La Prova Inconfutabile – Kremmerz - a cura di Or

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A coloro che desiderano “la pruova convertente e inconfutabile”

Ai Sigg. Dott. D. P., Dott. A. G., V., R. e Incredulo

I lettori del Mondo Secreto si dividono in più classi:

-  Coloro che credono senza vedere — e sono i benedetti da Cristo;

-  I semplici studiosi di una scienza che ora appena, per il grosso del pubblico, vagisce e che aspettano la pruova del fuoco (la innegabile) per convertirsi;

-  Gli incerti, eternamente titubanti se darsi o no al diavolo, se farsi rapire dalla fiorente poesia di una scienza del mistero o restare terra terra con la scienza officiale;

-  I miscredenti per educazione che per decidersi a credere si debbono decidere a fare la vostra scoperta, e che vorrebbero, in altri termini, rivelarvi all’attonito mondo degli accademici come un fenomeno da fiera ed annunziarvi come un soggetto degno dello studio dei patologi; 

-   Gli ultimi, quelli che desiderano vedervi all’opera, armato di spada e verga e convocare i farfarelli di tutto l’universo in una campana di cristallo, o sfoderato dal vostro corpo materiale come un doppio amorfo, o evocante le ombre dei morti ad uso e consumo dei vaghi di esperimenti — questi ultimi, dico, sono i più e tra essi alcuni, mossi per questa via, si convertirebbero lealmente.

È ad essi che io m’indirizzo, ai pochi che vogliono vedere per convertirsi sinceramente — e comeché essi, per il desiderio loro ben determinato, non sono delle persone del volgo dei profani, così devo loro dei chiarimenti, affinché di tutte le lezioni pubblicate e da pubblicarsi nel Mondo Secreto ne ricavino un succo, e non si dica che quando un occultista si decide a parlare ha il dono di non farsi capire. 

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La magia che io esumo sotto una forma compatibilmente concorde con le conoscenze contemporanee dei profani è quella classica, contenente tutti i principii fondamentali delle scienze spirituali e materiali.

Finora si è detto: la magia è un arte da ciurmatore e il solo nome di mago è poco serio. Invece i pochi lettori che mi hanno seguito dal 1897 fin’oggi, cominciano a capire che il solo volersi appropriare il nome di Magister Magus Perfectus è temerario — perché quell’uomo sarebbe il personale ritratto di un Dio sulla terra.

Però io ho detto che tutti gli uomini possono arrivare a questo esercitando le loro virtù dello spirito (animo e psiche) e obiettivando nel campo della realtà materiale ogni creazione della loro immaginazione.

Se la lingua latina si studiasse bene, secondo i principii della etimologia sacerdotale, le verità si troverebbero nelle parole. Immaginazione, italiano, viene dal latino imago, che, analizzata secondo ho detto, si divide in i-mago aut in-mago: e vuole indicare una potestà della mente di determinare nell’astrale una concezione, tal quale come fa il mago (sic ut in-mago) per ottenere una realizzazione in pratica.

L’architetto (massone o muratore) concepisce il disegno di una casa e lo traduce in atto prima disegnando e poi costruendola materialmente — perciò la Massoneria si serve, senza spiegarlo, di tutto un linguaggio e di tutti segni simbolici che dovrebbero avere questo concetto fondamentale di tradurre e costruire nella pratica il tempio ideale della giustizia di Salomone — sapienza, prosperità e pace che sono, socialmente, non troppo vicini alla nostra epoca.

Gli studiosi che sono arrivati a questa realizzazione di pensare e realizzare, s’intende con le sole forze magiche, sono degli adepti riusciti della Scienza perfetta o Magia, ma a costoro bisogna chiedere quello che è strettamente logico di chieder loro, la scienza cioè il modo di pervenire, ma non il modo di convertirvi.

Per convertirvi, se voi siete preparati ad un ascenso, egli fa appello alla vostra ragione sviluppata e vi affilia alla sua scuola per farvi trovar facile il primo cammino: come un maestro ai discepoli nella scuola volgare, egli vi dà quello che crede utile di dare.

È poco scientifico chiedere più di questo, se questo è tutto.

— Ma, dice lo scettico, che cerca quei tali fatti da protocollarsi e documentarsi, ciò che può convertir noi è il fenomeno imponente. Io non domando altro che vedervi in corpo astrale, in forma tangibile[1] oppure vedervi come Simon Mago volare, o come Beato Giuseppe da Copertino ballonzolare in aria.

La domanda non ammette replica: o siete mago e dovete saper volare e dovete potervi manifestare a me dovunque, perché lo spirito non conosce spazio — o non lo potete, ed allora la Magia è un vaniloquio.

Questa domanda che sembra a prima vista una formidabile sfida alla potestà magica, non è una domanda logica: bisogna prima diventar discepoli di fatto di un maestro e poi tentare di ottenere qualche cosa: il Cristo non si trasfigurava che innanzi ai prediletti, gli apostoli, e a chi gli domanda una grazia egli chiede prima se crede. Elia non ridà la vita che al figlio della vedova che gli aveva dato ospitalità. Mosè non compiva il miracolo della pietra che dà acqua che con Aaron…

Oggi invece la posizione è invertita, perché si dice: Se vuoi, tu che posi a maestro, convertirmi, fammi questo. E che importa al maestro che tu non voglia convertirti alla spiritualità? — Ha egli forse in mira di fondare una setta, una religione, una chiesa nuova e assidersi a papasso?

La domanda rassomiglia per la sua ingenuità a quella sciocca di un bambino che visitava il tempio di San Pietro:

— Papà, perché non mi compri una cupola di S. Pietro per metterla sulla nostra casa?

Il babbo sorridendo disse al figliuolo:

— Caro bimbo, la nostra casa non è per quella cupola, bisogna prima preparare la casa e poi vi porteremo la cupola.

Ma credete voi che avete sano l’intelletto che l’organismo di un uomo spiritualmente evoluto, capace di darvi prove di fenomeni trascendentali ed intellettuali mille volte superiori a tutte le levitazioni del Giuseppe da Copertino, possa esser cupola per ogni modesta casa?

Non è la cupola, è la casa che non affida. Potrei dirvi che come profano avete ragione: che il pubblico ammira e batte le mani ad un uomo cannone e passa non curante innanzi ad un edificio recentemente costrutto: che voi volete delle esperienze acrobatiche dal direttore della compagnia: che voi desiderate che l’architetto di un monumento prenda la cazzuola e suda a costruirvi il piedistallo di silice. — Ma io vi dirò semplicemente così: permettete che io vi dia la certezza di un occulto potere, umano ed extraumano, con una iniziazione progressiva — io non sono un fachiro dei tempii dell’Himalaya, né Home, né un medio sul genere della Paladino: diversamente non potrei scrivere un libro che vanta tra i suoi pochi lettori degli uomini e filosofi colti, non sarei un maestro di magia, né avrei la libertà di non aver bisogno di alcuno. Nelle condizioni soprascritte della Paladino, io mi farei scritturare per un giro artistico, ma non insegnerei le leggi della scienza né interesserei degli uomini della cultura di coloro che mi scrivono, e cui son dirette queste parole.

Questa iniziazione progressiva cui io accenno non è né sarà un vaniloquio.

Io la traccio con una pratica che, per la sua semplicità, tutti, giovani, giovanetti, signore, uomini validi possono cominciare a seguire senza grave incomodo. Sarà ottima pei medii: maggiormente proficua per chi vuole arrivare ad ogni costo: e offrirà agli sperimentatori di sonnambulismo, che trovino una compagna adatta, a prodursi nella medianità magica. Solamente, io ho pregato, se non si ha nettamente l’ideale di voler imparare qualche cosa di nuovo, di non tentare questo ignoto o lasciare che la lumaca non metta fuori la corna: per molte ragioni, sopratutto per impedire con la non pura idealità della scienza che quell’ignoto Signore che verrà a visitarvi, appena voi ne sarete degni, non faccia, alla rovescia, il vostro bene, calcando sulle vostre cose mondane la sua mano invisibile e dandovi pruova della sua presenza influendo a traverso tutto ciò che può farvi piacere, cangiando ogni carezza in randellata.

Questa pratica serve a scozzonare il nudo organismo psichico del neofito dandogli la possibilità di fenomeni di ordine superiore, e certamente una luce tale da permettere di praticare tutti gli esperimenti e intendere tutte le teorie che andrò pubblicando in seguito; giacché finito il primo ternario astrologico

 

Sole                                    Luna

Q           R

 

S

Mercurio

 

noi entreremo nel secondo ternario

 

Marte                     Venere

U           ♀

 

V

Giove

 

nel quale ogni studioso deve cominciare, preparato com’è, a esperimentare e a tentare i primi problemi di magia naturale, cioè:

1.° Influenza dell’uomo sull’uomo,

2.° Influenza dell’uomo sull’ambiente,

3.° Azione determinata su uomini, ambiente e cose inanimate,

4.° Limiti della magia naturale e possibilità di entrata nel mondo extraumano.

Il quale mondo extraumano comincia a schiudersi all’incipiente nel pianeta di saturno W, cioè al settimo punto, in cui i limiti della magia naturale confinano col mondo degli esseri invisibili, ed allora o si va innanzi o si rimane un aborto in magia.

Tutto ciò, il lettore lo intuisce, non lo abbandono al caso. Spiego, scrivo, raccomando delle precauzioni. Chi esegue le mie pratiche si metterà in comunicazione diretta con me, per mezzo di determinate cose che svilupperanno in terreno propizio, ed allora di quanto scriverò di oscuro, il praticante capirà lo spirito, mentre il lettore volgare intenderà la lettera solamente.

Questa insomma è la chiave di tutto un edificio (Massoneria?) filosofico, che avrà la sua grande influenza sulla creazione di una scuola la quale faciliterà le ricerche individuali e il progresso di quelli che si sentiranno spronati dai successi a continuare nelle ricerche.

Studiando e praticando quanto io scriverò, ciò che oggi si domanda come un esperimento, cioè il vedere e toccare il corpo astrale di un maestro, si otterrà facilmente, perché allora il fenomeno sarà possibile ed ora no, non per altra ragione che per metter su di una casa la cupola di S. Pietro vi è bisogno di renderla atta a sopportarne la mole.

—      Ma, risponde lo scettico, dei tempii dell’India si scrivono tante cose; dei bramani si dicono mirabilia…

È vero; ma lo studioso ricordi che altro è parlar di tempii ed altro è parlar di scuola: come altro è discorrere di un collegio medico in un ospedale di primissimo ordine, e altro è parlare di un medico magari di fama mondiale. Nell’ospedale vi ha tutto ciò che occorre a qualunque insegnamento e il soccorso anche imprevisto; nel consultorio di un medico invece, non si può pretendere che ciò che il medico può dare agli altri e vuol dare.

V’è iniziato che può fare delle cose che altri non può: dipende dalle sue condizioni speciali: un architetto potrebbe edificare rapidamente un edificio che altri in tal tempo non può, perché l’uno dispone di operai e mezzi materiali che l’altro non è disposto a usare o non ha che per determinate opere.

Generalmente si crede la più facile cosa del mondo esteriorizzarsi non solo, ma rendersi tangibile, cioè plastico, cioè sensibile a coloro che non escono dall’ordinario della sensibilità umana — mentre non si capisce e non si pone attenzione che nel circoli di esperienze spiritiche non si producono i fenomeni che modificando la sensibilità degli intervenuti e che nei tempii i miracoli o i fatti anormali non si verifìcano che con uno stato di crisi degli spettatori. D’altronde nature eccezionali possono dare determinati fenomeni, ma non danno che quei fenomeni: il Beato Giuseppe da Copertino era levitante ma non faceva che quello e la Paladino non fa che ripetersi: riuscire completo in tutto non è che dei messia.

Ora mi permetto riprodurre, dall’opera magistrale di Stanislao de Guaita, questo che riguarda l’esteriorizzazione del corpo astrale, affinché si sappia quanto se ne debba sapere:

«Allo stato normale il corpo fluidico è invisibile, ma può, obiettivandosi, rendersi compatto in una misura più o meno accessibile ai sensi; sia che egli obbedisca alla efficace volontà degli adepti o che egli si trovi in certe condizioni poco frequenti che determinano le variazioni dell’atmosfera iperfisica di cui è circondato il nostro pianeta. Allora diventa visibile e presenta anche una incredibile resistenza al tatto».

Ma, dopo detto che in potenzialità tutti gli uomini possono riuscire a esteriorizzare il loro corpo astrale, egli aggiunge testualmente:

«Questa esperienza è cosa grave: qualsiansi le precauzioni che si prendano non si tenta mai senza pericolo.

Prima, il Perispirito in stasi di condensazione che incontri sul suo cammino una punta metallica è seriamente minacciato: per poco che la sua sostanza centrale sia intaccata, il coagulato si dissolve e la morte è certa. Nel caso in cui un oggetto acuto si limiti a sfiorarne la periferia, una parte notevole della sua vitalità è subitamente sottratta a lui come l’elettricità di una nuvola dalla cuspide di un parafulmine. Il corpo astrale corre il medesimo rischio, per questo fatto, del corpo materiale dopo un’abbondante emorragia: — la sincope».

E qui il de Guaita comincia ad enumerare tutti gli altri pericoli, specialmente quello di vedere il proprio corpo materiale invaso da larve o spiriti vaganti dell’astrale e si riferisce al vocabolo alienato e alienazione mentale la cui origine dimostra che i mutamenti di personalità nei casi di follia sono appunto da addebitarsi ad ospiti nuovi in case da cui il proprietario è stato messo alla porta o ridotto a servitù.

— I maestri però, soggiunge lo scettico, devono sormontare tutti questi ostacoli, e fare, vincendo tutti i pericoli, ciò che è tanto pericoloso di fare.

Perfettamente: ma i neofiti che vogliono davvero, non hanno che a praticare e purificarsi: appena saranno progrediti tanto quanto si può arrischiare di porre la cupola di S. Pietro sul nuovo edificio psichico, non hanno che a chiamare insistentemente con la voce dell’animo e della volontà, e, senza illusioni e senza sorrisi, mi vedranno, mi toccheranno e mi sentiranno, dovunque e comunque vogliono. Questo è tutto il programma della scuola che inizio. Rendersi atti a vedermi e a sentirmi è il compito vostro; rendermi visibile o sensibile a chi è pronto, dovunque si trovi, questo è mio volere.

 

Giuliano Kremmerz

 

(Tratto da: Il Mondo Secreto, Anno 1898, fascicolo 10°, Ottobre - Ristampa anastatica Rebis, Viareggio 1982, vol. I, pp. 493-499).

 

[1] Qualcuno potrebbe aggiungere: …vorrei pungervi con un bisturi per vedervi sanguinare.