Ho voluto di proposito cominciare con la segnalazione N° 1 perché neppure io sono l’autore di quanto sto per dirvi. L’autore è la Sapienza Assoluta se ciò che vi dirò corrisponde alla verità. La Sapienza Assoluta di cui siamo tutti - come dice il Kremmerz - umili soldati ed apostoli. Conviene però, a questo punto, richiamare la vostra attenzione sull'esistenza - sempre secondo il Kremmerz - di una Sapienza Assoluta, e vedremo in seguito - secondo lui - cosa debba intendersi per Sapienza Assoluta. Prima però d'assurgere ad essa, anzi prima d'assurgere ai primi bagliori che essa tramanda, soffermiamoci ad esplorare il fondo vero di noi stessi. Questa esplorazione, fatta terra terra attraverso concrete constatazioni, può illuminare il nostro cammino ascensionale verso i vertici del primo arcano (il separando lunare). Ma per cominciare terra terra la conoscenza di noi stessi (4) noi dobbiamo conoscere la Struttura, l’Anatomia e la Chimica della nostra anima. 

Cominciamo questo studio, per quanto c’è consentito finora, con le indicazioni che lo stesso Kremmerz ci fornisce. Iniziamo, dunque, lo studio della struttura, dell’anatomia e della vera chimica della nostra anima. Racimoliamo, intanto, le caratteristiche fondamentali di quest'anima, affinché ce ne sia più o meno chiara l’essenza. E racimoliamole prima di tutto fra le indicazioni di Kremmerz. Egli dice: Anima o individualità (badate, individualità) psichica (3); esponente ignorato e potentissimo (7); centro di magnetismo d’amore (10); potere compensativo ricostruttore dell‘equilibrio vitale (11); magnetismo imponderabile che da noi emana (12); centro pulsante di natura ignota (13); corrente vitale unica 16); agente di cui una prima (badate: una prima) manifestazione è la forza magnetica (18); un raggio di luce di ciò che è (19); corrente astrale che nella sua parte più alta è verità ed è luce (20); legame tra l’invisibile e il sensibile, telema e Spirito Santo (23); astuccio d'argento ed oro con raggi (radiante) come il sole (26); spirito di Dio (30); Gesù Cristo, coscienza filosofica, Io superiore (36); germe (badate: germe) divino incarnato (37). Ma tutto questo non è nulla di tutto ciò che profanamente s’intende per anima, e ciò perché il mondo dell’anima s'analizza con altri sensi e non coi sensi comuni (41). Una volta pervenuti allo sviluppo più o meno inoltrato di questi altri sensi, possiamo incedere cautamente in questo mondo, e, sempre sulla scorta di quanto il Kremmerz ha detto, cominciamo col rifarci alla nostra costituzione quaternaria: SOLE MERCURIO LUNA SATURNO Lasciamo stare lo studio di Saturno che è nel pieno dominio della scienza ufficiale, pervenuta a disamina d’incomparabile precisione, e lasciamo stare anche lo studio del Sole, perché non ci è possibile assurgere ad uno studio simile nello stato in cui ci troviamo, cioè agli albori della nostra vita iniziatrice-evolutiva. Soffermiamoci, invece, per quanto c’è possibile, sullo studio dei corpi mercuriale e lunare, e cioè sulla struttura, sull’anatomia, sulla chimica della nostra anima, o corpo siderale, o astrale.

Conviene precisare però che l’analisi delle funzioni dell’anima è lunga e difficile (28) e che bisogna essere molto progrediti nella produzione dei suoi fenomeni per comprenderne tutta l’essenza (28), e noi non ci sentiamo ancora molto progrediti. Arriveremo, dunque, dove possiamo arrivare. Note aggiunte a mano Vd. pag. 12 - Iside, Immacolata Concezione, Virgo. La vergine nella sua qualità di Immacolata costituisce una manifestazione analoga di Maria, infatti anch'essa rimane incinta da un germe che non è lo Spirito Santo, bensì un "fuoco Sulfureo", quindi è un "fuoco dell'Inferno". Questa virgo è il Mercurio (la natura femminile di Mercurio è in rapporto con la Luna) che in seguito alla presenza del "fuoco sulfureo" maschile attivo è androgino. Cfr. alcuni Carmi Babilonesi. "d-Ningi Kuyya gimri illitu mubbibat irsiti" - "Splendida signora dell'Universo, purificatrice della terra." LA STRUTTURA I due principi Sole - Saturno sarebbero i due estremi: il primo la materia allo stato radiante, il secondo, la materia allo stato coagulante. Quindi negazione l’uno dell’altro, o processo inverso della materia unica, in direzione opposta di polarità. Nell’unità dell’esistente, e quindi anche nell’uomo, il principio Sole agendo sul principio Saturno come dissolvente o inceneritore o disseccatore, tende a liberare dai legami della saturnianità la solarità che vi è imprigionata, o vi è addensificata, promuovendone lo sprigionamento come evaporazione, o irradiazione, o esteriorizzazione, o aurificazione, o riflesso: LUNA. Per l’azione opposta, intanto, e contemporanea del Saturno sul Sole, questo viene come aspirato o attratto, donde una sua tendenza ad addensificarsi in un efflato, in una corrente, cioè con tendenza in basso: MERCURIO. Infatti Mercurio e Luna risentono dei loro caratteri di provenienza: il primo della solarità, il secondo della saturnianità; efflatus divino il primo, alito della terra il secondo. Essi, però, essendo il primo un'emanazione di Sole ed il secondo un'emanazione di terra sono, in quanto, emanazioni - i soli che possono reciprocamente penetrarsi, cioè sintetizzarsi, come due profumi che, espansi nell’aria, non sono più né l’uno né l’altro, ma la loro sintesi, e cioè un altro profumo, reso possibile appunto dalla possibilità della loro essenza di potersi penetrare e sintetizzare. Ciò che non sarebbe possibile alla materia da cui provengono per l'impossibilità - permanendo nel loro stato - di potersi sintetizzare. Codesta sintesi, badate, si fa nell’interstizio (308 e 289), cioè nella parte più alta del lunare, la più eterea, e nella parte più densa del mercuriale là dove l’eterificazione del lunare ha raggiunto lo stato di eterificazione del mercuriale. Eccoci dunque, per quanto riguarda la struttura del corpo siderale (mercurio-luna), un po’ più vicini ad esso. L’ANATOMIA Consideriamo ora l’anatomia al lume sempre delle indicazioni kremmerziane. Noi sappiamo che tutta la materia è bipolarizzata (302) e pertanto dobbiamo ritenere che il corpo mercuriale nella sua parte più alta, quella soggetta all’azione solare, è negativa, mentre è positivo nella sua parte più bassa, quella cioè che influenza il lunare E questo, cioè il lunare, è negativo nella sua parte più alta, quella che riceve l’influenza del mercuriale, ed è positivo nella sua parte più bassa, perché questa è quasi saturniana. Si potrebbe perciò tracciare il seguente schema: L’interstizio dunque è un + e un - e poiché codesto interstizio è una sintesi (intesa come abbiamo detto), una sintesi androgenica. Osservate lo schema e ricordate che il lunare è esattamente un doppione del saturniano; perciò lo chiamavano Ka, o doppio, gli egizi (294). Tutta la negatività del lunare va dalla parte esterna dell’interstizio, che sarebbe la parte inferiore del capo (il capo è la parte superiore del l’interstizio, zona mercuriale) fino all‘ombelico (Corpus). Al disotto di questo è fallico e quindi positivo; ivi, di fatto, si condensano i germi di vita che si traducono in spermatozoi. Se questa parte positiva inferiore del lunare estende sè stessa, se cioè si accresce la positività del lunare per estensione delle vibrazioni saturniane o di vita materiale con prevalenza animale (involuzione nella bassa sfera generativa), si ha un corpo lunare uguale in potenza al saturniano, cioè la Lilith. Se invece si estende la parte negativa del lunare per prevalenza di vita spirituale o mistica, si ha la Evè, compagna sottomessa alla potenza del saturniano. Questa Evè, dice il Kremmerz, deve dormire quando la dolce incantagione dell’amore ci pervade (tratto dal Corpus). Deve dormire, cioè non morire, essere neutra, immobile, mentre è viva l’intelligenza che la penetra e la comprende: allora come serpente viene immobilizzata (21). Se si neutralizza questa parte bassa del lunare, essa si rende indipendente dal saturniano, e si ha la Maria. Indipendente, badate, dal saturniano, non dal mercuriale, rispetto al quale resta sempre negativa, perché questa sua indipendenza è neutralizzazione del solo polo positivo, basso e saturniano; di quello cioè che, essendo affine a saturno, ne ritrae la polarità. Ma come neutralizzarla? LA CHIMICA (Iperchimica alchimica) Qui entra in gioco il processo alchimico il quale sostiene che le diverse coobazioni privano il mercurio del coefficiente formale, o specifico, e pertanto, restituiscono il mercurio come era in principio, cioè riportano gli spermatozoi dallo stato potenziale (effettiva presenza) allo stato virtuale, su quel piano - cioè che per ricondursi a potenziale deve polarizzarsi verso il coito naturale. Pertanto nulla si distrugge, ma si riporta all’origine. E difatti è scientificamente assodato che all’origine, cioè alle prime polluzioni della pubertà, lo sperma è privo di spermatozoi (nota. 1) e ci vuole parecchio per osservarne la comparsa. Cotesto risultato neutralizza (nota. 2) il lunare inferiore, cioè lo spoglia delle sue vibrazioni potentemente saturniane e lo pone - pressoché intero - alla mercé del corpo mercuriale; ne fa un utero, anziché di entrambi i corpi (mercuriale e saturniano) da cui la duplice composizione spermatica, del solo corpo mercuriale Giova dire che a questo punto il lavoro alchimico ha esteso la sfera della sintesi interstiziale (mercurio-luna) in quanto ha eliminato l'opposizione a questa estensione, con l'eliminazione della positività che ne costituiva l'ostacolo. A questo punto, dunque, l’iniziato ha fatto già un certo cammino, in quanto dispone di una androgenia interiore abbastanza progredita e pronta ai primi tentativi di autofecondazione. Ed in questo, appunto, consiste il processo ulteriore d'esercitazione magica, o Mag umano; una volta pronto l’utero di fecondazione ed il mercurio fecondante, si tratta d'operare reiterate fecondazioni, fino a determinare uno stato copulativo costante, che è stato creativo e polluente costante, quindi uno stato di manifestazione costante del proprio androgino il quale può arrivare ad uno sviluppo x, y oppure z, a seconda degli individui e per altre ragioni che esulano dal tema. E oltre di ciò? Oltre a ciò si lambisce, o invade, il campo del separando mercuriale nel quale non abbiamo nessuna competenza. E’ evidente, intanto, che questo androgine può conseguire tale grado d'indipendenza (con l’esercizio) dal corpo fisico, da poter realizzare un IBI e più oltre ancora può addirittura fare a meno del corpo fisico e realizzare una FENICE. (nota 1) - Questo è molto importante e vi è un capitolo lirico scritto in proposito dal Kremmerz nei sui Dialoghi. (nota 2) - Quando il Kremmerz nella "Porta Ermetica" ed altrove parla di neutralità necessaria allo scoprimento della stella del mattino, o Lucifero in noi, si riferisce a questa neutralità che, intesa in senso profano, non significa niente ai fini magici; e ai fini magici staremmo freschi se volessimo progredire con la neutralità profanamente intesa.  Ma ciò richiede l’assorbimento per sublimazione degli elementi saturniano e solare (ultima consummatio) (4). Essendo ora, per quanto abbiamo detto, giunti al cospetto della piccola sintesi, o sintesi umana, o dio fatto uomo, precisiamone - per quanto è possibile - il modus operandi dello sviluppo soggettivo ed oggettivo. Cosa dobbiamo intendere per sintesi? L’acqua è una sintesi naturale di idrogeno e di ossigeno, ma non è né idrogeno né l’ossigeno; è l’acqua, cioè un corpo, un elemento a sé stante, di natura sua tutta propria e di caratteristiche inconfondibili con l’idrogeno e l’ossigeno. E non si può dire che mescolando l’idrogeno con l’ossigeno si abbia l'acqua. Non è mescolandoli che si ottiene l’acqua, ma facendone la sintesi, cioè creando un terzo corpo che contiene i due, ma non è più nessuno dei due ed ha una fisionomia specifica. Così se bruciano incenso e mirra (che allo stato di natura si possono mescolare e non sintetizzare) noi abbiamo un profumo unico che è sintesi dei due e che non è l’odore dell’incenso, né quello della mirra. Così la parte più densa del solare e quella più eterea del lunare formano una sintesi che è Mercurio-Luna, una cosa cui si arriva solo quando se ne fa la diretta conoscenza, quando cioè se ne ha coscienza, e da quel momento comincia l'integrazione, perché quello che era occulto cade d'ora in poi sotto la luce della coscienza. Codesta sintesi, o quintessenza è un Essere (nota. 3) figlio dell’essere unitario uomo, perché ha tutti e quattro gli elementi: i due elementi suoi specifici ora esaminati e due elementi di provenienza che in essi si sono sublimati. E’ il figlio più forte dei genitori, perché li incatena. Il padre putativo è Giuseppe (apparato cerebro spinale) il quale lo accumula (98); la madre è Maria, cioè il lunare, come innanzi inteso, e nasce per opera e virtù dello Spirito Santo, cioè del corpo mercuriale puro, o principio di vita in copulazione con il lunare; nasce cioè dalla loro sintesi. E' vero Dio e vero uomo, perché partecipa della natura solare e di quella saturniana che nell’Unità lo hanno generato. E’ genio, cioè generato e generante. Generato per quanto abbiamo detto, generante perché può - con l’esercizio - produrre i prodigi della sua attività copulativa. (Nota 3) - Nella vita umana incarnativa mentre il corpo fisico elabora il mercurio fisico, l’uomo intero elabora il suo embrione anima (Corpus). Il mercurio fisico (seme) è di fronte all’uomo visibile (uomo fìsico e mentale) ciò che l’anima (seme) è rispetto alla sua vita di essere fecondo, cioè rispetto alla sua vita … Quando è piccolo è minacciato da Erode (Eros), perché può prostituirsi alla corrente generativa ed alienare, così, la sua natura più alta. Ecco perché il Kremmerz lo chiama individualità psichica (3) e con una formula pitagorica gli fa dire “lo non sono te, ma non sono neppure cosa estranea a te. Sono in te e per ragione tua, ma non sono te". (Porta Ermetica, pag. 58, righi 9,10,11). Vediamo ora qual è il modus operandi per lo sviluppo, cioè il risveglio, del nostro essere occulto, o Dio, e come servirsene, in magia operante. Il Kremmerz lo chiama fra l’altro germe divino incarnato (ed insiste sulla parola: germe). Esso, difatti, come germe, o seme, è una vita latente. Noi, come sapete dal Corpus, emettiamo alla morte un seme animico e questo seme – perché seme - vive una vita latente, finché non entra in uno stato di “fermento venereo” che ne ridesta l’attività, l’attrazione cioè verso una copula animale che lo restituirà alla vita umana. E’ un risveglio, un processo di reviviscenza che lo riporterà sul piano dell’evoluzione umana. E lo stesso è per il nostro androgino: esso esiste in noi non solo allo stato virtuale, ma modificato dal prevalere alterno, drammatico e più o meno cosciente delle umane passioni. Bisogna contemporaneamente purificarlo, svilupparlo e farlo entrare stato di fermento venereo. E per questo entra in gioco la verga, o bacchetta magica. E’ un errore il credere che la verga magica sia costituita soltanto dal membro virile. Esso né è solo la parte terminale erettile, ma che si pro1unga nell'intero apparato dell'asse cerebro-spinale che è l’elaborazione del mercurio nostro (98). La verga, dunque, col suo prolungamento in alto è l’organo umano che ha per estremo opposto il cervello, e come in basso si coagula lo sperma, cosi in alto si enuclea un magnete purissimo, e come in basso viene espulso lo sperma, così in alto questo magnetismo si dinamizza a tal punto da potersi proiettare fuori del corpo. Ed è per questo che la lettera psi greca Y, iniziale della parola psichè (anima), è una verga che alla sommità è alata. Come funziona, dunque, questa verga in sede magica operante? Cioè in sede di creazione e proiezione del Mag umano? Quando il Kremmerz dice che alcuni Ordini monastici - ad esempio - eseguono pratiche di separando psichico, mangiando e leggendo (dal "Corpus") e quando suggerisce la preghiera di Anael; “Fa che quando la carne pecca il mio spirito voli a te” (da "Angeli e demoni dell’amore"), ci fornisce una chiave laica ed una mistica per separare, nella contemporaneità, due atti l’uno dall’altro. “Fa che quando la carne pecca, il mio spirito voli a te”. Dunque, è possibile che mentre la carne pecca (cum grano salis) lo spirito voli ad Anael, cioè a Venere ed entri in uno stato di fermento venereo. Ma questo in che modo avviene? Dice il Kremmerz (282): “Le impulsioni o le accorciature del membro virile corrispondono a movimenti delle potestà nervose, o aure nervose dell'uomo, per mezzo delle quali l’uomo proietta fuori di sé la sua ombra. Da questa ombra viene l‘origine della parola Maria, che significa "potestà dell‘ombra proiettata fuori del corpo umano"; essa rappresenta la proprietà di esteriorizzazione delle forze occulte volitive e coscienti e può giungere fino ad uno sdoppiamento completo, o parziale, di sole forze. Ma badate: il Kremmerz poi prosegue (282): “V’è differenza tra Maria e Lilith: quest’ultima rappresenta l'irregolarità dell'esteriorizzazione su cui non ha presa neanche la volontà inibitiva del soggetto”. Lasciamo stare la proiezione totale, o parziale, dell’ombra che pure iniziata nei limiti del possibile, ed in relazione al separando, in relazione cioé alla produzione di mercurio puro, e soffermiamoci sullo stato che precede la proiezione e ne costituisce il prodromo indispensabile, giacché per proiettare dovete pure avere qualcosa da proiettare. In basso, difatti, voi proiettate sì lo sperma, ma prima lo accumulate, cioè lo richiamate in loco di proiezione. Durante le impulsioni o accorciature (stato di potenza) voi, in basso richiamate energia nella verga, mentre in alto, cioè nella vostra unità, si effonde in voi uno stato di fermento venereo (Eros): è la Maria che vi pervade. Se contemporaneamente il vostro pensiero fissa e tiene desta l'immedesimazione con uno stato di magnetismo radiante, se cioè mentre meccanicamente operate le impulsioni e le accorciature suddette voi pregate il vostro Dio di scoprirsi dalle nuvole dell'imperfezioni disquilibranti che lo nascondono alla vostra coscienza coi doni dei suoi poteri benefici, di traspirare da voi il prezioso scintillio del suo tesoro (magari con un rito), allora avviene che questo vostro pensiero, o mercurio della vostra mente, tenuto fisso mentre la Maria vi pervade, nel momento in cui la Maria si è tutta effusa in voi, cioè è "Assunta in cielo", in quello stesso momento il pensiero (mercurio) e la Maria (Luna) (306) s'incontrano e si copulano e vi rendono lo stato che avete richiesto (nota. 4).

Appena constaterete voi stessi questo stato di neutralità, per interesse diverso dalla creazione che state operando (polo alto), o per partecipazione al piacere sensuale della verga (polo basso) il magnetismo che ne deriva è incerto e dovete rettificare, rivedere la vostra tecnica. Però rettificando e rivedendo, fisserete lo stato opportuno e lo avvertirete distintamente. Analogo caso avviene - lo sapete - quando, nello stato che vi è noto, cominciate a percepire il cinematografo dell'immagini mentali. Appena vi scuotete da questo stato, il cinematografo finisce. E qui cade acconcio dire che quello stato è passivo finché le immagini si presenteranno a voi, ma sarà attivo quando servendovi dello stesso stato esteriorizzante, sarete voi con la stessa materia a creare l'immagine che volete. La prativa, insomma, va condotta contro ogni diletto profano. Kremmerz al paragrafo 99 vi dice: "Il pensiero fluidicamente è generatore ed ogni proiezione ha origine non solo nel pensiero, ma anche nell’apparecchio proiettante." Dunque: pensiero (fluidicamente, cioè espanso nel fluido, cioè nell‘aura, ossia Maria) e apparecchio proiettante: ovvero tutto l’asse, verga compresa: Mercurio e Luna. Si tratta di un processo copulativo (121-171, al rigo 34, cioè “come concepisci”, 215 e 221) che bisogna eseguire per poter intendere: "Il mercurio è fisso, maschio, attivo ed a lui sale come una coppa, o vulva amorosa, la luna (Maria) (246-302)". Voi capirete bene che questo procedimento bipolare del basso e dell’alto è procedimento di separando, in quanto le due azioni sono distinte e contemporanee ed io non ve le saprei descrivere in dettaglio meglio di così. Dovete apprenderlo dalla pratica e capirete così perché attorno alla verga si attorciglino due serpenti: la verga è costituita da tutto l’asse cerebro-spinale, come sopra detto, e le due serpi sono il Mercurio e la Luna cosi destati che vi faranno sentire il loro amplesso di pace e di amore (caduceo) dallo stato che ne deriva, quando vi sarà dato di condurre bene la pratica (83 e 99). Dalla pratica descrittavi avrete capito, dunque, che non occorre la polluzione, che invece è necessaria per le proiezioni oggettive, mentre la pratica suddetta è proiezione lo stesso, tutta interiore e soggettiva, cioè ha per oggetto il soggetto stesso, ossia la vostra stessa anima. Ecco com'è dunque che, in via magica, si realizza ciò che s'invoca nella via mistica con le parole: “fa che mentre la carne pecca (cum grano salis) il mio spirito voli a te" (Anael), cioè si proietti in uno stato animico d'amore. Se poi spingete oltre la pratica e proiettate il mercurio sull’uovo, voi lo avete preparato alla bisogna alchimica. Ma badate di tener duro il rito accompagnativo che vi ho detto, se volete mettervi sulla buona strada ed andare avanti. In seguito non vi occorrerà né rito, né cifra, né parola: basterà il pensiero, perché è processo integrale che migliorerà col vostro sviluppo. Il Kremmerz dice che il mago finisce come comincia. Parleremo più in là dei pericoli di questa pratica arcana. Lo stato di magnetismo integrale è la prima (badate: la prima) manifestazione del vostro Dio, o mercurio interiore, bisogna però prima provarlo, e la pratica (chiave di magia operante) ve lo farà provare. Poi evocarlo, amarlo, fissarlo, nutrirlo: e ci penserà l’esercizio. Due amanti, voi lo sapete, si amano reciprocamente; essi, cioè amano scambievolmente l’uno l’immagine dell’altro e ne sono signoreggiati (dal "Corpus"). Essi non fanno caso al fiore dolcissimo che tra loro è sbocciato: l’amore. Se essi amassero l’amore che tra loro nasce (rileggetevi “Gli amanti” dei Tarocchi) volerebbero con esso in una zona propizia a ben altri incontri che non quelli voluttuosi del ventre. Ma essi sono ansiosi di sperperarne il tesoro e ricorrono alla copula. Così avviene anche alle prime manifestazioni del nostro magnetismo integrale, per l'euforia correlativa che ci fa scalpitare come cavallini in estro. Ma lasciamo stare. Vi dicevo, dunque, o meglio ve lo diceva il Kremmerz, che la prima manifestazione del vostro Dio è magnetismo integrale, che è Amore con l’A maiuscola. Cotesto magnetismo integrale - lo vogliate o no - è terapeutico e ve ne accorgerete non foss'altro che dal piacere che procura a voi e a chi vi si avvicina mentre vi trovate in quello stato. Ciò non significa che risuscita i morti, o guarisca il cancro e la tubercolosi, ma soltanto che è terapeutico. Ed è logico che sia così: se voi traspirate mercurio puro, cioè essenza di vita, voi eserciterete sulla vita (similia cum similibus) donde l’omeopatia kremmerziana, o principio vitale di chi si avvicina, opera restauratrice, compensatrice, riequilibrante e, in altri termini, voi donate al mercurio altrui la forza di svegliarsi e di sprigionare nel corpo la sua forma benefica. Sarebbe molto strano se, usando essenza di vita, voi vi proponete qualcos'altro da ciò che essa può darvi. Potete forse con l’essenza di arancia fare una limonata? E qui bisogna chiarire un grosso equivoco: coloro che hanno ritenuto la terapeutica una via di ascenso inferiore (inferiore, forse perché vagheggiando chissà quali proterve aspirazioni personali) sono in errore. La terapeutica, essendo esercizio di magnetismo integrale, è la direzione di efficacia del suo sviluppo. Ma gli aspiranti alla magia sono pressoché tutti aspiranti a prevalere sui propri simili, per asservirli. Invece il magnetismo integrale dà la perfetta signoria delle anime, le quali, pertanto, vengono assoggettate non per essere asservite, bensì per essere affrancate e portate fino al divino dal loro ascenso. La magia è esercizio di poteri nella Legge Universale, non di velleità provenienti dalla propria capoccia, e chi concepisce il potere fuori della Legge - dice il Kremmerz - non è che un pazzo (51). E’ soltanto in funzione di questa Legge Universale che si crea e si sviluppa il magnetismo integrale (che è manifestazione del Dio in noi) il quale, pertanto, è creazione in sé di un valore universale. E poiché - dice il Kremmerz - l’unica concezione scientifica di Dio è questa: la Legge che regola nell’equilibrio più perfetto l’Universo (5), stando con la Legge, noi stiamo con Dio. Questa legge è intelligente (6), perché dona e toglie secondo il merito, concede e sopprime con una giustizia di cui l’uomo è incapace. Questa legge è infinita - prosegue il Kremmerz (5) - sempre e costantemente la stessa, qui e là, sulla terra, nel pensiero intelligente, fuori dell’orbita terrestre, nella gravitazione dei mondi visibili, nella translazione morale delle anime unite in società. E’ una legge benigna di libertà (8), in un equilibrio di giustizia che nessun codice umano potrà mai sanzionare. E’ la legge di equilibrio su cui risiede inesorabile la divinità fallica dell'eternità (9). In questa legge di cui, ripeto, la prima manifestazione è il magnetismo integrale o d'amore, il dolore, la pena, lo scompenso scompaiono, si annullano, si affogano, si disperdono (10). E badate: questo magnetismo d'amore è materia, come il calore, la luce, l’elettricità, la radioattività, ecc., ma più forte di tutti questi esponenti nel moto, la materia "Amore" sarà lo stato d'essenza del moto verso l’enigma della creazione e della distruzione, che il volgo dei mistici scioccamente impersona in uno spirito e più stoltamente dipinge come un uomo, mentre esso è la Legge stessa.(14). Questo magnetismo integrale, questa forza magnetica - dice il Kremmerz - forma la materia prima della Grande Opera (18) ed è lo spirito di Dio che si sfronda pian piano di tutti gli involucri terreni (30), è Gesù Cristo, è la coscienza filosofica, è l’Io superiore, è il principio divino in noi (30), è il germe (badate: il germe) divino incarnato, è un raggio dell’Intelligenza del Dio unico, che è l’Unica Legge che governa, l’umanità e l’universo. E l’uomo cammina verso questa sua ultima sintesi (l’iniziato la precorre), cioè verso la reviviscenza del Dio in lui, del Dio che è sintesi ultima (42). E’ questa la fiamma della vita (49) che non è stata scoperta, nè sarà mai sorpresa da nessuna scienza umana perché è fiamma divina, e benché sia palese in tutti gli organismi in nessuno di essi è tangibile dalla scienza, che ne vorrebbe investigare l’accensione, poiché la scienza umana interviene solo a fatto compiuto, o prima, che il fatto si compia. Ora è chiaro che, se per investigare non si deve intervenire nè prima nè dopo che il fatto (cioè l’accensione) sia compiuto, bisogna intervenire durante la sua accensione, ed io ve ne ho dato la chiave. La chiave datavi è anche chiave di castità, perché devia il fine della natura animale (della concupiscenza creativa in basso) verso i fini divini che si servono degli stessi mezzi, come già altra volta vi ho detto. Ecco perché il Kremmerz dice che l’impurità sta nei fini, non nei mezzi (nota. 5) e che quanto a questi, ossia i mezzi, una volta presupposto il fine e tenuto duro, come nella chiave che vi ho detto, ogni mezzo è buono. In magia la sola concezione pura o la concezione impura definisce l’applicazione e la tendenza dei riti grandiosi per la loro idealità o per la loro nefandezza. Voi arriverete così a capire che perfino il coito si trasforma in atto creativo, o resurrettivo del Mag, o del Dio, se condotto in maniera appropriata (187 e 188). Il risultato della pratica operante qui largamente spiegato, è il risultato dunque di un connubio, del connubio Mercurio-Luna (112, 171 rigo 34, "come concepisci" 215, 221, 246, 302) ovvero la loro sintesi copulativa, ed è per questo che nel simbolismo ecclesiastico si conserva l’ostia, ossia il Cristo, in un astuccio di oro ed argento radiante (26): l’oro è mercurio, efflatus di luna, l’argento è la luna; essi stanno insieme per indicarne la sintesi da cui vien fuori l’ostia che è simbolo di sostanza, della sostanza di provenienza (azione della tran-substanzia). Ora, però, veniamo ai pericoli della pratica. Essendo il risultato della pratica un prodotto ottenuto per copulazione, noi sappiamo che esso reca impressi i caratteri di provenienza, come i figli recano impressi i caratteri dei genitori nei tratti della fisionomia. E come nel caso fisico si è rassomiglianti di più al padre (maschio) o alla madre (femmina) a seconda di chi si è imposto all’altro, per il processo che già conoscete per averlo letto nel Corpus, così è anche nella pratica androgenica dell’arcano. Voi otterrete magnetismo più o meno integrale, cioè più o meno puro, a seconda se si è imposto il vostro mercurio puro o la vostra luna: purissimo nel primo caso, degenerante nel secondo. Integrale ed integralizzante nel primo caso, disintegrale e disintegralizzante nell’altro. Qui conviene che consideriate attentamente quanto il Kremmerz ha scritto al paragrafo 162, dove il sole, o ostia, o Cristo, o Dio, è posto tra un crescente lunare positivo e un mancante lunare negativo. Egli dice: “Il crescente lunare superiore positivo nella idealità (mercurio) e il quarto decrescente passivo (luna). Nel primo si ha la chiave di Iside, o Immacolata Concezione, nel passivo si ha la formula della corruzione, o Proserpina. Il libero arbitrio umano è appunto in questa scelta, ma in magia operante - fatta la scelta - bisogna subirne le conseguenze. L’ora della conquista finale in cui il Maestro si forma è un’ora di rinascenza. Dal verme nasce la mistica farfalla e allora, prostrati innanzi alla verità abbagliante di candore, si guarda sull’oceano dell'impurità umane come da un aerostato sul nero della palude di bitume degli antichi visionari. (Nota 5) Il bene e il male in magia dipendono dalla purità e dalla giustizia dell'operatore più che dai mezzi di cui l'operatore si serve. Penetrare nel limbo della purità superiore è la via per pervenire, cadere nel decrescente lunare è la magia delle forme involute (162). (nota. 6) Egli prosegue: “Tutto in magia procede per Amore; Amore è intelligenza divina, cioè è stato di comprensività, è intuito di abbraccio divino fra la materia finita ed il mondo infinito." Ogni invocazione od evocazione è sforzo di comprensività. Questo sforzo, se è per finalità inferiori, cioè per corpi finiti di vita evolutiva determinata, è involuzione (162, 215, 216). Sempre dal Kremmerz (192): “Il magismo è delle nature che sono aristocraticamente positive, o delle volontà supremamente inflessibili, o delle persone che vogliono e sentono che è possibile arrivare non a pregare Iddio, ma ad immedesimarsi la natura attiva divina e fonderla con la propria volontà illuminata di giustizia". Non mi posso dilungare sull'orribili conseguenze del decadimento della pratica magica nelle forme allucinanti ed aberranti del decrescente lunare passivo. Dovrei scrivere altrettanto di quanto ho detto finora. Vi debbo, però, fraternamente avvertire che colui il quale avendo ben compreso si sente abbastanza forte per affrontare la magia operante si ILLUDE (nota. 7). Ed anche qui dovrei dire tante cose che sarebbero assai deprimenti. Il Kremmerz stesso, or non ricordo dove, nel prospettare il quadro delle difficoltà iniziatiche e della grande forza o volontà di rigenerazione che occorre all’ascenso - sentendo così di scoraggiare gli aspiranti - si mise a piangere. (Nota. 6) Cosa fece il Kremmerz quando consigliò per la prima volta nel "Mondo Secreto" un rito di avviamento? Associò un uomo e una donna, ben sapendo che ne sarebbe nato un fortissimo amore, ma frappose fra i due un fine da tener duro: la conoscenza della LUCE. Essi resistevano? La LUCE si presentava. Cadevano? Si presentavano le tenebre passionali e le larve animizzate della lussuria. La tecnica è sempre una e sempre la stessa: suscitare in se due forze opposte ed inserirvi al centro (principio discernitore) uno scopo netto, preciso, duro, fisso, affinché ne sia la sintesi voluta. Una dinamo, con lo stesso meccanismo, produce la corrente (positiva e negativa), ma questa corrente di cui si parla è molto, molto più forte della dinamo che l’ha generata. Discuteremo poi degli elementari, geni ed eoni del fascicolo IV, i quali anch'essi sono forze (forze passive), che, senza il dominio dell’evocatore, producono fatalmente disastri. (Nota 7) S’illude perché non sa con quali forze dovrà combattere. Egli però ha dovuto avvertire: "L’iniziazione alla magia è una lotta corpo a corpo col dragone della corrente astrale. Come in tutte le lotte si può vincere o soccombere, ma in questa lotta si vince o si muore (140). Non tentate la magia a cuor leggero: chi cade, quand’anche ritrovasse il suo Maestro, non si rimette sulla retta via che ricominciando da capo. Bisogna capire che tra la via dell’errore e quella della verità, la meno seducente è da prescegliersi per arrivare, quantunque sia più aspra e ripugnante Diventerai uno scellerato se pensi che, com’è vano il senso, è vana la morale: ti sentirai santificato se rifletti che nell’ecatombe quotidiana di tanti corpi umani differenti, si alimenta lo spirito della terra sulla quale domina il Genio della razza e l’anima dell’uomo purificato diventata intelligenza separata dalla materia, la cui patria è al di fuori di tutti i luoghi comuni della logica bugiardia dei sensi (153). Accostarsi, dunque, con la Magia e lo studio della sua filosofia e della pratica, alla riva del Grande Oceano della Verità Vera, significa o mutarsi in angelo o trasformarsi in demonio, o morire suicida della propria ragione e del proprio ardimento, senza neanche giustificare sè stesso innanzi alla società ed alla sua storia. (154. p) Se riesci a fare qualcosa senza la santità, farai opera diabolica (155). L’egoismo è la pietra di paragone di ogni iniziato (162). Occorre, dunque, procedere con estrema cautela, e spesso il Kremmerz avverte di non desiderare risultati dall’oggi al domani. Occorre avere scienza e coscienza del pericolo che si corre e poiché vi ho ricordato l’esempio del rito consigliato dal Kremmerz, mi conviene insistere su questo: fissate fortemente - senza svariarlo mai, assolutamente mai - un altissimo scopo, ed esso farà da resistenza alle forze che desterete in voi e ne sarà il proiettore efficace su voi, in voi ed intorno a voi. Ma non potendo - se avete ben compreso la scienza - fissare uno scopo che non rientri nella Legge, poiché la prima manifestazione di questa Legge è il “Magnetismo Integrale”, voi non potete, assolutamente, non potete proporvi altro. Essendo poi lo sviluppo di questo magnetismo subordinato alla pratica che ne dovrete fare su uomini e su cose animate, voi dovete farne l’applicazione. E quale applicazione potrete farne? Il magnetismo integrale è esteriorizzazione d'essenza vitale e, per quanto ho detto, non può essere applicato che in campo omogeneo, cioè alla terapeutica. Aspettate, se avete fretta di dirigere uomini verso altri obbiettivi anche benefici, aspettate che su di essi abbiate conseguito la Signoria per Legge, e li guiderete e ne sarete felici. Prima di ciò voi rischiate un’avventura pericolosissima, ed io ho il dovere di dirvelo. Peraltro, nel leggervi alcuni miei appunti, sempre in concordanza con quanto il Kremmerz ha detto, ci chiariremo molte idee. Ma procediamo senza uscire dal terna e con meno fretta. Se è chiaro, da quanto ho detto, che l’ideale deve essere netto e concreto, poiché esso per essere tale deve concordare con la natura dell’ascenso, non si può fare a meno di prendere in considerazione quanto segue: "Bisogna contenersi nei limiti delle concrete possibilità, perché l’uso della forza è proporzionale al criterio perfezionato di giustizia, e questo è proporzionale all’ascenso stesso (124). "Bisogna avere uno scopo ben determinato, senza di che l’educazione della volontà in magia non è possibile (183)". "Per praticare la vita magica occorre avere innanzi agli occhi un obbiettivo ben determinato (189)". "Per iniziarsi alla pratica della magia, bisogna determinare bene la volontà nel suo fine (201)". "Bisogna ispirarsi alla giustizia assoluta, senza la quale non si è in equilibrio, non si è giusti, non si è maghi della forza (208)". "Se non che questa forza magica si sviluppa esercitandola su uomini e su cose animate (100) per cui il mago si isola per stare col mondo delle cause, ma deve avere contatto sociale per manifestare e sviluppare le sue forze (102)". "La sua affaticante missione sarà, difatti, opera assolutamente vana se egli non pratica, però la pratica è subordinata alla sua santità (155)". "La pratica insegna più di tutti i libri stampati (255) e le conquiste della verità conferiscono poteri solo con l’esercizio di esse (257), altrimenti ogni dottrina, ogni parlare astruso resta e resterà sempre dottrina e parlare astruso (303)". Allora possiamo cominciare? NO - prima leggetevi il paragrafo 86. Ed ora ciò che dice KREMMERZ: "Servitevi delle leggi e avrete tutto, ma non desiderate il tutto attraverso le leggi secondo il fine che vi proponete, altrimenti non solo non raggiungerete il vostro scopo, ma vi aprirete il più burrascoso inferno sotto i piedi se avrete desiderato delle cose che gli dèi giusti vi negheranno (125)". Il Kremmerz ha parlato di un ascenso e di un rinnovamento individuale fuori del misticismo, nella vita razionale, in cui l’Ermete nostro possa arrivare fino al genio tipico più perfetto, che ci ami d'amore vero è ci porti alla perfettibilità nella legge che nessuno può violare (261), perché il nostro cielo è legge dove è scritto che chi rompe paga (304). Ma qual è, dunque, il presupposto etico della riuscita nella pratica? Qual è il clima mentale singolo e collettivo per il singolo e collettivo sviluppo? "Per non temere, per non pentirsi, bisogna sentirsi giusto, divinamente giusto (207)". "Ma la giusta padronanza di sé, l’equilibrio, il disinteresse, l’elevatezza dei sentimenti non vi faranno mutare da scimmie in dèi dell’Olimpo ai quali tutto è lecito, senza sapere che anche gli dèi non possono far tutto (242)". Dunque: 1) Bisogna assolutamente praticare, senza di che il Mag non si sviluppa. 2) Bisogna esercitarsi su uomini e su cose animate. 3) Bisogna proporsi un fine concreto e determinato. 4) Bisogna che questo fine sia nella legge. Ma se la prima manifestazione della legge è il magnetismo integrale, bisogna chiudere soltanto volontariamente gli occhi alla luce per non vedere che in tale senso vanno orientati i primi passi, cioè nel senso di sviluppare in sé il magnetismo integrale. Se non che il magnetismo integrale, essendo traspirazione di Mercurio puro, cioè essenza di vita, ha implicito in sé il fine ben determinato, cioè il fine terapeutico sia in senso largo e generale che in senso strettamente specifico guaritivo. Questa legge è infinita, sempre e costantemente la stessa, qui e là, sulla terra, nel pensiero intelligente, fuori dell’orbita terrestre, nella gravitazione dei mondi visibili, nella translazione morale delle anime unite in società. Questa legge è intelligente perché dona e toglie secondo il merito, concede e sopprime con una giustizia di cui l’uomo è incapace (5 e 6). E altrove: (La Porta Ermetica, pag. 235, vol. II, Opera Omnia Ed. C.E.U.R.). In sintesi Dio è vero, perché l’unità universale è vera. UNO è il principio dell’infinitamente piccolo e dell’infinitamente grande: due cose a cui la concezione umana non arriva. E’ il complesso di tutte le sintesi in sé. Ora io dovrei tentare davanti a voi un’analisi, nei limiti del possibile di questa Suprema Sintesi, ma mi rifiuto di farlo, come vi rifiuterete voi domani, perché al Suo cospetto la parola umana vi apparirà come un'orrenda bestemmia alla luce del cui lampo si può decidere e si decide la sorte degli iniziati. Siete padronissimi di non credermi oggi, vi auguro di potermi credere domani. Ciò che devo fare, però, per prevenire e dissipare un equivoco è questo: devo dirvi che l’UNIVERSO è il verso dell’UNO, cioè il rovescio, il riflesso, cioè il triangolo rovesciato, cioè l’utero nel quale cadono i semi delle creazioni divine. Perciò ho insistito sempre sulle parole  “seme” e “germe". Questo VERSO, assieme all’UNO, forma l’UNO-UNIVERSO. L’UNITA’, cioè è frutto e seme, e Dio è l'UNO, cioè l'UNITA'. Noi, quali creazioni nell'Universo, cioè nell'utero, rechiamo impresso in noi il SEME divino. L'Uomo, come uomo, è frutto e seme, ma - come Dio - è solo seme. Nota 8 Nel Genesi si legge che Dio - dopo aver creato l'uomo - si riposò, cioè in lui si assonnò, resto latente, allo stato di seme. Ciò che è frutto e seme di sé stesso è solo Dio. E' dunque, per inversa analogia che ci si può accostare a questa concezione. Coloro i quali ci si sono accostati per analogia diretta - prendendo come riferimento lo sviluppo del Dio in noi - lo hanno scambiato per Lucifero. No, Lucifero non è Dio. Lucifero volle diventare simile a Dio; dunque non era Dio, ma il modello ideale della sua ambizione, la forza dell'ascenso verso la perfezione, lo slancio eroico e sacrificale della creatura verso il Creatore e come missionario misconosciuto, egli è in noi, nel nostro seno, nel nostro anelito insopprimibile alla redenzione, alla purificazione, alla perfettibilità.

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