L'Astrale Nero - M. Daffi (R. Ricciardelli)

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Assunto il Mondo come ternario, esso è raffigurabile vuoi sotto forma triangolare, vuoi sotto forma circolare. Raffigurato da tre cerchi o gironi, al centro è l'ESSERE con le sue corrispondenze di Monade, di essere storico nel suo aspetto positivo, con tutte, cioè, le qualifiche caratteristiche anche profonde. Attorno all'essere storico o attuale, sta il piano Astrale Nero, od oscuro, piano delle passioni, al tempo stesso Oceano della reincarnazione (in senso umanimale) corrispondente al Samsara, ai fiumi infernali e — come piano — al Piano Infero, inteso in senso lato e non solo in senso di Locus Infernalis. Nella più ampia accezione, l'Inferno è uno dei tanti piani inferi: il piano ove si soffre, ove non v’è visione di Dio, come stato divino. E questo, purtroppo, avviene proprio nello stesso campo iniziatico, potendo andare agli inferi in vita e conseguentemente in morte e dopo, nella novella vita, quell'iniziato che, preso dal più pericoloso sbarramento all'ascenso, dall'orgoglio, dal senso della sufficienza, dal potere sugli altri, dalla illusione di essere ormai arrivato, dimentica che l'integrazione è eterna auto-creazione e come tale continuo superamento di prove, se pur via via più sottili. 

Questo ASTRALE sintesi dei due, Lunare e Mercuriale, che si compenetrano e si confondono fino ad intricarsi in un sviluppo inestricabile per quelli che han perduto la chiave di Arianna, questo piano, dico, costituisce il Samsara buddistico: piano di falsa luce; è il falso positivo della illusoria bellezza del creato e della falsa appercezione della propria personalità; è il Negativo, cioè oscuro, cioè latente, per chi non abbia occhi altro che per il sensibile.

I due piani racchiudono anche il significato di Binario che è illusorio fino a che è inteso fine a se stesso. Crf. unione sessuale illusoria, sensista, anche se condita dalla illusione dell'amore e benedetta dalle religioni ed elevata a nobile, doverosa istituzione etc. mentre non fa che avviluppare l'essere nel Samsara. Si può anche intendere questo Astrale Nero come Oceano. Forse quei filosofi che dicevano essere la Terra circondata da un immenso oceano, volevano occultare e ri-velare questo concetto esoterico. Fuori del Samsara avvi il piano dell'Astrale Lucido, dell'A-strale Bianco, genericamente dallo spirito. Ora è chiaro che nell'iter iniziatico, si debba dapprima attraversare il piano dell'Astrale Nero, passionale illusorio, ed attraversarlo su una barca chiamata con vari nomi: Barca di Caronte, Barca di Amon-Ra etc. per approdare al piano della coscienza « illuminata ».

All'espressione dell'idea del groviglio delle emanazioni sefirotiche, in contatto col piano dell’ Astrale Nero, in buon punto mi soccorre la Tavola V del Khunrath nel suo Amphitheatrum Sapientiae Aeternae, edito nel 1609. Gli (si fa per dire) illustri ed egregi commentatori, non avevano pratica concreta dell'azione alchimica, tanto da non vedere quanto sta sotto il velo, dantescamente cotanto sottile. Certo son caduti nella trappola della forma esteriore ebraizzante e cattolicizzante. E vengo a un condensato commento. Al centro, ordunque, è un cerchio con un uomo in croce, che i CC [commentatori] dicono essere il Cristo o Verbo o Figlio, laddove deve intendersi come l'UOMO IN CROCE, cioè l'iniziato, e difatti il Khunrath scrive: SIGNO VINCES IN HOC, il ché non significa affatto che vincerai come Costantino nel segno di Cristo... ma detta figura deve essere messa in relazione a quella sottostante: una colomba dalla tiara pontificale, ritenuta dai CC simbolo della doppia corrente di luce e di amore, che discende da Dio all'uomo e risale al primo.

Invece, molto accortamente il Khunrath ha inteso celare il segno di VENERE in cui la croce ha sotto una sfera; la colomba tiarata, da cui promanano fiamme, che altro non sono che il Fuoco Alchimico. La tiara indica che: con questo mezzo... avrai le tre parti della Sapienza del mondo (cfr. Tavola di Smeraldo). Attorno alle fiamme, che tutto all'intorno promanano dalla figura centrale, che indica il mondo a forma di uovo o circolo, (il Samsara) - è una sfera nuvolosa: le nuvole di Atziluth, che sono proprio il Piano Astrale Nero, ottenebrante la visione del dio e imprigionante il mondo samsarico. E qui è un equivoco che i CC non hanno assolutamente sospettato. Essi scrivono: solo la seconda persona della Trinità, rappresentata dalla rosa croce centrale, fora le nuvole di Atziluth, in esse dardeggiando le dieci radiazioni sephirotiche. Sono come tante finestre aperte sullo arcano del verbo, attraverso le quali si può contemplare il suo splendore da dieci punti di vista differenti... Ora a chi riguarda « oculatamente » la figura, appare innanzi tutto che le fiamme della croce centrale NON PENETRINO, NON SCALFISCANO il cerchio centrale, ma rimangano al di dentro dello stesso. Mentre i CC non han visto che dalla colomba tiarata, al di sotto, cioè ai piedi di Cristo (UOMO) scaturiscono delle maggiori fiamme, che si vanno a sovrapporre alle irradiantesi circolarmente attorno alla figura centrale che è il mondo. Sono proprio queste le fiamme che penetrano le nuvole di Atziluth, non le altre generiche.

Quindi sola la forza capronica simboleggiata dalla colomba (che non sempre è simbolo di castità nel senso mistico religioso dell'espressione) con le sue maggiori fiamme penetra le nuvole di Atziluth. Fondendo quindi le due sfere, si evince che la più vicina al MONDO, quella indicata come fiammeggiante, non indica che le fiamme siano POSITIVE, al contrario esse sono fiamme NEGATIVE, che attorcono, attorno al Samsara, l'essere; illusorie, simbolo del colore arancione, il FOCOSO MARTE citato dal Kremmerz. È, ancora, da aggiungere che la colomba tiarata sta in corrispondenza proprio con la sottostante sfera, sfera lucida di Aemeth o Spirito Santo, che altri non è se non il Mercurio degli Alchimisti.

Ben quindi va attribuito alla prima circonferenza di fiamme il valore di LUNA, se vogliamo di Astarte, dea lussuriosa, Proserpina etc. e alla seconda circonferenza il valore di Mercurio, dato che proprio la corrispondenza sua sta nella sfera di Aemeth. La sfera superiore, poi, scura con caratteri bianchi o brillanti, non sta affatto a indicare « la natura occulta della prima o della terza persona della santa trinità ». Già il fatto che la sfera sia raffigurata scura, cioè nera, mentre al di sopra sovrasta l'Assoluto. Il Trigono del Dio Padre, avrebbe dovuto mettere in guardia gli sprovveduti CC. Or è chiaro, da tutte le analogie e il simbolismo, che il Khunrath ha inteso indicare in Nero la Matrice, la Luna, il Mondo in cui (nero) si è inabissato il Principio Primo, come Osiride defunto. E allora si evidenzia la quadripartizione dei quattro corpi o principi secondo la simbologia del Khunrath. Sopra, il dio Padre, che sommando il proprio triangolo ai dieci sephiroti, forma il numero tredici: volendo indicare che delle dodici (Zodiaco) più una Virtù (seguendo il sistema ebraico che non è quello caldeo) solo dieci possono essere appercepite come virtù, mentre (vedi.., vedi... torna torna il nostro assunto!) le altre tre (due più una) non possono essere classificate Sephiroti, pur irradiando evidentemente dall'alto, tanto che il triangolo sta ancor più vicino alla sfera da penetrare che non gli stessi cori angelici, dominii e reggitori dei Dieci Sephiroth. E ancor più si vede chiaramente dalla positura delle figure che le due sfere secondo i CC, rispettivamente di Ain-Soph e di Aemeth, addizzionate ai dieci Sephiroth, formano il numero dodici e la classica duodecipartizione del Mondo delle Idee. Volendo preseguire nell'analisi, si vede che in realtà DUE sono le forze che sfondano il muro di Atziluth e cioè: in alto l'unione col dio Padre, ossia l'intuizione celeste, l'AUTO INIZIAZIONE, o se si vuole, il RICORDO in chi direttamente unito al dio Padre altro non ha che da ricordare, unirsi senza bisogno di sussidi o mediatori, mentre la gran massa degli iniziandi — iniziati — inizianti, deve percorrere, per poter sfondare le mura di Atziluth (cioè per attraversare la palude Stigia o l’Amenti) la strada in basso (INIZIAZIONE).

In croce sub sfera venit sapientia vera, lasciò scritto il marchese di Palombara, iniziato, maestro, sul frontone della Porta Ermetica in Roma. Altra significazione: le dieci virtù o categorie a nulla valgono se non si possiede il segreto del positivo e del negativo, delle due sfere, cioè, luminosa l'una (bianca) ed oscura l'altra (nera).

Dunque: sopra il dio Padre, Corpo Solare; sotto a questo la Luna o Matrice, il due, sotto ancora il quattro, mondo, Uomo crocifisso nella materia cosmica e quindi anche crocifissione cosmica, videlicet, Saturno, e con l'intermediazione della colomba, QUINTESSENZA, vero fuoco e non quello attorno al cerchio, il terzo corpo, il Mercurio dei Filosofi. ... tenuto a mente il... principio della scissione bipolare dell'essere, per collegarci alla simbologia egiziana, nella forma della barca di Ra (forma di serpente) è configurabile il prodotto della «filatura» del BISSO degli DEI o Corpo Glorioso... ectoplasma fissato. Se — artificiosamente — si spezzano in due metà i cerchi, si esprime la « barca » e risalta la convergenza dei due nembi: quello che Khunrath indica come « fiamme », cioè l'ebollizione del Corpo Lunare e quello che indica come Aemeth o Mercurio degli Alchimisti. L'equivalenza delle due figure (Tavola V del Khunrath e frontone della Porta Ermetica) è di tutta evidenza ove si ponga attenzione alla parte in basso del triangolo capovolto incrociato con l'altro e indicato da un cerchio e la parte inferiore de la « colomba tiarata », laddove le fiamme vive per tutta l'apertura delle ali della colomba SONO VIVISSIME proprio per la parte corrispondente a la coda. Nel disegno del Khunrath è riprodotta l'efficacia delle TRE GRADAZIONI di vivezza delle fiamme, cioè blande, a camuffamento di vapore, quelle all'intorno, vive, quelle emananti dalla colomba, dense, vivissime quelle in basso alla colomba medesima.