"Un giorno, quand'ero ancora NOVIZIO, chiesi a! MAESTRO un TALISMANO che mi liberasse da la PAURA della NOTTE, che coglie, nelle TENEBRE dell'IGNORANZA, i MISTI maldestri.

Egli, allora, preso, fra i ciottoli variopinti della riva marina, un sasso triangolare, mi disse: questo ti libererà da ogni angoscia.

Domandai: non è forse la mia fede a operare il miracolo? No, rispose, non la tua fede, poiché tu puoi anche non credere, al sasso, e pure, avendolo teco, non sarai preso da timore, giacché in esso è impressa la mia VOLONTÀ che ti fa libero".

(Dal "Corpus Philosophicum Totius magiae restitutum") 

SULLA PARABOLA del MAESTRO KREMMERZ

Nella parabola sono presenti significati multipli; quello più palese è certo relativo al valore effettivo della pietra come talismano, ossia come oggetto che non agisce solo in forza della autosuggestione del soggetto, ma indipendentemente dall'atteggiamento di questi, e per un effettivo potere ad essa conferito.

Tale dunque il significato più palese; un secondo più profondo fa pernio sul significato della 'pietra'. Prescindendo dal significato del nome Krernmerz e dal nome del Maestro, non certo privi di un preciso significato, il richiamo alla caldea Ur ed alla relativa tradizione magica è evidente.

La 'Paura della Notte', il 'Timore' dì cui nel Salmo XC, sono relativi alla limitatezza della vita umana ed al timore della morte che attende, al termine di una breve vita; l'accenno ai 'discepoli maldestri' vittime di questo timore si riferisce naturalmente a quanti non sono consapevoli della immortalità del Nume e della possibilità di creare il Secondo Legno di Vita.

Il ciottolo triangolare rappresenterebbe la 'pietra filosofale' che dona all'uomo 1"immortalità' cacciando quindi il timore della morte. La qualificazione 'triangolare' relativa alla pietra potrebbe alludere al principio del Ternario. La successiva obiezione del discepolo è volta a mettere in luce il fatto che non è che la pietra dia sollievo al timore della morte con una pia menzogna, ma come effettivamente essa vinca la morte. L'accenno alla volontà è relativo alla attivazione della Volontà, o volontà magica, che proviene dal lavoro per il compimento dell'Opera stessa.

A questo punto si potrebbe arguire che il Maestro altri non sia che un maestro interiore, e che il dialogo avvenga fra due 'strati' o 'livelli' di uno stesso individuo.

A. 

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