IL SERPENTE DI FUOCO, DI GUIDO DI NARDO

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copertina serpente di fuoco A x sitoNovità

Guido di Nardo

IL SERPENTE DI FUOCO

La Chiave dell’Esoterismo Egizio e l’Iniziazione Templare

Senza alcun dubbio Guido di Nardo, del quale la Casa editrice Rebis ha già pubblicato l’importante libro “Alchimia e Cabala”, rappresenta uno dei personaggi più enigmatici, interessanti e colti – e al tempo stesso meno noti – del variegato panorama esoterico italiano. Dagli anni Venti ai Cinquanta del XX secolo scrisse numerose opere di altissimo livello iniziatico, nelle quali dimostra una conoscenza straordinaria in tema di Religioni Misteriche, o come meglio chiarisce l’Autore, “Misteriosofie e collaterali addentellati quali l’Alchimia, la Magia, la Cabala, l’Astrologia ecc.”.  Sotto il titolo del “Serpente di Fuoco” abbiamo fedelmente riunito in un unico volume il testo completo e integrale dei rarissimi e preziosi saggi “La religione antroposofica dell’Io nell’antico Egitto”, “Contributi alla Conoscenza dell’Iniziazione Templaria”, “Ritornare alla Tradizione” e “Il Segreto del P3 e i 42 Giudici dell’Umanità”, apparsi originariamente in riviste divenute ormai introvabili, dal 1947 al 1953.

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IL POTERE DEL SIMBOLO, DI STEFANO MAYORCA

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mayorca taLa Scienza dei simboli è a tutti gli effetti il cardine della autentica “Opera” alchimica-ermetica.

La penetrazione del simbolo conduce nel Santa Sanctorum del Sacro Tempio dei Misteri.
Rappresenta il viatico che consente di intraprendere il “viaggio” tra le ascose regioni dell’anima, purgata da qualsivoglia alterazione profana. Il simbolo è la “voce nascosta” del Dio occulto e occultato, che fa udire il “Verbo” a chi ha trasceso la sua natura passionale e la materia plumbea del Saturno carneo. Il simbolo collegato ad un segno o ad un particolare cromatismo, è ancor più potente, perché unisce al segno, alla simbolica espressa e alla forma, il colore, elemento elettivo capace di trasmutare il pensiero.

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IL RITO CABALISTICO - LENAIN

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copertina rito cabalistico definitivaAntico Manoscritto contenente le Orazioni Miracolose e le Invocazioni Segrete e Misteriose per ottenere delle rivelazioni e per realizzare le Esperienze Cabalistiche – 1830. Prima edizione italiana a cura di Pier Luca Pierini R.

Il “Rito Cabalistico”, di cui oggi proponiamo la prima traduzione italiana, costituisce un importante manoscritto inedito del celebre Lazare Lenain (1793-1887), che integra ed amplia soprattutto a livello operativo il volume “La Magia Divina – La Scienza Cabalistica” già pubblicato dalle Edizioni Rebis. Nel “Rito Cabalistico”, Lenain sviluppa un’interessante e profonda tecnica di Magia rituale e cerimoniale, prevalentemente incentrata sulle invocazioni magiche alle più alte entità spirituali, seguendo precise istruzioni comprendenti Pentacoli sacri, Talismani, Cifre, Sigilli e Figure di potenza. Il primo capitolo descrive, tra le altre, le invocazioni delle 42 grandi Intelligenze e dei 72 Angeli della Cabala, oltre quelle dei giorni della settimana.

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I POTERI DELLA MENTE, DI STEFANO MAYORCA

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mayorca mente 2La mente e i suoi poteri –

di Stefano Mayorca

La tecnica dell’assenza del pensiero

Si dice che un’intensa concentrazione diretta verso un obiettivo da raggiungere sia efficace per realizzare quanto ci si è proposti. Una lunga ricerca da parte nostra e conseguenti studi pratici, ci hanno condotto al contrario a una ben precisa scoperta: l’assenza di pensiero (diversa dalla sospensione dell’atto pensante), è senza dubbio più incisiva ai fini realizzativi

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GIORDANO BRUNO FIGLIO D'ERMETE - DI LUCA VALENTINI

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bruno valentini 1“L’intelligenza deve dominare sulla barbarie 
delle superstizioni e delle fedi religiose incupite dalla bigotteria…
L’uomo adopera soltanto un infinitesimo delle sue possibilità cerebrali, 
occorre liberare questo deterrente intellettuale
che è prigioniero in ogni individuo “ (1)

È nostra ferma intenzione con questo sintetico scritto celebrare forse la personalità, insieme con Pitagora e Platone, che in maniera più alta e profonda ha rappresentato il pensiero filosofico d’Occidente, nel 419° anniversario del suo eccidio, ad opera della Santa Inquisizione: ci riferiamo al monaco domenicano Giordano Filippo Bruno (Nola, 1548 – Roma, 17 febbraio 1600). Inquadreremo l’aurea figura di Bruno secondo una prospettiva scevra dalle solite e stantie interpretazioni di parte e di fazione, ma riconducendo la dottrina da lui espressa nell’alveo più naturale ed obbligato entro cui va necessariamente riconnessa, cioè quella aurea della Tradizione Ermetica, come hanno sapientemente documentato riferimenti irrinunciabili della cultura esoterica europea ed italiana, quali risultano essere Frances A. Yates, Leen Spruit e Gabriele La Porta, oltre a quanto già da noi esaminato in questo sito (2).

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