La questione dell’interdizione pitagorica delle fave non costituisce certamente un grosso problema di filosofia e neppure di storia della filosofia, ma soltanto un problema ben circoscritto che desta per altro vivo interesse in una cerchia abbastanza larga di studiosi, meravigliati ed incuriositi nel constatare che anche a proposito di un argomento così preciso e ristretto gli specialisti del pitagoreismo non siano in grado di pervenire ad una conclusione concorde e soddisfacente. Augusto Rostagni nel suo Il Verbo di Pitagora si limita ad accennare alla “spinosa questione delle fave” (A. Rostagni, Il Verbo di Pitagora, Torino, 1924, p. 121, nota), e non dice altro.Se ne occupano invece, ma senza poter giungere ad alcuna conclusione: Chaignet (Anthelme Édouard Chaignet, Pythagore et la Philosophie pythagoricienne, Paris, 1874, 2ª ed.) ed il Delatte (Armand Delatte, Études sur la Littérature Pythagoricienne, Paris, 1915).
Mario Parascandolo (Hahajah) rappresenta uno dei personaggi-chiave della travagliata storia postkremmerziana. Figura controversa egli stesso, ebbe ad accollarsi il ruolo tutt’altro che facile di Segretario prima, Procuratore poi e infine “successore” (scritto tra virgolette perché tale successione mai ufficializzata, è stata nel tempo più volte contestata) di Domenico Lombardi (Benno), altra personalità di rilievo assai discussa e problematica del passato kremmerziano (valga per tutte le polemiche il post che riportiamo al termine dell’articolo), le cui scelte e iniziative si sono fatalmente riverberate sugli sviluppi della Fratellanza di Miriam, dal primo dopoguerra ad oggi. Entrambi saranno affrontati all’interno di un’analisi più ampia che proporremo in futuro.
Non più Novizio ma Discepolo. I digiuni devono praticarsi nelle quattro fasi lunari e nelle vigilie dei sabati. Si consigliano a tutti i Discepoli. Prepararsi gradualmente: la prima volta (primo mese), oltre il normale digiuno di Luna Nuova, osservare il digiuno anche nel giorno in cui avviene la fase del Primo Quarto; nel mese successivo, aggiungere a questo la Luna Piena, e nel mese successivo ancora, aggiungere infine l’Ultimo Quarto. La stessa regola vale altresì per i digiuni della vigilia di sabato: iniziare con un digiuno di vigilia di sabato al mese, per poi giungere gradualmente fino a quattro. Iniziare questa fase di digiuni dopo essersi abituato a compiere i digiuni lunari, fino al punto in cui si potranno osservare entrambi contemporaneamente e completi. Nei lunari il digiuno inizia un'ora prima la fase e dura 28 ore: un solo pasto con cibi semplicissimi e possibilmente non cotti (zuppa di latte o pane e acqua o pane e frutta).
Sebbene abbiamo già indicato qual è la natura essenziale del segreto iniziatico
Ogni fratello ascritto alla nostra Scuola rappresenta un numero, un anello della catena, la quale altro non è che la concatenazione di numeri, di più individui. Tale catena diventa terapeutica per volontà ed unicità degli scopi a cui mirano tutti i suoi componenti. Vi sono parecchi metodi per sviluppare se stesso allo scopo di portare l'aiuto richiesto ad un infermo. Uno di questi metodi è il seguente: