SAINT-GERMAIN

IL SAPIENTE ALCHIMISTA

Prima parte

Molti sono coloro che hanno forzato le leggi di Natura per giungere alla conoscenza dell’Arcano. Tra questi un uomo, un sapiente circondato dal mistero, ha lasciato una traccia profonda nel solco dell’antico sapere. Alchimista leggendario, al pari di Cagliostro, fu considerato un ciarlatano e un millantatore, destino comune di chi segue l’aurea via e tenta di penetrare nel Tempio dei Misteri. Stiamo parlando di San Germano o Saint Germain che nella realtà si chiamava Aymar, ma fu conosciuto come marchese di Betmar.

Qualcuno sostiene che fosse di origine ebraica, oppure portoghese e qualcun altro figlio illegittimo del re del Portogallo. Il grande esoterista Eliphas Levi (il cui vero nome era Alphonse Louis Constant 1810-1875), ci fornisce alcune notizie biografiche sul controverso alchimista nella sua splendida “Storia della Magia”(1859): “Questo singolare personaggio era un teosofo misterioso che si faceva passare come possessore dei segreti della Grande Opera per la fabbricazione dei diamanti e delle pietre preziose; era d’altronde un uomo di mondo, di gradevole conversazione e di gran distinzione di modi. La signora di Genlis, che durante la sua infanzia lo vedeva quasi tutti i giorni, assicura che sapeva dare anche alle gioie che dipingeva tutto il loro naturale splendore e un fuoco di cui nessun alchimista né alcun pittore poteva indovinare il segreto. Aveva trovato il modo di fissare la luce sulla tela, impiegava qualche preparazione di madreperla o qualche incrostazione metallica? E’ quanto ci è impossibile di sapere, poiché non ci resta alcuna di quelle meravigliose pitture. Il Conte di San Germano professava la religione cattolica e ne osservava le pratiche con grande fedeltà. Si parlava peròd’evocazioni sospette e d’apparizioni strane; egli si vantava di possedere il segreto della gioventù eterna. Era forse misticismo, era follia? Nessuno conosceva la sua famiglia e a sentirlo parlare di cose del tempo passato, sembrava che egli avesse più secoli. Parlava poco di tutto quanto si riferiva alle scienze occulte, e quando gli si domandava l’iniziazione, pretendeva di non sapere niente; sceglieva egli stesso i discepoli, e domandava loro subito un’obbedienza passiva, poi parlava loro di una regalità alla quale erano chiamati, quella cioè di Melchisedecco (Melchisedec) e di Salomone, la regalità degli iniziati che è ancora un sacerdozio. “Siate la fiaccola del mondo, diceva, e se la vostra luce non è quella di’ un pianeta, voi non sarete nulla dinanzi a Dio: io vi riserbo uno splendore di cui quello del Sole non è che l’ombra, allora voi dirigerete il cammino delle stelle e governerete quelli che regnano sugli imperi”. Queste promesse, di cui il significato ben compreso non ha nulla che possa meravigliare i veri Adepti, sono riferite, se non testualmente, almeno quanto al senso delle parole, dall’autore anonimo d’una Histoire des societès secrètes en Allemagne, e bastano per far comprendere a quale iniziazione apparteneva il conte di San Germano”. L’allusione di Levi all’Ermetismo operativo, all’Alchimia, alla rituaria e al simbolismo massonico (Rosa+Croce) sono evidenti. Seguendo delle fonti documentali riservate apprendiamo che Saint Germain nacque a Lentemeritz, in Boemia, alla fine del XVII secolo. A quanto pare era figlio naturale o adottivo di un Rosa + Croce  che si faceva chiamare Comes Cabalicus(il compagno cabalista), il quale fu messo in ridicolo con l’appellativo di Conte di Gabalis, nomignolo coniato per lui dall’abate di Villars. Germain non parlava mai di suo padre e come narrava egli stesso, all’età di sette anni era proscritto (bandito, esiliato) e costretto a vagare con sua madre nelle foreste. Nella realtà, la madre a cui il futuro sapiente si riferiva non era una donna in carne ed ossa, ma simboleggiava metaforicamente la Scienza sacra e iniziatica degli Adepti. Anche l’allusione alla sua età, sette anni - numero sacrale e segreto legato all’introduzione nel Tempio dei Misteri - cela un concetto iniziatico connesso con il numero di anni che occorre all’ermetista per essere avanzato al grado di maestro. Le foreste delle quali parlava, invece, rappresentano gli imperi legati alla vera luce e alla civilizzazione. Imperi spogli, non mondani e ridondanti di potere. Se pensiamo alla leggenda tutta simbolica ed esotericamente operativa di Merlino e Morgana perverremo alla conoscenza del secreto(da secrezione) Incanto,che elegge i boschi e le foreste quali luoghi deputati alla iniziazione naturale e occultata, e alla sapienza suprema che da essi si promanava. I principi che animavano la missione del Conte alchimista erano intimamente correlati con il sapere dei Rosa Croce e a tale riguardo è interessante sapere che aveva fondato in patria un circolo occulto, dal quale si separò quando al suo interno si insinuarono principi anarchici e destabilizzanti. Per questa ragione fu sconfessato dai suoi confratelli e accusato di tradimento. Taluni autori di memorie sull’Illuminismo sostenevano che Germain fu gettato nelle segrete del carcere di Ruel. La signora di Genlis (precedentemente menzionata) al contrario, raccontava che perì nel ducato di Holstein in preda ai tormenti generati dalla sua coscienza e alle paure scaturenti dall’incognita della morte. Ogni congettura da questo punto di vista è sterile, l’unico fatto veramente rilevante è che ad un tratto si eclissò da Parigi, quasi si fosse smaterializzato. Nessuno da allora ha mai saputo dove risiedeva e che cosa gli fosse accaduto. 

Il segreto della vita e della morte

il Mistero iniziatico nel circolo occulto di Saint Germain

 La descrizione di un rito arcano legato alla morte iniziatica, pone in luce alcune simboliche facenti parte della società segreta fondata dal Conte di Saint Germain, San Jakin, che rimase operativa fino alla Rivoluzione Francese e poi venne assonnata, o più verosimilmente si dissolse senza lasciare traccia. Il racconto dettagliato di tale cerimonia apparve su un libello vergato dai detrattori dell’Illuminismo con l’intento di gettare ombre sull’attività di questo ordine iniziatico. L’attendibilità del rituale presenta dei lati oscuri che in qualche maniera ne minano l’autenticità tuttavia, in base alla mia esperienza in questo ambito, alcuni passaggi corrispondono a realtà. Il tipo di iter descritto pare ricongiungersi con pratiche note ai Rosa Croce e al Templarismo magico. Il soggetto che subiva la morte simbolica (l’iniziando) era paragonabile in qualche maniera alla figura del Cristo il quale, secondo tale filosofia (di matrice gnostica), circondato da bende e profumi, non sarebbe stato rinchiuso nel sepolcro nuovo di Giuseppe d’Arimatea, bensì restituito alla vita nella dimora stessa di San Giovanni. Era questo il presunto Mistero che veniva celebrato al suono di uno  strumento misterioso (armonica) e delle trombette. Il nome della congrega gnostica, San Jakin,tra le altre cose, è simbolicamente collegato con le due iniziali incise sulle due principali colonne del Tempio di Salomone (in seguito tempio
massonico),
Jakin e Bohas. L’iniziale di Jakin in ebraico rappresenta lo Jod,lettera sacra dell’alfabeto ebraico che è poi l’iniziale del nome divino Jeova. Jakindunque, serve a velare alla corrente volgare e profana il vero nome di Dio. Ciò spiega il senso etimologico racchiuso nel nome San Jakin. I Sangiachinisti, inoltre, praticavano la teurgia divina. Eliphas Levi spiega nella sua Storia della Magia, che la morte apparente descritta nel rito, poteva essere stata prodotta per mezzo di tecniche magnetiche che innescavano uno stato simile al sonnambulismo. Anche l’utilizzo di sonorità particolari e verbalizzazioni misteriose assume rilevanza e pone in evidenza le tecniche di Mesmerismo

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