Nel papiro di Ebers è presente il cosiddetto “Trattato dei Vasi”, uno scritto che, a differenza di ciò che sostiene la moderna egittologia, traducendo “vasi” per vene ed arterie che partono dal cuore, descrive il percorso energetico dei meridiani, quei “sottili” canali in cui scorre l’energia che ci sostiene. Nel suddetto papiro, infatti, leggiamo: “Quanto all’uomo, vi sono in lui dodici Mo verso il suo cuore.” (Ebers, 102-1) E questi, in stretto rapporto con il cuore, non sono altro che i dodici meridiani principali, chiamati dagli Indù “Nadis”. La “Chandogya Upanishad” (ottava lettura, sruta 1 e 2), ci dice in proposito: “Le vene sottili (nadi) che escono dal cuore consistono in una sostanza sottile…” E più in là: ”Come una via maestra tra due villaggi va dall’uno all’altro, ugualmente i raggi del Sole vanno ai due mondi, quelli di qui in basso e quelli di là in alto. Dal Sole che è là, in alto questi raggi fluiscono in queste vene, in esse insinuandosi, da queste vene essi fluiscono, insinuandosi nel Sole.” Inoltre, nel papiro di Berlino 163b vi è, analogamente a quanto asserito dalla medicina tradizionale cinese, la descrizione dei 22 Mo che percorrono il capo e che “portano Aria al suo cuore ed Aria a tutte le parti del corpo”.

In egizio, il termine “vaso” è composto dai geroglifici e si legge MO. In questa parola, troviamo il fallo, che indica un canale energetico attraverso cui scorre l’energia generativa; una spirale, simbolo delle energie cosmiche che si individualizzano; ed infine il simbolo del percorso del Sole, inerente alla manifestazione tangibile. Riassumendo, i Mo venivano definiti come dei canali in cui si immette l’energia cosmica per creare un individualità, per creare la Vita.

Sempre nel papiro di Ebers, leggiamo: “Inizio del segreto del medico. Conoscenza della marcia del cuore. Conoscenza del cuore. Vi sono dei Mo in lui per tutte le membra. In qualsiasi posto ogni medico, ogni sacerdote di Sekmet, ogni mago, mette le sue dita sulla nuca, sulle mani, sul posto dell’Ib, sulle due braccia, sui due piedi, egli trova il cuore, poiché i suoi Mo sono in tutte le membra, cioè egli parla di Mo di tutte le membra.” (Ebers, 99,1-5)

Per quanto riguarda il cuore, vi erano due termini per definirlo. Il primo è Ib bilittero formato dalla piuma (I), lo strumento per scrivere, attraverso cui si mette per terra il proprio contenuto mentale e dalla gamba (B). Così possiamo dare all’Ib il significato di forze provenienti dall’alto che discendono e si mettono in cammino. Quindi Ib indica il cuore che “versa in terra“ ciò che proviene dai piani superiori, assumendo così un significato metafisico, spirituale, quale ricettacolo dell’atman. Il secondo termine è Haty composto dall’avantreno del leone, e dal percorso del Sole. Viene tradotto come “colui che è avanti e che individualizza”, e, rispetto ad Ib, indica propriamente il cuore fisico ma anche le sue funzioni energetiche, quale ricettacolo del prana.

Dalla Medicina Tradizionale Cinese, sappiamo che vi sono tre energie principali che sorreggono il nostro corpo: l’ energia Yong, suddivisa in Yin e Yang, positivo e negativo, che circola in profondità negli organi per poi riaffiorare a livello dei meridiani sulla pelle; l’Energia Ancestrale, che regola e sostiene l’energia Yong, e di cui ce ne viene fornita una determinata quantità al momento della nascita; ed infine l’energia Oè che è tendineo – muscolare, e che riguarda anche la respirazione.

In Egitto ritroviamo gli stessi concetti, pur espressi in modo differente. Riguardo l’Energia Ancestrale, veniva indicata dal geroglifico (NU) il simbolo delle Acque, dell’energia, accompagnato dai tre vasi e dal simbolo del Cielo, ovvero l’energia che prende forma, che si fissa dei limiti ben precisi, indicati dai tre vasi.

Questa Energia Ancestrale entra nel corpo attraverso la linea dei reni, si dirige verso l’ano e qui si divide in due rami: il Vaso Governatore (Tu Mo), che regola il potenziale positivo, percorre l’asse mediano posteriore del corpo, gira intorno al capo e termina all’interno del labbro superiore; ed il vaso Concezione (Jenn Mo), che invece regola il potenziale negativo, percorre l’asse mediano ventrale e termina all’interno del labbro inferiore. Secondo la Medicina Egizia, questi due Mo possono propagare la malattia attraverso tutto il corpo, per questo motivo gli Egizi agirono a livello terapeutico preferenzialmente proprio sul punto di biforcazione di queste due energie a livello dell’ano, mediante l’uso di particolari preparazioni tipo “supposte”, lavaggi o clisteri contenenti i medicamenti appropriati, come si può leggere nelle molte ricette del papiro di Chester-Beatty, in modo che attraverso il Tu Mo ed il Jenn Mo raggiungessero l’organo ammalato.

Accanto a queste pratiche, figurava anche la cosiddetta “digitopressione” sui meridiani, di cui erano esperti i sacerdoti di Sekmet, la Dea a testa di leone (il leone, analogo al cuore, il luogo di “nascita” dei Mo).

Un’altra tecnica in uso presso gli egizi, era quella definita “moksa” dai cinesi, che consisteva nel porre delle tavolette d’argilla o di lievito di birra riscaldate, o anche dei coni o piastrine di erbe, lungo determinati punti dei meridiani, al fine di stimolarne l’energia, per risolvere una data malattia.

Per quanto riguarda l’energia Oè, che nasce dal meridiano dei polmoni, possiamo rintracciare questo concetto nella figura della dea Neith, colei che presiede alla trama e all’ordito, intrecciando le due polarità, Yin e Yang, per creare un “tessuto”: “Quindi il corpo nella sua totalità è assimilato ad un tessuto e questa Funzione del tessere rende corporale e fissa lo Spirito in noi per mezzo della respirazione, e tramite essa, si può compiere la tessitura di ciò che anima (Aria) con ciò che è animato (Sangue)” (Angelini A., rivista Kemi Hathor, 1988)

La nostra Tradizione occidentale, che come sappiamo deriva da quella egizia, assimila i dodici Mo principali ai dodici segni dello Zodiaco. Lo Zodiaco, nell’Antico Egitto, è chiaramente illustrato nel famoso “Libro delle Porte”, scolpito in numerosi monumenti, ma di cui esistono solo quattro versioni complete: nel sarcofago di Seti I, nella tomba di Ramses VI, nel corridoio dell’Osireion di Abido e nella tomba di Pedemenotep. E’ perciò possibile fare un parallelo tra queste “Porte” e le caratteristiche dei rispettivi meridiani. Ogni Porta possiede un nome e due Guardiani, che ne riassumono le caratteristiche. Vediamo, in breve, queste corrispondenze.

Prima Porta: questa prima sezione corrisponde al segno dell’Ariete, dove troviamo il domicilio diurno di Marte e l’esaltazione del Sole. La Porta inizia con la dicitura “il Guardiano dei monti”, e vi è la raffigurazione di Amon-Ra sulla Barca Solare. Amon-Ra, il dio a testa d’ariete, rappresenta Dio che entra in azione, tramite un movimento, una vibrazione, il Verbo. Il Mo relativo è il Maestro del cuore, il Pericardio. La frase iniziale “il Guardiano dei monti, dei luoghi elevati”, richiama la funzione del suddetto Mo di “Ministro (Marte) deputato alla difesa dell’Imperatore (Sole)”, come lo definiscono i cinesi, dato che le energie perverse che possono turbare il cuore vengono deviate verso il suo ministro, il pericardio.

Seconda Porta: il nome della Porta è “Quella con fiamme violente”, richiamando così alla mente il Mo del Triplice Riscaldatore, il “San Jiao” dei cinesi, nel cui ideogramma si trova il radicale del fuoco ed un uccello senza la coda, sottoposto all’azione delle fiamme. Il Mo è analogo al segno del Toro. Il Triplice Riscaldatore, mediante questo “calore” coordina tutte le attività dell’organismo, presiede alla circolazione energetica del Qi, assicura la circolazione dei liquidi (Venere e Luna si trovano rispettivamente in domicilio e in esaltazione nel segno e sono legate all’elemento Acqua) e la loro eliminazione (attraverso il segno di fronte, lo Scorpione/Vescica), rinforza e protegge l’organizzazione del sistema nutritivo.

Terza Porta: è una porta di movimento, infatti i suoi due Guardiani si chiamano “Terremoto” e “Scuotimento di terra”, in accordo con le caratteristiche di instabilità e, appunto, di movimento del Neter che regge il relativo segno, i Gemelli, domicilio di Mercurio. In questa Porta Ra dice: “Guardatemi o dei! Si levino per me quelli che sono nei loro sepolcri! Alzatevi, o dei, io ho ordinato per voi la vostra esistenza.” Il dottor Angelini, nel suo “Manuale di Astrologia Egizia”, a proposito di ciò, afferma: ”Si preannuncia, in questo passo, l’animazione dell’individuo per mezzo dell’insufflazione dell’”Anemos”, del “Soffio”.” (Angelini A., 1992, p 68) Ed infatti, Gemelli regge i Polmoni. I cinesi chiamano il rispettivo Mo “Maestro dei Soffi”, poiché regola la propagazione dei soffi Yin e Yang attraverso l’organismo, fino alla pelle ed ai peli.

Quarta Porta: vi compare Horus, che di fronte a quattro gruppi di uomini, simbolizzanti le quattro razze umane, dice “Grande Acqua!”, e più in avanti: “Per voi sono le lacrime del mio Occhio glorioso (di Ra) nel vostro nome di uomini!”. Secondo la credenza egizia, l’umanità, nasce proprio dalle lacrime di Ra, e con il nome di “Hamamit” rappresenta l’Anima collettiva della stessa. Tutto questo richiama il segno relativo, il Cancro, domicilio della Luna ed esaltazione di Giove. Il segno è preposto allo Stomaco e al duodeno. I cinesi chiamano lo stomaco “il mare dei cinque Zàng e dei sei Fu (organi interni), il mare dei liquidi e dei cereali, il mare dei soffi”, richiamando l’aspetto del Cancro di “Acque Madri”, inoltre è il fondamentale produttore e fornitore d’energia.

Quinta Porta: il suo nome è “Maestro dell’ Elevazione”, richiamando le funzioni spirituali del Cuore/Ib che abbiamo già visto. I suoi due guardiani si chiamano “Vero Cuore” e “Cuore Misterioso”, infatti questa Porta è il segno del Leone, domicilio del Sole, preposto al Cuore. Il relativo Mo, per i cinesi è “l’imperatore nascosto al centro del suo palazzo” che governa al fine di mantenere l’equilibrio tra le varie funzioni dell’organismo, colui che alloggia gli spiriti Shen, provenienti dal Cielo, governa il sangue ed i vasi sanguigni, la traspirazione, controlla la parola e la sua apertura si trova sulla lingua. Gli egizi, a tal proposito affermavano che “la lingua ripete ciò che il cuore ha pensato”; il saggio Amenenope, autore di uno dei cosiddetti “libri sapienziali”, un papiro risalente probabilmente al 1320 a.C., in uno dei suoi proverbi afferma: “Porgi le orecchie e ascolta quanto si dice; applica il tuo cuore, al fine di comprendere! (…) Non separare il cuore dalla lingua.” (Kaster J., La saggezza dell’antico Egitto, 1998, Newton&Compton, Roma- p. 147).

Sesta Porta: in questa Porta troviamo Osiride che, dinnanzi a degli uomini chini sui primi germogli che spuntano dalla terra, dice: “Essi lavorano sul grano, abbracciano il grano divino” E’ il segno della Vergine, preposto all’Intestino Tenue, il cui corrispondente Mo è per i cinesi la via verso cui sono indirizzate le materie nutritive provenienti dal “granaio” dello stomaco. L’intestino tenue rielabora il nutrimento, separando “il puro dall’impuro”.

Settima Porta: il suo nome è “La Brillante”, con i suoi due Guardiani, “Colui che ha bisogno” e “Il cieco”, indicando con quest’ultima parola come nel segno della Bilancia, domicilio di Venere ed esaltazione di Saturno, il Sole comincia ad andare in declinazione nord ed il periodo di insolazione diminuisce. La Bilancia regge i Reni, ed in questa Porta vi sono delle dee che portano un serpente, con sotto la dicitura: “Esse portano il duplice serpente…”, richiamando il “duplice magnetismo”, la doppia natura, di Acqua e di Fuoco, che i cinesi attribuiscono ai reni. Questi, governando ciò che sta in profondità, sostengono ogni aspetto della vita in modo fermo e duraturo, tesaurizzano i soffi e tutto ciò che serve al mantenimento ed alla strutturazione della vita.

Ottava Porta: il suo nome è “Ardore”, infatti è il segno dello Scorpione, domicilio notturno di Marte, legato ad una profonda intuitività ma anche ad una sentimentalità inconscia. In questa Porta, Ra dice a coloro che riescono a padroneggiare questa loro sentimentalità inconscia: “O voi che nuotate, vi sia respiro per le vostre narici. Voi che avete il dominio sulle vostre acque, siate contenti della vostra freschezza, voi vi muovete verso le acque primeve. Il vostro movimento è lungo il fiume, le vostre anime sono sopra la terra. Essi sono contenti di respirare e non periranno.” Questo, come il nome del Guardiano di tale Porta, “L’inondazione”, ci rimanda al relativo Mo, Vescica, che trasforma, rielabora, ed infine elimina i liquidi corporei e, come affermano i cinesi, mantiene costante la relazione fra la “terraferma e i corsi d’acqua”, evitando la “comparsa di secchezza” o il “verificarsi di inondazioni”.

Nona Porta: è il segno del Sagittario, domicilio di Giove, che regge il Fegato. La Porta si chiama “Grande di onore”, ed il suo Guardiano “Colui che supporta la terra”, ci rimanda al corrispondente Mo che, secondo la Medicina Tradizionale Cinese, ha l’ideogramma di uno scudo conficcato nella terra, pronto a difendere e a proteggere, come il compito che il relativo organo svolge nel nostro corpo.

Decima Porta: il suo nome è “La Sacra”, e vi è raffigurata la faccia di Ra sulla Barca Solare. La faccia si traduce per “sopra, colui che è sopra”, infatti questa Porta è il segno del Capricorno, domicilio di Saturno ed esaltazione di Marte, che occupa la parte più alta dello Zodiaco. Il relativo Mo è Vescica Biliare, che è annoverata, oltre che fra i dodici meridiani principali, anche fra gli otto detti “straordinari” o “curiosi”. Il nome del guardiano di questa Porta è “L’Esecutore”, e sappiamo che il Mo di Vescica Biliare, secondo la Medicina Tradizionale Cinese, è quello che influenza il comportamento degli altri organi e visceri, poiché essi lo “consultano” per la sua capacità di emettere giudizi corretti ed equi, e quindi, in un certo senso, gli spetta “l’ultima parola”. Tra l’altro questo Mo regge la capacità di prendere decisioni, inoltre controlla i muscoli ed accumula e secerne la bile.

Undicesima Porta: è la Porta delle influenze cosmiche, il segno dell’Acquario, retto da Saturno e Mercurio. Vi troviamo rappresentate 8 dee con una stella sul capo, sedute sulle spire di serpenti arrotolati, indicando delle forze magnetiche che dopo esser state elaborate, vengono inviate in terra, come il rispettivo Mo, Milza/Pancreas, che ha il compito di lavorare le essenze, elaborarle, per poi distribuirle all’intero organismo.

Dodicesima Porta: è il segno dei Pesci, domicilio di Giove ed esaltazione di Venere, che chiude il circuito Zodiacale. Il nome dei suoi due Guardiani, “Il fuggitivo” e “Quello dell’alba”, richiama l’idea di qualcosa che “esce”, “che viene spinto fuori”, come anche la rappresentazione della dea Nut con le braccia che escono dall’acqua. Infatti, il relativo Mo, Grosso Intestino, è preposto all’espulsione degli scarti, dopo aver operato un recupero dei liquidi.

SEGNI

ORGANI

M

Ariete

Sangue, pericardio.

MC

Toro

Gola, corde vocali, laringe.

TR

Gemelli

Polmoni, sistema nervoso periferico, timo.

P

Cancro

Cervello, midollo spinale, stomaco, duodeno.

St

Leone

Cuore, arterie, vista.

C

Vergine

Intestino tenue, peritoneo.

IT

Bilancia

Reni, tubuli renali.

R

Scorpione

Vescica, organi genitali femminili, ano.

V

Sagittario

Fegato, organi genitali maschili, ipotalamo.

F

Capricorno

Cervelletto, corpo calloso, cistifellea, milza.

VB

Acquario

Pancreas, sistema linfatico, vene.

MP

Pesci

S. N. simpatico e parasimpatico.

GI

Passiamo adesso ad analizzare i corpi sottili dell’uomo, secondo quanto ci è stato tramandato dagli antichi egizi. La casta sacerdotale egizia, postulò l’esistenza di più corpi, analogamente a quanto asserito dalla tradizione indù.

CORPO

NOME EGIZIO

NOME INDU’

Corpo fisico

Xat

Stubla Bhuta

Corpo energetico

Ka / Kaibit

Linga Sharira

Anima sensitiva inferiore

Ba

Kama Sharira

Anima sensitiva superiore

Ib

Kama Sharira

Mentale Inferiore

Khu

Rupa Manas

Mentale Superiore

Sekem

Arupa Manas

Il Nome- L’Unità Cosmica

Ren

Buddhi

L’involucro spirituale che circonda la scintilla divina; la Coscienza Universale

Sah

Atma

Questo elenco si trova nei “Testi delle Piramidi”, in particolare nel corridoio della piramide di Unas ed in quella di Pepi I a Saqqara.

Xat è il corpo fisico, quello che gli indù chiamano Stubla Bhuta. Esso è semplicemente il “contenitore” dei corpi superiori.

Il Ka è il corpo energetico, il cui geroglifico, come abbiamo visto, sono le braccia protese verso l’alto. Bernard, a tal proposito, nel suo “La science occulte egyptienne”, ci dice: “Le mani alzate mimano il passo magnetico; è attraverso le mani che si capta e si distribuisce il magnetismo umano”. (Bernard J.L., p 5) Ed infatti, presso gli indù, questo corpo viene chiamato anche Pranamayakosha, ossia il veicolo del Prana. Il Ka viene anche detto il “doppio” dell’uomo, poiché ne riproduce fedelmente le fattezze. Ma il Ka, secondo la metafisica egizia, è anche il corpo indistruttibile, il “Corpo di Gloria” che ogni uomo si costruisce in vita, e che permane dopo la morte, quale frutto delle esperienze fatte nelle varie incarnazioni: “Se il Ka è il Principio della Forma che dà forma alla sostanza per fare la Materia, esso diventa il punto d’appoggio di tutta la manifestazione; è il Ka che attraverso questo “divenire” delle modificazioni multiple, dalle forme più basse giunge alla realizzazione del corpo indistruttibile.” (Angelini A., 1992). Quindi il Ka è qualcosa di più del corpo eterico propriamente detto. Quest’ultimo gli egizi lo indicarono con il termine Kaibit, l’ombra. Nel suo geroglifico troviamo anche la rappresentazione di tre api (bit=ape): “Ora l’ape è una tessitrice di cellule. Kaibit è dunque l’ape organica, tessitrice delle cellule, che assicura a nostra insaputa il funzionamento organico” (Bernard J.L., p 26). Ciò si avvicina maggiormente al concetto di corpo eterico, la cui funzione è quella di mantenere e “restaurare” il corpo fisico.

Per quanto riguarda il corpo astrale (il Kama Sharira indù), gli egizi ne distinguevano una parte superiore (l’ IB) ed una inferiore (il BA).

Il Ba è l’Anima sensitiva (o astrale inferiore), raffigurata sottoforma di un uccello con testa umana, “l’Uccello-Anima”.

Il Ba rappresenta lo Spirito animatore, esso porta il fluido vitale e la sua caratteristica è la volatilità, la non fissità, per questo ha bisogno di un supporto, offertogli dal Ka. “Il Ka, il Fisso alchimico, purgato attraverso l’azione di Acth, il Fuoco, il Solfo alchimico, diverrà Corpo di Gloria, o Legno di Vita e rimarrà unito al suo Ba, come supporto eterno, immortale, tal quale, analogicamente, un corpo fisico che mantiene la continuità di coscienza sia in questo mondo che nell’altro.” (Angelini A., 1992).

L’Ib, come già detto, è uno dei termini usati per designare il cuore, in senso metafisico, che, appunto, “versa in terra” ciò che proviene dai piani superiori, rappresentando così l’Anima sensitiva superiore (o astrale superiore).

Khu è il corpo mentale inferiore. Esso è la sede del pensiero, il campo in cui nascono l’immaginazione e la memoria. Inoltre vi risiedono facoltà come l’intuizione elaconcentrazione. Anche la meditazione si svolge su questo piano.

Sekem, l’Intelligenza superiore, è il Manas superiore della filosofia indù. Esso rappresenta la parte inferiore dello spirito che trasmette gli ordini della ragione al centro volitivo dell’Anemos.

Ren, è il Nome, l’Individualità, ed è magistralmente rappresentato dal geroglifico formato dalla bocca che parla, emettendo un suono, una vibrazione, indicato dalla superficie delle acque. Esso rappresenta quindi la vibrazione propria di ogni individuo.

Infine abbiamo Sah, l’involucro spirituale che circonda la scintilla divina che sta per incarnarsi, o corpo spirituale, e che rappresenta la vera parte immortale dell’uomo.

Bibliografia

– Angelini A., Manuale di Astrologia Egizia, 1992, Kemi, Milano

– AA. VV., Rivista Kemi Hathor, Riza/Kemi, Milano

– AA.VV. Medicina Classica Cinese, 2012, Bellavite, Missaglia (LC)

– Bernard J.L., La science occulte egyptienne, 1990, Henri Veyrier/Lib. l’Avenue, Parigi

Ringraziamo l’Autrice e Ereticamente.net per la collaborazione

 

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