10a lettera (Alla figlia)

9 febbraio 1920

(Parlando del nipote Pasquale, venuto ai mondo sulla fine del 1919) ... questo secondo figlio non è della nostra né della famiglia di suo padre. Se sviluppa, è un'intelligenza di prim'ordine, ma tale un ribelle che la sua vita e il suo avvenire diventeranno storici; sarà un rivoluzionario di primissimo ordine, specie se la sua venuta risponde ad una piccola missione sconvolgente. Tra lui e il fratello vi è un abisso come carattere, come indole, come energia, come azione. Che la mamma ne sia persuasa e preparata. Mi si dice che è nato un po' gracile, ma diventerà forte e resistente, e di tale coraggio civile che farà paura e incuterà terrore, dove si mette ad agire deciso e di fronte. Costui non si ammoglierà (Beato lui) e la donna non agirà su di lui come fattore di tolleranza e come impedimento. Passerà di sopra anche all'affetto paterno e materno appena avrà delineato il suo carattere di battaglia che sarà tra i 18 e i 20 anni. 

Che la madre ne sia preparata e pensi che non potrà arrestare il suo destino: vi sono altre entità, che pensano a lui e lo proteggono in tale maniera che sarà un'eccezione di privilegio. Forse sarà taciturno, ma se il suo fato sarà completo diverrà un oratore affascinante, magnetico, che trascinerà le folle dove vuole. Mentre che son vivo mi occuperò di lui. Deve avere un'educazione forte, senza mollezze e va obbligato a studiare, ma non deve essere frenato né spinto a diventare un sacrestano, se no la ribellione comincia più presto. In sostanza, mia figlia ha avuto un ragazzo di eccezione. Mi pare che debba essere un po' miope, amante della libertà più assoluta e tipo di condottiere e di dominatore. Di razza è latino; si sarebbe dovuto chiamare Giuliano (ma non Kremmerz o Cromerio), Giuliano del tipo dell'Apostata, quasi un vendicatore. Di risoluzione sarà rapido, mago nell'azione della parola e degli atti, illuminato perché avrà il più gran disprezzo per i mediocri e per gli ambiziosi che cercano di impadronirsi del destino dei popoli. Sarà antireligioso. Le cricche dei preti avranno del filo da torcere e farà paura pel suo coraggio stoico. Verso la metà di questo secolo egli sarà nell'apoteosi del suo valore. Una sola causa potrà arrestare la sua opera, che il gruppo che lo guida veda la sua azione non necessaria e allora morirà non vecchio e forse non giovane. Dimenticavo di dirti che questo Pasquale sarà di cuore generosissimo e avrà intimo in sé il sentimento di giustizia. D'altronde è inutile più dirtene, non hai che da aspettare molto poco, perché il carattere si manifesterà anche da bambino. Non invidiare mai gli altri. Nel fondo di te stessa tu trovi il tesoro che gli altri non hanno, ed ecco perché al mondo non si può ottenere tutto. Il tutto è equamente diviso tra i poveri della terra e noi tra i poveri siamo principi, perché abbiamo in noi miniere di amore che sono inestinguibili, inesauribili e siamo ricchi di questa roba che è eterna e non passeggera.

[Pasquale Pugliese, nipote di Kremmerz, con buona pace delle speranze del nonno si rese protagonista nel 1940-41 di un processo clamoroso per una truffa ordita ai danni del barone R. Ricciardelli – già precedentemente e ampiamente spremuto finanziariamente dal 1926 al 1929 da altri truffatori “di alto grado” della Fratellanza di Myriam – risoltasi con una condanna che fece scalpore e si tradusse nel libro “Il processo del mago” – NdC]

11a (Alla figlia)

23 febbraio1921

... Ti dipingerei con poche, amare parole ciò che è la tua famiglia paterna, ora, ciò che io son diventato, ma a che pro? Il libro sta per chiudersi e gli amari rimpianti non fanno più né caldo né freddo a nessuno.

Mi sono cullato nella dolce fede dell'affetto e a quasi sessant'anni ritorno com'ero giovane, coi ricordi istintivi di altri dolori, e non credo più neanche nell'affetto dei figli, io che giovane ho messo in dubbio l'affetto materno, come una esplosione dell'egoismo della madre e un egoistico sentimento di perpetuare nel rampollo la schiavitù dei propri fini. Ma fermiamoci qui, non facciamo della filosofia fuori posto perché anche i rimproveri non so più farli. Li credo inutili. L'uomo deve imparare a spese proprie e io volevo dotarvi di una esperienza che voi non avevate fatta: il rimprovero lo serbo per me solo che non fui egoista al segno di abbandonare a voi stesse il vostro destino e finirò pagando fino all'ultimo giorno con la mia libertà di spirito e di corpo quello che ho mancato di fare. ... Ora fai dei progetti e domandi il mio parere. Il parere te lo do. Tu ti illudi di vedermi vecchio vicino a te e questa illusione io non la ho. Adattati piuttosto a pensare che non mi vedrai più perché son mesi e mesi che penso a questo: se è il destino fabbricato con le mie mani, potrai tu, potrò io sottrarmi a questo? Non mi dire che vaneggio, perché non ho ancora perduto la testa; hai trovato tutto vero quello che ti ho predetto e troverai vero anche questo. La missione della famiglia è stata questa di ostacolarmi tutto ciò che era mio desiderio di pervenire ad ore meno infauste, e la missione lentamente si compie per forza di uomini e di cose. Amavo tanto Napoli e non la vedrò più; te lo dicevo e mi davi del tragico. Ti dicevo che non facevo tragedie inutili, ma come Cassandra, non trovavo credenti. Ecco perché rido dei tuoi e vostri progetti per quanto riguardano me... [Nello stesso periodo, confidandosi con un amico, Kremmerz ebbe a dire, riferendosi alle figlie: “Volevo farne due principesse, e ne ho tratto due lavandaie…” – NdC]

12a (Alla figlia)

Beausoleil, 4 giugno 1921

... Dai vita e realizzazione a idee funeste che possono essere fatte vere e attive dalla tua impressionabilità. Chi vuoi che ti minacci di una malattia? Uno spirito di morti? Ma dormi tranquilla ché non esiste un corno fuori di te. Sei tu che vivifichi un'idea pericolosa e dai corpo a tale idea che veramente può diventare un fattore malefico. Sei tu stessa che in uno stato di squilibrio nervoso contribuisci allo stato malaticcio delle visceri di tuo figlio. Vuoi sapere notizie mie?, sempre scombussolato... Non mi posso occupare di giuoco; mi son messo a lavorare e ne sento schifo, perché non era questo che avrei voluto e in questo modo.

13a (Al genero)

7 novembre 1921

... In salute quasi guarito, esco e faccio tutto, ma mangio limitatamente. In quanto a moto, stò sempre più fermo di prima. Ho abolito il mercato; quindi casa e casinò; ritorno in vettura, come prima; finirò lumaca. ...

14a (Alla figlia)

11 novembre 1922

...Mi esorti ad essere il più forte e a compatire gli altri: più di rassegnarmi non posso; certo trascorro una vita da cui non vi è speranza di uscire con le gambe proprie eppure la potremmo trascorrere lietamente e utilmente in pace e correggere la sorte... ma i nervi e l'insofferenza rendono terribile la vita. Non ti creare anche tu guai che non hai. Sopporta la vita com'è, non come vuoi che sia, per non guastarla peggio

15a (Alla figlia)

8 gennaio 1923

... Ho ricominciato a lavorare per la Myriam e pei giornali, come Dio vuole, cioè per forza, mentre avrei desiderato riposo e libertà. Invece al solito: casa e mercato, casa e casinò!!! Verrà la morte che cancella tutte le ingiustizie!

16a (Alla figlia)

7 aprile 1923

(a proposito del nipote Pasquale) ...Queste sono creature per missioni e molte volte queste missioni mutano e gli individui prendono altra strada: ma tu non mi puoi capire. Vedremo e vedrai dopo i 18 anni; per ora occorre un'educazione severa, altro sogno di primavera! [In effetti, rispetto alla lettera del 1920, in questa le previsioni e le speranze di Kremmerz sembrano mutare drasticamente, rivelandosi esatte alla luce degli eventi futuri – NdC]

17a (Alla figlia)

24 ottobre 1924

lo sono ammalato non so di che. Martedì sera al casinò, mentre giocavo, al punto della tempia dove mi grattavo si formò una bozza come un grosso lampone, rossa e cocente; la notte diramazioni dolorose all'orecchio, alle cervice e alle glandole mascellari. Continuò a gonfiare nella notte, con febbre. Ieri ho avuto febbre, stanotte febbre. Oggi sono le 5 p.m. che ti scrivo; il gonfiore è passato; persiste il dolore meno acuto e febbre non ve n'è.

19a (Alla figlia)

26 febbraio 1926

... Tuo padre è nato ricco di potere e di libertà e declina schiavo della povertà mentale degli altri e povero d'amore. Finirà anche questo; credevo che sarebbe finito all'inizio dell'anno in corso, ma pare che ci debbono essere ancora dei solstizi a vedere. In ogni modo, lo sapremo fra giorni, prima del 20 marzo.

(Tratto dall’opera “Il Sole Arcano” di Pier Luca Pierini R. (Ed. Rebis, seconda ediz. 2012), con il permesso dell’Editore)

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