipazione per la giovane coppia Caetani- Colonna alle nozze di Henry Egerton Piercy con la marchesa Diana Theodoli nel castello Dentice di S. Vito (1 agosto 1903); il quarto[46], un biglietto funebre per la morte della principessa madre, Luisa Chotek Di Frasso ( Roma, giugno 1898). Se sembrava dimostrata l’amicizia di Leone con i Dentice, bisognava dimostrare la sua presenza nel castello di S. Vito per l’estate 1895. Un mio contatto telefonico con l’attuale principe Giuliano Dentice mi ha permesso di accertare che datava in famiglia memoria della presenza di un Caetani tra gli ospiti illustri del castello, ma che il registro degli ospiti non è più in possesso della casata[47]. Non è stato possibile far luce sull’identità del fraticello questuante conosciuto in quell’estate da Ottaviano. Si serba, nel paese di S. Vito memoria di un religioso[48], morto in odore di santità, che fra le virtù taumaturgiche ed i miracoli che gli venivano riconosciuti in vita e, soprattutto, dopo la morte, aveva anche il dono della divinazione, poteri che lo stesso attribuiva alla benevolenza nei suoi confronti da parte di Gesù Bambino. Le vicende terrene, tuttavia, di questo francescano riguardano il XVIII secolo e, quindi, non sembrano aver relazione con il pittoresco personaggio  di cui si parla ne La Divinazione Pantea.Sempre alla ricerca di indizi sulla permanenza brindisina di Caetani che al punto in cui ero giunto mi sembrava molto verosimile, una ricognizione di qualche giorno nell’Archivio di Stato di Brindisi mi ha permesso di trovare un’altra piccola, ma significativa documentazione del rapporto tra Leone Caetani e Luigi Dentice per il mese di agosto 1895. Nella cartella 3 del faldone degli Atti Governativi dell’Archivio Storico del Comune di Brindisi, nella documentazione relativa alla tornata elettorale dell’onorevole Luigi Dentice Di Frasso, un telegramma  da Roma, trasmesso il 18 o il 28 agosto 1895 così riporta: “Ricevetti molto cordialmente sindaco Roma spedite qualsiasi altra comunicazione palazzo Caetani” Firmato  Leone (v.foto del documento su Elixir 9). Il telegramma, presumibilmente, faceva seguito a riscontro per la raccolta di fondi dai vari comuni d’Italia per la realizzazione di una colonna commemorativa con la vittoria alata da innalzare fuori Porta Pia, nel xxv anniversario della liberazione di Roma[49]. Il documento, oltre che provare il coinvolgimento di Leone nell’iniziativa del Comitato Romano presieduto anche dal padre Onorato, non ci dice altro; ma, averlo trovato tra la documentazione elettorale del principe Dentice aggiunge, forse, una consistenza maggiore alla nostra ipotesi.

In definitiva, gli indizi raccolti e la documentazione esaminata, ci portano a ritenere verosimile la presenza di Leone Caetani, in quell’estate 1895, nel brindisino, ospite degli amici Luigi ed Emy Dentice, nel castello di S.Vito[50]. Concluderei questo mio modesto contributo sull’identità “provabile” di N.R. Ottaviano, con le stesse parole di Leone Caetani nell’Introduzione agli Annali dell’Islam (Vol. I, pag. 13) :

“Se potessi un giorno sapere che le mie fatiche sono servite a qualcuno e che, fosse pure indirettamente, hanno contribuito alla composizione di altre opere migliori della mia, mantenendo vivo quel prezioso fermento della ricerca del Vero, mi sentirò soddisfatto; altro non desidero.”

(Tratto da Elixir n° 9 – 2010, con il permesso delle Ed.Rebis)

 

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 Troviamo un ulteriore interessante intervento di N.R.Caesar Augustus sul sito dei “Cavalieri del V Vangelo”:

 

La recidiva del morbo di Koch

Ringrazio dell’ospitalità gli amici della Confraternita del V Vangelo che con la loro, a me nota, gentile disponibilità mi permettono di denunciare la riesacerbazione di un grave caso di patologia infettiva dichiarato dall’ingravescente obnubilamento del sensorio, uno dei sintomi della caratteristica triade sintomatologia del morbo di Koch.

Nel giugno 2006, accertai, dopo aver pubblicato sulla rivista Elixir (“ Non Confunditur” ovvero se debba aver fine la polemica sull’identità di N.R. Ottaviano con Leone Caetani. Elixir, n.2, Aequinoctium 2006 ), l’esplosione epidemica dell’infezione caratterizzata da notevole virulenza. I pazienti, tra i quali molti portatori sani, presentavano le peculiarità cliniche di turbe del visus, obnubilamento del sensorio e stipsi ostinata. I clisteri che praticai in quell’occasione con il mio intervento, salvarono i tapini da una morte “iniziatica” sicura, pur non restituendo loro il senno e trasformandoli in portatori incurabili di scemenze e assurdità ( “moria” iniziatica). I rantoli ed il gasping preagonici dei pazienti erano apparsi nelsito del Movimento Tradizionale Romano a firma di un sedicente gruppo di UR che chiedeva aiuto per conto di un’Associazione culturale Kremmerziana infettata dal morbo del celebre medico tedesco.

Ma passiamo alla disamina dei sintomi e seguiamo la loro evoluzione per poi, diagnosi nota, esprimere un giudizio prognostico.

Nel commento agli scritti di Jesboama (Luciano Galleani) di recente messi in rete, si parla di tal ingegnere Augusto Koch identificandolo (ahimè!) con R.P. Ottaviano (si badi, non N.R. Ottaviano), in quanto, a giudizio di chi commenta gli scritti, accettando per vero ciò che ne afferma l’autore, era costui il vero Ottaviano che si dissociò dal progetto iniziatico del Kremmerz nelle pagine del Commentarium (nn. 8-9-10 del novembre-dicembre 1910, e non 1911, come erroneamente riportato). Vi si dice, inoltre, che potrebbe costui (biondo di Pisa, che aveva studiato in Germania e “bazzicava” la Giuliana di La Spezia) essere stato uno dei tre personaggi della “Trinità Osiridea Egizia”ovvero Padre, figlio o Spirito Santo, tra loro Intercambiabili (…e che potrebbe invece essere il di lui padre - o zio - anch’egli in incognito, anche per la sua stessa famiglia. Sic ! Nel testo). Tra le altre peculiarità del personaggio (o personaggi, atteso trattarsi di una “Cooperativa Familiare Osiridea Egizia”) costui era biondo-rossiccio, taciturno, freddo o poco espansivo, determinato etc… aveva viaggiato per andare a trovare suo fratello Armando diplomatico e ministro degli esteri a Malta etc.

A questo punto, nella speranza di ottenere una defervescenza della malattia, passiamo all’applicazione dei seguenti cataplasmi:

1) Con tutto il rispetto per il personaggio Jesboama, possiamo esser certi che costui conoscesse la vera identità di N.R. Ottaviano e non seguisse quanto, per fede e per dogma, gli era stato detto sul misterioso superiore incognito? N.R. Ottaviano, appunto, e non R.P. Ottaviano come riportato nei diari del nostro, dove più di un’ingenuità di conoscenza e condotta operativa appare. N.R. Ottaviano, infatti, si firma in calce ai seguenti articoli: -“La Divinazione Pantea” , Commentarium n.1, anno I, Roma 1910. -“Per GiuseppeFrancesco Borri”n.3, anno I, Roma 1910. -“Gnosticismo e Iniziazione”nn. 8,9,10, anno I, Bari 1910. Del resto, nell’articolo “Annotazione”( pag. 213 del Commentarium nn.8,9,10) Kremmerz cita una sua considerazione di risposta a… N.R.Ottaviano. N.R. , allora, non può, in alcun modo, essere un refuso o errore di proto per R.P., come taluni in preda al delirio di Koch, vorrebbero rendere convincente.

L’ingegner Ottaviano Koch (1853-1939), fratello del più noto Gaetano (1849- 1910) lavorò per tutta la vita a Roma. Ebbe 4 figli, tra i quali Ottaviano Armando (1888-1979) e Ottaviano Augusto (1889-1981 che mai ebbero a che fare con le discipline ermetiche. Per quanto riguarda l’ingegner Ottaviano Koch, rimando al mio ”Non Confunditur” dove si riportano brevi cenni biografici raccolti dalla viva voce del nipote.

Si coglie al proposito solo l’occasione per far notare, piccolo dettaglio marginale, che nel 1897, quando il Kremmerz dava alle stampe il primo fascicolo del Mondo Secreto, la prole di Ottaviano aveva rispettivamente 9 e 8 anni. Pochini, ma sufficienti per la ”scuola elementare Osirideo-egizia”. Sempre dal mio citato articolo, si evince che il capostipite dei Koch, l’artista tirolese Joseph Anton (1768-1839) era nato a Obergiblen da famiglia contadina (diversamente da quanto afferma N.R. Ottaviano in ”Gnosticismo e Iniziazione” dove, parlando dei propri antenati,oltre che dichiararli di antica schiatta romana, simboleggia il proprio lignaggio nel cane dipinto alla catena, il cane che latra, addenta e lacera).

Approfitto ancora, per ricordare che l’ormai noto Joseph Anton a Roma, ebbe, negli ultimi mesi di sua vita, dopo varie ristrettezze economiche, una generosa pensione e un’abitazione in palazzo Galoppi, in via Quattro Fontane, dove i suoi discendenti nei primi decenni del ‘900, riscuotevano regolare pigione per l’affitto dell’appartamento al primo piano del civico 153, dagli iscritti del circolo Virgiliano di Coltura Filosofica. Tante altre osservazioni si potrebbero fare sul cosiddetto “biondo di Pisa”, sul biondo-rossiccio, sulla frequentata accademia spezzina Giuliana per denunciarne incongruenze, errori ed invenzioni; ce ne asteniamo per non rubare altro spazio a questo sito. Consiglierei, a questo punto, una prescrizione di un Non confunditur due volte al dì, a stomaco vuoto (per evitare l’azione della bile!).

Se qualcuno, poi, rinsavisse dal morbo, grazie a queste terapie, potrebbe sincerarsi della vera identità di N.R. Ottaviano, documentandosi un po’ sul soggiorno del principe Leone Caetani in Terra d’Otranto, nell’estate 1895. Se può aver accesso alle “secrete” carte contenute in casse e cassettoni baresi, potrebbe leggervi la corrispondenza del principe romano col direttore del Commentarium, Alberto Russo Frattasi, dimorante all’epoca in v. Putignani, 257. Ma questa è un’altra storia; storia riservata ai sopravvissuti al ferale morbo, dotati, ormai, di anticorpi grandi come ranocchi che, oltre ad immunizzarli da possibili ricadute, permettono loro di saltellare, gracidando, sulle acque stagnanti dell’italico pantano ermetico.

VALE

N.R. Caesar Augustus


( Tratto dal sito: http://www.cavalierivvangelo.com/articoli/Morbo_di_Koch.pdf  )

 

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Nel sito dell’Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraim – Santuario Italiano (http://www.memphismisraim.it/id60.htm), nella sezione “L’Esoterismo Egiziano nella Napoli dei secoli XVIII, XIX e XX”, risalente al marzo 2009, troviamo questo paragrafo:

 I Rituali della F+Tm+ di Myriam costituivano quella parte relativa alla magia isiaca del corpus che comprendeva i tre gradi operativi relativi agli “Arcana Arcanorum” o maestrati osiridei in cui la Myriam, attraverso la Concezione Immacolata, partorisce il Kristos: e di che cosa questo significhi viene data più di una traccia, benché in modo sibillino, nelle pubblicazioni di Kremmerz. È per questo motivo che nel 1910 “Ottaviano” (Leone Caetani) prende congedo dalla rivista “Commentarium” imputando al Kremmerz di avere incautamente divulgato segreti magici sia pure per ragioni “umanitarie”.

 

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A pag. XXIII dell'Introduzione alla ristampa dell'opera "Sulle fonti storiche della chimica e dell'alchimia in Italia", il noto studioso di alchimia M. Marra scrive: 

"Nel 1910 l'insigne orientalista e studioso di occultismo Leone Caetani, firmando con lo pseudonimo "Ottaviano" una lettera posta in appendice alla ripubblicazione di alcuni brani tratti dalla Chiave del Gabinetto dell'alchimista Borri (...)" ecc.

 

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Dalla voce Giuliano Kremmerz del sito iniziazioneantica.altervista.org 

Nel 1907 il Maestro si trasferì a Ventimiglia, dove rimase fino al 1909, anno in cui, sulla Rivista "Luce ed Ombra" del Marzorati di Roma, cominciò ad apparire a puntate un'opera che subirà uno strano destino: “I tarocchi dal punto di vista Filosofico”, che ci è pervenuta incompleta poiché, improvvisamente, il Maestro ne diede il manoscritto alle fiamme molto prima che la pubblicazione ne fosse ultimata. Nel 1910 la Casa Editrice Laterza, di Bari, pubblicava in una edizione fuori commercio “Avviamento alla Scienza dei Magi”, opera fondamentale del Maestro, di inquadramento teorico della Magia. Nel 1909 il Maestro si era trasferito a Camogli, dove nel luglio 1911 la signorina Gaetana, la sua primogenita, si sposò. Nel 1912 si stabilì definitivamente in Francia sulla costa azzurra, precisamente a Beausoleil nei pressi di Montecarlo. 
Sempre a causa della pubblicizzazione dell'occultismo, nel 1911 si verificherà un altro incidente con un altro occultista: "Ottaviano", al secolo, il Duca Leone Caetani dell'Aquila di Sermoneta, alto iniziato all'arte regia e dotto islamista, che ritirò improvvisamente la propria collaborazione dal “Commentarium”, con una lettera polemica pubblicata sulla stessa rivista. Il Duca fu indignato, anche lui come il Lebano, per gli argomenti sacri che il Kremmerz esponeva ai profani. Dopo pochi numeri la Rivista cessò le pubblicazioni: le argomentazioni di “Ottaviano” erano condivise anche in alto? Sembrerebbe proprio di sì in quanto il Kremmerz ammise di essere stato costretto a interrompere la pubblicazione della rivista. 

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Segnaliamo infine che nell’opera “La Chiave della Sapienza Ermetica” (Primo volume, Rebis, 2012, con prefazione del dr. P. Fenili - Secondo volume, Rebis, 2014)), l’Autore, Riccardo Donato – studioso e cultore serio della tradizione ermetica – riporta una serie di documenti originali di grande interesse, fra i quali spiccano i seguenti:

(Tratto dalla voce “Sinedrio”, p.119 del libro):

 

EKATLOS

(…) La tradizione ci dice che il principe Leone Caetani fu la reincarnazione di Augusto Ottaviano iniziato ai veri da Virgilio, di cui fu amico e discepolo, quindi oltre ad essere imperatore fu anche sacerdote di Apollo. La conferma di ciò la troviamo nei due pseudonimi assunti dal principe:

1)          N.R. Ottaviano: per sottoscrivere alcuni articoli apparsi sulla rivista “Commentarium”.

2)          Ekatlos: per sottoscrivere la relazione dal titolo: “La Grande Orma: la scena e le quinte”, riportata in Introduzione alla magia.

Il primo pseudonimo sta per Augusto Ottaviano Imperatore, il secondo Ekatlos, sta per Leone Caetani sacerdote di Apollo, come per la prima volta vado a svelare

LEONE CAETANI

LEO       KAETANI                                                            in latino

1 2 3          4 5 6 7 8 9 0

EKATLO + ANIE

2 4 5 7 1 3     8 9 0 6

in lettere in avanzo formano la parola ANIE. C’era un Anio sacerdote di Apollo, come riporta anche Virgilio, Eneide, Libro III, v. 80: “Il re Anio, degli uomini re, sacerdote di Febo, di bene e sacro alloro coronato la fronte…”. Quindi Anie equivale alla lettera S che sta per Sacerdos.

EKATLO + S = EKATLOS = Leone Caetani sacerdote di Apollo.

Da ciò si evince l’alto grado iniziatico del Caetani, che aveva il ricordo chiaro di quella sua gloriosa precedente esistenza.

                                                                         M.

S. A. 17.2.1988. Luna Nuova di Acquario

(«Politica Romana» 7, 2005-2007, pag. 96).

 

(Dalla voce “Sinedrio”, seconda parte, p.121):

In una raccolta di appunti e lettere concernente il rapporto magistrale di Sairitis-Hus Grande Pontefice Sacerdotale dell’OR .·. e il Sinedrio (Allegato n. 12), trovo numerosi documenti. Parliamo solo di due di questi: nel primo, “Componenti il G .·.  Consiglio del Sinedrio” (Allegato n. 13), si svela il nome di N.R. Ottaviano – Leone Caetani M .·. C .·.; nel secondo, il consesso degli “Epopti” (Allegato n. 14), si svela l’arcano del nome ieratico Ekatlo-Ecaton – Leone Caetani Ep-Ops. (…)

(Gli allegati N° 12, 13 e 14 riproducono i documenti originali).

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Da www.corsodireligione.it  - L’ermetismo kremmerziano:

Sembra assai probabile, quando non certo - secondo vari studiosi -, che «Ottaviano» sia Leone Caetani (1869-1935), principe di Trano e dal 1917, alla morte del padre, duca di Sermoneta. Islamista e orientalista, Caetani è stato eletto deputato a Roma nel 1909 sedendo nei banchi della sinistra. Le idee di Caetani emergono in un volume del 1911, La crisi morale dell'ora presente: religione, modernismo e democrazia, in cui vede emergere una «rivoluzione spirituale» di cui

«il movimento modernista e il movimento democratico-cristiano sono le manifestazioni più conosciute, ma non le più importanti»; esse preludono infatti a «una fede religiosa nuova e laica che sostituisca il vuoto lasciato dalle chiese stabilite», una «religione dell'avvenire [che] non sarà altra cosa che la democrazia, intesa non come semplice dottrina e sistema politico ma come affermazione e manifestazione dell'immanenza del divino nel corso eterno della vita dell'umanità. C'è qui, evidentemente, un vero messianesimo ... ». Il cristianesimo è definito culto che viene dall'Oriente «incompatibile con la coscienza occidentale»: ma qualche nota criptica lascia intendere che il volume non è che di «natura popolare» e nasconde verità più profonde (ibid., pp. 26-43; 54-59).  Il segreto più profondo - di cui scrive «Ottaviano» nella citata lettera al Commentarium - sta nella «iniziazione, la gnosi, il segreto alchemico» che «sono lo stesso serpente che il cristianesimo ha sempre combattuto». «Gesù Cristo stesso [ ... ] non è un iniziato»; «e se posteriormente nella liturgia cattolica entrarono a farvi parte elementi di origine iniziatica (la comunione, la messa, l'olio santo), si dovette la riforma a svariati tentativi di conquistare le chiese da parte di iniziati isolati». 

«Ottaviano», sotto lo pseudonimo, svela la «religione dell'avvenire» che il deputato socialista Leone Caetani lasciava soltanto intendere, quando scrive:

«Non sono che pagano e ammiratore del paganesimo e divido il mondo in volgo e sapienti; i sapienti di questo poco [che sanno] se ne servono per difendersi dal volgo, che i miei antenati simboleggiavano nel cane e lo pingevano alla catena sul vestibolo della domusfamiliae con la nota scritta: Cave canem; cane perché latra, addenta e lacera».

Deluso dal fascismo che - anziché ripudiare il cristianesimo - viene a patti con il Vaticano, Leone Caetani emigra in Canada, dove muore nel 1935.

Caetani - nelle vesti di «Ottaviano» - rimanda a Lebano, mostrando come l'ambiente ermetico paganeggiante romano e quello di Napoli siano entrati in contatto: in effetti Caetani e Lebano fanno parte di uno stesso Ordine Egizio insieme a Pasquale de Servis. E de Servis, alla fine del secolo scorso, abita a Portici in una casetta addossata alla chiesa parrocchiale del paese, dove vive anche Ciro Formisano (1861 1930), figlio della proprietaria della casa e noto alla storia dell'esoterismo con il nome di Giuliano Kremmerz (o Kremm-Erz). Attraverso questo contatto, il giovane Formisano - che era stato professore di storia e geografia nel ginnasio di Alvito (Caserta) e che sarà in seguito titolare di un laboratorio di fotoincisione e giornalista al Mattino di Napoli - entra in rapporti con Lebano e anche con Leone Caetani. Negli anni fra il 1888 e il 1893 Formisano sparisce da Portici, soggiornando secondo alcuni in Sudamerica, secondo altri pìù semplicemente in Francia.

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1Non Confunditur fu il motto all’impresa araldica dei Caetani .

2 Superfluo ricordare in questa sede la sua opera maggiore Gli Annali dell’Islam, prevista in dodici volumi, ma incompiuta in otto volumi, ricca di numerose e rarissime fonti documentarie.

3 La prima spedizione archeologica scientifica sulle rovine di Ur risale alla fine dell’ottocento ad opera della Pensylvania University, mentre i resoconti di tali scavi e di quelli di R. Campbell Thompson del British Museum dovranno attendere il 1918 ed il 1922. Tra le carte dell’Archivio L.Caetani all’Accademia Naz. dei Lincei figurano articoli con l’intestazione “Magia” relativi a recensioni inglesi ai lavori sulla magia assira di Campbell (Londra 1903 e 1907) e Fossey (Parigi, 1903 ). 

4 Tale relazione di viaggio fu stampata in proprio a Roma nel 1891 ( Nel deserto del Sinai, Arabia Petrea.)

5 Sull’argomento v. G. Maddalena Capiferro, C.Guzzo L’Arcano degli Arcani, Viareggio 2005, n. 20 pag. 77.

6 Pur se ipotizzata la sua adesione alla massoneria (A. A. Mola Storia della Massoneria Italiana dall’Unità alla Repubblica, Milano 1976, pagg. 286-87), il principe vi smentì sempre la sua militanza (L. Caetani La crisi morale dell’ora presente: religione, modernismo e democrazia. Roma 1911, pag.47).

7  Roma 1910. Pagg. 3-21.

8 “… Invece di dichiarare che la religione sta per morire, dovremmo forse dire che la nostra religione non è ancora nata.” Op. cit. pag. 26.

9A proposito delle considerazioni sulle conosciute abitudini del culto cattolico nella capitale, vi si legge “…culto  saccheggiato e rimesso a nuovo perfino coi ruderi dei monumenti più pagani di cui Roma ne è un esempio ad ogni passo fino a S.Pietro.” Commentarium, anno I, 1910, pag. 18.

10 Curiosità di rilievo, don Leone è , nel 1889, uno dei promotori del comitato per la erezione della statua a Giordano Bruno in Campo dé Fiori.

11 “Proseguo , come distrazione intellettuale, i miei studi di storia religiosa e di fenomeni religiosi di ogni natura, di ogni tempo e di ogni paese. Sono diventato più profondamente miscredente che mai e sento che il mondo ha grande bisogno di una nuova forma religiosa, spoglia di tutti i caratteri barbarici del Jehova ebraico, di quelli pagani con i quali il sincretismo orientale dei primi secoli ha rivestito la memoria di Gesù creando un essere assurdo…” Lettera a G. Levi Della Vida, a. 1934, Accademia Naz. dei Lincei .

12 N. 5, ottobre 1910, anno IV, pag. 97.

13 Il simbolismo è ripreso dal repertorio lebaniano. V.si al proposito G.Lebano Del mistero e dell’iniziatura a cura del V Vangelo, in Paganitas (I/1999), Bassano Del Grappa 1999, pag. 4.

14 “… i sapienti di questo poco (di chiarimento) se ne servono per difendersi dal volgo, che i miei antenati simboleggiavano nel cane e lo pingevano alla catena…”Commentarium” cit.

15 Della società, progetto rimasto nelle intenzioni, doveva far parte anche Leopoldo Torlonia, amico da sempre del Caetani e discendente del principe Alessandro, l’autore del prosciugamento del Fucino. Testimonianza dell’insegnante Angela Colabianchi (1902-2002) da Magliano dei Marsi, dalle memorie del padre Ezio. 

16 L. Raffaele di Santadomenica Considerazioni biografiche su Kremmerz e la Myriam, Roma 1988, pag. 62. Secondo tale testimonianza, il Kremmerz avrebbe sempre parlato di Ottaviano come di un principe romano emigrato in Canada dopo il I conflitto mondiale.

17 Commentarium, cit. pag. 14 (n.2); pag. 15 (n.3).

18 Nel 1901, Leone aveva sposato donna Vittoria Colonna (1880-1954). Da questo matrimonio già in crisi dopo un decennio, nasce, nel 1902, Onorato, affetto da gravi minorità.

19 Commentarium , Anno I, 1910, nn. 8-9-10. Pag.233.

20 I Koch erano trapiantati in Roma dal Tirolo già nel XVIII secolo col nonno di  Gaetano e Ottaviano, il pittore Joseph Anton, da cui Augusto, pittore anch’egli e padre dei due architetti chiamati in causa.

21 Devo tali notizie alla gentilezza del nipote di Ottaviano, dott. Luciano Koch, da me contattato nel dicembre u.s. nella sua abitazione romana.

22 Fra gli altri testi, sono state consultate le Guide Touring di Roma  relative agli anni 1904, 1910, 1926, 1930.

23 Al proposito, per chi vi fosse interessato, facciamo notare che  N.R. è un’abbreviazione latina per Natura Rerum, nella natura delle cose, impresa a cui don Leone aveva improntato tutta la sua esistenza.

[24] Il più antico e meno conosciuto motto dei Caetani prima che le loro armi araldiche (ondato d’azzurro in campo d’oro) fossero inquartate con quelle dei Dell’Aquila con il matrimonio, nel XIV secolo, tra Roffredo III e Giovanna Dell’Aquila.

[25] Nota è la testimonianza del Ricciardelli per il quale chi si celava dietro lo pseudonimo di Ottaviano era un principe romano emigrato in Canada dopo il primo conflitto mondiale. L. Raffaele di Santadomenica Considerazioni biografiche su Kremmerz e la Myriam. Roma, 1988. Pag. 62. Dal canto suo Vinci Verginelli in visita, nel febbraio 1930, a Beausoleil al Kremmerz, avrebbe riconosciuto nello studio del maestro, appena sbirciato dalla soglia dell’ingresso, la barba inequivocabile del Caetani. G. Moggia, V. Verginelli (a cura di ) Chymica Vannus. Bologna, 1999.

[26] Interessanti gli articoli nell’Archivio del sito www. Cavalierivvangelo.com “La recidiva del morbo di Koch” e l’intervento di N.R. Caesar Augustus “Il morbo di Koch” sul sito  Saturnia Tellus del luglio 2006.

[27] Commentarium, nn. 8.9.10, anno I, novembre-dicembre 1910.

[28] Dopo decenni di intensi lavori e polemiche, nel 1857, presso la Royal Asiatic Society di Londra, i maggiori studiosi del cuneiforme, H. Rawlinson, E. Hincks, F. Talbot e J. Oppert tradussero in modo pressocchè identico un’antica iscrizione assiro-babilonese del re Tiglathpileser. G. Pettinato I Sumeri Milano, 2005. Pagg.55-56. Per una puntuale ed esauriente sintesi tra i primi viaggi, le scoperte archeologiche e la traduzione della lingua assiro-babilonese v.si R.W. Rogers A history of Babylonia and Assyria. New York, 1900.

[29] La prima grammatica ed il primo vocabolario sumerico sono del 1914 ad opera di F. Delitzsch. G. Pettinato, cit. pag.57.

[30] Nelle cartelle dell’archivio Leone Caetani dell’Accademia dei Lincei, la n. 1102, contiene articoli di magia assira di periodici esteri, tra il 1903 ed il 1908, relativi a recensioni delle opere di C. Fossey La magie assyrienne, di Reginald Campbell Thompson The devils and evil spirits of Babylonia e, sempre di Thompson Semitic magic, its origins and development. P. Ghione, V. Sagaria Rossi L’Archivio Leone Caetani all’Accademia Nazionale dei Lincei. Roma, 2004. Pag.276.

[31]Già da ragazzo Leone trascorreva le estati nei castelli degli zii materni, Lindsay, a Londra ed Edimburgo. Anche dopo il matrimonio con Vittoria Colonna, conservò l’abitudine di trascorrere lunghi periodi tra l’ estate e l’autunno in Inghilterra  tornando d’inverno  nel palazzo di famiglia a via Delle Botteghe Oscure. V. Colonna Di Sermoneta Memorie. Milano, 1937. Pag. 55.

[32] P.Ghione, V.Sagaria Rossi Leone Caetani: l’oriente nella vita e nella storia. In M.C. Misiti Le mille e una cultura. Scrittura e libri tra oriente ed occidente. Bari, 2007. Pagg.121-136.

[33] P.Ghione, V.Sagaria Rossi L’Archivio Leone Caetani…cit. pag. 241.

[34] Tra i contatti del principe con il British Museum, una missiva del 1905, richiede l’autorizzazione alla riproduzione fotografica di un non meglio specificato bassorilievo assiro. P.Ghione, V.Sagaria Rossi L’Archivio..cit. pag.226.

[35] Il viaggio, il più importante del Caetani, data dal gennaio 1894. Dopo Egitto e Palestina, raggiunge Gerusalemme, qundi, dal 2 al 12 febbraio prosegue per Damasco. Attraversa il deserto e il 15 marzo, con mulattieri persiani, giunge in Mesopotamia. Sulle rive dell’Eufrate visita i villaggi degli Yazidi. A metà aprile è a Baghdad, il 20 in Persia, per arrivare il 10 maggio a Hamadan da dove il 17 rientra in Europa a Mosca. Il I luglio è a Parigi.

P.Ghione, V. Sagaria Rossi L’Oriente nella vita…cit. pagg. 121- 140

Il 7 giugno 1894, Leone sulle mura di Babilonia, coglierà fiori che allegherà ad una lettera per l’amica Maria Mocenigo che risponderà, poi, da Varese per ringraziarlo. P.Ghione, V. Sagaria Rossi L’Archivio Leone Caetani…cit. pag. 319.

[36] Frequentatore, nei suoi soggiorni romani, del salotto della zia del principe, Ersilia Lovatelli, Franz Cumont manterrà una solida amicizia con i Caetani ed un ricco rapporto epistolare con la sorella di Leone, Giovannella, coniugata Grenier.

V.si Regesti  epistolari dell’”Academia Belgica” di Roma-Fondo Cumont. www.academiabelgica.it

[37] www.academiabelgica.it   Fondo Cumont

[38] Nella regione di Otranto conobbi all’estate del 1895, uno di quei frati questuanti che vanno per la cerca nei campi e che diceva di parlare la notte col bambino Gesù e portava ogni mattina una piccola profezia a qualcuno… Commentarium n. 1, Roma 25luglio 1910, anno I.

[39] N.R. Ottaviano Gnosticismo e iniziazione. Commentarium per le Accademie Ermetiche, nn.8-9-10, Bari, nov. Dicembre 1910, anno I.

[40] Con l’avvento del Fascismo, verrà costituita la provincia brindisina. In precedenza essa faceva parte di quella leccese.

[41] Corfù, Atene, Eleusi, Corinto, Maratona sono le sue tappe greche. Affermerà nelle sue memorie di sentirsi “magicamente” parte di questa terra. Rientrerà in Italia dalla stessa Grecia nel febbraio 1889 come testimonia una lettera ( 5 gennaio 1890) di Annabel Derham di Bristol conosciuta da Caetani nel viaggio in Grecia che lo ringrazia per le foto ricordo inviatele.

P.Ghione, V. Sagaria Rossi L’Oriente nella vita…cit. pagg.121-140.

P.Ghione, V. Sagaria Rossi L’Archivio …cit. pag. 168.D’ora in avanti ALCAL.

[42] Il porto brindisino era conosciuto dai Caetani anche per speculazioni finanziarie tentate dal nonno Michelangelo, nel 1872, a capo di una cordata di imprenditori e finanzieri( principe Carlo Poniatowskj, duca Cesarini Sforza, commendator Tito Cacace, presidente della camera di Commercio di Napoli) che aveva acquistato vaste aree urbane per la Compagnia Internazionale SPA- Magazzini Brindisi in vista della tappa brindisina ferroviaria dell’Orient Express e marittima della Valigie delle Indie. Archivio- Stampe R. Lezzi, in copia presso il mio Archivio ( inedito). Negli anni ottanta inviai copia del documento al compianto amico Marco Baistrocchi che me ne aveva fatto richiesta, per un articolo  che andava scrivendo sui Caetani e che non mi risulta sia mai stato pubblicato.

[43] P.Ghione ,V. Sagaria Rossi-ALCAL pag.196. Erroneamente le curatrici della pubblicazione dell’Archivio indicano Leone Caetani testimone di nozze di un figlio della coppia Dentice-Von Thurn. In realtà, il loro primogenito, Ernesto, nato nel 1886, all’epoca non avrebbe avuto che 15 anni!

[44] P.Ghione, V. Sagaria Rossi. ALCAL, pag.115.

[45] P.Ghione etc. ALCAL pag. 433.

[46] P.Ghione etc. ALCAL pag.435.

[47] Il quaderno delle visite un tempo esistente nel castello di S.Vito comprendeva frammenti dal 1888 e organicamente, dal 1909, registrava il passaggio ed il soggiorno di ospiti illustri. Conservato nell’Archivio privato di D. Maria Dentice Bertino di Sassari se ne ignora ad oggi il possesso. In opere a stampa sui Dentice ed il castello di S. Vito, una successione di nomi decorre dal 1909. Tra i tanti blasonati amici e ospiti della famiglia, Umberto di Savoia , nel settembre 1943, la famiglia reale di Vittorio Emanuele III dal settembre al novembre 1943,  i principi Isabella e Marcantonio Colonna nel 1933, i principi Aldobrandini, l’ambasciatore d’Italia Guglielmo Imperiali, lo scrittore Guido Milanesi nel 1909, Guglielmo Marconi nel 1934, Irene principessa di Grecia e Danimarca nel 1937, l’aviatore Francesco De Pinedo nel 1926 e tanti altri che per ragioni di spazio, tralasciamo. Rif. In E. Filomena S. Vito dei Normanni ed il castello dei principi di Frasso. Martina Franca, 1985. Pag.109 e segg.

[48] Padre Tommaso Pittalà da Bronte ( 1729-1797) dell’Ordine di S.Francesco dei Frati Minori.

[49] L’iniziativa e la successiva attuazione del progetto furono realizzate dalla Società per il Bene Economico di Roma il cui consiglio direttivo aveva per Presidente il Prof. Guido Baccelli e vice Presidente il Duca Onorato Caetani , deputato al Parlamento. Depliant pubblicitario, Roma, 18 giugno 1895. Arch. G. Maddalena-Capiferro.

[50] A titolo di cronaca, notiamo che in quella stessa estate, Francesco Crispi, Presidente del Consiglio, trascorreva le vacanze estive in Terra d’Otranto, a Maglie, nella villa del buon amico, senatore Achille Tamborino.

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