Mario Parascandolo (Hahajah) rappresenta uno dei personaggi-chiave della travagliata storia postkremmerziana. Figura controversa egli stesso, ebbe ad accollarsi il ruolo tutt’altro che facile di Segretario prima, Procuratore poi e infine “successore” (scritto tra virgolette perché tale successione mai ufficializzata, è stata nel tempo più volte contestata) di Domenico Lombardi (Benno), altra personalità di rilievo assai discussa e problematica del passato kremmerziano (valga per tutte le polemiche il post che riportiamo al termine dell’articolo), le cui scelte e iniziative si sono fatalmente riverberate sugli sviluppi della Fratellanza di Miriam, dal primo dopoguerra ad oggi. Entrambi saranno affrontati all’interno di un’analisi più ampia che proporremo in futuro.

Ci limitiamo in questa sede a riproporre i due ultimi e poco conosciuti scritti di Hahajah, espressamente redatti per il numero conclusivo della rivista Ibis (dicembre 1950) (*):

Napoli, 9-12-1950

COMMIATO

Questa Rivista non aveva scopi propagandistici, non ambiva ad affermarsi tra le molteplici Consorelle italiane, non intendeva suscitare entusiasmi, o fare proseliti. Essa si rivolgeva ad una « élite » preparata a comprenderne il contenuto per risvegliarne l'attività, per misurarne i valori, per accertarne gli orientamenti, per sondarne le volontà. Tali scopi sono stati pienamente raggiunti e, pertanto, la ulteriore pubblicazione sarebbe oziosa e vaniloquente. A coloro cui dovrà ancora pervenire una parola di Luce, la Parola di-rettamente perverrà. Agli altri il Silenzio parlerà con maggiore efficacia. Giunga a tutti, intanto, lettori amorevoli e collaboratori solerti, il nostro vivo ringraziamento e il nostro fraterno saluto. In part'colar modo esprimiamo, assieme al riconoscimento del loro valore e del loro lavoro, i nostri sentimenti di gratitudine ai pregevoli collaboratori « Augustus », « d'Angiar », « Ab-ba » ed a tutti quelli che hanno contribuito a rendere da queste pagine « il senso vero » dei nostri studi.

HAHAJAH

CONCLUSIONE

L'aureo Maestro J. M. Kremmerz diceva: « Positivamente le investigazioni su queste ricerche, su questi studi, su queste idee, che presuppongono piena deliberata preparazione in chi si accinge a intraprenderle, non sono di moda... ...L'ermetismo, la magia cabalistica, la filosofia dell'Occulto e dell'Invisibile? Troppo tempo, troppa fatica, troppa perdita di tempo! » (1). Ed ancora: « Con un senso d'amarezza profonda scrivo due parole d'introduzione alla lettura degli " Elementi di magia naturale e divina "... Credevo l'umanità molti secoli più innanzi e in venti anni non ho realizzato che assaggi e prove. Niente di concreto... cioè di concreto le molte noie che mi son fabbricate con le mie mani (2) ».

Con quale speranza io, suo lontano discepolo, ho collaborato alla diffusione delle stesse idee su codesta Rivista ospitale?

NESSUNA.

Io so che i tempi sono mutati; ma in peggio. Mi è stato Ordinato di parlare ai Circoli esterni ed interni, di coordinarli entrambi con voce più esplicita verso le rispettive finalità e di richiamare all'ordine gli inadempienti. Ho obbedito. Non mi resterebbe, se ne avessi qualche speranza, che ripetere col « sempre presente » J. M. Krernm-erz: « Una sola cosa desidero: che gli studiosi di ermetismo magico, italiani, non si separino, non si dividano, non si combattano tra di loro in aride polemiche, ma come FIGLI DELLA GRANDE ARTE si tengano stretti intorno al punto criticissimo della ricerca per la scienza più umana che l'uomo sia mai audacemente pervenuto a possedere (3) ». Ma io non ho questa speranza

HAHAJAH

(*) La rivista kremmerziana “Ibis – Rivista bimestrale di Studi Esoterici” (gennaio-febbraio 1950 – novembre-dicembre 1950), costituì la continuazione della precedente “La Fenice”, pubblicata dal settembre 1949 al novembre-dicembre dello stesso anno. Il nome fu cambiato per un conflitto verificatosi con l’omonima “La Fenice – Rivista di studi e ricerche spirituali”, pubblicata a Napoli nello stesso periodo [NdC].

(1) Dialoghi sull'Ermetismo — Arti Grafiche 1929.

(2) Mondo Secreto — Detken & Rocholl.

(3) Dialoghi sull'Ermetismo.

Questa testimonianza di Hahajah, risalente si badi bene nel 1950, dovrebbe spingere a dolenti ma necessarie riflessioni. Il suo pessimismo traspare palesemente da ogni parola e la citazione dell’”unico desiderio” di Kremmerz (Una sola cosa desidero…), spesso citato dai kremmerziani e MAI posto in atto, riflette disagi e conflitti interni della stessa compagine (allora come oggi in piena guerra tra fazioni rivali), già violentemente manifestatisi dalla morte del maestro in poi. Se lo stesso Hahajah chiude il suo commiato con l’epitaffio “Ma io non ho questa speranza”, cosa avrebbe dovuto scrivere oggi?... 

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(Post pubblicato in un forum nel 2010, da parte di “sirio.b”):

Dal punto di vista storico risulta veramente “arcana” (ma divertente) la lettura di quanto affermato a pag. 35 de (…): “Dopo il 1930, la Fr + Tm + di Mir + continuò ad avere un Segretario Generale nella persona di Domenico Lombardi”, salvo poi aggiungere poche righe dopo: “Ma, per tutto il periodo cui facciamo riferimento, la segreteria Generale della S.P.H.C.I. Fr + Tm + di Miriam, nella persona di Domenico Lombardi tacque.” 

La verità che appare ormai evidente è che la Segreteria Generale non ha taciuto: semplicemente non esisteva più! E questo non solo negli anni in questione (1930 – 1948) ma a partire dal 1913. Solo nel 1948, ovvero 35 anni dopo, in circostanze che analizzeremo in seguito, Lombardi avrebbe fatto sapere al mondo intero che senza il suo timbro nessuna ammissione alla Miriam era da considerarsi valida. Ecco perché quel “tacque” può solo suscitare sorrisi: dopo 35 anni di silenzio si rischia di essere dichiarati muti o morti!

C’è da chiedersi, ironicamente, come abbiano fatto tutti quei poveretti che sono entrati nella Miriam dopo il 1913, ancora vivente Kremmerz, o dopo la sua dipartita con Borracci o con Bonabitacola, a sentirsi regolari senza il timbro e la firma “del Segretario Generale nella persona di Domenico Lombardi”. E lui stesso, come poteva dormire sonni tranquilli sapendo che in assenza del suo timbro a secco, il normale timbro a umido e la firma dei segretari delle rispettive Accademie di appartenenza non erano sufficienti a fare dei Miriamici regolari?

Sarà bene ribadire ancora una volta che dal 1913 in poi, né per ciò che riguarda l’iscrizione di nuovi Fratelli, né per ciò che riguarda la vita della Scuola nel suo insieme, esiste più alcun documento ufficiale rilasciato, emanato o siglato dalla Segreteria Generale, né nella persona di Lombardi né di nessun’altro. Perché? Perché la Segreteria Generale era l’espressione della Delegazione Generale, e senza l’esistenza dell’una nemmeno l’altra aveva più alcun senso.

Da allora in poi, come già abbiamo detto, con Kremmerz o senza Kremmerz, esistettero sempre e soltanto due Accademie unite da un unico ideale ma di fatto totalmente indipendenti, le cui segreterie erano del tutto autonome e sufficienti per ciò che occorreva alla loro vita amministrativa, mentre i Presidi provvedevano a quella iniziatica con ben altri strumenti che non dei timbri a fresco o a secco. E questo con buona pace non solo di Lombardi ma di tutti.

D’altro canto, se Kremmerz avesse desiderato che anche dopo il 1913 Lombardi continuasse a svolgere il compito di Segretario Generale siglando l’iscrizione di ogni nuovo Fratello, egli lo avrebbe fatto e avrebbe continuato a farlo anche dopo la morte del Maestro, e nessuno mai si sarebbe opposto ad una disposizione del Kremmerz. Quindi, se non lo fece dopo il 1930 è semplicemente perché già da prima non lo faceva, e questo non da un anno o due ma da ben 17 anni. Altro che “tacque”. 

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