La castità nell’ermetismo magico – Marco Daffi (R.Ricciardelli)

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La castità, come esercizio mentale, più che come fatto di astinenza è considerabile e da considerarsi quale intuizione del principio della Limitazione della Spinta Naturale. Quanto più il Figlio è riassorbito dal Padre (Significato della Resurrezione), tanto più si attutisce, si riduce la Spinta Illimitata, per infine venire affatto meno. Alla obbedienza all'Archetipo si sostituisce la visione dell'Immagine. Naturalmente si determinano fasi intermedie caratterizzate dalla vaga coscienza dell'immagine e dalla sua indiretta visione. L'espressione « castità » ha un valore squisitamente mentale e filosofico, libero essendo il praticante e l'iniziato nei suoi rapporti, giacché nessun effetto ha l'umano adoperarsi ovvero astenersi, nei confronti del piano dell'« amore divino »! Comunque vale il principio che l'iniziato deve rimanere nell'integro possesso e dominio delle proprie facoltà; quindi non castrarsi. Si evidenzia perché l'Opera Alchimica sia opera di creazione completa. 

Né si determina contrapposizione alcuna fra l'Operante ed il Principio Primo, poiché essendo questo per natura sua non specificamente volontario (cfr. Ne è simbolo l'infinito e quieto scorrere del TAO e la impassibilità dell'UNO in Plotino) mediante la materializzazione nell'uomo si realizza l'elevazione al + della monade umana.

Nelle dichiarazioni di Kremmerz:

1) « La castità deve essere assoluta, in Magia divina, perché le intelligenze più elevate non si allontanino... » (vd. Avviamento alla scienza dei Magi).  

2) « la castità è atto di astinenza da ogni generazione sessuale... » (vd. Corpus Hermeticum).

La parola « castità » è usata impropriamente, così da indurre facilmente in equivoco, se intesa alla lettera. Che, invece, rettamente, debba prendersi in senso simbolico e penetrarsi ermeticamente lo comprova il fatto della non astinenza dall'atto generatore di iniziati e del...Krernmerz stesso! La Chiesa Cattolica, nel concetto del « casto connubio », sacramentale, matrimoniale per diritto canonico, in antitesi a quello lussurioso a dilettazione venerea o fuori dei termini sacramentali, confusamente adombra e profanamente il contrasto fra:

amore divino

amore terreno

Secondo la teologia che spinge all'estremo la dottrina canonica, fuorviando da ogni base fisiologica e naturale, lo stato coniugale perfetto dovrebbe consistere in una astinenza sessuale solo interrotta dalle esigenze strettamente necessarie e sufficienti alla fecondazione dell'ovulo materno. Vale a dire: amore divino come regola e amore terreno ai fini sociali e in conformità al precetto evangelico: «crescete e moltiplicatevi». La Chiesa di Roma cioè addita una forma di amore da sviluppare e far perdurare quanto possibile; in ciò peraltro materialmente ricalcando le orme della antica tradizione pagana, che prospetta l'atto generativo come impurità aduggiante la parte divina dell'amore.

Ed il Kremrnerz (per espressa dichiarazione ad personam nell'anno 1929 in Beausoleil) usò la parola « castità » in un significato che alquanto ambiguamente raccostava a quello chiesastico — rivolgendosi a discepoli miriamici, per cui prima cura era l'infrenamento della passione — ma, in verità, intendendo dire che stato di castità è quello aduggiante l'amore terreno a pro del divino e stato di fornicazione quello invece che il divino amore aduggia e soddisfa le voglie terrene.

Ebbe a dire testualmente: « Essi vogliono credere alla castità delle candide colombe?...ebbene li ho serviti!...».

L'erotismo ritenuto per confusione di concetti aduggiamento dell'amore divino — è invece (nel senso di una occultazione fisico magnetica) quando bene e intelligentemente usato il potenziamento suo efficacissimo. L'assurdità di una astinenza quale è pretesa dal religioso e che determinerebbe 1'« atrofia » della funzione sessuale scaturisce lampante dalla considerazione che l'iniziato ha e deve avere integri ed efficienti gli attributi virili.

Già l'osservazione acuta del fenomeno dell'amore introduce all'arcano. L'amore al di sopra della carne è casto. E l'immagine della donna amata non è di donna, ma di Madonna e sensatamente e con piena coscienza di ciò l'appellativo di madonna fu usato dai letterati del dolce stil nuovo. A questo livello d'amore la prima immagine, che dà per gli occhi una dolcezza al core, non è del possesso carnale, ma dell'unione dell'anime. L'erotismo ed il possesso erotico sono i supporti dell'unione. Cioè, in ogni atto di amore « casto » vive la divina scintilla e gli amanti sono perciò in stato di grazia e puri... Il differimento alla prima notte di matrimonio della congiunzione carnale lascia intuire la legge occulta per cui la copula deve essere rituale. E l'attrattiva del rito cattolico sulle masse è anche data da questo residuo di cultualità della consumazione del matrimonio. Ma la deformazione canonica e l'oblio della sapienza hanno neutralizzato il rito, laddove avrebbe dovuto cominciare. E si ignora la funzione integrale dell'amore, che non è — come crede la Chiesa e fa credere — semplicemente ed esclusivamente di generazione della prole. D'altronde il rito cattolico ha salvaguardato il principio per cui l'unione sessuale per essere omologa all'amore divino deve essere cerimonialmente compiuta.

La tradizione pagana adombra, da parte sua, il rito come mezzo di preservazione della purità e quindi dell'amore divino, nel succedersi dell'azione venusina.

Inoltre la tradizione dei baccanali era nel senso di unione rituale...sine filiis, come pure quella delle unioni baltiche al solstizio di estate. Orbene: l'Astrale Lunare — piano in cui sono condizionate le monadi in via di incarnazione — è quale un Oceano. E nella sua profondità pelagica quasi nuotano le monadi, distinguibili e classificabili secondo la diversa, maggiore o minore, specifica gravità.

L'atto di amore che le attira, a sua volta, può essere più o meno impuro, fino ad un estremo limite di tenuità di evocazione incarnativa, simboleggiato dal concepimento di Krishna, da parte della Vergine Devaki e da quello di Gesù da parte della Vergine Maria. Contrariamente, nell'atto più greve — esprimendo i due della coppia Umanimale una forma di unione non illuminata da spiritualità — l'attrazione che se ne determina è omologa. Né mancano gli accoppiamenti degeneri a seguito di eccitazione morbosa, di ebbrezza allucinata, di frettolosa concupiscenza, di bestiale libidine del capro umano.

Magicamente, al dominio del sensismo animale, pur selettivo, corrisponde il dominio degli elementali del sesso i quali pervadono il mare dell'astrale lunare ed accompagnano e sospingono in vena di alimento occulto le spore in cerca di un fodero terreno.

L'uomo innamorato di una donna è naturalmente preso dall'idea della forma muliebre. Anche negli amori più elevati, l'uomo soggiace all'idea forma muliebre, perché si determini la potenzialità virile, espressa concretamente dall'erezione. Innumerevoli delusioni amorose conseguono allo, spesse volte drammatico, trapasso da lo stato idealizzato alla manifestazione dell'animale umano. Infatti, l'uomo comune non può evitare il rischio inerente al dissuggellamento del vaso di Pandora, poiché incapace di proiettare il proprio corpo fluidico e di percepire le impurità latenti nella figura della persona amata e dato anche lo stato di quiete erotica connesso alla fase idilliaca. Comunque, l'azione animale si svolge — uti piscem — nell'oceano astrale. Gli elementali dominano.

Gli elementali si sprigionano da gli ormoni e da i follicoli. Gli elementali pervadono la coppia e la soggiogano all'archetipo animale. E l'amore lucido e cosciente delle due anime si offusca ed eclissa nella lussuria dell'amplesso. La castità, pertanto è da intendersi e tradursi nella rimozione degli elementali da ogni piano. Castità, quindi, mentale, per cui e non si occasioni erezione — in atto o in potenza — e non si produca libido umanimale. Castità, dunque, in quanto mezzo di purificazione periodica ed esercitazione alla esclusione degli elementali della sessualità, alla dissoluzione di qualsiasi immagine erotica.

Nel campo umano e della iniziazione isiaca non può essere altro che secondo una alternanza fra:

Castità

erotismo

L'alternanza è paragonabile a quella del sirenide, che dalla superficie del mare emerge, per

respirare = purificazione

e poscia si immerge a:

soddisfare = copulazione

l'istinto di pesce, nel suo elemento.

Il valore di un atto purificatorio è dato dalla relativa durata del periodo di castità. La simbologia pagana offre la chiave dell'enunciato. La mitologica sirena è metà pesce e metà donna, non in quanto femmina, bensì in quanto « virgo »...Maria! Gli alchimisti rappresentano la sirena alchimica a 2 code...simbolo dei 2 negativi! Nella figurazione induísta il dio Visnù galleggiava sulle acque in forma di avatar, mezzo pesce e mezzo uomo...in quanto dio o piano divino! Insomma, i simboli indicano l'emersione del principio divino dal mare astrale dominato dagli elementali. Quegli che sa porsi nello stato denunciato dalle figurazioni sireniche e avatariche correlative avrà la lucidità e la purezza nell'amore e dominerà l'azione degli elementali sì che non fungano da braccio secolare dell'archetipo animale.

Perciò gli esercizi di castità sono da considerare come stadi preparatori, in alternanza, alla percezione ed alla realizzazione dello stato coevo dell'amore divino. La « rimozione » degli elementi, mediante la castità è propriamente negativa, equivalendo all'erezione di una diga che gli elementali e le correlative immagini erotiche non possono superare; eppertanto non invadono la sfera mercuriale.

Ma è nella pratica magica la possibilità di una purificazione più rapida e intensa, consistente nell'attirare, come in un campo negativo, gli elementali su un piano artificialmente creato in modo da soggiogarli. Gli asceti, i santi, pregando intensamente Dio di dar loro la forza di respingere le tentazioni, ipotizzano e visualizzano un « demonio », che rappresenta e costituisce precisamente un campo centripeto degli elementi, cacciati e dalla mente e dall'animo.

In senso magico: essendo la manifestazione naturale del Principio Solare-Creativo costituita, dall'impulso generatore e dal conseguente sfruttamento degli elementi in funzione di secondini della generazione — esiste un procedimento, inverso, che, proiettivo di energia negativa, corrobora la semplice astinenza, rimuove gli elementali, pone l'essere in stato di quiete sovrana.

E data la costituzione de l'uomo in 4 corpi — o principi — la rimozione degli elementali si impone in tutti i corpi.

Relativamente semplice è la purificazione del corpo saturnio, con l'addormentare la bestia. Più laboriosa la purificazione del corpo lunare. Questo, infatti ricevendo tutte le impressioni astrali, subisce la pressione delle monadi in vena di incarnazione.

È infatti sufficiente all'evocazione fatale di immagini non caste nel corpo lunare — in conformità alla spinta all'incarnazione — un generico pensiero a persona o persone di sesso opposto e pur con un senso « in coscienza » non erotico. Poiché « nell'inconscio » l'associazione è necessariamente consustanziata!

Più impegnativa, ancora, la purificazione del corpo mercuriale, in quanto basta una minima spinta al desiderio per lasciar traboccare gli elementali repressi in una immagine copulativa..

Infine, per il corpo solare — e ciò sempre nella struttura dell'uomo comune — il minimo fraintendere un desiderio di affermazione e di potenza, in quanto di generica virilità, determina l'attrazione ed il traboccare degli elementali annidati nel corpo stesso. È  l'atto medesimo, in quanto virile a suscitare inconsciamente la« latenza » sessuale del corpo solare. L'uomo dominato dalla ninfa Egeria è affatto all'opposto del principio di castità, perché la donna lo ammalia e quindi lo domina, facendo appunto leva sull'inconscia libido, cioè su quegli elementali che si associano a tutte le immagini della umana virilità volgare. Ninfa Egeria, che ben può anche apparire in veste di devota ancella o ammiratrice o simpatica compagna... Ma non di meno evocatrice di immagini antitetiche alla castità magica.