Recensione dell’opera IL SOLE ARCANO a cura di Pier Luca Pierini
Edizioni Rebis 2011 Viareggio, pagg. 160, € 30.

Una delle nuove pubblicazioni delle Edizioni Rebis di Viareggio, curata dallo stimato amico Pier Luca Pierini, è un’opera di notevole importanza incentrata sulla figura del noto ermetista napoletano Ciro Formisano, in arte e dai più conosciuto come Giuliano Kremmerz. Con due appendici e una raccolta di fotografie originali e documenti interessanti, l’opera raccoglie una pertinente introduzione dell’Editore – Curatore, ed una serie di saggi d’approfondimento sia sulla vita, l’opera e l’insegnamento del Formisano sia sulla valenza e sulle vicissitudini della Myriam, la Scuola Iniziatica dallo stesso fondata e diretta, a cura di noti appartenenti ad essa o che con essa hanno avuto una vicinanza non solo ideale, ma anche rituale, quali A. Veniero, A. Aglisani, R. Ricciardelli e L. Petriccione. I saggi proposti, solo superficialmente, possono apparire come delle semplici biografie redatte da autori diversi, in circostanze e contesti diversi. In realtà, in ognuna di esse, si offre al lettore una visuale assolutamente originale ed insospettata dell’insegnamento ermetico del Kremmerz, che si espande ben al di là del semplice riferimento individuale. Controversie, riferimenti quotidiani e aneddoti permettono di accedere ad una dimensione che va ben oltre la semplice sfera personale. Infatti, riteniamo si debba apprezzare l’intuizione di Pier Luca Pierini di voler, attraverso i racconti sulla vita dell’ermetista di Portici, ridonare luce e libertà ad una consapevolezza sapienziale, che spesso si è vista oscurare da diatribe e personalismi che veramente poco hanno di autenticamente filosofico e che per nulla possono annoverarsi in continuità con un tale lascito iniziatico:”Contemporaneamente al ritratto dell’uomo si materializza poi, dapprima in modo impalpabile pur se evidente, e via via sempre più tangibilmente, la figura del mago, nel senso più ampio, aperto e caleidoscopico del termine. Figura straordinaria che va ben oltre l’ermetista intellettuale o teorico che traspare…”(p.7).

Il riferimento al Sole Arcano, pertanto, non reputiamo miri ad una mera agiografia personalistica, ma a ridestare la giusta e colta attenzione verso le problematiche della ricerca animica che ogni lettore potrà sviluppare. L’insegnamento del Kremmerz che spesso e con acume si riferisce al Sole ed alla Luce, non visibili e non cerebralmente concepiti, non solo sono elementi d’irradiazione di influenze spirituali, ma anche, in ambito divino o umano, promanazione di un Centro, come sorgente inesauribile di vita, seme magnetico di fraternità e Salute, come espressione magicamente equilibrata e neutrale di un’ascesa verso il Divino. Tale è il sapere antico che supera il fideismo popolare delle religioni di massa, tale l’Arte che non conosce contrapposizioni, dicotomie, perché è la pratica medico-alchimistica della misura, del giusto dosaggio, del giusto rapporto tra gli elementi, tra uomini, demoni, eroi e Dei, della naturale complementarietà tra le due polarità dell’Universo. Si esplicita un magnetismo magico e radiante che è alla base del percorso alchimico e filosofale, rappresentato appunto dall’intenso calore dell’astro Sole, che nel rito attua dinamismo e conciliazione degli opposti. In esso, nella qualificazione ad acquisirlo e potenziarlo, risiede il vero arcano palingenetico dell’Opus Magicum, a cui l’intera esistenza del Formisano è stata amorevolmente dedicata. E’ proprio l’Amore come magnete che dissolve le distanza, quale essenza vitale della Magica Terapeutica, che è ricomposizione della neutralità in se stessi primariamente, della propria armonia, senza le quali ogni irradiazione guaritrice risulterebbe vana, se non nefasta. Anche in codeste biografie sorge una visione sublime della propria missione e del proprio impegno, come superamento della tirannia del proprio Ego, che non ha più sete né desiderio. Si manifesta la vera fraternità come autentica pratica magica, non intesa in senso morale, ma come riacquisizione della Forza Uranica che pervade il Tutto e su cui il Mago aristocraticamente domina. E’ questa essenza che ci permette di conoscere la componente partecipativa del Tutto, la matrice comune di esso, la Luce che non si vede: essa può essere colta non già dai sensi,  bensì in forma confusa dalla dialettica in un primo momento e dall’intuizione poi, ma la conoscenza effettiva di codesta Luce, di codesta Forza è il dominio, il potere ed il segreto dell’Alta Magia. Tale è la missione ideale, di pratica viva e vissuta che il lettore potrà apprezzare, nel segno di una riscoperta di ben precisi riferimenti tradizionali  appunto alla Magia ed alla dottrina ermetico-alchimica. Oltre le infamie della secolarizzazione della comune religione, oltre l’incomprensione delle moderne applicazioni scientifiche, nel Sole Arcano la vita di un Maestro emerge come esemplare riproposizione delle virtù della Sapienza Antica, in cui l’integrazione dell’Uomo è anche limite e barriera difensiva contro le mostruosità esistenziali, sociali e sottili della modernità:“Nel discorrere della sua iniziativa di fondar la Fr.+ di My.+ egli mi disse di avere deciso la cosa per un suo impulso venutogli per reazione contro gli eccessi e le esaltazioni degli spiritisti, cui egli stava assistendo: esperimenti inconcludenti, irrilevanti dal punti di vista di un vero progresso spirituale dell’umanità…”(p.83). In codesta recensione, infatti, ciò che abbiamo voluto intendere è la rappresentazione della vita di un Uomo come grande simbolo, che poco presenta di individuale e contingente, e che permette di esplicitare il riconoscimento del Divino anche tramite l’azione, l’identificazione e la ricostruzione di quel potere numinoso e trasmutante il Tutto e il Sacro che in noi, anche inconsapevolmente, albergano:”Bisogna tuttavia ricordare che la terapeutica è nel Kremmerzianesimo un mezzo e non un fine. Si tratta di un mezzo per rendersi padroni del magnetismo e dell’organismo occulto umano; di un mezzo per risvegliare l’Amore Divino, per essere introdotti nella Magia Eonica prima e poi in quella Trasmutatoria”(p.141)

 

(recensione pubblicata su Vie della Tradizione n. 161, Maggio – Luglio 2012)


Luca Valentini

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