La purificazione ermetica secondo i testi egizi e classici – Federico D’Andrea

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La purificazione ermetica secondo i testi egizi e classici – Federico D’Andrea
Nella tradizione ermetica e nella Schola Kremmerziana la purificazione è la chiave per poter accedere a stati d’essere, a livelli di pensiero, diversi da quelli legati a stati fisici e puramente emotivi. Lo stato ermetico si acquisisce solo dopo una purificazione profonda dell’anima. Ma l’anima non deve essere intesa come qualcosa di vago. Kremmerz scrive: “Il problema del di là non sarà risolto che solo da coloro che arriveranno a conoscere se stessi, cioè la struttura e l’anatomia e la chimica dell’anima propria” (Introduzione alla Scienza Ermetica – Ed. Mediterranee – p. 20). Quindi l’anima come qualcosa di concreto, da studiarsi scientificamente, in modo nettamente diverso dalla psicologia parolaia e dalle virtù morali. Continua il Kremmerz: “Il secreto, il gran secreto dei sacerdoti, era la conoscenza di leggi dell’animo umano, per le quali arrivavano a conquistare poteri meravigliosi che sembravano favole e non sono tali. […] Perché questa conoscenza dell’anima diventi veramente e strettamente scientifica, si devono studiare le leggi che la regolano e la preparano nelle sue produzioni di fenomeni” (Introduzione alla Scienza Ermetica, cit., p. 22 – 23).

 

 

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Sull’Ariete ermetico: il trionfo primaverile – Luca Valentini

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E’ un Re coronato di gloria che prende origine nel fuoco,

che si compiace dell’unione con la sposa che gli è data:

è questa unione che rende manifesto quanto era prima nascosto “ (1)

 

Nella giornata di lunedì 20 Marzo 2023, alle ore 22.24 (21.24 UTC +1), astronomicamente si accederà ad una novella stagione tramite l’Equinozio di Primavera, manifestandosi una diretta continuità, una connessione sacrale e magica tra l’umana esistenza, non considerata nel suo aspetto meramente materialistico e moderno, e la Natura coi propri ritmi interni, le proprie fasi discendenti ed ascendenti, come il ritmo annuale delle stagioni, in cui vi sono morti e resurrezioni, ed i cicli del Cosmo, come sono rappresentati in forme diverse nei vari mitologhemi di arcaica memoria.

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Giordano Bruno, un eretico alla corte di Rodolfo II – Mauro Ruggiero

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Il 17 febbraio dell’Anno Santo 1600, una piccola corte di persone partì dalle carceri di Tor di Nona, sul Lungotevere, in direzione di Campo dei Fiori, scortando un uomo condannato dalla Congregazione della Sacra Romana e Universale Inquisizione, a morire sul rogo a causa delle sue idee giudicate avverse alla vera dottrina della santa fede cattolica. Quest’uomo era Giordano Bruno, al secolo Filippo, nato a Nola nel 1548; libero pensatore ed eretico errante: scrittore, filosofo e mago la cui mente è stata tra le più brillanti e illuminate dell’Europa del XVI secolo. Con in bocca una mordacchia per impedirgli di parlare, fu spogliato e legato ad un palo e successivamente venne bruciato vivo con la speranza che, insieme alla sua carne, bruciasse anche il suo pensiero che nei secoli successivi avrebbe invece valicato frontiere geografiche e temporali e avrebbe fatto di Bruno il simbolo eterno di tutti gli uomini liberi oppressi dal potere. Quando l’8 febbraio dello stesso anno, nella casa del Cardinale Madruzzo, Bruno fu costretto ad ascoltare inginocchiato la sentenza di condanna a morte; egli non abiurò né si sottomise all’autorità religiosa “preferendo morte coraggiosa a vita pusillanime”. Secondo alcuni testimoni, il filosofo si alzò in piedi e indirizzò ai suoi carnefici la storica frase: «Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell’ascoltarla».

 

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Giordano Bruno, un Mercurio della Tradizione Ermetica – Federico D’Andrea

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“Tremate più voi, o giudici, nel profferir la mia sentenza
che non io nell’ascoltarla” (Giordano Bruno) 

Questo scritto non si prefigge come scopo un esame dell’opera, estremamente estesa e profonda, di Giordano Bruno, ma vuole fornire solo alcune riflessioni che possano stimolare una lettura, anche se impegnativa, dei suoi lavori, dai quali lo studioso attento può ricavare numerosi suggerimenti anche operativi.

Nel 1548 nasce a Nola la luminosa figura di uno dei più grandi rappresentanti della Tradizione Ermetica: Giordano Bruno. A 17 anni egli entra nel convento di San Domenico a Napoli, situato nei pressi di quella Piazzetta Nilo, che vedremo rappresentare un nodo centrale dell’ermetismo italico, rappresentato successivamente da Raimondo di Sangro, Principe di San Severo. Personalità libera, non intende tacere ed esprime sempre e comunque la propria visione del mondo, che è poi quella ermetica, la più pura ed integrale, priva di misticismi, ma riaffermante il pensiero libero dell’uomo, che può accedere ad uno stato puro dell’Intelligenza, a contatto con il mondo delle cause. Dopo solo un anno di permanenza nel convento subisce un primo procedimento disciplinare per aver gettato via ed aver irriso alcune immagini di santi. Incapace di assoggettarsi a forme vuote di misticismo, è costretto a peregrinare per l’Italia e per l’Europa. Da Napoli fugge a Roma, a Venezia, a Ginevra, a Tolosa, a Parigi, a Oxford, a Marburgo, a Wittenberg, a Helmstedt, a Praga, e poi nuovamente a Venezia e a Roma, dove il 17 febbraio 1600 viene arso vivo in Campo de’ Fiori, con la lingua “in giova per le bruttissime parole che diceva".

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