AURA E CONTAGIO PSICHICO, di V. Bernard

Con note inedite

a cura di Syras

 

L’irradiazione del corpo lunare forma un’aura avvolgente il corpo saturniano, la quale è più o meno pura secondo la purità dell’individuo e più o meno ampia secondo lo sviluppo di esso lunare[1].

 Si può dire che l’aura è il profumo che tramanda l’Essere[2].

 

 Ma essa ha pure delle virtù realizzatrici; può toccare ed appestare, può toccare e sanare, e perciò ha per simbolo “Le Braccia di Mercurio”. 

 

            Infatti quest’aura agisce sulle cose e sugli animali[3], impregnandoli delle sue qualità buone o cattive. Quando due persone sono a contatto, le due aure si compenetrano e fra di esse avviene uno scambio di vizi e virtù e modi di essere[4].

 

 

 

 

 

            La intensità della compenetrazione e dello scambio è in ragione della durata e del genere del contatto[5]: due coniugi per esempio sono in ottime condizioni per scambiarsi dei regali psichici o fluidici che dir si voglia[6].

       L’affetto, lo stato di amore, tra due persone a contatto, influiscono enormemente sulla compenetrazione delle auree e sullo scambio di virtualità e di contagio psichico.

 

 

 

            Ecco perché due persone in continuo contatto tendono a livellarsi psichicamente come due vasi comunicanti. Ciò costituisce il contatto di virtualità e di contagio psichico.

 Ma per le vie auriche si scambiano anche qualità e stati di essere fisici, cioè l’aura è il veicolo di molte malattie e di ogni benessere materiale. 



 

            Charcot ha fatto delle bellissime esperienze con i suoi soggetti sensitivi e isterici ed ha egregiamente studiati tanti fenomeni di quest’ordine, i quali sono tanti indizi di questa legge del contagio aurico.

 Si sa, inoltre per tradizione popolare, che una giovanetta non deve dormire nel letto medesimo di una vecchia, perché quest’ultima succhia all’altra la vitalità giovanile di cui è povera e la giovanetta invecchia.[7]

 Ciò dicesi “vampirismo fluidico” o “aurico”; ne riparleremo quando accennerò alla nutrizione vampirica.

 L’aura potrebbe essere simbolizzata nelle “cento ventose del polipo umano”. Essa è effettivamente formata da un’espansione del corpo lunare ed è costituita di sostanze di sottigliezze diverse e compenetrantisi.

 

 

 

            La più densa è il veicolo di qualità e virtualità più materiali, e quelle meno dense di qualità e virtualità man mano più spirituali.

  Ciò si intende chiaramente se si immagina che le qualità e le virtualità sono molti modi o stati di essere vibratori che sono ritenuti dalla psiche o dalle cose alle quali si comunicano.

 Un oggetto appartenuto a lungo tempo ad una persona e che diventa proprietà di un’altra, entrando in contatto dell’aura di questa le cede ciò che la prima vi aveva stampato.

 Non usare mai le vesti altrui perché non sai ciò che possono comunicarti.[8]

 

            Sii buono, caritatevole con tutti, porgi la mano anche al peggiore degli uomini, se vuoi, e se puoi così aiutarlo a salire di un gradino e sollevarlo dalla miseria, ma pensa che se vuoi purificarti, devi isolarti e tenerti lontano dai contatti impuri prolungati.

 

   La sapienza popolare espresse tutto ciò col noto proverbio: “Dimmi con chi pratichi e ti dirò chi sei”.[9] 

 

Tratto dall’opera “Iniziazione alla Scienza dei Magi”, di V.Bernard, 1906 – Ed. Rebis, col permesso dell’Editore.

 



[1] Per comprendere meglio il concetto di “aura”, si immagini una lampadina accesa che sia avvolta in un panno scuro: la stoffa e il vetro corrispondono al corpo fisico, o saturniano, esterno e interno; la luce interna allo spirito, e la luce che filtra dal panno all’aura.

[2] Infatti in Ermetismo (Stanislas de Guaita, ad esempio), viene definita anche “corpo aromale”.

[3] Come pure su qualunque oggetto, anche apparentemente “inanimato”, come pietre, piante, mobili, oggetti vari ecc., poiché qualunque cosa, anche la più insignificante, possiede una propria aura.

 

[4] A meno che il soggetto non si chiuda, entro una barriera psichica impenetrabile.

[5] Vale a dire che più il soggetto è “aperto” e disponibile nei confronti dell’interlocutore, più è portato naturalmente ad esporsi alla sua influenza.

[6] Questo significa che i contatti e rapporti sessuali possono, soprattutto se vissuti con coinvolgimento, amplificare l’influenza e lo scambio psichico o fluidico reciproci.

[7] Si tratta in effetti di una possibilità ben nota in ambito esoterico e confermata appunto da un’antica tradizione popolare. Il fenomeno può verificarsi sia inconsciamente, sia per effetto di un atto di volontà “vampirico”, specialmente se sostenuto da contatti sessuali.

[8] Gli abiti e i capi di abbigliamento in genere, in particolare quelli che si trovano abitualmente a contatto diretto con la pelle, ma anche asciugamani, accappatoi e quant’altro di intimo,  assorbono e ritengono la specifica impronta aurica del possessore e a niente servono ripetuti lavaggi per eliminarne la traccia. La medesima influenza si estende, anche se in misura minore, a qualunque altro oggetto personale. Da questi particolari si può comprendere il nutrito fiorire di leggende e aneddoti singolari, relativi a oggetti, pietre preziose, monili, gioielli, abiti, quadri, libri, abitazioni ecc., anche antichissimi, ritenuti “maledetti” o “portafortuna”, specie se legati a fatti di sangue o eventi e persone di considerevole intensità positiva o negativa.

[9] Il consiglio e la massima sono validissimi ed hanno valore come norma generale, specialmente in ambito profano. In realtà l’Ermetista deve essere in grado di imporre la propria volontà, anche attraverso la propria aura, sull’ambiente e sulle persone con le quali viene in contatto in qualunque circostanza. E non solo evitare di recepire e “assorbire” passivamente le influenze auriche negative o le impressioni indesiderate altrui, ma di isolarsi magicamente da queste e, se necessario, di modificarle e trasmutarne i valori e l’essenza.

 

 

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