a lezione da Angelo Tonelli –
Diciassettesima Parte
a cura di Luca Valentini
Venerdì 6 Novembre 2015 alle ore 18.30 presso l’Atelier Nuova Eleusis, in via dei Giardini 14 a Sarzana (SP), si è svolto il diciassettesimo degli incontri settimanali denominati “I venerdì di Eleusis: sulle tracce della sapienza greca”, seminari di Angelo Tonelli dedicati alla Sapienza Greca, che in questa occasione ha continuato la disamina del pensiero di Parmenide.
L’analisi della dottrina parmenidea, in tale occasione, è proseguita tramite una comparazione tra il to eòv, già approfondito nel precedente seminario, e ciò che Giorgio Colli, nel suo famoso scritto “La Filosofia dell’Espressione”, ha voluto intendere come dimensione dell’immediatezza, correlata strettamente a quel Misterium di derivazione eleusina, che è possibile ritrovare nel mito dello specchio di Dioniso, in cui il Divino osservando il mondo riflesso, in verità, osserva la manifestazione di se stesso. Tale potente intuizione si esprimeva tramite il testo del Sapiente, il quale lo condivide con i discepoli della scuola iniziatica di Elea.
Nelle arcane regioni del sapere, dove si irradia rifulgente la Luce della Conoscenza, bagliori indistinti di un sapere ancestrale si palesano quando il velo che ne occulta il volto secretato e le simbologie riposte si discosta e lascia intravedere il Tempio sacrale che racchiude le Leggi divine, primigenie tavole di una remota età di consapevolezza e di illuminazione. In quel tempo lontano, l’Uomo, figlio della scintilla intelligente dell’Uno onnisciente, era in perfetta armonia con il Tutto e con Dio, così come espresso in uno scritto del celebre Simon Mago: “Se non vi rendete eguali a Dio, non potete comprendere Dio, poiché il simile viene compreso dal simile. Tralasciate il corpo ed espandetevi ad una grandezza senza misura; superate il tempo e divenite Eternità; così comprenderete Dio…Racchiudete in voi stessi tutte le sensazioni di tutte le cose create, del fuoco e dell’acqua, del secco e dell’umido; siate simultaneamente ovunque, sul mare, sulla terra e nel cielo; siate contemporaneamente non nati e nel grembo materno, giovani e vecchi, morti e al di là della morte; e se potete tenere nei vostri pensieri tutte queste cose, tempi, luoghi e sostanze, qualità e quantità, allora potrete comprendere Dio”. 
Quando finalmente fui congedato dall’esercito imperiale, decisi di tornare a Roma. Mancavo da casa da dieci anni ed ero ansioso di riabbracciare mio figlio Enea e la mia sposa Metella. Volevo riassaporare le ampie strade ed i vicoli fumosi, le calende lascive, i combattimenti tra gladiatori, l’odore intenso dei piacula ed il respiro delle viscere animali, nelle quali leggere il fato di uomini e semidei. Il lungo viaggio di ritorno mi aveva spossato, ma non abbastanza da impedirmi di tenere fede al giuramento che prestai al Nume. 