Il Pensiero di Kremmerz – Discussione apparsa in rete dal 2008 al 2009. Prima parte. A cura di Orpheus
Alcuni utenti ci hanno espresso il desiderio di recuperare e vedere ripubblicata, essendo scomparsa da tempo (come varie altre) questa interessante discussione già pubblicata in rete a cavallo tra gli anni 2008-2009. Lo facciamo con piacere riproponendone integralmente il testo (diviso in due parti per motivi tecnici), certi di incontrare anche l’interesse di coloro che non ne conoscevano l’esistenza. Probabilmente alcune opinioni formulate nel corso della discussione, anche se sono trascorsi non molti anni, appariranno datate e superate da avvenimenti e contributi di altre discussioni più recenti che hanno chiarito maggiormente certi aspetti degli argomenti sviluppati. Crediamo comunque che il thread nel suo complesso offra una serie di interventi e considerazioni utili e in buona parte ancora attuali, che possono sempre e comunque far riflettere.
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M.: Nello spirito di apertura verso le realtà iniziatiche gentili presenti in Italia chiedo se qualcuno sul forum ha familiarità con il pensiero di Giuliano Kremmerz di cui diverse volte si è occupata la stessa "Cittadella"; notizie della "Myriam"? Tale realtà è tuttora operativa?
Sol.: Esiste una accademia Kremmerziana che ha un proprio sito:
http://www.accademiakremmerziana.it/
Puoi trovare qualche cosa anche nel sito delle edizioni Rebis:
http://www.ilmagus.com/index.php Magari li conosci già, ho voluto metterli lo stesso, non si mai.
Gh.: Interessante Kremmerz, molto meno i kremmerziani. Specie quelli attuali.
A mio avviso bisognerebbe oggi stare molto attenti ad evitare le contaminazioni tra una corrente ermetica per sua propria natura sincretica e pesantemente infiltrata da elementi semiti ed extra-europei e il moderno tradizionalismo romano correttamente inteso.
E se pure si sono avuti punti di contatto in epoche passate, non è né intelligente né tantomeno opportuno continuare a perpetrare l'equivoco ai nostri giorni.
Praticamente lo stesso discorso in precedenza fatto per la Massoneria. Questa è grossomodo la posizione "ufficiosa" del MTR. Noi si guarda a Roma, non ad Alessandria.
Se qualche sodale del Movimento ha qualcosa da aggiungere lo invito ad intervenire.
Ed è a mio avviso anche inesatto parlare dell'ermetismo kremmerziano come di realtà iniziatica gentile, perché fatto salvo il pensiero dello stesso Kremmerz e la natura non certamente riconducibile al solo cristianesimo dell'ermetismo napoletano, è notorio e documentato l'uso che questi fanno di formule, salmi e lingue direttamente riconducibili al giudaismo e al mondo semita d'oltre Mediterraneo.
Go.: Un mio amico rifiutò di entrare in una confraternita kremmerziana appunto perchè sapeva che lì si recitavano i Salmi biblici a scopo terapeutico... i kremmerziani si giustificarono dicendo: sì, ma li recitiamo in latino!
M.: Per un attimo pensavo che ti riferissi alla "Alessandria" piemontese
Tornando seri trovo che le considerazioni esposte siano largamente condivisibili, anche perchè ho trovato anch'io forti commistioni sincretistiche (a cominciare dal nome "Myriam) e l'insistere (ma questo riguarda anche gli ordini martinisti) sull'importanza dell'"iniziazione".
D'altra parte mi giunge voce che anche realtà (magari non iniziatiche) gentili italiane rispettabilissime siano di origine kremmerziana ,per cui torno a chiedere a chi ne sa di più (di me) chi era Giuliano Kremmerz? Un "sincretista" o un gentile?
Gh.: Non sia mai!
Bene avrei fatto ad aggiungere "d'Egitto" allora.
Che poi, come già ti scrissi, Alessandria (Piemonte) la conosco bene. Non so quante volte ci sono stato negli anni passati.
Giuliano Kremmerz è a non solo mio avviso una figura solare e degna del massimo rispetto. Chi ha letto le sue opere sa cosa questi pensasse di Roma e del cristianesimo. Se questo poi lo renda o meno un "gentile" francamente non saprei dirlo. Peccato che Sandro Consolato non sia ancora in grado di intervenire sul forum, perché sono certo potrebbe aggiungere qualcosa di utile in merito alla questione.
Sulle realtà "gentili" kremmerziane ci troviamo secondo me di fronte ad una classica contraddizione in termini, visto che le due cose sono oggettivamente inconiugabili, se non creando un sincretismo tra elementi pagani europei e monoteisti nordafricani.
Riguardo l'iniziazione, come noto noi nel MTR non ne abbiamo e non riteniamo nemmeno che per quanti interessati a far rivivere la religione degli avi sia oggi essenziale od utile averne. Chi interessato a questioni del genere può cercare altrove, in Massoneria e congreghe settarie del genere.
T.76: Sul concetto di "iniziazione" tutti sappiamo che l'antica spiritualità PRISCA non la prevedeva...è giunta a Roma dopo, con le varie influenze spirituali iniziatiche Greco-Egiziane, che rimangono cose importanti e molto affascinanti...ma lontane dal metodo spirituale"prisco".
S.: Come già evidenziato da qualcuno, il problema non è Kremmez e nemmeno la "problematicità" di alcuni suoi insegnamenti.
Sono i kremmeziani odierni, iperlitigiosi e eternamente in lotta tra di loro a farmi dubitare di certe scuole "iniziatiche".
La vera cifra dell'iniziato dovrebbe essere l'impersonalità e il distacco, e non l'ipertrofia dell'io e l'attaccamento a titoli cartacei e riconoscimenti onorifici che, semmai, sono il segno di ben altri conseguimenti che non quelli spirituali.
Per quanto riguarda il problema dell'iniziazione, ritengo personalmente che nella gran messe di maestri e guru varii che affollano l'Occidente sia possibile trovare insegnamenti esoterici (compatibili con la romanità) con tutti i crismi della legittimità ed ortodossia, senza ridursi a recitare salmi biblici dal (presunto) valore terapeutico o a maneggiare cabala e lettere ebraiche.
Insomma se si cerca un Oriente, lo si trovi un po’ più in là di Gerusalemme...
M.: Citaz.: “T.76 ha scritto: Sul concetto di "iniziazione" tutti sappiamo che l'antica spiritualità PRISCA non la prevedeva...è giunta a Roma dopo, con le varie influenze spirituali iniziatiche Greco-Egiziane, che rimangono cose importanti e molto affascinanti...ma lontane dal metodo spirituale"prisco".
Non sarei così drastico, frater, se per "iniziazione" intendiamo ad esempio il sollevare in aria rituamente il neonato o l'indossare la toga praetexta all'entrata nell'adolescenza...la differenza ,e in questo concordo con te, sta nel carattere esoterico o meno di tali riti di passaggio,praticati da ogni uomo ingenuus e non da questo o quel guru o santone...d'altra parte tra noi e le nostre radici ci sono duemila anni di barbarie, chi può escludere a priori che un ordine iniziatico, per sopravvivere anche fisicamente, non possa essere stato costretto a celarsi dietro "parole di passo" o ritualità che gentili non sono e che questo non possa essere stato il caso di ermetisti e martinisti?
I.: Come si suol dire, su certi argomenti occorre la pratica più che il filosofare: se non ci si sporca le mani non si arriva da nessuna parte, nè si può giudicare a ragion veduta.
In altre parole, forse certi movimenti kremmerziani attuali non sono da buttare anche se non completamente validi.
S.74: Citaz.: “m. ha scritto: Non sarei così drastico, frater, se per "iniziazione" intendiamo ad esempio il sollevare in aria rituamente il neonato o l'indossare la toga praetexta all'entrata nell'adolescenza...la differenza ,e in questo concordo con te, sta nel carattere esoterico o meno di tali riti di passaggio,praticati da ogni uomo ingenuus e non da questo o quel guru o santone...d'altra parte tra noi e le nostre radici ci sono duemila anni di barbarie, chi può escludere a priori che un ordine iniziatico, per sopravvivere anche fisicamente, non possa essere stato costretto a celarsi dietro "parole di passo" o ritualità che gentili non sono e che questo non possa essere stato il caso di ermetisti e martinisti?”
concordo, l'argomento è spinoso e strumentalizzabile ma anche io penso che ci siano state necessità di Ri-velamento di certe Verità e quindi non sia possibile parlare di simboli pagani chiari ma di allegorie molto celate. Ma bisogna vedere se oggigiorno ciò debba continuare o meno.
Gh: Citaz.: “m. ha scritto:d'altra parte tra noi e le nostre radici ci sono duemila anni di barbarie, chi può escludere a priori che un ordine iniziatico, per sopravvivere anche fisicamente, non possa essere stato costretto a celarsi dietro "parole di passo" o ritualità che gentili non sono e che questo non possa essere stato il caso di ermetisti e martinisti?”
Nessuno lo esclude, ma l'ordine iniziatico, in quanto tale, ha natura esoterica, mentre la moderna tradizione romana, per forza di cose, ha natura essoterica, e quindi a poco potrà servirgli per una sua rinascita, la creazione di sette o l'affiliazione ad ordini iniziatici ed esoterici.
Quindi, come già ribadito, bisogna vedere cosa uno sta cercando. Chi cerca le iniziazioni ed il falso esoterismo, come amo chiamarlo - ma non chiedetemi di spiegare il perché -, saprà dove cercare; chi cerca invece gli Dèi sa che potrà farlo sotto la luce del sole.
Citaz.: I. ha scritto:Come si suol dire, su certi argomenti occorre la pratica più che il filosofare: se non ci si sporca le mani non si arriva da nessuna parte, nè si può giudicare a ragion veduta.
Dipende anche da quali parti si ha interesse ad arrivare. E non credo che le parti a cui potrebbero condurre i seguaci del Kremmerz siano le stesse a cui è interessato arrivare chi alla ricerca del sorriso degli Dèi.
Citaz: “S.74 ha scritto: concordo, l'argomento è spinoso e strumentalizzabile ma anche io penso che ci siano state necessità di Ri-velamento di certe Verità e quindi non sia possibile parlare di simboli pagani chiari ma di allegorie molto celate. Ma bisogna vedere se oggigiorno ciò debba continuare o meno.”
A mio avviso oggi non ve n'è alcun bisogno.
I.: Corretto, dipende da cosa si vuole ottenere: se ci si accontenta di una pia religiosità è un conto; ma se si vuole divenire Uno, allora il Tradizionalismo non basta più.
Non a caso figure emblematiche, come il buon Reghini, oltre che gentile fu prima teosofo e poi massone.
F. : Non è detto che però nel mirare all'Unificazione si debba abbandonare la Pietas gentile ordinaria.
E' piuttosto curioso che alcuni intendano la Pietas dovuta come altèra da un percorso Iniziatico che per propria natura non può che essere assolutamente individuale (ogni miste e diverso dall'altro!).
S. : Citaz.: Non è detto che però nel mirare all'Unificazione si debba abbandonare la Pietas gentile ordinaria. E' piuttosto curioso che alcuni intendano la Pietas dovuta come altèra da un percorso Iniziatico che per propria natura non può che essere assolutamente individuale (ogni miste e diverso dall'altro!).
Vero, non sono certo disgiunte. Bisognerebbe poi indagare se, effettivamente, le organizzazioni in questioni posseggano un corpus dottrinale integro e fruibile o piuttosto frammenti spuri di difficile, e pericoloso, utilizzo.
La storia dei movimenti kremmeziani e delle singole personalità ad esso legate, è abbastanza inquietante in merito.
Gh. : Citaz. I. ha scritto:Corretto, dipende da cosa si vuole ottenere: se ci si accontenta di una pia religiosità è un conto; ma se si vuole divenire Uno, allora il Tradizionalismo non basta più.
Personalmente mi accontento di una pia religiosità nel rispetto degli Dèi e degli Antenati. E oggettivamente questo è tutto quanto può oggi essere offerto dal tradizionalismo romano; non certo improbabili e fumose catene iniziatiche con radici che affondano in ambiti tutt'altro che gentili.
L'obiettivo più prossimo per chi ha Roma nel cuore deve essere la restaurazione di una religiosità civile dai risvolti di massa, e non l'atomizzazione settaria in conventicole para-magiste di falso esoterismo.
Su questo l'MTR è da sempre molto onesto. Quanti alla ricerca di emozioni forti e tavolini che ballano potranno tranquillamente volgere il proprio sguardo altrove.
E poi, se permetti, consentimi di diffidare da chi la strada per divenire Uno me la costella di Salmi biblici e formule magiche.
Non a caso figure emblematiche, come il buon Reghini, oltre che gentile fu prima teosofo e poi massone.
Quella teosofica fu una breve parentesi, mentre in massoneria Reghini rimase per tutta la propria esistenza. Fu partecipe di un fallito tentativo di indirizzare la massoneria italiana in senso pagano e romano, ma si rese presto conto dell'impossibilità della cosa. Perché il lavoro che a noi interessa, operativo e ideologico, venne da Reghini svolto sotto la tutela di un ambiente che non era affatto di loggia massonica né tantomeno teosofico, seppure potessero essere coinvolti sia massoni che teosofi.
Sostanzialmente i massoni, specie quelli moderni che da qualche tempo sull'onda degli studi di altri lo hanno riscoperto, poco o nulla sanno del Reghini pagano. E il suo essere stato convintamente massone non deve indurre in errore facendo credere che l'adesione ad una loggia o setta segreta che dir si voglia sia prerogativa necessaria per una corretta vita religiosa. A meno di non considerare ovviamente l'Associazione Pitagorica una manifestazione massonica.
Citaz.: F. ha scritto:E' piuttosto curioso che alcuni intendano la Pietas dovuta come altèra da un percorso Iniziatico che per propria natura non può che essere assolutamente individuale (ogni miste e diverso dall'altro!).
Non so a chi ti riferisca ma un discorso del genere, e decisamente ben argomentato, lo fece Renato Del Ponte in una sua conferenza romana di circa un anno fa.
La pietas romana non prevede la necessità di un'affiliazione iniziatica, tra l'altro dai caratteri assolutamente problematici oggi, che seppure poteva esserci a livello misterico aggiuntivo non è elemento determinante né particolarmente desiderabile.
E con iniziazione si intende ovviamente il senso non etimologico ma proprio al campo degli studi tradizionali.
Onde evitare fraintendimenti.
T. : Citaz.: Gh. ha scritto:Ed è a mio avviso anche inesatto parlare dell'ermetismo kremmerziano come di realtà iniziatica gentile, perché fatto salvo il pensiero dello stesso Kremmerz e la natura non certamente riconducibile al solo cristianesimo dell'ermetismo napoletano, è notorio e documentato l'uso che questi fanno di formule, salmi e lingue direttamente riconducibili al giudaismo e al mondo semita d'oltre Mediterraneo.
Se fai salvo il pensiero del Kremmerz e "la natura non certamente riconducibile al solo cristianesimo dell'ermetismo kremmerziano", mi chiedo: "l'uso che questi fanno di formule,salmi e lingue riconducibili al giudaismo" ,non sono rituali che lo stesso Kremmerz creò per i praticanti della Fratellanza di Miriam?
Perchè tanto livore?
Gh. : Io non sto manifestando alcun livore, e ti invito a indicarmi i passaggi in cui offenderei Kremmerz o la Myriam; ma casomai mi permetto di fare quelli che ritengo dei giusti e necessari distinguo.
Si può infatti stare nella Myriam sia da pagani che da cristiani o altro; ma nella Tradizione romana ci si può stare solamente da pagani.
Una differenza di non poco conto, non trovi? Specie a fronte di quanti pretenderebbero di fare un unico grande minestrone di Tradizione romano-italica, ermetismo kremmerziano, massoneria e ingredienti a piacere.
T.: Non prenderla come polemica,ma chi è che stabilisce se Io posso stare nella tradizione Romana? Che mi risulti non c'è un'Istituzione religiosa che possa dare un "certificato di buona condotta pagana".
A questo punto aspetto che Sandro si riconnetta ad internet per leggere il punto di vista ufficiale dell'M.T.R.,e dico il punto di vista ufficiale perchè quello personale lo conosco nei minimi dettagli dal momento che da anni,anche con Gennaro D'Uva(che con me si è sempre definito un kremmerziano di ferro)abbiamo affrontato questi discorsi.
Saluti.
Gh.: Io non ho necessità o interesse a stabilire alcuna regola generale. Mi limito solamente a riflettere su cosa possa essere di pertinenza a chi segue la Tradizione romana e cosa invece no.
Perché ritengo che nessuno qui dentro possa contraddirmi quando asserisco che credere negli Dèi e rifarsi alla Tradizione romano-italica sia una cosa nettamente differente, quando non addirittura contrapposta, dalle società segrete, le sette e le conventicole esoteriche che seguono una ritualità infarcita di elementi e simbologie semitiche.
Cosa può accomunare chi prega gli Dèi d'Italia a chi invece salmodia salmi in ebraico?
Io penso sia importante fare chiarezza, anche per dividere una volta per tutte un ambiente religioso che è stato ad oggi oggetto di fin troppi fraintendimenti, dal resto del milieu esoterico, occultistico, para-magista.
La religione degli Avi è un qualcosa che può e deve essere rivificata sotto la luce del sole, un qualcosa che deve conquistare a sé le masse; e non un culto settario per pochi eletti da praticarsi celati nelle nuove catacombe.
Affrontavo poi il problema dell'iniziazione "pagana" odierna e della sua effettiva impossibilità oggi se non come forma ereditata da ambienti non propriamente gentili.
Chi oggi può dirsi appartenente ad un lignaggio iniziatico pagano? La risposta la conoscete.
Il futuro ovviamente e tutt'altro paio di maniche.
Per quanto infine concerne Sandro, Gennaro & MTR mi sa che ti sei perso qualche puntata. Ma penseranno gli interessati a fare chiarezza quando ne avranno l'occasione.
Il mio discorso ovviamente esula dal dare un giudizio di sorta sull'ermetismo, la massoneria, l'alchimia e quant'altro. Io non sto giudicando niente, né tantomeno mi sento in dovere di farlo. Solamente cerco di valutare con tranquillità chi possa o non possa essere un compagno di strada opportuno nel mio cammino religioso.
Poi ognuno scelga pure la propria strada, noi - ossia noi tradizionalisti - la nostra strada l'abbiamo scelta da tempo, ed è la via romana agli Dèi.
Non ci serve altro.
T.: Sarà! Dopo avere letto il tuo intervento mi sono messo a sfogliare Gli Arcani
Gentileschi Svelati che tu certamente hai letto e possiedi. Mi sono soffermato su una poesia,mi ha tanto colpito che ho deciso di riportarla nel forum e farne occasione di riflessione per tutti gli amici e per me.
Saluti.
PROTESTA DEL GERONTA
Non è mai che adontar volessi Io l'Arte
Peonia in esercizio..Che anzi in merto
vo che più si sublimi...e accolga il Serto
come Epidauro,che diè vita a Marte.
Vorrei che l'alma Asclèpia a parte a parte
fosse data sul vero;e non sul certo..
ma 'l cammino è scabroso!E' troppo in erto!!
che legger Niuno sa le arcane carte...
I sacri libri,che racchiudon scienza?
Non mai Focio,o Plebeo ne intese i scritti...
Profan non alunnò mai la Sapienza...
E fin chè di Sofia non l'uomo apprende
le cifre,e i metri?Gnaffe!Scorbii pitti
son le prische dottrine...e Niun le intende
Gh.: A onor del vero non mi appassiona molto la lettura di quel genere di roba. Per quella che è la mia ricerca nella Tradizione nostra un robusto testo di archeologia è tutto quello di cui necessito.
Oppure, costretto a scegliere, piuttosto che a Kremmerz preferisco guardare ai classici, a Virgilio o a Marziano Capella, come credo sia ovvio e naturale per il frequentatore medio di Saturnia Tellus.
Saluti.
PS - Caro "T.", di solito quelli che pensano di essere particolarmente furbi lo sono in realtà molto meno di quello che credono, e ciò che è già stato potrebbe essere di nuovo...
I.: Volendo ritornare alla domanda iniziale sulla Fratellanza di Miriam, può tornare utile leggere il seguente articolo; in certi passaggi mi sembra in linea con quanto afferma Ghibellino.
“Sulla Fratellanza di Myriam
Rispondo all’amico Gianluca, cogliendo spunto dalla sua lettera per evidenziare alcuni aspetti di interesse generale. In realtà sono giunte varie richieste sullo stesso argomento: il passato... ed in particolare ciò che resta della Fratellanza di Miriam, ridotta al lumicino per le tante defezioni e per l’azione infida e interessata di molti trasgressori del Patto Iniziatico.
La mia opinione é semplice: un Ordine mistico ed in un certo senso cristianeggiante, quale fu la Fratellanza Miriam, rappresentò il tentativo del dott. Ciro Formisano di far maturare il Pensiero Ermetico nella mente dei suoi contemporanei. Punto e basta.
Invito i dubbiosi a riflettere sugli eventi che caratterizzarono la Schola Hermetica nell’ultimo scorcio del diciannovesimo secolo, nonché il parziale fallimento di molte aspettative dei suoi esponenti più significativi, non ultima la Terapeutica Magica.
Se un ideale superiore trova accoglienza in una certa società, più che all’antica saggezza, contenuta nell’espressione magica del Rito, si deve all’esperienza sociale dell’uomo del secolo, in grado si apprezzare gli insegnamenti del principale esponente della Tradizione, sia esso un Maestro Alchimista o più semplicemente un Filosofo.
Quando invece i principi dell’Arte decadono nell’esperienza collettiva, vi é sempre da temere il peggio: prima o poi il meccanismo del pensiero condannerà gli incauti a decadere nel sentimentalismo, oppure, ancor peggio, nell’eredità solo visibile e non ispirata dall’alto.
Seguendo le forme dell’antichità, l’uomo Kremmerz elaborò il suo programma. Umano, anzi umanissimo: prodigarsi per gli altri, salvando uomini e donne dell’ottocento dall’inutile sofferenza. Non solo le malattie del corpo, ma anche le inquietudini e le ansie frutto della sorte avversa (e straordinariamente avversa), specie per i negletti e socialmente più deboli.
Un buon samaritano, si potrebbe dire!... O semplicemente un avanguardista dell’amore sociale!... Più che un santo o un benefattore, il Kremmerz può apparire all’uomo di oggi un utopista, afflitto dalle medesime illusioni che ferirono i cuori delle generazioni più sensibili ai canoni del Romanticismo di fine secolo. Non si può negare che vi fossero, nel suo pensiero, gli ingredienti giusti per affascinare molti sensibili del tempo, alla ricerca di emozioni e, forse, dell’antica Sapienza Salomonica.
Socialità e iniziazione sono due aspetti non sempre conciliabili. Talvolta si deve adattare l’insegnamento sacro ai promiscui materialismi dell’essere umano, al fine di evitare la fine di ogni ideologia, quando avulsa dal rapporto costante con l’eredità mentale dell’uomo del secolo.
Questo significa che, se fosse vissuto al giorno d’oggi, il Kremmerz si sarebbe dovuto probabilmente accontentare di espressioni più confacenti alle problematiche dei suoi contemporanei. Alla luce di quanto esposto, la Fratellanza di Miriam é probabilmente destinata a finire nel dimenticatoio, se e quando si manifesterà l’azione di un nuovo Kremmerz.
Bisogna dunque che il nostro amico si convinca che, se non avesse incontrato la Fratellanza di Miriam, probabilmente non si sarebbe mai interessato all’Ermetismo. Tuttavia non vi é alcun stretto bisogno della Fratellanza di Miriam, per divenire un ermetista.
Se vi sono degli insegnamenti eterni, nella dottrina tradizionale della Fratellanza, saranno conosciuti da chi, conscio che le forme organizzative sono effimere, si prodigherà nell’orientare giustamente il suo pensiero nella nebbia sottile che oscura la percezione sincretica della verità.
Su questo punto richiamo l’attenzione del lettore.
Ogni Maestro deve adattare il suo pensiero alle realtà del tempo. Ciò che é immutabile é l’essenza dell’insegnamento sacro, in nessun caso modificabile, in quanto magica e per certi versi divina. Bisogna essere elastici e ammettere che é comunque possibile un’esperienza superiore, nel corso dell’esperienza, a patto di essere posti in condizione di penetrare il significato occulto di ogni insegnamento. Allora, che sia l’Accademia Pitagora, il Circolo Virgiliano o la Società Italiana di Studi Ermetici a trasmettere la dottrina essenziale non avrà molta importanza.
Il seguito, se cioè quel dato Maestro riuscirà o meno ad adattare l’Araba Fenice ai gusti dell’epoca, facendole indossare abiti alla moda e fogge accattivanti, non é il problema principale. Ciò che importa é trasmettere correttamente le poche Essenze di verità, che diventeranno potenze dell’anima quando nell’Uomo Storico germinerà un genuino desiderio di eternità.
Il mio é dunque un appello alla serenità e alla fiducia. Lasci perdere l’uomo di buona volontà ogni riflessione sugli aspetti organizzativi dell’insegnamento iniziatico, pensando che la Provvidenza si serve di ogni mezzo per raggiungere i suoi scopi. Le forme crescono, decadono e vengono distrutte: é la Legge che regola ogni manifestazione della materia vivente. L’importante é intuire che al di là delle forme vi é il Pensiero Divino, che agisce indisturbato, perpetuando se stesso nella molteplicità e nel rinnovamento.
Ascoltiamo una grande occultista del passato, Dion Fortune, perché, col suo linguaggio semplice e incisivo, ci spieghi il suo punto di vista sugli Ordini Iniziatici. Le organizzazioni mistiche, sostiene l’intelligente Violette, non hanno vita lunga. Sopravvivono raramente alla generazione che ha avuto contatti personali col fondatore. Appena l’impulso originale si smorza, sopravviene la vecchiaia e allora bisogna rigenerarle, sopportando doglie indicibili. È raro che le vecchie bottiglie contengano vino nuovo. Normalmente le riforme avvengono per scismi, piuttosto che attraverso l’espansione e la riaffermazione.
Se ricercassimo le radici dell’esperienza spirituale viva, non saremmo saggi se lo facessimo lungo le linee della tradizione del piano fisico organizzato. Il vento soffia dove vuole e non dove vorrebbe l’autorità costituita.
La vera linea di contatto é strettamente personale e agisce in modo decisamente peculiare, ma altrettanto ben definito. Il filo che l’unisce é dei più sottili, però esiste. È come il granello di lievito messo in sette misure di farina: minuscolo, indispensabile, efficace. Sembra che questo collegamento fisico indispensabile consista in un incontro personale fra il ricercatore e qualcuno che possiede i contatti con la Tradizione. In tutti i resoconti della fondazione di un Ordine leggiamo di un incontro fra il fondatore e un Maestro illuminato, che gli ha trasmesso i contatti in virtù del suo magnetismo individuale.
Abramo, il padre dell’Israele spirituale, incontrò Melchisedech, la misteriosa figura che gli apparve recando il pane e il vino della prima Eucarestia. Gesù ricorse a Giovanni Battista, l’ultimo profeta di Israele. Christian Rosenkreuz si recò a Damasco alla ricerca di un iniziatore. Abramelin incontrò l’istruttore promesso tra gli eremiti del deserto egiziano; Rudolph Steiner trovò il suo Maestro nella Foresta Nera. Madame Blavatsky, infine, incontrò il suo iniziatore, un adepto indiano, nei verdi Giardini di Kensington.
Sia chiaro che ogni contatto personale con un iniziato, pur costituendo una svolta in ogni carriera iniziatica, non é mai stato più che una semplice traccia che bisognava interpretare. In ogni caso la grandezza del lavoro compiuto dipende dal calibro dell’operatore. Saranno stati in tanti a entrare in contatto coi Maestri di questi grandi pionieri dell’umanità. Senza dubbio essi avranno ricevuto chiarimenti adeguati alle capacità di ciascuno, eppure non seppero costruire nessuna organizzazione, né lasciarono traccia del loro passaggio nel mondo.
Bisogna anche osservare che ogni Sistema, fondato come si é detto, reca nella propria struttura le debolezze inerenti al suo fondatore e che quelle debolezze segnarono le crepe che, alla fine, causarono il crollo dell’intero edificio.....
Dalle parole di Dion Fortune impariamo parecchie cose, importanti per formarci un metro di giudizio. Innanzitutto apprendiamo che, se non consiste di scritti che si possono studiare, la tradizione fisica non riveste importanza suprema, perché il valore reale di una linea di lignaggio spirituale risiede in un gruppo mentale sui Piani Superiori, che può essere raccolto mediante un contatto psichico anche da coloro che non ne sono gli eredi terreni. In secondo luogo gli eredi legittimi potrebbero, disgraziatamente, rivelarsi incapaci di mantenere aperti quei canali ed essere solo dei ciechi alla guida di altri ciechi. La funzione e l’ascenso conseguito, non certo il possesso delle carte, danno dunque diritto ad operare i Misteri.
Rispondo così a coloro che sono soliti chiedere, ad ogni iniziato, quali siano i suoi natali e se egli possegga o meno bolli e certificati, con relative pratiche di trasmissione ortodossa. Se anche ciò fosse, non sarebbe una prova inconfutabile della sua affidabilità e serietà di ricercatore.
Spesso, specie nelle fasi di decadenza degli Ordini, si assiste a spartizioni di influenze che nulla hanno a che fare col sentimento dell’anima, rispondendo a logiche di potere o a soluzioni di futile compromesso. Si litiga su chi debba essere l’erede di un Maestro scomparso e alla fine si sceglie di adottare la logica del ‘divide et impera’, intesa nel solo significato di tiriamo a campare, naturalmente a spese di ingenui e creduloni....
Sono situazioni, ahimè, frequenti, che dovrebbero far riflettere coloro che aspirano ad entrare a far parte di un Ordine Iniziatico. A costoro (e all’amico Gianluca) debbo ripetere il solito consiglio: cercate il Maestro e non l’Ordine!... Solo così sarete garantiti dai gravi rischi di una scelta sbagliata, mettendo la vostra vita nelle mani di un uomo giusto, che certo vi condurrà alla meta, ossia alla destinazione a cui per fatalità sarete tenuti a pervenire. Krejis
articolo tratto da qui:
http://www.societa-ermetica.it/Sito%202 ... myriam.htm
S. 74: la mia posizione è mediana, ora, di Kremmerz ho letto dell'articolistica in passato e non ho una conoscenza tale da poterci fare della critica sopra, so che è uno dei piloni con cui un Pagano si incotra nella sua partita di conoscenza, come Evola o anche un Reghini (di cui è quasi impossibile reperire testi cartacei in una qualsiasi biblioteca anche esoterica) e quindi si va a conoscenze di persone studiose che a loro volta trasmettono dei saperi e quindi a filtri vari di tali autori.
Di fatto concordo con il Krejis per un motivo: il sapere iniziatico è una trasmissione basata sull'Amore tra un Maestro ed un discepolo, esso è fatto di parole e impressioni sottili, quasi fotografiche.
Il chè è credibile in quanto, ad esempio, se non ci fosse la Chiesa e dei preti nessuno saprebbe nulla della dottrina cattolica, se non leggendo ma con equivoci colossali.
Maggiori di quanto ce ne possano essere nella Chiesa di oggi che pure ha un apparato enorme di indottrinamento e di filtro.
Figuriamoci con una dottrina esoterica se uno si mettesse da solo a leggere e a operare.
Penso quindi che, finchè non si entra in contatto con un centro vivo di trasmissione tradizionale esoterico si può parlare di studi o anche di pratiche ma non di altro.
Sul fatto religioso gentilizio la mia posizione è quella di F. e non per piaggeria ma perchè penso che la nostra Pietas non sia una gabbia ma una rampa di lancio per lo Spirito.
Ovviamente bisogna sapere selezionare direzioni e rotte giuste ma ciò non è un divieto ma un buon senso.
S.: Certo che appellarsi all'autorità di Dion Fortune per parlare di "ordini iniziatici" è quantomeno opinabile... l'articolista si sofferma su un punto complesso e foriero di equivoci.
Sicuramente molti ricollegamenti iniziatici si sono avuti in sogno, o su piani diversi da quello ordinario. In oriente numerosi maestri ebbero pratiche e trasmissioni di questo tipo.
Non bisogna fossilizzarsi sul bollo burocratico poichè non è quello che garantisce ortodossia e legittimità.
Su questo siamo d'accordo, ma allora basta affermare di aver avuto iniziazioni e trasmissioni.
Citaz.: mediante un contatto psichico
(contatto psichico, vorrei sottolineare!), per garantire che un sia un reale "Ordine iniziatico"???
Voglio dire, Ibn `Arabî disse di aver avuto come primo maestro Gesù, ma almeno lui era un sommo metafisico.
Ai moderni epigoni iniziati su "piani superiori" da Pitagora, Platone, Cagliostro, Giordano Bruno, Kremmerz...etc...etc...bisogna forse dare lo stesso credito?
Gh.: Citaz.: Ai moderni epigoni iniziati su "piani superiori" da Pitagora, Platone, Cagliostro, Giordano Bruno, Kremmerz...etc...etc...bisogna forse dare lo stesso credito?
Piuttosto che guardare a cose del genere, di cui personalmente non ho mai sentito la necessità, ritengo che per i moderni pagani sia decisamente più urgente e importante riuscire a farsi conoscere ed accettare dal mondo circostante come realtà religiosa seria e affidabile. Questa per noi la vera battaglia dei tempi moderni.
Di contro quanto alcuni prospettano in rapporto a presunte iniziazioni ed elitarie chiusure verso l'esterno non è propriamente la strada adatta per arrivare a conseguire i risultati sperati.
Faccio una domanda. Qualcuno è in grado di spiegarmi come potrebbe esistere e in cosa consisterebbe oggi un'iniziazione "pagana"?
Aq.: Se per "pagana" si intende nello specifico le tradizioni pre-cristiane "occidentali" credo che ad oggi non sia possibile avere un'iniziazione misterica... a meno che non esistano, e potrebbe benissimo essere, realtà a me/a noi ignote... ma visto che stiamo parlando del MTR e non dell'edicolante sotto casa (con tutto il rispetto per il lavoro dell'edicolante), se i Patres del MTR non sono a conoscenza di un centro/i iniziatico/i Gentile/i, quantomeno in Italia, non sò chi potrebbe esserlo, ed anche se fosse non credo se ne parlerebbe sul forum.
Di conseguenza chi cerca un'iniziazione ad oggi deve rivolgersi ad Oriente, anche se anche lì non è tutto rose e fiori... le realtà discutibili si sprecano, bisogna saper usare bene il "sacello" del buon senso e dell'intuito per distinguere il ciarlatano dal maestro e comunque essendoci in Oriente varie scuole iniziatiche o presunte tali, bisogna capire quali di queste danno più affidamento e quali sono compatibili con la spiritualità Gentile nostra.
Ovviamente, trattandosi della sfera privata della propria spiritualità io non mi azzarderei mai a giudicare l'ambito esoterico scelto da un Gentile, a meno che non si tratti di "situazioni ambigue", per esempio fare parte di una tariqa Sufi... ma questa è un'opinione, e come tale personale...
Vale Optime!
S.: Sollevi una questione non marginale per tutti noi. Di realtà che hanno (o piuttosto, dicono di avere) aspetti iniziatici “gentili”, ce ne sono diverse, sia in ambito massonico (o para tale) che di altra estrazione. Per quanto mi riguarda, ho da tempo sospeso il giudizio su queste organizzazioni, ma più che altro per mancanza di informazioni dettagliate in merito.
Molte sono palesi contraffazioni (anche tu ricorderai gli “eleusini madre” ai tempi d’oro di POL), altre presentano aspetti interessanti da approfondire.
Tra queste, per tornare in tema, ci sono quelle di ambito kremmerziano.
Naturalmente, l’esoterismo italico-romano, dovrebbe rappresentare l’aspetto interno di tale tradizione e a tale tradizione dovrebbe, in toto, far riferimento, come simbologia, ritualità, nessi ideali. Da qui le perplessità, mie e di altri, su alcuni aspetti dell’insegnamento del “Mago di Portici” riguardo ad una sua possibile definizione quale via esoterica “italico-romana”.
Forse il problema è anche fossilizzarsi in un rigido schema exoterico-esoterico di derivazione “tradizionalista” che si vorrebbe estendere in maniera univoca a tutte le esperienze religiose e a tutti i tempi e luoghi (siamo sicuri che si possa applicare, tout court, alla romanità prisca?).
Citaz.: Di conseguenza chi cerca un'iniziazione ad oggi deve rivolgersi ad Oriente, anche se anche lì non è tutto rose e fiori... le realtà discutibili si sprecano, bisogna saper usare bene il "sacello" del buon senso e dell'intuito per distinguere il ciarlatano dal maestro e comunque essendoci in Oriente varie scuole iniziatiche o presunte tali, bisogna capire quali di queste danno più affidamento e quali sono compatibili con la spiritualità Gentile nostra.
Ovviamente, trattandosi della sfera privata della propria spiritualità io non mi azzarderei mai a giudicare l'ambito esoterico scelto da un Gentile, a meno che non si tratti di "situazioni ambigue", per esempio fare parte di una tariqa Sufi... ma questa è un'opinione, e come tale personale..
Questo è un altro punto importante, d'interesse generale.
Non tutte le spiritualità sono compatibili col nostro sentire romano-italico.
Certo, mancando un collegio pontificale riconosciuto potrebbe sorgere allora il problema di una giurisdizione attiva in merito.
In questo, rimane probabilmente il buon senso, come hai evidenziato anche tu.
Io la penso così: buona parte dell’universo simbolico induista e del buddismo vajrayana è anche il nostro.
Pensiamo alla “metafisica immaginale della divinità” implicita nel tantrismo himalayano, o alle speculazioni sul Buddha Mahavairocana (grande portatore di luce che alcuni, forse impropriamente, assimilano a Mithra) del quale alcune immagini in foggia di nume solare greco furono distrutte dai talebani poco prima dei famosi Buddha di Bamiyan, e che in Giappone è chiamato Dainichi (appunto “Grande Sole”), visto come fonte di tutte le divinità del mandala e fulgore dissipatore delle tenebre dall’esoterica setta Shingon.
In tutta onestà, si può forse obiettare che ci siano più vicine alla spiritualità che amiamo le recite di salmi ebraici o di dubbie formule caldee, piuttosto che i paesaggi interiori che ho citato poc’anzi?
A scanso di equivoci, tengo a precisare che queste sono considerazioni che riguardano il mio percorso personale, e la mia particolare sensibilità, non dichiarazioni ufficiali del MTR sul problema sollevato; su questo e altri temi qui trattati sarà interessante sentire Sandro Consolato, quando potrà ricollegarsi ad Internet.
Aq.: Santi Numi! stendiamo un velo sugli “eleusini madre”... all'epoca con le loro empietà contro gli Dèi Olimpici me le fecero girare vorticosamente... personaggi che travalicano la soglia del delirio...
Personalmente non credo che alcuna religione antica mancasse della dimensione misterica/mistica (o qualunque termine si voglia usare, e dipende da che significato si voglia dare a tali termini, c'è chi associa il misticismo ad una religiosità invasata ed esaltata di tipo abramitico... non ricordando che Myste è il termine designante l'Iniziato ai Mysteri) e come tu stesso mi pare dica, ritengo che nell'antichità non c'era un vero e proprio confine tra esoterismo ed exoterismo (frattura provocata da chi ha sempre cercato di reprimere la sfera esoterica, non faccio nomi tanto sono ovvi...). Poco tempo fa qualcuno proprio su ST mi pare ha parlato dei "Misteri Romani". Il Sacro permeava ogni cosa, le nostre categorie servono a poco..
Citaz.: Io la penso così: buona parte dell’universo simbolico induista e del buddismo vajrayana è anche il nostro.
Pensiamo alla “metafisica immaginale della divinità” implicita nel tantrismo himalayano, o alle speculazioni sul Buddha Mahavairocana (grande portatore di luce che alcuni, forse impropriamente, assimilano a Mithra) del quale alcune immagini in foggia di nume solare greco furono distrutte dai talebani poco prima dei famosi Buddha di Bamiyan, e che in Giappone è chiamato Dainichi (appunto “Grande Sole”), visto come fonte di tutte le divinità del mandala e fulgore dissipatore delle tenebre dall’esoterica setta Shingon.
In tutta onestà, si può forse obiettare che ci siano più vicine alla spiritualità che amiamo le recite di salmi ebraici o di dubbie formule caldee, piuttosto che i paesaggi interiori che ho citato poc’anzi?
E' anche il mio pensiero carissimo S.! come sai con me sfondi una porta aperta su questo, la spiritualità Indoarya è parte del nostro Mondo, non ci sono dubbi su questo, certo non tutto ciò che proviene dal variegato "Induismo" e in generale della spiritualità indiana tutta comprendendo quindi Jainismo, Buddhismo etc. è per noi orocolato, per via delle tante "incrostazioni" avvenute nel corso del tempo... ma come giustamente dici buona parte di ciò che è la "Grande Madre India" ci appartiene, quindi sia "l'Induismo" che il Buddhismo non saranno compatibili in tutte le loro diramazioni e dottrine con la nostra Gentilità ma certamente lo sono in buona parte, non c'è dubbio!
E' sempre un piacere, carissimo S.! Vale Optime!
Gh.: Che ci si debba necessariamente rivolgere ad Oriente è opinabile secondo me, per quanto colà abbiano ancora mari pescosi quando qui sia rimasto solamente qualche fiumicello carsico che appare e scompare nel ventre della terra.
Il problema è però che questi fiumicelli parlano oramai quasi solo in ebraico e sono infarciti di elementi extra-europei.
Il punto nodale è che tutte le tradizioni del mondo sono in realtà compatibili, dall'animismo africano alla religiosità azteca fino alla sensibilità sciamanica delle steppe mongole tutto è intercambiabile e affine. Maniere diverse per razza e cultura di guardare a uno stesso mondo dove forte è la presenza numinosa.
Unica ovvia eccezione i tre grandi monoteismi abramici responsabili del livellamento e della volgarizzazione e fanatizzazione del sentire religioso mondiale.
Ergo una linea iniziatica occidentale sarebbe possibile e certamente non in antitesi con la nostra religiosità di romani e italiani, ma solamente se scevra di elementi e infiltrazioni semitiche. Cosa che, a mio avviso ma avvalorato dai fatti, non è possibile riscontrare in un ambito quale quello kremmerziano che per sua propria natura storica è alessandrino e quindi sincretista.
Citaz.: S. ha scritto: Forse il problema è anche fossilizzarsi in un rigido schema exoterico-esoterico di derivazione “tradizionalista” che si vorrebbe estendere in maniera univoca a tutte le esperienze religiose e a tutti i tempi e luoghi (siamo sicuri che si possa applicare, tout court, alla romanità prisca?).
Cercare di comprendere la religiosità arcaica facendo ricorso a categorie moderne può solamente creare abbagli e incomprensioni, ancora più castrante quando queste categorie risentono pesantemente di millecinquecento anni di semitizzazione spirituale che porta a vedere dette questioni sotto un'ottica assolutamente deformata.
Per queste ragioni e altre ancora per il sottoscritto un Guénon può dire e valere ben poco come esegeta e autorità in campo religioso e spirituale.
Citaz.: che in Giappone è chiamato Dainichi (appunto “Grande Sole”), visto come fonte di tutte le divinità del mandala e fulgore dissipatore delle tenebre dall’esoterica setta Shingon. In tutta onestà, si può forse obiettare che ci siano più vicine alla spiritualità che amiamo le recite di salmi ebraici o di dubbie formule caldee, piuttosto che i paesaggi interiori che ho citato poch’anzi?
La penso anche io così.
Se proprio si sente la spasmodica necessità di ricevere un'iniziazione, piuttosto di finire a fare minestroni dai troppi sapori, meglio allora sarebbe guardare al buddhismo e ad altre tradizioni orientali.
Anche se, come già ribadito più volte, al romano dei tempi moderni quello che serve è solamente il rispetto del kalendarium e un'azione giornaliera tesa alla crescita e alla riaffermazione del cultus deorum in terra d'Italia.
Aq.: C'è da dire però che per molte persone il solo Culto non basta, si sente l'anelito per la realizzazione interiore... anche se io ho una mia convinzione... ovvero che la gente crede di potere trovare dei "fuochi d'artificio" o "l'Illuminazione" andando da qualche Guru... (e trovando quello giusto, la via giusta, magari avviene) ma gli Dèi ci osservano, ci ascoltano... se ci si mette "in contatto" con loro, quella è la migliore iniziazione possibile (non è un'inno all'autoiniziazione intendiamoci... quella è un'altra faccenda da individui egoici...) , ed i frutti arrivano con pazienza, vieni cambiato dall'interno da forze potenti e l'esperienza del Divino, o come la si vuole chiamare, arriva, si entra nell'onda degli Dèi e dopo niente è più come prima... il puzzo stantio viene spazzato via da una brezza avvolgente.
Questo non significa che sarei a favore di un qualche veto sulle scelte "esoteriche" di un Gentile intendiamoci... se decide o meno di seguire un Guru o vie iniziatiche compatibili con la nostra spiritualità, e non è un inno della disillusione verso i Guru e vie iniziatiche orientali varie, anzì, non sarei nemmeno la persona più adatta a poter criticare su questo... ma è un volere porre l'accento sul fatto che la "fonte" degli Dèi è alla portata di ogni Gentile con o senza guru.
Gh.: Citaz.: Aq. ha scritto:Quindi chi desideri un certo percorso iniziatico dal nostro punto di vista non è che abbia molte alternative
Hai ragione. Nel rileggere il mio ultimo intervento, scritto alquanto di fretta tra l'altro, ho notato che le premesse non incontrano la conclusione del discorso. Probabilmente oggi in Europa è tutto talmente impregnato da millecinquecento anni di cristianesimo che non rimane altra via che guardare ad Oriente.
Citaz.:Aq. ha scritto:C'è da dire però che per molte persone il solo Culto non basta, si sente l'anelito per la realizzazione interiore... anche se io ho una mia convinzione... ovvero che la gente crede di potere trovare dei "fuochi d'artificio" o "l'Illuminazione" andando da qualche Guru...
E allora cercassero altrove quello che il moderno tradizionalismo romano non potrà mai dargli. Seppure ritengo che nelle parole dei nostri avi, non necessariamente filosofi ma anche soldati o semplici cittadini, sia possibile cogliere un indirizzo e una saggezza che non trova riscontro nei nostri tempi.
Così, piuttosto di andare adorante dietro al guru alla moda vestito d'arancione, preferisco leggermi i Pensieri di Marco Aurelio.
Personalmente quello che mi interessa veramente è solo di contribuire a riattualizzare una religiosità civile italiana moderna che sia quanto più romana nella sua accezione civica e religiosa.
Le iniziazioni, l'esoterismo e tutto il resto non mi interessano e credo che non solo entrino in minima parte nel nostro discorso religioso attuale, ma per una certa estensione andrebbe anche posto un freno a certe frammistioni e operata una distinzione tra cosa sia oggi la religiosità romano-italica o cosa invece l'"occultismo". Certe ambiguità non aiutano il lavoro che stiamo conducendo.
F.: Questo è molto evidente, lo sottolinei spessissimo nei tuoi interventi.
Ma questo è quello che è il tuo interesse.
Ad altri potrebbe interessare moltissimo l'aspetto esoterico/misterico e al contempo non essere certo da meno di te nel volere una religiosità gentile italiana, Romana sia civicamente che religiosamente.
Tuttavia non capisco il problema rispetto a questa o quella scuola 'iniziatica' etc.
L'esoterico è attinente all'interiorità del singolo, è un suo fatto privato, privatissimo, 'assolutamente unico', ecco si' che è un ambito da distinguersi bene dalla Pietas, che invece è un dovere determinato per Necessità di nascita 'sangue/suolo' e non una 'moda' che si sceglie, una volta recuperata la Weltanshauung tradizionale pagana.
Invece l'esoterico è una Scelta, che mette in discussione tutto e sicuramente porta ad uno squilibrio caotico foriero, se va bene, ad un Ordine superione, se va male.... krrash!
Quindi spesso è meglio lasciare le cose come sono... ma se uno vuole puntare il tutto per tutto... fatti suoi! del resto chi non risika non rosika, e Vince chi Scommette.
Un gentile non è minimamente obbligato a fare 'esoterismo' per essere tale, anche nella pratica cultuale. Ma neanche sono proibite ad un gentile pratiche o austerità Realizzative!
Se si mette in 'mani poco chiare' poi saranno affari suoi.. è lui che si mette in Gioco.
L'atteggiamento che pretende di prender per 'la manina l'ingenuo fedele che va guidato e preservato dalle tentazioni', che tratta da infante pecorone l'essere Umano, non mi sembra molto Romano.
Sarò come al solito lo spietato cattivone di turno, insensibile e senza cuoOre e ammOure, ma se qualcuno si scotta a giocare con il fuoco non sono affari miei, e non mi ritengo in diritto di farmi gli affari suoi.
Gh.: Per evitare di perderci in un fiume di parole che ci porterebbe irrimediabilmente lontano dal nocciolo della questione finendo per parlare delle questioni più disparate, vorrei ritornare alla domanda posta qualche messaggio fa, ossia: “Qualcuno è in grado di spiegarmi come potrebbe esistere e in cosa consisterebbe oggi un'iniziazione “pagana”?”
Perché questo è il nocciolo della questione.
Che poi un tradizionalista romano possa appassionarsi all'occultismo, alla corsa di go-kart, alla musica metal o al collezionismo di ombrellini da cocktail questo è afferente alla sua sfera personale. Affari suoi quindi. Quello che io invece cercavo di capire invitando alla discussione gli amici del forum, non ha a che vedere con le scelte personali, ma si centrava su due questioni: a) ci può essere iniziazione pagana oggi in Europa?; e, b) il problema della diffusa presenza di elementi giudaico-cristiani.
Quindi questioni differenti e più articolate di quelle che adombri tu nel tuo intervento.
Perché qui si continua a rimanere nel vago e a rimestare aria fritta. Parliamo allora concretamente: cosa sarebbe questa iniziazione pagana e chi potrebbe darla?
Facciamo degli esempi pratici.
I.: A mio modestissimo avviso oggi nessuno è in grado di darla. E, a costo di sembrare monotono, ripeto che non a caso Reghini scelse la massoneria quale strada iniziatica.
Infatti come dice il Krejis nell'articolo su citato:
Ogni Maestro deve adattare il suo pensiero alle realtà del tempo. Ciò che é immutabile é l’essenza dell’insegnamento sacro, in nessun caso modificabile, in quanto magica e per certi versi divina. Bisogna essere elastici e ammettere che é comunque possibile un’esperienza superiore, nel corso dell’esperienza, a patto di essere posti in condizione di penetrare il significato occulto di ogni insegnamento. Allora, che sia l’Accademia Pitagora, il Circolo Virgiliano o la Società Italiana di Studi Ermetici a trasmettere la dottrina essenziale non avrà molta importanza.
Ed allora, se si anela al Timor Dei, va bene la Pietas ed il Paganesimo, se invece si vuole ottenere di più nell'ambito di un cammino di realizzazione spirituale, allora bisogna praticare anche qualcos'altro.
Che sia Oriente od Occidente, se si preferisce mantralizzare l'OM nella posizione del loto o recitare un salmo biblico e tracciare la stella di David, a questo punto resta alla scelta ed al gusto del singolo. A meno che, come suggeriva Toscano, non vi sia un'indicazione preferenziale per chi si considera Gentile.
F.: Un attimo. Reghini entrò e rimase in Massoneria (cercando sempre di 'purificarla e orientarla/riformarla dall'interno'), ma non si può ridurre il suo cammino iniziatico a questa, infatti fu il contatto con Armentano (conosciuto in ambito massonico ma non c'entra, lo poteva incontrare in Birreria) ad essere DETERMINANTE.
S.: Citaz.: Che sia Oriente od Occidente, se si preferisce mantralizzare l'OM nella posizione del loto o recitare un salmo biblico e tracciare la stella di David, a questo punto resta alla scelta ed al gusto del singolo. A meno che, come suggeriva Toscano, non vi sia un'indicazione preferenziale per chi si considera Gentile.
Permettimi di dissentire da questo passaggio del tuo intervento.
Scrive infatti Marco Tullio Cicerone, pater patriae : “Nessuno abbia Dei particolari, né nuovi, né stranieri, se non pubblicamente riconosciuti: in privato (i romani) onorino quelli che, secondo il rito, hanno ricevuto dai padri”(Cicerone, De Legibus II, VII).
Il culto privato, non può essere dunque ridotto ad una questione “meramente personale”, come nell'ottica individualista del liberalismo moderno, ma abbisogna di un riconoscimento ufficiale dello Stato tramite una legislazione in merito.
Non tutti i culti sono compatibili con una visione romana dell'esistente e “mantralizzare l'OM” o recitare un salmo biblico non sono affatto equivalenti, in una visione gentile che si rifaccia al Mos Maiorum.
Aq.: Personalmente mi sono stancato delle fole abramo-perennialiste tutte a loro uso-e-consumo sull'unità “trascendente” di tutte le religioni, del salmo biblico che equivarrebbe ad un dialogo di Platone etc. e la stella di David equivalente all'Acquila di Giove e dell'asserzione (che i perennialisti condividono, guardacaso, con gli ateo-materialisti) che tanto le religioni sono tutte uguali e quindi tanto vale accettare lo status-quo e seguire una delle tre abramitiche imperanti dove si pretende che la presunta “T”radizione unica si sia convogliata... ed anzi meglio esplicitata... va bene il dialogo e tutto quanto ma almeno si abbia la decenza di non venirci a prendere per i fondelli con cose ormai trite e ritrite...
Go.: i perennialisti dovrebbero andare a proclamare la loro dottrina in Arabia Saudita
per ricevere la giusta punizione per la loro stoltezza dai custodi della Terza Religione del Libro (che certo non credono alle formule di equazione tra le religioni)
I.: E' bellissimo quando vedi travisare quello che ritieni di aver scritto in modo chiaro.
Infatti, visto che in questa sede si è affermato che per un Gentile che vuole conseguire un ascenso spirituale non va bene la Teosofia, non va bene la fratellanza di Miriam, non va bene la Massoneria, mentre è stato affermato che Induismo e Buddismo sono molto piu' attraenti/attinenti (sic!), il mio proposito era di evidenziare l'ultima mia affermazione:
Che sia Oriente od Occidente, se si preferisce mantralizzare l'OM nella posizione del loto o recitare un salmo biblico e tracciare la stella di David, a questo punto resta alla scelta ed al gusto del singolo. A meno che, come suggeriva To., non vi sia un'indicazione preferenziale per chi si considera Gentile.
Infatti dalle discussioni in atto sembra che un'indicazione non esista.
Inoltre A. afferma:
C'è da dire però che per molte persone il solo Culto non basta, si sente l'anelito per la realizzazione interiore... anche se io ho una mia convinzione... ovvero che la gente crede di potere trovare dei “fuochi d'artificio” o “l'Illuminazione” andando da qualche Guru... (e trovando quello giusto, la via giusta, magari avviene) ma gli Dèi ci osservano, ci ascoltano... se ci si mette “in contatto” con loro, quella è la migliore iniziazione possibile (non è un'inno all'autoiniziazione intendiamoci... quella è un'altra faccenda da individui egoici...) , ed i frutti arrivano con pazienza, vieni cambiato dall'interno da forze potenti e l'esperienza del Divino, o come la si vuole chiamare, arriva, si entra nell'onda degli Dèi e dopo niente è più come prima... il puzzo stantio viene spazzato via da una brezza avvolgente.
Caro mio, questo è puro misticismo. Apprezzabile e perfettamente condivisibile (anche da me), ma, dal punto di vista della crescita interiore, vale poco purtroppo. D'altra parte, se tu od io avessimo conseguito un grado di coscienza superiore grazie a questo misticismo, non staremmo qui a scrivere su internet.
Aq.: Non fare giochini... cos'è che avrei travisato io...??? sei tu che hai scritto che “mantralizzare l'OM nella posizione del loto o recitare un salmo biblico e tracciare la stella di David” è la stessa cosa per te... non prendiamoci in giro va... che non ho tempo da perdere... con uno poi che ha il Labarum come avatar...
Citaz.: I. ha scritto:[...] Caro mio, questo è puro misticismo. Apprezzabile e perfettamente condivisibile (anche da me), ma, dal punto di vista della crescita interiore, vale poco purtroppo. D'altra parte, se tu od io avessimo conseguito un grado di coscienza superiore grazie a questo misticismo, non staremmo qui a scrivere su internet.
Ma perchè c'è un codice specifico di comportamento per chi raggiunge “un grado di coscienza superiore”? è vietato scrivere su un forum forse? inoltre chi ha parlato di “gradi di coscienza superiore” ...? , io ho parlato dell'esperienza del Divino, che non è sperimentabile certo solo seguendo un guru. Inoltre non conoscendomi minimamente lascia perdere i discorsi su cosa io abbia o non abbia conseguito... pensa per te.
I.: Ad onor del vero a me l'Ermetismo attira molto e, nel caso specifico quello kremmerziano, se si può usare questo termine. Sebbene cristiano, non vedo nulla di male a recitar carmi, inni orfici o imprecazioni caldaiche, sapendo che sono legate a riti determinati ad ottenere specifici effetti. A tal proposito sono daccordo con la seguente discussione:
Citazioni:
Pythagoricus ha scritto:
A volte ci sentiamo fare delle domande che richiedono risposte per noi
scontate, ma che evidentemente non sono tali per gli interlocutori .
Una di esse è se il kremmerzianesimo possa considerarsi un movimento
pagano.
Qui c'è una evidente confusione di livello tra semplice religiosità e
ambito misterico.
La religiosità non esce dal dominio puramente devozionale e in linea
generale si afferma che non richieda una iniziazione. Ciò è dovuto, in
realtà, ad un'idea troppo formale dell'iniziazione, giacchè anche una
semplice trasmissione di riti da padre a figlio o da Flamen a Flamen
può invece ritenersi una iniziazione. Talaltra l' iniziazione avviene
direttamente dal “dio” al devoto.
Gli dei venerati hanno nomi espressi in lingua locale, e frequentemnte
vengono “ribattezzati” da eventuali successivi conquistatori. Il nome
più arcaico rimanendo spesso, allora, come nome “segreto” del Dio.
L'ambito misterico va al di là di quello puramente devozionale.
L'accesso ad esso richiede o una “Dignitas Naturalis” o, in mancanza
di questa, una dignità acquisita, ad es. tramite l'ascesi o l'iniziazione.
Il Dio si fa qui simbolo di una forza da dominare o da realizzare in sè.
I Misteri hanno il carattere di una scienza sui generis, dal momento
che l'eventuale iniziazione viene impartita da chi la detiene,
indipendentemente dal popolo di appartenenza. Così vediamo Pitagora
andare a trovare in Egitto quell'iniziazione un tempo trasmessa da
Numa in Italia e alcuni Imperatori romani iniziarsi all'iranico Mithra.
Il kremmerzianesimo -termine comunque improprio perchè Kremmerz fu
solo uno dei maestri di tale corrente- appartiene palesemente
all'ambito misterico o esoterico, sia “minore” (Miriam) sia “maggiore”
(O.E.).
L'esoterismo è aldilà di qualsiasi religione, anche se può servirsi ai
suoi fini di simboli sia religiosi, sia di altro tipo (matematici,
chimici, astronomici etc.) .
Ad es., i misteri isiaci e osiridei non sono affatto da confondersi
con i culti religiosi dello stesso nome, giacchè da un punto di vista
esoterico Iside e Osiride sono semplicemente dei simboli, che indicano
rispettivamente i misteri “minori” e “maggiori”. L'iniziazione che
Pitagora ricevette in Egitto non era diversa nella sostanza da quella
che in Italia aveva precedentemente impartito Numa: erano solo diversi
i simboli adoperati.
Deve essere assolutamente chiaro che sono del tutto assurdi termini
come islam esoterico, ebraismo esoterico, paganesimo esoterico etc.,
nessuna religione potendo -in sé stessa- essere esoterica. Semmai può
avere qualche senso parlare di esoterismo islamico, esoterismo
ebraico, esoterismo egizio, esoterismo alchimico etc. per indicare il
simbolismo prevalentemente usato. Si tratta di un senso peraltro assai
relativo, perchè ben raramente ci si serve di un unico tipo di simboli.
Tanto in campo religioso quanto in quello esoterico si abusa del
termine “sincretismo” che non significa ... praticamente niente!
Era forse sincretica la religione romana che identificava tra loro
varie deità italiche? e deità italiche e greche? e deità italiche ed
egizie etc.?
Uno dei compiti dei Pontefici (“facitori di ponti”) è proprio
stabilire parallelismi tra le svariate religiosità locali. Il loro è
un lavoro di INTEGRAZIONE!
Ancora più inconsistente è il termine sincretismo in campo esoterico,
giacchè l'esoterista adopera -proprio come il comune scienziato- tutto
ciò che gli par utile e non ritiene affatto di esser limitato o
costretto dall'appartenenza a qualche “club esclusivo”, religioso o meno.
Per concludere, il Kremmerzianesimo -o comunque si voglia chiamare
questa corrente- si basa fondamentalmente su un simbolismo
egizio-caldeo, nel quale sono stati integrati elementi dell'Essenismo,
ad es. i 150 Salmi.
Del loro legame con altrettante deità caldee qui non è lecito parlare,
essendo argomento di livello superiore al miriamico e già quest'ultimo
essendo riservato.
De hoc satis.
Pythagorea ha scritto:
Aggiungerei, come aspetti di uso “particolare”, i riferimenti al
Pitagorismo, all'Alchimia, all'Ermetismo e una certa ritualità,
ereditata dalla Romanità
Pythagoricus ha scritto:
E' ovvio che hai pienamente ragione. La mia risposta era volutamente
“stringata”, perché gli interlocutori ai quali mii riferivo erano
“stupiti” della presenza dei Salmi nella pratica kremmerziana.
Certo essi non potevano sapere che l'origine dei Salmi ha ben poco a
che fare con Davide e Salomone. Ma forse avrebbero potuto riflettere
sul fatto che un preteso “dio unico” non avrebbe avuto certo bisogno
di ben 150 Salmi per essere pregato! Non sarebbe bastato un
altrettanto unico facsimile ebraico del Padre Nostro? I Kabbalisti
non ebbero molta scelta -agendo nell'esclusivissimo “club ebraico” -
dovettero attribuire i Salmi a “capoccia” ebrei e sostituire i 150
specifici nomi divini caldei con nomi più generici ed ebraici
(“Signore” e simili).
La mentalità dei miei interlocutori, non è del resto molto diversa:
anche passati al Paganesimo, si comportano come cattolici e storcono
il naso non appena vedono qualcosa che -secondo le loro conoscenze-
non appartiene al loro “club”.
Alchimia ed Ermetismo -in ambito kremmerziano- sono da vedersi in
connessione con l'Egittismo; e il Pitagorismo fa da tramite tra
quest'ultimo e la Romanità. L'O.E. è “conservatore” di un importante
complesso rituale romano, paragonabile per efficacia a quello dei
Salmi. Dico “conservatore” perchè -nell'ambiente cristiano in cui ha
operato per secoli- il sistema caldeo passa più inosservato e perciò
quello romano è usato solo da pochi fidatissimi e non certo dai
circoli esterni. discussione tratta da: http://it.groups.yahoo.com
I.: Arturo Reghini: Paganesimo Pitagorismo Massoneria
a cura dell'Associazione Pitagorica
Società Editrice MANTINEA Furnari (ME)
Reggio C.giugno 1986
Ad Arturo Reghini nel 40° anniversario della morte
presentazione di Gennaro D'Uva, introduzione di Sebastiano Recupero
Dall'introduzione di Sebastiano Recupero,pagine XII e XIII:
Sulla incompatibilità tra Romanità(e quindi Tradizione iniziatica occidentale)e cristianesimo,nonostante le attenuazioni a volte dovute a considerazioni di ordine contingente,si è pronunciato abbastanza esplicitamente anche il KREMMERZ,Maestro di Magia ed esponente autorevolissimo della corrente iniziatica pagana:<Questa iniziazione -afferma dopo aver fatto significativo riferimento ad Ermete,Pitagora e Orfeo-è fuori l'orbita della scienza delle università,ed è in contrasto con la tradizione religiosa cristiana >(33)Tra l'altro,abbiamo conferma di tale conflitto dalla testimonianza di un noto esponente del c.d.esoterismo cristiano,P.M.Virio,il quale in una delle lettere raccolte nel volumetto Corrispondenza iniziatica così scrive:<Ti ho in precedenza accennato che fra Erim e il Formisano ci fu contrasto.Già tra tra il padre di Erim e il maestro di Kremm.ci fu uno scontro(corrente cristiana e pagana)e anzi prima ancora(34)Nè è possibile qui sottacere quanto ebbe a scrivere ,nel lontano 1910 un Epota delle antiche iniziazioni della Magna Grecia:<L'iniziazione,la gnosi,il secreto alchimico sono lo stesso Serpente che il cristianesimo ha sempre combattuto,posciacchè sul sacerdozio iniziato prese il sopravvento la marmaglia filosofica che Giuliano l'Apostata vedeva trionfare come una alta marea d'ignoranti sul sapere.>(35)
le note:
(33)G.Kremmerz, La Scienza dei Magi, Roma 1975, vol.II, p.344
(34)Paolo M.Virio, Corrispondenza Iniziatica, Roma s.d., p.11
(35)N.R.Ottaviano, Gnosticismo e Iniziazione, in: Commentarium, anno I, nn.8-9-10, p 206
Per fare chiarezza.
L.: Salve a tutti. Mi permetto di inserirmi, in relazione alla prima domanda di “M.”, per segnalare sia a lui che agli altri eventuali interessati due ultime interessanti novità nell'ambiente kremmerziano. La prima è che un gruppo di coordinatori, sotto la direzione del prof. Fernando Picchi, sta riorganizzando su basi e principi seri la Fratellanza di Miriam delle origini, con rispettive accademie in ogni regione d'Italia, per riproporre una guida ed una via valide ed oneste a quanti volessero approfondire l'insegnamento e la pratica del Maestro. La seconda è che mi risulta confermata dallo stesso autore, Ugo Cisaria, l'imminente pubblicazione da parte dell'Editore Rebis di un consistente volume di oltre 400 pagine, sull'Ordine Egizio e la Miriam di G.Kremmerz, con documenti inediti e premessa del dott. Piero Fenili. Un saluto cordiale a tutti gli amici del Forum.
M.: Ti ringrazio per le segnalazioni, il testo è effettivamente intrigante e non mancherò (comptatibilmente con i miei impegni che non sono pochi) di seguire anche da vicino le attività dell'accademia, si tratterà tuttavia di un interesse puramente intellettuale in quanto, condividendo le osservazioni di altri forumisti, ho progressivamente maturato una certa distanza da esperienze o ritualità sincretiste,spero che il mio intervento non ti sembri scostante e ricambio il saluto con la stessa cordialità.
S.C.: In merito a questa discussione, da più parti essendo stato sollecitato a intervenire, non ho da precisare che quanto seguirà, specificando che il mio è un discorso di carattere generale, che tiene presente sia posizioni espresse da tutti gli intervenuti nel dibattito sia posizioni di individualità e gruppi che mai sono intervenuti in questo forum.
1 – SUL TEMA DELLE POSIZIONI UFFICIALI DEL MTR IN GENERALE.
Il MTR si pronuncia ufficialmente, nell’ambito di ST, con documenti, comunicati, dichiarazioni e risposte, solo nella parte, non soggetta a dibattito, riservata alla Curia Romana Patrum (CRP). Per essere espressione ufficiale del MTR, documenti, comunicati, dichiarazioni e risposte a gruppi o singole persone devono portare la sigla CRP-MTR seguita dai nomi di tutti i Padri delle Gentes. Ne consegue che un intervento firmato da me, come da altri Patres o da membri semplici del MTR, può non riflettere che un’opinione personale, a meno che non si espliciti che si esprimono posizioni ufficialmente prese entro la comunità ma non rese pubbliche in documenti ufficiali. Esiste comunque una “cultura comune” nel MTR, per cui difficilmente, almeno sul modo di intendere ciò che è la Tradizione Romana, l’adesione alla quale è l’UNICO motivo per cui si fa parte del Movimento, le posizioni personali potranno risultare fortemente diverse da quelle che la Curia ha stabilito o potrebbe stabilire ufficialmente.
2 – SU MTR, KREMMERZ E MYRIAM
Non esiste, né vi è al momento ragione perché esista, una posizione ufficiale del MTR sulla figura di Kremmerz, sulla Scuola da lui creata e su quelle oggi esistenti che ne rivendicano l’eredità. Esistono opinioni puramente personali, o nessuna opinione per difetto di conoscenza o interesse, dei membri, pubblicamente noti e non noti, del MTR (qualcuno ricorderà tuttavia che io mi sono sempre espresso favorevolmente su Kremmerz, e su questo forum l’ho pure difeso contro il parere di un Claudio Mutti, venendo privatamente ringraziato da più di un kremmerziano). Quanto all’attuale (converrà ricordare che a suo tempo alla fondazione rituale del MTR e alla Curia partecipò anche un ermetista kremmerziano) possibilità di essere contemporaneamente membri del MTR e di qualsivoglia ambiente kremmerziano, va precisato che ormai sono le singole Gentes, e non la Curia, a decidere chi entra o non entra nel MTR, al quale si accede solo facendo parte di una Gens (ciò non toglie che spesso ci si consulti tra i Patres delle varie Gentes riguardo agli ingressi, specie di individualità con altre esperienze e appartenenze – e qui va chiaramente detto che vi è piena concordanza a non accettare l’ingresso di chi, tanto per fare un esempio, operi in gruppi crowleyani; ma nessuno vieta a nessuno di andare al bar con un crowleyano o, eventualmente, di sedergli accanto in un convegno a cui si sia stati invitati da terzi: ho partecipato con del Ponte nell’89 a un convegno con lo sceicco Pallavicini e nel 2007 a uno, di Gentilitas, con Negrini: ho trovato Negrini una persona gradevole, il che non posso dire di Pallavicini). Non sono al corrente, comunque, di desideri di ingresso nel MTR da parte di membri di gruppi kremmerziani, né vedo il motivo per cui dovrebbero avere questo desiderio se, come parrebbe, la loro via ne soddisfa pienamente le esigenze spirituali. Circa la “paganità” della Myriam (già al tempo di Kremmerz), devo comunque dire che il fatto che membri dell’Ordine Egizio come Ottaviano o lo stesso Kremmerz abbiano, il primo fatto esplicita dichiarazione di paganesimo su “Commentarium” (e però prendendo in un certo modo le distanze dall’aperturismo della Myriam), il secondo espresso il radicamento precristiano della sua sapienza e fatto dichiarazioni critiche su cristianesimo e cattolicesimo – tale fatto, dicevo, per ciò stesso non rende la Myriam (neppure quella del Kremmerz vivente) una fratellanza “pagana”. A me non risulta che la Myriam si sia mai professata “pagana” (e forse non è un caso che il più autorevole esponente culturale dell’ermetismo kremmerziano dei nostri giorni, cioè Piero Fenili, non ami questo termine), tant’è vero che vi hanno potuto appartenere sacerdoti cattolici (padre Oliva) e pastori protestanti (G. Moggia). Questa, sia chiaro, non è un’accusa o una critica, ma una constatazione: il termine “pagano”, per chi non è un fanatico, non implica un giudizio di valore (“pagano” = valido), ma delimita, per così dire, un preciso “confine religioso e culturale”. Ad esempio, se parliamo dell’Umanesimo, Ficino non può essere definito sic et simpliciter “pagano”, Pomponio Leto sì (ma nel dire questo non sto certo sminuendo la sapienza di Ficino).
3 – SULLA “INIZIAZIONE PAGANA” E IL MTR.
Per quanto mi riguarda, ritengo, semplicemente come studioso, e sulla scia di una nota affermazione di Reghini, che sia esistita ed esista ancora una Tradizione iniziatica romana, ma che sia una realtà assolutamente d’élite ed occulta. Sono anche convinto che nel cosiddetto “ermetismo partenopeo” si siano pure trasmessi elementi importanti del retaggio pagano, anche romano, ma che ciò riguardi in non grande misura la Myriam (ad es., se la Myriam fosse una realtà a tutti gli effetti “pagana”, “gentile”, la sua terapeutica magica dovrebbe essere fondata esclusivamente sui Numi della terapeutica ellenico-romana e pitagorica, quali Asclepio, Igea ecc., ma così non è. Se poi vi è un mio difetto di conoscenza, accetto di buon grado di essere corretto), nata con caratteri e scopi del tutto particolari e che non bisogna confondere con quell’Ordine Egizio di cui si sono perse le tracce (a quelle offerte in astrale negli ultimi decenni, non credo). Mi sembra anche il caso di far notare che dalla Lettera su Kremmerz di Arturo Reghini edita da Piero Fenili su “Elixir” si evinca che Reghini poneva differenze ben nette, di lignaggio e di insegnamenti, tra la sua scuola e quella del Kremmerz. E anche Piero Fenili, su “PR” n. 6, ha parlato di due linee diverse. Quanto al MTR, non è un’associazione né iniziatica né sedicente tale. Nel MTR si ha la consapevolezza che, volendo vivere ai nostri giorni una spiritualità romana e pagana, sia già una gran cosa esercitare la pietas in modi semplici ma efficaci, avendo come modello l’antico pater familias, il contadino, il soldato, e non lo jerofante dei Misteri, i quali ultimi, se non sono veri, sono necessariamente falsi (a chi osservasse che anche la pietas può essere falsa, inventata, rispondo che non ci può essere niente di falso in un grano di incenso offerto a un Nume la cui immagine esprime uno stato e un significato intrinsecamente veri; allo stesso modo, non vi è nulla di falso nell’offerta di un fiore e nella preghiera rivolta dai fedeli cristiani a Maria, la cui immagine pure, anche qualora la Vergine non fosse mai esistita storicamente, veicola bellezza e verità archetipali, che un pagano non ha alcun motivo di irridere). Ovviamente, l’assenza di riti esoterici nel MTR non vuol dire assenza di interesse per la tematica esoterica della Romanità, cui è possibile avvicinarsi con lo studio e l’intuizione intellettuale, che la pietas aiuta: se uno legge la bella serie di articoli del nostro amico Alessandro Giuli sui misteri del Lazio si rende conto come l’amore per certe cose porti più lontano di tante costruzioni artificiose ed esotizzanti, destinate solo a soddisfare il bisogno di stranezze. Così, vorrei concludere su questo tema dicendo che considerare limitato l’MTR perché non sarebbe “iniziatico” lo posso anche capire da chi appartenga ad autentiche organizzazioni iniziatiche, dotate di antica e ininterrotta trasmissione; e lo potrei capire perfino da parte massonica. Ma pensare di trovare ciò che il MTR non ha aggiungendo eventualmente nello stesso ambito societario, sincretisticamente, alla pietas verso gli Dei nostri, una congerie di “altre cose”, francamente non vedo dove possa portare. Il dato triste è che magari si rifiuta l’ingresso o si va via da autentiche organizzazioni iniziatiche (orientali e occidentali) perché lì non si può inventare niente e si deve sottostare ad una disciplina di insegnamenti e di riti (che sono quelli, e non possono essere manipolati o cambiati a piacere; per cui: se entro in una scuola tibetana non dico al Lama: “guardi, io voglio visualizzare Gesù invece di Manjushri; se entro nella Myriam non dico: “io i salmi non li recito, mi recito i carmi orfici”), mentre inventandosi un proprio gruppo iniziatico si può dare pieno spazio al proprio Ego, ai propri gusti personali, alle proprie fantasie pitagoriche, mithriache, isiache, eleusine e via misterieggiando.
4 – SULLE “PATENTI DI ROMANITA’”
Il MTR non ha e non deve avere alcuna pretesa di dare “patenti di romanità” né tanto meno di “paganità”. Riguardo alla “paganità”, questa per definizione si esprime in molti modi, anche tra loro assai diversi. Bisogna però capire che è pur necessario fissare dei punti di orientamento, e io credo che ci siano delle convenzioni culturali, quali quelle offerte dalla storia delle religioni, che ci dicono cosa è e cosa non è definibile come “pagano”. Le eresie dell’ebraismo e del cristianesimo, ad es., non sono in alcun modo pagane, per cui né lo gnosticismo strettamente inteso (quello dei Valentiniani ecc.) né il catarismo (tanto caro all’SS Rahn) sono pagani. Paganesimo non sono neanche la magia medievale e rinascimentale o tutta quella moderna che va da Levi a Crowley. Tutto questo, se mai, può contenere ANCHE elementi pagani, cioè derivanti, in modo reale o fittizio, da religioni e misteri delle culture precristiane (dalle quali bisogna distinguere la giudaica, perché il giudaismo non è mai stato considerato “pagano”). Circa la “romanità”, se è della spiritualità che parliamo, basta sfogliare qualsiasi libro di storia delle religioni per aver chiaro cosa è genuinamente romano, anche come apporto etrusco italico e greco, e cosa è invece, entro l’ecumene romano, riferibile ad altre culture, dai greci agli egizi fino ai caldei. L’MTR fin dalla sua fondazione ha stabilito che nei suoi gruppi si venerino Divinità italico-romane e greche romanizzate nei modi noti del culto privato, adattati al contesto odierno. La Curia controlla che ciò sia fatto dai membri del MTR, ma non pretende minimamente di fare sorveglianza su individui e gruppi che non siano nel MTR. Se poi si esprimono perplessità sulla purità di indirizzo romano di chi sente insofferenza, di chi si sente pesantemente limitato da una pietas troppo italocentrica o priva di decorativismi esotici ed esoterici, questo nostro è solo un punto di vista, e chi non lo accetta è libero di fare quello che vuole, fuori dal MTR, il quale ritiene solo doveroso “mettere le cose a posto” sul piano intellettuale quando qualcuno pretende di dimostrare con argomenti capziosi che… il pane di segale è pane di farro. L’importante, dunque, nel nostro forum, che è aperto a tante voci, è far sì, da parte di chi lo anima, che chi legge sappia sempre capire cosa è riferibile al MTR come idee e riti religiosi e cosa proprio non lo è e non lo può essere, in modo tale che, se il lettore vuole fare delle scelte, sia adeguatamente orientato; e altresì, se il Ministero degli Interni o la Chiesa vogliono fare delle inchieste sulle nuove religioni, almeno si faciliti loro il compito di sapere che dice e fa Tizio e che dice e fa invece Caio.
6 - Tre nota in margine.
A scanso di equivoci, ci tengo a ribadire la mia personale stima e ammirazione nei confronti del Kremmerz e del suo insegnamento, che tutti coloro (anche i membri del MTR) che sono interessati alla dimensione spirituale dell’esistenza dovrebbero cercare di conoscere e approfondire, certi di confrontarsi con un autentico Maestro iniziatico e non con un semplice scrittore di esoterismo, o con un banale occultista o, peggio ancora, con un mago nero. Ci tengo altresì a far mio, come in passati scritti pubblici, il positivo giudizio dato da Evola (giudizio di cui comunque Kremmerz non ha bisogno, poiché Kremmerz va posto su un piano superiore ad Evola, cosa che non credo Evola stesso ignorasse) sulla Myriam quale “vera e propria unità magica, organizzata da riti, controsegnata da simboli, da gradi di iniziazione e da cerimoniali, unità che ci testimonia il continuarsi ancor oggi di una tradizione completa e insospettata» (Maschera e volto, ed. 1932). I membri più giovani del MTR devono, a mio avviso, e prescindendo da questioni di paganità e romanità, che in una certa prospettiva extrasamsarica possono anche diventare superflue, sempre discernere tra un kremmerzismo (mi si perdoni il brutto termine) puro e un kremmerzismo degenerato o spurio, onde non fare mai torto a chi opera genuinamente per il proprio ascenso individuale e per la salute dei sofferenti, confondendolo con chi, a volte perso pure il lume della ragione (come accadde a un tale “maestro” - peraltro non privo di interessi per la romanità, il che indusse in errore più di un ‘gentile’ - scomparso un po’ di anni fa), è preda delle larve create dal suo distorto cammino spirituale, cammino che di kremmerziano ha solo un vuoto simulacro.
Quando si parla della Myriam, esce sempre fuori la questione dei Salmi. Ora, intanto non ha senso voler fare distinguo tra Kremmerz e la Myriam, poiché quest’ultima l’ha creata Kremmerz e se i Salmi ce li ha messi lui avrà avuto i suoi buoni motivi. I Salmi sono esteticamente belli e indubitabilmente sapienti e magicamente efficaci, come sottolineato da un loro grande traduttore antimoderno quale Guido Ceronetti. E’ un fatto però che i Salmi sono innanzitutto parte di una tradizione che è quella biblica, giudaico-cristiana, non solo altra rispetto a quelle “gentili”, ma anche dichiaratamente ostile. Vogliamo definirlo “un problema aperto”? A meno che non sia un “falso problema”, ma allora bisogna spiegare il perché.
Il prof. D’Uva, nominato in questa stessa discussione, mi prega di ricordare che non è né è stato mai un membro del MTR, e nemmeno di qualsivoglia gruppo kremmerziano. Coltiva fin dalla gioventù interesse e grande stima per il Kremmerz, ma intende ormai parlarne solamente sulle pagine de “La Cittadella”, ogni volta che gli sembri opportuno e gliene venga data la possibilità, in piena libertà intellettuale e senza che altri, siano gruppi o persone, o la stessa direzione e redazione della rivista, debbano essere considerati corresponsabili del suo pensiero, che comunque è indubitabilmente un pensiero paganamente e romanamente orientato.
To.: Per intendere i Vati vi vuol barba
canuta e non Puttaglia,che nel zirbo
tien poca crusca e di voci s'ingarba...
E tu o Dottor se non sei svelto e furbo
favole ingozzerai da Focio birbo.
I Giasi e non i Colchi escon dal turbo...
tratto dal <Il Geronta Sebezio> ossia Il vecchio del Sebeto
D.Bocchini
Da: Gli arcani Gentileschi Svelati dal Geronta Sebezio di D.Bocchini
I rispettabili Grammatici, che non hanno avuto alunnato Palladio, hanno imparato la sola congiunzione de' verbi, distinguendola ne'Greci in Baritona, o grave, in circonflessa ed in Mi apprendendone i Modi, i Tempi, i Numeri e le Persone, per la Sintassi. Ma non conoscono di più...................................
S. 74: diciamo che il problema dei Salmi esiste ma va affrontato, secondo me, senza preconcetti e schematismi.
Di certo ci troviamo di fronte ad una pratica ermetica che va oltre la forma esteriore andando alla sostanza; c'è chi mi ha consigliato nn solo di usarli ma anche di tenerli affissi alla parete in quanto formule solari solo tardivamente giudaizzate come scippo ai veri culti solari del Mediterraneo Orientale.
Bisogna capire se si può, in un ambito gentilizio, fare operazioni del genere o se tali operazioni non importino un cedimento a forme esterne di esoterismo, ignare storicamente alla Tradizione Italico-Romana e Italiana (citando un modo di esprimersi di un altro nucleo di Religio attivo).
Go.: allora bisogna risalire all'Inno (solitamente egizio) originario,
ma io non appenderei alla parete una formula di un culto etno-esclusivista basato sul principio della demonizzazione degli Dei
e sulla divinizzazione di un demone....
Ae.: Quanto al MTR, non è un’associazione né iniziatica né sedicente tale. Nel MTR si ha la consapevolezza che, volendo vivere ai nostri giorni una spiritualità romana e pagana, sia già una gran cosa esercitare la pietas in modi semplici ma efficaci, avendo come modello l’antico pater familias, il contadino, il soldato, e non lo jerofante dei Misteri, i quali ultimi, se non sono veri, sono necessariamente falsi (a chi osservasse che anche la pietas può essere falsa, inventata, rispondo che non ci può essere niente di falso in un grano di incenso offerto a un Nume la cui immagine esprime uno stato e un significato intrinsecamente veri.
Mi sento di quotare questo passaggio dell'intervento del professor C. poiché è una delle espressioni più semplici ed efficaci per definire un approccio moderno alla Pietas: pagana, romana e, aggiungo io, italica.
C.G.: Buona sera a tutti. In questo forum sono state proferite numerose inesattezze, relativamente al Kremmerz, alla sua Schola iniziatica ed alla validità dei suoi insegnamenti nel mondo a noi contemporaneo. Ringrazio Sandro Consolato (dalle cui idee sono assai lontano, anche se tale lontananza non ha fatto diminuire in me la stima che provo nei suoi confronti) per avere chiarito in modo esaustivo il proprio pensiero sul tali tematiche. Per quanto invece attiene ai facili giudizi espressi da taluni sulla tradizione iniziatica partenopea, per forza di cose interdetta ai profani, ritengo che questi possano essere espressi dai soli addetti ai lavori, ovvero da coloro che hanno ricevuto una regolare iniziazione e che sono stati messi a parte di conoscenze, difficilmente reperibili nelle varie pubblicazioni più o meno apocrife circolanti sul mercato dell’editoria sotterranea. La mia non vuole essere affatto una critica, né tanto meno intendo dottoreggiare su tematiche delle quali preferisco parlare e scrivere il meno possibile. Dirò soltanto che, fortunatamente, ancora oggi esistono realtà kremmerziane assolutamente vitali, in possesso di archivi consistenti ma, soprattutto, di persone leali umili e capaci in grado di guidare l’ascenso dei cosiddetti aspiranti alla Luce. Annovero certamente fra queste il Prof. Fernando Picchi del quale trasmetto qui di seguito un comunicato ufficiale che, a breve, comparirà sulle pagine del nuovo numero di Elixir:
PER UNA FRATELLANZA ERMETICA KREMMERZIANA
Tutte le cose appartengono all'Uno e quest'Uno è tutte le cose; infatti, un termine è talmente connesso all'altro che è impossibile che l'uno rimanga separato dall'altro.
Ermete Trismegisto
In quest'epoca di crescita, ma anche di deviazione, epoca in cui si vedono prostituite, volgarizzate, derise, fraintese o utilizzate in modo 'diabolico' le più alte VERITA' della SCIENZA DELL'UOMO, Scienza che nell'antichità creò le civiltà e pose le basi per una evoluzione dei gruppi sociali umani; in quest'epoca in cui questa Scienza è stata smembrata e dei suoi pezzi, ormai logorati, sono state fatte trappole per sciocchi; in quest'epoca in cui i giovani e i meno giovani non trovano più alcuna scala di valori valida per una propria evoluzione; in quest'epoca in cui le Religioni, un tempo detentrici al loro interno della Verità, sono diventate vuoti simulacri di potere profano o pretesti per integralismi assurdi e violenti si ritiene utile, se non addirittura necessario, diffondere i valori umani, che furono base per l'evoluzione dell'umanità. L'Ermetismo, nella sua purezza dottrinale, ha sempre racchiuso tali germi evolutivi e il Kremmerz, nel secolo scorso, tentò di avviare una Schola per consentire agli individui di buona volontà di accedere a tali conoscenze e operare per il proprio ascenso evolutivo e pro salute populi, fondando la Fratellanza Terapeutico Magica di Miriam. Forse è bene ricordare come il Kremmerz voleva fosse questa Schola, riportando quanto egli scrive in La Porta Ermetica, Ed. Mediterranee, pag. 34/35: “La scuola che qui, in Italia, fondiamo come cosa essenzialmente latina, deve avere per minima misura il massimo buon senso. Gli altri non vi hanno dato niente, io vi darò una virtù grandissima come guida, cioè di ridurre le cose alle dimensioni normali e non desiderare l'impossibile, e non pretendere di diventare da sera a mattina un fenomeno da baraccone. La giusta padronanza di sé, l'equilibrio, il disinteresse, l'elevatezza dei sentimenti, il tacere, non vi fanno mutare da scimmie in dèi dell'Olimpo, cui tutto sia lecito, senza sapere che anche gli dèi non possono far tutto. [. ] Perché soprattutto importa che l'Ermete si manifesti, la Luce dell'ermete vi porterà alla integrazione, perché comincerete a vedere il mondo esteriore e interiore in un modo e con sentimento diverso da quello che voi stessi vedevate ieri, e io ho detto che la nostra dev'essere Scuola Integrale, non setta, non chiesa, non sinagoga, non pulpito. Scuola è metodo investigativo, è educazione, è allenamento indipendente e superiore a tutti i mondi favolosi della religione e delle confraternite da essa dipendenti. Imparare a vedere la vera faccia delle cose al raggio d'una luce nuova, come non la si concepisce dai filosofi ordinarii, non dagli indifferenti, non dai materialisti, fuori tutti i cieli fatti per le turbe, fuori il paradiso cristiano e il labirinto vedico, è un primo grande miracolo di trasmutazione. Scuola Italica che ricorda le astrazioni integrali di Pitagora coi valori dei numeri, astrazione di valori assoluti indipendenti da ogni forma mistica. Allora il maestro appare a voi, su di voi, in voi e innanzi a voi. E' il Maestro Ignoto o Spirito Sconosciuto [ ]. La Scuola Integrale Ermetica, italica, deve avere il carattere della impersonalità e della non fede nella parola del docente. Io potrei dirvi come Ireneo quae scio scribo sed non vobis, posso dirvi che le cose le so e non le racconto a voi, perché crediate, ma vi insegno la via perché possiate arrivare alla conoscenza di esse senza il necessario bisogno di sentire quello che a voi non è provato.” Tale visione semplice, senza personalismi egoici, viene sottolineata anche da Domenico Lombardi - Benno - successore del Kremmerz, che tentò di riavviare la Schola dopo gli anni del fascismo, in un consiglio che dà a un suo discepolo dubbioso. “Calma e sorriso. Bisogna rimanere nella naturale giovialità. Non bisogna lasciarsi deviare dalla severità della investigazione. Questo è un agguato. Non bisogna caderci.” L'invito di Benno, scrivono Maddalena e Guzzo in L'Arcano degli Arcani, Ed. Rebis, è dunque un chiaro monito a non prendersi troppo sul serio perché, nel momento in cui un iniziato comincia a credere di avere assunto le vesti di una divinità sulla terra, non fa altro che alimentare, spesso inconsciamente, un pericoloso egoismo, nemico giurato, come del resto ogni forma di passione, dell'ascenso all'Uno Infinito così mirabilmente evocato dal Kremmerz nel Credo. Le parole di Benno rivestono un valore inestimabile, poiché inneggiano alla semplicità e alla serenità nell'affrontare l'esperienza ermetica e sono in piena sintonia con quanto lo stesso Kremmerz scrive a un discepolo del Circolo Virgiliano di Roma, nel 1929: “ il caposcuola a Roma, circondato da amici e in un luogo comodo; o peripateticamente conversare senza pose magistrali e senza gesti autoritari; discorrere, ridere, sorridere, magari mangiando fettuccine da Sora Felicetta Così si servirebbe Ermete in letizia.” La Tradizione è e resta patrimonio prezioso e inalienabile dell'umanità intera e non si presta a essere proprietà privata di una religione, un'associazione o una setta; pertanto essa non può essere trasmessa mediante designazioni, legati ereditari o quant'altro. Negli ultimi anni alcuni, nella foga di vantare supremazie, si sono arrogati diritti di successione, citando bolle di riconoscimento, più o meno spurie, timbri, lettere, archivi più o meno nutriti. Questi 'diavoli' (da diaballein = dividere), amando la creatura e non il creatore, hanno portato il caos dove occorreva l'ordine, dimenticando che per risvegliare in sé la voce dell'Ermete, che consente agli uomini di buona volontà di operare pro salute populi, occorre un preciso stato d'essere che permetta di entrare in contatto con le vere Intelligenze. L'Ermetista sa come raggiungere questo stato di coscienza superiore e indistruttibile: contando solo su se stesso continua la sua opera. Scriveva Kremmerz in I dialoghi sull'Ermetismo: “ Una sola cosa desidero: che gli studiosi di ermetismo magico, italiani, non si separino, non si dividano, non si combattano tra loro in aride polemiche, ma come FIGLI DELLA GRANDE ARTE si tengano stretti intorno al punto criticissimo della ricerca per la scienza più umana che l'uomo sia mai audacemente pervenuto a possedere.” Siamo pronti, oggi, ad abbandonare ogni egoico personalismo e affrontare questa sfida? L'Accademia Kremmerziana Napoletana (http://www.accademiakremmerziana.it) col sostegno di tutti coloro che ne fanno parte, insieme e in accordo con altri gruppi di studiosi italiani di ermetismo, ha voluto avviare un tentativo di riunificazione e rifondazione della Fratellanza Ermetica Kremmerziana (nella quale confluiranno sia l'Accademia che i gruppi suddetti su base federativa) con l'obiettivo di trasmettere a coloro che verranno dopo di noi tutti i tesori che a noi sono pervenuti attraverso l'amorevole donazione del Kremmerz e i rituali consacrati dalla Tradizione. Nella seconda metà di ottobre 2008 si terrà in Padova un'assemblea il cui obiettivo sarà la rifondazione di una nuova Fratellanza Kremmerziana ispirata ai più alti ideali propugnati dal Kremmerz pro salute populi. Con la più grande umiltà, senza nessuna ambizione personale o intenzione di prevalere, invitiamo gli studiosi di ermetismo di buona volontà a unirsi a noi e a dare il loro aiuto in questo difficile tentativo, nella speranza che i tempi siano maturi per una così importante iniziativa.
Gh.: Citaz.: C.G. ha scritto: Per quanto invece attiene ai facili giudizi espressi da taluni sulla tradizione iniziatica partenopea, per forza di cose interdetta ai profani, ritengo che questi possano essere espressi dai soli addetti ai lavori, ovvero da coloro che hanno ricevuto una regolare iniziazione e che sono stati messi a parte di conoscenze, difficilmente reperibili nelle varie pubblicazioni più o meno apocrife circolanti sul mercato dell’editoria sotterranea.
Ottimo. E che sia d'aiuto a dirimere una volta per tutte l'equivoco del paganesimo di-tutto-un-po'.
Per me l'importante è che si scindano finalmente i piani e la si smetta di fare minestroni tra Tradizione romano-italica e occultismo, correnti esoteriche, iniziatiche e quant'altro.
Quanto riportato da Guzzo dovrebbe contribuire ulteriormente a far comprendere che una cosa è ciò che facciamo noi e altra cosa quello che fanno coloro che si richiamano a Giuliano Kremmerz, in una pratica giustamente interdetta ai profani e a conoscenza solamente degli addetti ai lavori che hanno ricevuto una regolare iniziazione e che sono stati messi a parte di conoscenze.
Proprio quello che anch'io ho fin qui cercato di spiegare. Ci si muove su piani e riferimenti differenti. Suum cuique tribuere, a ciascuno il proprio.
C.G.: Assolutamente d’accordo con Gh. che, ringrazio per l'intervento. Ogni individuo deve lavorare su se stesso seguendo la propria sensibilità interiore. Se ci si sente portati per la via romana propugnata dal Movimento Tradizionale Romano e ci si riconosce in questo, ben venga. Chi invece è portato per la magia, abbandoni tutto ciò che non risuona con il proprio essere occulto e si diriga dove lo porta il suo cuore. Gli innamorati della religione cristiana faranno altrettanto assieme a coloro che subiscono il fascino dell'Oriente e così via.
Sid.: C’è l’umiltà per aprirsi alla conoscenza, c’è il pudore per non offendere sofia. c’è l’unità che è il tutto. Purtroppo ci sono i timbri,le carte e gli scritti. In ogni caso è l’amore, che ogni persona pone nell’agire, a creare il miracolo. Giuliano Kremmerz non ha proposto una religione, ma ha riproposto un arcaico sistema religioso che ha le sue radici nella parte più interna del cervello(la più profonda, il cervello proprio dei sauri). Il rito e la liturgia servono essenzialmente a richiamare l’uomo storico che è nelle nostre profondità. L'uomo dell'origine, vicinissimo all'unità.
L.C.: Che io sappia, un po' in tutte le pratiche iniziatiche si da molta importanza al Cuore...com'è questo discorso della parte più profonda del cervello?
Mi piacerebbe capire. So ben poco di Kremmerz, ma le pratiche proposte in “Ur” dal kremmerziano Abraxa non mi sembra parlino di cervello...spiegami Sideros, per piacere.
S.74: Di certo Kremmerz è uno degli esoteristi che di più ha fatto per rivitalizzare la Tradizione Italica con una aderenza anche storica che non si può negare.
UN esoterismo non spurio e non kaotico, diamone atto e studiamolo, io ad esempio è relativamente poco che ne o contezza e non ne so molto ma mi sto rivolgendo a persone che reputo qualificate in merito che me lo possono introdurre e far leggere.
A suo modo è una miniera buona per noi Romani Italiani di oggi, una delle poche in un panorama molto inquinato e dedito a vizi.
To.: Perchè non leggere da solo? Mica è un trattato di matematica!
L.C.: In effetti è piuttosto “delicato”, come tutto il serio esoterismo. Poi penso che sia sempre meglio avere qualcuno a guida per capire meglio: pensa che da un anno sto studiando da solo il primo volume di “Introduzione alla Magia” (ed. Mediterranee) e se qualcuno mi aiutasse penso che potrei comprendere ed applicare molto meglio...appunto perchè sono “cose serie”.
C.G.: Certamente è possibile dare una prima lettura, per così dire a volo di uccello, all'opera del Kremmerz senza l'ausilio di alcuno. Come ho già precedentemente ribadito, il pensiero ermetico in quanto tale ha a che fare con l'iniziazione, ovvero con un cambiamento di mentalità e di costumi interiori ed esteriori che principia con l'in-ire. Chiunque sia intenzionato a percorrere una via esoterica deve avere necessariamente l'ausilio di un conduttore onesto e leale (e non di un maestro o sedicente tale), che orienti la ricerca del novizio nel senso migliore, per evitare che quest'ultimo incorra in errori o fraintendimenti.
Ilp.: Citaz.: c.g. ha scritto: Certamente è possibile dare una prima lettura, per così dire a volo di uccello, all'opera del Kremmerz senza l'ausilio di alcuno. Come ho già precedentemente ribadito, il pensiero ermetico in quanto tale ha a che fare con l'iniziazione, ovvero con un cambiamento di mentalità e di costumi interiori ed esteriori che principia con l'in-ire. Chiunque sia intenzionato a percorrere una via esoterica deve avere necessariamente l'ausilio di un conduttore onesto e leale (e non di un maestro o sedicente tale), che orienti la ricerca del novizio nel senso migliore, per evitare che quest'ultimo incorra in errori o fraintendimenti.
A mio modesto avviso per leggere gli scritti di G.Kremmerz,non c'è affatto bisogno dell'ausilio di alcuno.Se io leggo un autore ermetico lo scritto che leggo mi deve Generare delle IDEE deve Risvegliare in mè delle EMOZIONI mi deve far RIFLETTERE. Ma tutto questo deve avvenire senza che NESSUNO interferisca.
Tutto questo farà scattare dei MECCANISMI che permetteranno al lettore,
se lo vorrà,di entrare in contatto con un CENTRO e con un MAESTRO che certo anche gli chiarirà i concetti che legge sul libro,ma che gli sarà GUIDA in ben altre cose.Questo e sempre stato nella Scuola.
A proposito poi di INIZIAZIONE credo che Lei non abbia le idee abbastanza chiare. Non me ne voglia. Cordialmente La saluto
C.G.: Gentilissimo Ilp., come ho più volte dimostrato, rispetto oltremodo tutte le opinioni compresa la sua sul sottoscritto. Non desidero avventurarmi in alcuna polemica sul senso dell'iniziazione, anche perchè chi la consegue la custodisce senza farne motivo di vanto né argomento di discussione in un agorà pubblica quale questo forum vuole essere. Sono comunque contento per lei, poichè vedo che ha le idee ben chiare sulle sue conoscenze e su quanto gli altri possano conoscere a proposito dell'iniziazione. Quanto ai dubbi del sig. C. sui pericoli di finire plagiati da qualche personaggio in cerca d'autore, dirò solo che tali pericoli sono più che reali. Visto che lei ha avuto la fortuna (o sfortuna) di vivere in epoca storica ove tutto è volgarizzato in tempo reale, legga pure il Kremmerz con il cuore puro e vedrà che, se ben orientato, troverà ciò che cerca. Un caro saluto
Ilp.: Ho scritto, chiarisco, ripeto e ribadisco:
1) PER LEGGERE E SOLO PER LEGGERE GLI SCRITTI DEL MAESTRO KREMMERZ RITENGO CHE NON CI SIA BISOGNO D’UNO CHE TE LO SPIEGHI.
(almeno che uno non abbia bisogno di un insegnante di sostegno)
2) DOPO AVER LETTO E RILETTO SE SI E’ VERAMENTE INTERESSATI SI PUO’
TENTARE DI TROVARE UN MAESTRO E UN CENTRO MIRIAMICO CHE DIA UNA INIZIAZIONE (vale a dire il seme che darà i suoi frutti se sarà ben curato e coltivato)
3) IL DOTT. G. HA SCRITTO CHE <Chiunque sia intenzionato a percorrere una via esoterica deve avere necessariamente l'ausilio di un conduttore onesto e leale (e non di un maestro o sedicente tale) >
Infine concordo con Lei che <Oggi le cose per uno che si approccia al mondo Ermetico sono
molto più difficili che non all'epoca del Kremmerz>
ED E’ PER QUESTO MOTIVO CHE BISOGNA PESARE LE PAROLE QUANDO SI
PARLA, IN PUBBLICO COME IN PRIVATO, NEI FORUM E IN TRATTORIA….
Saluti.
Hip.:
AI DISCEPOLI DELLA GRANDE ARTE
Nizza, 1 giugno 1917
Con un senso d'amarezza profonda, dopo quasi venti anni, scrivo due parole d'introduzione alla lettura di questa edizione degli Elementi di magia naturale e divina che editori a me carissimi hanno creduto di presentare agli amici e discepoli della Grande Arte.
Qui nel 1897 cominciai a scrivere di queste cose viete, di cui nessuno si dà conto in epoca in cui è tanto facile stampare un libro senza lettori, e qui venti anni dopo scrivo, sistema brevettato Cassandra, per non essere creduto.
Non pubblicai il Mondo Secreto per dire: io sono un mago.
Si rinunzia a farlo a beneficio proprio quando lo si predica alle turbe.
Allora desideravo d'iniziare in Italia un periodo nuovo nella vita intellettuale dei migliori che mi leggessero strappandoli ai vaniloqui del misticismo cristiano o buddista che ci ha dato i sanguinosi risultati dell'ora presente, disgustandoli dell'empirismo spiritico con la follia di conversare coi morti. Volevo che l'uomo comprendesse i poteri occulti o misteriosi connaturali ai viventi, causa incosciente di tutte le creazioni mistiche che da secoli hanno afflitto l'umano genere. Volevo indicare che tra il materialismo scientifico e il misticismo di oltretomba c'è un tratto inesplorato che cangia ai due estremi il loro carattere d'inflessibile esclusività, e che la scienza dell'uomo è nello stato intermedio di vita e di morte che fu detto mag, rivelatore dell'esponente ignorato e potentissimo della natura umana. Volevo tentare una applicazione su vasta scala di queste forze alla medicina intesa come arte di guarire o alleggerire le pene. Volevo... andare più in là, che Dio me lo perdoni, innalzare un monumento al pitagorismo italico, seme del templarismo posteriore, e iniziare la piccola riforma mentale e morale della virtù nella sua essenza pratica della vita sociale.
Avevo dimenticato il calendario...
Credevo l'umanità molti secoli più innanzi e in venti anni non ho realizzato che assaggi e prove. Niente di concreto... cioè, di concreto le molte pene che mi son fabbricate con le mie mani.
Ora le due parole di prammatica si riducono a questo:
Il lettore comprenda, leggendo il mio libro, che io ho voluto indicare agli studiosi non la via unica per arrivare, ma una via per intuire l’esistenza di un Secreto (arcano), un secreto fisico (cioè naturale ), che pochissimi uomini hanno conosciuto, un numero ristrettissimo conosce, e che, pur essendo tale da rendere l'uomo potente più di qualunque semidio, non si trova chi lo venda, ne fa apparentemente felice chi lo possiede.
L'intuizione dell'esistenza di questo secreto è per se stessa bastevole per far ridere delle invenzioni mistiche che hanno asservito gli uomini a pontefici e a diritti divini e hanno creato una morale di forma e di menzogna, causa dei grandi mali presenti.
Spogliato dall'eredità israelita e buddista il vecchio mondo, muta la fisionomia e la sostanza di ogni convenzionalismo e l'uomo, non per la via del materialismo scientifico, ne per le religioni rinneganti ogni iniziativa, imparerà a concepire la divinità occulta dell’universo come una legge benigna di libertà in un equilibrio di giustizia che nessun codice umano potrà mai sanzionare.
Sarà il Tempo il fattore vero di questo progresso in cui ogni enigma sarà risoluto.
Volta scopre l'elettricità e non l'inventa: questa elettricità che era esistita ignorata ed inafferrabile, con fenomeni incompresi, tante migliaia di secoli avanti.
Lo scopritore futuro di questo arcano angelico dell'uomo vivente non creerà delle società per azioni e non industrializzerà la sua scoperta, sarà il Cristo Re che porterà la pace agli uomini di buona volontà.
Ma ci vuole il Tempo, il gran fattore di tutti i miracoli: perché l'ideale diventi fatto, perché prima che questo scopritore si cinga la sua fronte della leggendaria corona salomonica, occorre che le masse siano provate dall'esperienza dura della vita di altri secoli.
Potete non credere a Cassandra, ma ci crederete dopo.
Onde non si ripeta che dopo venti anni io resti ambiguo, dirò di più: credete alle iniziazioni per quel che sono. Due o tre società di studiosi, che si suppone posseggano questo arcano, non danno che l'iniziazione al neofito.
Iniziare vuol dire cominciare.
Initium, principio.
Nessuno dà la fine.
Perché l'arcano è di natura tale che chi più lo ha intravisto da presso non può comunicarlo. Può conferirlo nei limiti dei poteri darlo intero no.
Ed a che pro?
Che forse è l'arcano della felicità, se è il grande arcano di un potere che fa paura a chi lo intuisce?
Ma non sarà così, quando il Tempo, il grande fattore delle novità, avrà destinata l'ora in cui la scoperta dovrà essere messa a profitto dell'umanità provata, e se questa umanità violerà la legge, quando sarà satolla di bene, finirà un'epoca storica con una di quelle rivoluzioni cosmiche da cui sorgerà l'umanità fu tura per espiare l'errore in un nuovo peccato di origine... o la terra andrà in frantumi, nello spazio e nel moto, e le anime in embrioni pulviscolari saranno attratte a nuove vite in lontane sfere. Chi non vi fa sospettare che ogni razza di colore non appartenga a umanità vissute ed arrivate? E chi sa se non spente in un suicidio collettivo per prevaricazione alla legge di equilibrio, su cui siede inesorabile la divinità fallica dell'eternità!
Parlo come un mistico Giovanni ai festini di Erode; ma non sono che ipotesi senza maledizioni e senza il gracidare ebraico del l'apocalisse.
Bevete acqua per evitare le ebbrezze del misticismo, la scienza delle facoltà nascoste della specie umana invita alla follia, alla superbia, alla egoarchia intellettuale; pensate che i disinganni sono preparati ad ogni svolta di via agli uomini che presumono di se stessi, come esseri di eccezione, o come aventi diritto alla divinità.
Siate modesti, umili senza bassezza, pitagorici nello spirito investigativo e nella vita sociale: il mio è un invito allo studio seducente del superlativo. Studiare è meditare e operare, interpretare e provare, non è fantasticare. Nella fantasia permane il pericolo del fantasma, dell'ossessione e della bestialità.
Leggete i pochissimi classici dell'alchimia.
Meditate.
L'alchimia come la magia sono due cose cadute in discredito.
Ma sono disprezzate le due parole non le cose di cui nascondo no dottrina e germi di esperienza: le verità conquistabili non sono che problemi altissimi degni di preoccupare menti evolute, svincolate e libere dai preconcetti grammatici delle scuole profane.
Gli alchimisti hanno proposto un problema non ancora risoluto dalle università officiali. I capiscuola dell'alchimia aspettano nell'ombra che la piacevolezza con la quale sovente annunziano i loro preparati misteriosi partorisca il superuomo che sappia adattare l'enigma al bene e alla riforma dell'esistente. Leggete quei libri con pazienza, in certe parole penetrate il segno filologico, in altre percepite le assonanze, in altre la più semplice analogia e non obliate che nelle parti meno in rilievo, tra esempi presi a prestito dalle femminucce, qualche maestro dell'arte vi ha presentata la ricetta bel la e fatta. Ricordate che innanzi al Grande Arcano dei Maghi esiste il piccolo arcano naturale che ne è la chiave facile di cui potrebbe anche una fantesca servirsi con facilità.
Gli uomini pazienti e umili e di buona volontà troveranno la via.
Dopo, troveranno la chiave.
Perciò questo libro ignorato dalla grande moltitudine dei laureati sarà un'opera utile di avviamento.
Lo scrissi con un entusiasmo grande, perché sapevo di gettare un seme che fruttificherà: credevo presto, ma sarà pel più tardi quando altri migliore di me mi succederà. E lo scrissi anche perché volevo provarne un'applicazione immediata alla medicina umana.
Medicina, intendo l'arte di sanare, guarire, alleviare le pene dell'uomo. Medicina nel senso di terapeutica. Ho passato i venti anni trascorsi tra la prima pubblicazione di questo libro e questa seconda edizione a saggiare la possibilità di un'organizzazione umana, disinteressata, capace di tentare un esperimento collettivo. Non mi è ancora riuscito come immagino che debba riuscire più in là.
Gli aeroplani non sono stati l'invenzione di un'ora. Gli ostacoli so no immensi. L'educazione del pubblico innanzi tutto. La diffidenza aprioristica dei dottoreggianti, il sarcasmo dell'alto funzionario di Stato che vorrebbe tutto burocratizzare a sistema fatto, la malafede religiosa dei credenti e praticanti, sono scogli che non si demoliscono in un giorno.
La pretesa dei più è di vedere il miracolo. Ma anche quando il miracolo passa sotto i loro occhi non lo vogliono riconoscere.
Ciò perché vogliono vedere come essi, come le fiabe religiose, lo hanno concepito: simile a colpo di scena da balletti teatrali. Eppure assai si è fatto, facendo poco, contro l'enormità di impedimenti innanzi alle cose nuove, ai tentativi fuori la concezione ordinaria del quieto vivere!
Le scienze dello spirito umano fanno capolino nella farraginosa suddivisione delle tante ramificazioni della scienza dell'uomo fisico.
La biologia e la fisiologia ne sono l'avanguardia, le esperienze psichiche il corpo avanzante. Ma il problema che si propone il magismo e l'enigma che l'alchimia risolve è un secreto riformatore e trasformatore di tutta una civiltà o pretesa civiltà storica che attualmente ci rende servi dei corollari di filosofie parolaie. È un arcano rivoluzionario che, abbordato, spaventa perché le sue esplicazioni e i suoi adattamenti sconvolgerebbero tutte le idee fatte, su cui si adagia la società moderna.
Ma il primo, l'unico, forse, lato sperimentabile dell'applicazione possibile nella società moderna è questo della terapeutica occulta, verso la quale ho indirizzato i vari e buoni amici che mi hanno seguito.
Sono gli esperimenti possibili che stanno alla portata di tutti, medici laureati e uomini che conoscono l'abbiccì della anatomia umana, ma che possono, studiando le leggi di cui espongo gli elementi, tentare la prova.
Tentare senza parlare.
Se no la gente vi domanderà, come a me, se voi vendete dei poteri immaginari poiché la gente che non riflette non nega a voi e a me i poteri occulti di una terapeutica superiore, ma ne nega la possibilità all'uomo mentre li attribuisce con mirabile compunzione ad un'immagine dipinta da secoli su di un muro scalcinato o ad una pessima statua scolpita in un tronco d'albero che non ha mai fatto pere, senza considerare che i miracoli delle immagini so no i miracoli dell'uomo o delle masse che le adorano!
Mi si è risposto tante volte che è la fede il grande patrimonio dello spirito religioso che tutto può.
È un preconcetto.
Il misticismo è una eredità viziosa.
È di tante categorie e spunta dovunque come la mala erba.
V'è un misticismo in tutte le esplicazioni della vita umana, perfino nelle famiglie, accanto al focolare su cui cuoce la minestra.
L'uomo che possa dire di non essere intinto in questa pece è un dio tra i supremi. La magia è divina in questo senso, perché mette fuori d'ogni misticismo l'adepto e lo rende centro di un magnetismo d'amore nel cui irraggiamento il male, il dolore, la pena scompaiono. si annullano, si affogano, si disperdono.
Quando questo centro focale appare, il terapeuta si forma. È l'irraggiamento di amore che sana, ed è un medicamento che non troverete a comprare in nessuna drogheria e non potrete fabbricare o lambiccare in nessun laboratorio industriale.
Nonpertanto resta la vostra una musica proibita nella farragine delle canzoni di ogni genere. La società umana è così fino alla venuta di quel Cristo Re alla maniera salomonica, quando l'amore avrà statue e omaggi come nei templi antichissimi, perché gli antichissimi furono i primi e più recenti, dopo le catastrofi delle epoche di razze arrivate all'apogeo e distrutte dalla violazione della loro sapienza.
Dunque volli la prova di un'esperienza terapica, e invito i discepoli dell'Arte a imitare l'esempio che ho dato, il piccolo esempio fuori d'ogni misticismo di credenza.
Il nuovo esperimento insegnerà più che mille volumi.
Non vi proponete di chiamare dieci scienziati riconosciuti e di resuscitare un morto di tre giorni, puzzolente per decomposizione organica.
Non impedite che un ammalato si faccia curare dal suo medico laureato, né che spenda in rimedi il poco che ha.
Proponetevi di sanare chi ricorre a voi, senza neanche il desiderio che egli lo sappia e tanto meno che vi resti riconoscente.
Amatelo e siate saggio a non volere le cose impossibili. Consolate lo con una parola e richiamate col vostro Amore su di lui quel potere compensativo che nella Natura umana tien luogo di ricostruttore dell'equilibrio vitale.
L'ammalato fuori della legge della materia in equilibrio, nei suoi fattori non determinabili dalla chimica ordinaria, senza altra droga che un magnete imponderabile che emana da noi, può ritornare, spesso è obbligato a ritornare, nella legge dei compensi fisici e psichici e compie il miracolo da se stesso. Lo constaterete mille volte senza superbia e senza desiderio, e vi basti. Lasciate che il medico curante se ne senta ringraziare e il farmacista venda i suoi veleni. Questo non vi riguarda.
Continuate a studiare, a meditare, senza credere, cioè al di là della fede nelle cose che tutto il mondo dice. La Miriam dei terapeuti è un'onda di amore che emana da un centro pulsante di natura ignota, da un uomo o da una catena di anime. L'allegoria è di apparenza mistica, ma ha un nome di donna, che fu la prima e la più eccelsa delle maghe, un ricettacolo, un tesoro profondo di Amore, perché... non gridate allo scandalo innanzi alla verità che enuncio... perché l'Amore è materia, come il calore, il magnete, la luce, l'elettricità, la radioattività; più forte di tutti questi esponenti della materia nel moto, la materia Amore sarà lo stato di essenza del moto verso l'enigma della creazione e della distruzione, che il volgo dei mistici scioccamente impersona in uno spirito e più stoltamente dipinge come un uomo. L'enigma è una legge.
Proponetevene la conoscenza e fate sempre e comunque il bene.
Fare il bene vuol dire amare.
Amate attraverso le mirabili lontananze delle sfere, come oltre la visione della materia che si corrompe e trasforma. Dai mondi lontani richiamate anime e influssi generatori della corrente astrale, il Grande Serpente degli ebrei cabalisti, dall'anima amata scacciate la causa della corruzione trasformativa per distruzione degli elementi.
Considerate che ogni natura in equilibrio. ogni organismo animale, dai piccolissimi ai più perfetti, tende a morire, perché nasce con l'istinto della trasformazione eterna per legge di Amore.
Amore e Morte sono i due fattori della Vita. Amando allontanerete il dolore della Morte, oltre il quale l'anima non amata sente la voluttà della rigenerazione per Amore.
Dante ve lo ripete con accenti misteriosi qui e là e Leopardi lo cantò come in un'aura di transazione e di desiderio.
Il secreto della Miriam rigeneratrice lo intenderete presto, appena avrete imparato ad amare.
È solo allora che potrete dirmi se questo libro l'ho scritto con intenzioni del più alto affetto per chi mi legge senza giudicarmi d'avanzo, e della più grande riconoscenza per chi, dopo aver letto, diventi buono, benefico, devoto solo alla causa del bene, quella che deve in avvenire affratellate gli uomini, i popoli, le nazioni e rendere la terra soggiorno di Amore e di Pace.
GIULIANO KREMMERZ
I.: Citaz.: c. g. ha scritto:Chiunque sia intenzionato a percorrere una via esoterica deve avere necessariamente l'ausilio di un conduttore onesto e leale (e non di un maestro o sedicente tale)
Qualcun'altro la pensa diversamente.
“Nel mondo fisico gli uomini differiscono tra loro per la grandezza e la bellezza delle membra; nel mondo spirituale per la maggiore o minore chiaroveggenza intellettuale.
Nella società umana, governata dai bassi istinti carnali (gola, lussuria, possesso), le monarchie sono costituite dalla preponderanza dei fisicamente più forti. I deboli, volentieri o mal volentieri, sottostanno ai fortissimi, cui la maggior perfezione fisica, coadiuvata dalla intellettualità necessaria, dà l'audacia del comando e l'intolleranza della soggezione.
L'attuale periodo di barbarie armata della Europa contemporanea rappresenta la prepotenza di nazioni (collettività o stati) su altre per la conquista di una egemonia che porterebbe, ove fosse ben definita, uno stato di vassallaggio di tutte le nazioni alla più forte. Si perpetua, come si vede dall’enunciato, il concetto del Sacro Romano Impero, dalla cui medievalità non ancora è libero il reggimento dei rapporti internazionali.
Come nel mondo palese, cosi nel secreto delle anime dei vivi, avviene delle doti e virtù delle creature. Vi sono nature progredite spiritualmente ed altre no: tra le prime esistono fari illuminanti e lanterne, e tra le seconde povere e malinconiche creature cieche che istintivamente si baloccano col male.
Le religioni, le scienze, i governi sono gerarchici, perché nei tre mondi, il fisico, l’intellettuale e lo spirituale, gli uomini differiscono tra loro per lo sviluppo delle loro tendenze o virtù.
Le religioni classiche e le sette hanno di comune i gradi gerarchici. Nella chiesa cattolica dal suddiacono si arriva al Pontefice; nella massoneria dall’apprendista si monta al Gran Maestro. Questa conservazione della gerarchia nei due istituti citati dovrebbe rappresentare l'imitazione dell’ordine naturale degli individui al cospetto della luce.
Alcuni seguaci dello spiritismo rimproverano alla chiesa cattolica, al martinismo e ai massoni scozzesi la costituzione loro in gerarchia, mentre lo stesso spiritismo non può fare a meno dei gradi, eligendo nelle sedute spiritiche i medium i quali rappresentano le nature più progredite nella sensibilità psichica, fluidica o intellettuale.
Ciò significa che alla gerarchia, dovuta alla disuguaglianza dello sviluppo degli uomini, nessuna cosa si sottrae.
Il concetto messianico ha questa base: niente si cangia della legge unica della scala di perfezione dal mondo fisico allo spirituale.
Il Maestro nell’insegnamento occulto è il maggiormente progredito di fronte ai neofiti.
A questa potestà del Maestro nessuna società spirituale si può sottrarre, perché colui che meglio vede e intende insegna sempre ai bambini spirituali, che non hanno le finestre abbastanza schiuse per vedere il sole in meriggio.
Quando una società spirituale si organizza il Maestro diventa indispensabile.
Se il Maestro è tale nel senso più completo della parola, cioè vede e intende chiaramente le leggi sintetiche nei tre mondi, fisico, intellettuale e spirituale, la sua autorità diventa assoluta, e il suo precetto o regola è dommatico.
Il domma atterrisce a torto tutti gli sperimentalisti, perché a questa parola si attribuisce un valore che non ha.
Il domma è pensiero (cogitatio), chiaroveggenza, dal greco δοκέω, vedere.
La parola corrisponde in magia, come ho detto nella preparazione, ad un lavoro di proiezione fluidica di cui studieremo le leggi; il pensiero (bene cogitatus), cioè coagulato sinteticamente nella psiche di un maestro, concreto, armonico, vero, espresso con una qualunque forma grafica o eufonica è dogma, perché è vero sotto tutti i rapporti della filosofia, della morale e della pratica realizzazione—ed è immutabile, cioè infallibile se risponde ad una verità assoluta infallibile ed immutabile.
Può dommatizzare, scoprendo e formulando una legge generale della natura, il Darwin; o S. Paolo quando caratterizza la carità; o lo stoico Epitteto quando definisce la natura delle cose.
Ma perché il domma abbia la proprietà di essere infallibile è necessario che chi pensa e formola, possegga la potestà di vedere. Se un collegio o un uomo non vede, cioè non ha la luce intellettuale, dà origine alle balorde critiche sulla verità dommatica nelle religioni, nelle quali gli eresiarchi stanno nel vero e i pontefici nelle tenebre!
Lascio al giudizioso lettore la libertà di applicare la regola e di ben intendere il modo di comprendere il domma della verità nella | religione e nella scienza.
Quando le religioni e le sette illuminate cadono nelle mani e sotto la sferza di capi che non hanno la virtù di vedere la luce unica, sorgente di ogni sapienza incrollabile, diventano temporali e caduche, e i loro pontefici o gran maestri dommatizzano nella relatività del tempo e la ragione libera vi si ribella perché il domma si presta alla discussione del libero esame.
Ad uno studioso di filosofia naturale non può impedirsi che liberamente accetti o respinga l’enunciato di verità: l’uomo completo, intellettualmente equilibrato, prima di accettare o respingere ragiona, cioè vede se il domma ha la proprietà vera nell'assoluto eterno. Ora quando un filosofo conchiude che la ragione ha ucciso il domma vuoi dire determinare per domma quello che non ne ha la proprietà nell'assoluto, diversamente il domma essendo la evidenza della verità non può essere che ragionevole ed è vero il contrario che il domma è la ragione della verità.
La Magia ha delle verità fondamentali o dommi che sono gli enunciati di leggi sintetiche da cui dipendono tutte le secondarie.
Il Maestro Perfetto che possiede la verità integra deve poter dommatizzare nelle verità minori.
Il Maestro Perfetto deve non solo avere la potestà dì vedere, ma anche quella di passare ad altri le sue doti spirituali.
Molti veggono ed operano chiaramente e con perfetto intendimento; ma non hanno la facoltà di dare, di trasferire e di confermare.
Un qualunque operatore in magia può dare temporaneamente virtù determinate a cose o a uomini per mezzo di processi che appartengono alla pratica elementare.
Per esempio: un uomo parte per un viaggio pericoloso: l'operatore gli darà la facoltà di prevedere il pericolo nel viaggio. Il viaggio si completa, la facoltà di previsione del viaggiatore finisce.
Non è il maestro che ha ripreso ciò che ha dato, è la virtù del maestro che ha cessato di agire nel soggetto, appena la cosa è completa
Però se un qualunque operatore può dare, non tutti gli operatori possono trasferire o conferire permanentemente le loro virtù naturali acquisite.
GIULIANO KREMMERZ
Badi il lettore che io parlo di virtù naturali acquisite e non di proprietà teurgiche, che appartengono al più alto sviluppo magico.
Citazione:
Gurdjieff in Frammenti di un insegnamento sconosciuto
(Pagg. 55-56-5
“Le vie si differenziano l'una dall'altra anche nella loro relazione con
il maestro o guida spirituale.
“Sulla via del fachiro un uomo non ha maestro nel vero senso di
questa parola. Il maestro in questo caso non insegna, serve semplicemente da esempio.
Il lavoro dell'allievo consiste nell'imitare il maestro.
“L'uomo che segue la via del monaco ha un maestro, e una parte
dei suoi doveri, una parte del suo compito, è di avere nel suo maestro
una fede assoluta, egli deve sottomettersi assolutamente a lui, in obbe
dienza. Ma l'essenziale sulla via del monaco è la fede in Dio, l'amore
di Dio, gli sforzi ininterrotti per obbedire a Dio e servirLo, anche se
nella sua comprensione dell'idea di Dio e del servizio di Dio può esservi
una grande parte di soggettività e molte contraddizioni.
“Sulla via dello yogi senza un maestro non si può fare nulla e non
si deve fare nulla. L'uomo che abbraccia questa via deve, all'inizio,
imitare il suo maestro come il fachiro e credere in lui come il monaco.
Ma in seguito diviene gradualmente il maestro di se stesso. Egli impara
i metodi del suo maestro e si esercita gradualmente ad applicarli a
se stesso. (….)
“La quarta via differisce dunque dalle altre in quanto la sua principale
richiesta è una richiesta di comprensione. L'uomo non deve fare
nulla senza comprendere — salvo a titolo di esperienza, sotto il controllo
e la direzione del suo maestro.”
(pagg. 225-226)
“Come si potrebbe riconoscere una via falsa?”, chiese qualcuno.
“Come la si può riconoscere?”, disse G. È impossibile riconoscere
una via falsa se non si conosce quella vera. Questo significa che è
inutile tormentarsi su come riconoscere una via falsa. Si deve pensare
a come si può trovare la vera; ed è di questo che parliamo sempre.
Non lo si può riassumere in due parole. Ma, partendo da quel che vi ho
detto, se vi ricorderete di tutto, potete trarne molte conclusioni utili.
Per esempio potete vedere come il 'maestro' corrisponda sempre al
livello dell' 'allievo'. Se il livello dell'allievo è elevato, anche quello
del maestro può esserlo. Ma un allievo il cui livello non è particolarmente
elevato non può contare su un maestro di un livello molto
alto. Infatti, un allievo non può mai vedere il livello del suo maestro.
Questa è una legge. Nessuno può vedere più in alto del proprio livello.
Ma la maggior parte della gente ignora questa legge e, generalmente,
più il suo livello è basso più reclama un maestro di un livello superiore.
Comprendere bene questo, è già comprendere molto. Ma il caso
è molto raro. In generale un discepolo che non vale un soldo non vuole
altro maestro che Gesù Cristo. Un maestro meno grande è indegno
di lui. E non gli verrà mai in mente che, anche se gli accadesse d'incontrare
un maestro come colui che ci è descritto dai Vangeli, non sarebbe
in grado di seguirlo; perché per essere discepolo di Gesù Cristo dovrebbe
avere il livello di un apostolo. Questa è una legge precisa.
Più il maestro è grande, più è difficile seguirlo. E se la differenza fra
il livello del maestro e dell'allievo oltrepassa un certo limite, allora
l'allievo trova sulla via delle difficoltà insormontabili. Una delle regole
fondamentali della quarta via, si trova direttamente in rapporto con
questa legge. Sulla quarta via, non vi è un solo maestro. Chiunque è
più anziano è il maestro. E quanto il maestro è indispensabile all'allievo,
tanto l'allievo è indispensabile al maestro. L'allievo non può progredire
senza il maestro e il maestro non può progredire senza allievo,
o allievi. Questa non è una considerazione generale, ma una regola
indispensabile e concreta, sulla quale si basa la legge di ogni ascesa
umana. Come è stato detto prima, nessuno può salire ad un gradino
superiore della scala senza prima aver messo qualcuno al proprio posto.
Ciò che un uomo ha ricevuto lo deve immediatamente ridare;
soltanto allora potrà ricevere di più. Altrimenti gli sarà tolto anche quello che gli era stato dato”.
L.C.: Secondo me, almeno in ambito profano, è possibile notare gli errori eventuali del proprio maestro e tuttavia riconoscere la validità almeno formale dei suoi insegnamenti, quindi io allievo posso metterli bene in pratica anche se lui sbaglia qualcosa.
Sul piano sottile immagino che non sia così...forse perchè non ho ancora trovato una degna Guida. Non so proprio.
To., lo capisco cosa significa autoiniziazione... solo che cercavo di capire meglio: si sa di gente iniziatasi da sola? Ovviamente non sto chiedendo COME, ma CHI erano, se hanno lasciato testimonianze, e simili cose.
Per dire:se apprendo che lo “zio Peppino” è andato in India, si è autoiniziato e poi ha ucciso 10 persone ed è attualmente rinchiuso, mi faccio una certa idea di questa presunta pratica, giusto?
Personalmente, come ho già scritto, ritengo che da soli si possa arrivare ad un soddisfacente grado di conoscenza ed elevazione di sè...il resto può essere solo conseguenza.
Sum.: Kremmerz è stato molto chiaro sul tipo di iniziazione conferita dalla sua scuola il cui conferimento avveniva per riti. Possiamo leggerlo sulle pagine del Mondo Secreto, dove, per chi appunto voleva autoiniziarsi, indicò due precisi rituali da effettuarsi in due distinti periodi dell'anno. Nella ristampa integrale dei fascicoli si può leggere la corrispondenza con alcuni lettori che sperimentarono le operazioni indicate. Kremmerz riteneva l'iniziazione propedeutica ad una prima apertura alle realtà sottili, in prima istanza con il Maestro interiore che avrebbe guidato il discepolo nel cammino verso la conoscenza.
Inoltre occorre distinguere il rituale indicato tramite la rivista che chiunque poteva operare dai riti interni alle accademie kremmerziane, strutture in cui vi era una gerarchia ben delineata e i gradi di ascenso erano scanditi da rituali sempre più complessi e potenti man mano che si procedeva nell'ascenso.
Lum.: I miei migliori complimenti a S.C. per il suo importante intervento illuminante e chiarificatore su tanti punti di questa discussione. Inoltre vorrei segnalare anch'io, come già ha fatto lucav (complimenti anche a lui per l'articolo) nella sezione recensioni del forum, l'uscita del bellissimo nuovo numero di Elixir. Diversi articoli rimandano al pensiero di Kremmerz e ne sviluppano dottrine e pratica in modo molto interessante e nuovo. Non mancano poi interventi che vorrei segnalare in modo particolare, come “La stregoneria-inquisizione e sapere iniziatico”, “Della legittimità dell'antica religione dei padri - l'iniziazione pagana”, “Riflessioni ermetiche su Dioniso”, “Finalità occulte del rito nell'ermetismo magico”, “La magia di Cornelio Agrippa” (di Quadrelli-Abraxa del Gruppo di Ur), “Giustiniano Lebano”, ed “Omaggio di un ermetista all'opera di Julius Evola”. Mi unisco infine agli auguri formulati nei confronti di F.Picchi e della sua squadra di coordinatori, affinché sia restituita alla “Miriam” e all'insegnamento di Kremmerz la dignità e onestà purtroppo usurpate e deturpate dalla fine degli anni ottanta ad oggi.
Ilp.: Citaz.: s. c. ha scritto:In merito a questa discussione, da più parti essendo stato sollecitato a intervenire, non ho da precisare che quanto seguirà,
A scanso di equivoci, ci tengo a ribadire la mia personale stima e ammirazione nei confronti del Kremmerz e del suo insegnamento, che tutti coloro (anche i membri del MTR) che sono interessati alla dimensione spirituale dell’esistenza dovrebbero cercare di conoscere e approfondire, certi di confrontarsi con un autentico Maestro iniziatico e non con un semplice scrittore di esoterismo, o con un banale occultista o, peggio ancora, con un mago nero. Ci tengo altresì a far mio, come in passati scritti pubblici, il positivo giudizio dato da Evola (giudizio di cui comunque Kremmerz non ha bisogno, poiché Kremmerz va posto su un piano superiore ad Evola, cosa che non credo Evola stesso ignorasse) sulla Myriam quale “vera e propria unità magica, organizzata da riti, controsegnata da simboli, da gradi di iniziazione e da cerimoniali, unità che ci testimonia il continuarsi ancor oggi di una tradizione completa e insospettata» (Maschera e volto, ed. 1932). I membri più giovani del MTR devono, a mio avviso, e prescindendo da questioni di paganità e romanità, che in una certa prospettiva extrasamsarica possono anche diventare superflue, sempre discernere tra un kremmerzismo (mi si perdoni il brutto termine) puro e un kremmerzismo degenerato o spurio, onde non fare mai torto a chi opera genuinamente per il proprio ascenso individuale e per la salute dei sofferenti, confondendolo con chi, a volte perso pure il lume della ragione (come accadde a un tale “maestro” - peraltro non privo di interessi per la romanità, il che indusse in errore più di un ‘gentile’ - scomparso un po’ di anni fa), è preda delle larve create dal suo distorto cammino spirituale, cammino che di kremmerziano ha solo un vuoto simulacro.
L.C.: Proprio avendo presente quanto ha riportato Ilp. (atroce, ma quanto vero!) sento ogni giorno di più la necessità di isolare questo corso inesorabile in una catena atti puri e consapevoli...
Nessuno allora sa nulla di qualche altra pubblicazione realizzata da Ercole Quadrelli, kremmerziano di evidente connotazione più Romano-Italica che cabalistica?
Lum.: consiglio ai diretti interessati non solo la lettura e lo studio, sempre interessanti ed utili, dei libri di Kremmerz, ma anche, in relazione a certe domande, l’ articolo di Neferth N.T. dal titolo “L'Ermetismo Pagano di G.Kremmerz” presente sul numero 4 di “Elixir” che forse può chiarire alcuni dubbi sulla autenticità “pagana” di questo grande maestro.
To.: <Come italiano mi vanto di fare opera italiana e romana,nel senso di coordinare tutta la parte veramente probante di questa filosofia,per riscattare il nostro primato di pensatori dalla egemonia delle invasioni di pseudo teologi
stranieri,che vengono nella nostra terra a portarci il verbo manufatto di interpretazioni ancora più manipolate con mentalità non latina,non italica,non chiara,imponendoci commenti a psicosofie orientali che non sono le nostre chiare,limpide,cristalline,atte a intendere tutto il poco scibile religioso di altre latitudini e longitudini.
E insisto nella latinità della scuola,perchè ritengo che la teosofia mitologica della antica Urbe contenga tutto quanto in maniera confusa si trova disseminato nel Bramanesimo,nel Buddismo,nel Taoismo,nel Confucianesimo e in tutte le religionidove si vanno a scovare iniziati e protopapassi dell'Occultismo.
In Italia,l'ho detto tante volte,non vi è ricchezza di pozzi di petrolio o di miniere di carbon fossile,però vi è immensa dovizia di pensatori e discepoli dell'Occultismo,come si è chiamato l'insieme di conoscenze riguardanti il mondo segreto che è in noi,libro chiuso ai profani e ai mercanti di parole.>
G.K.
<Molti,anzi la quasi totalità di questi pensatori,egoarchici con intenzioni di considerarsi maghi,sono fatti e formati dalla letteratura straniera che preferisce l'Oriente all'Occidente,perchè in Occidente si è dimenticata la mitologia e la litografia grecolatina,che sono un tesoro di sapienza semplice,naturale e sottile.
Bisogna invece tener presente che la civiltà Occidentale si chiama Roma,che l'Occidente è Roma.
Ed anche un'opinione è quella di parecchi che passano per grandi uomini,che le favole mitologiche siano un insieme di storielle poetiche,immorali,irriverenti,irrispettose contro il buon costume,licenziose e ridicole.
Queste nostre conversazioni non mirano a turbare nessuna coscienza religiosa e nessuna fede,ma il Cristianesimo primitivo,accozzaglia di comunisti,non è diventato quello che è,se non grazie a Roma,dove fu in elaborazione per tanti secoli,e la Rinascenza esplose quando lo spirito sacro dell'Urbe antica lo ebbe romanizzato completamente.
Dopo,chi ha più pensato alla mitologia,alla religione di stato della Roma conquistatrice?Chi volete che ci pensi oggi?Assisto a tante cose nuove,leggo lavori sbalorditivi sull'Oriente lontano,investigazioni sui libri indiani dove si rinvengono o si crede di scoprire cose pensate e scritte migliaia di anni fa,e con lo stesso intendimento critico,molte volte suppongo
che ingegni superiori vi abbiano visto quello che i poveri indiani non hanno mai pensato e saputo.
Ed allora perchè dovrei pentirmi di aver trovato nelle cosiddette favole mitologiche e nei simboli di esse,espressioni ben chiare adombranti i poteri naturali occulti alle plebi dei misti?> . G.K.
S74.: direi che è un messaggio forte e chiaro, è anche vero che forse allora l'Orientalistica era in mano a 4 teosofisti.
L.C.: ...ma allora perchè quegli elementi spurii di cui si è detto sopra, se Kremmerz mostra di considerare la romanità come essenza dell'Occidente?
Ha forse poi ritrattato qualcosa? Maturato nelle proprie idee? Continua a disorientarmi
I.: Se fossi chirurgo, e dovessi operare, ma è logico stare li' a rimirare il bisturi e a domandarmi se è stato fabbricato in Cina, in Africa o a Roma?
E' uno strumento, punto. Se funziona, bene. Se non funziona, ne cerco un'altro.
Se devo accoppare qualcuno, posso usare un fucile, una pistola, una spada, un martello o anche un semplice rasoio. Mica faccio lo schizzinoso.
Kremmerz, come ogni buon esoterista, crede al Dio unico, e vede le altre divinità come sue sfaccettature. Dio unico non inteso come ente antropomorfizzato, ma come Legge unica che governa l'Universo. Legge, ovvero Forza Intelligente. Gli Dei rappresentano Forze e Potenze, ovvero derivazioni di questa forza unica, attive nel campo del divenire.
I Salmi, gli inni, i carmi, sono solo strumenti e servono ognuno a richiamare una determinata Forza o Potenza in funzione dell'operazione che devo svolgere. E, che piaccia o non piaccia, i salmi sono strumenti potentissimi. Il non volerli usare, per ragioni d'appartenenza o di bandiera (ovvero per motivi di divisione che sono illogici ed incomprensibili in chi ricerca l'Unità) non è azione da illuminati. Un Iniziato, o aspirante tale, che dovesse pensare: “questa religione è contraria, nemica della mia”, non è un Iniziato e non lo sarà mai finchè non avrà superato la sua separatività.
S74.: I. dice il giusto e concordo con la sua visione che è poi una visione esoterica tradizionale ma ricordiamo che questo tipo di operazioni va visto anche nel filtro di chi ha una Religio da seguire con una certa coerenza.
E' lì che nascono i distinguo e non, in generale, sul fatto che i salmi siano validi o storicamente attendibili.
To.: Ma l'ermetista non ha bisogno delle religioni,và oltre.......
Recitare un salmo non è una preghiera ma uno strumento realizzativo.
Lum.: Mi sembrano valide osservazioni. Vorrei aggiungere la seguente nota, ripresa dall'articolo “Finalità occulte del rito nell'Ermetismo Magico” di Aurhelianus, in “Elixir” che mi sembra molto interessante: “Alcuni settori di un certo tipo di tradizionalismo che negano o eludono l'importanza dei salmi 'anche se recitati in latino' e inorridiscono alla prospettiva del loro uso a causa del 'marchio di fabbrica', dovrebbero riflettere - anche ma non solo - sul precipuo valore tecnico ad essi attribuito in ambito rituale e al coefficiente energetico o 'magnetico' ai quali si può attingere proficuamente, almeno a certi livelli, indipendentemente da qualunque matrice, implicazione o 'contaminazione' di carattere ideologico o religioso, ovvero senza rischiare di alimentare alcun ente 'contrario' al proprio credo o alle proprie idee. Tutto questo presuppone naturalmente una conoscenza altrettanto 'tecnica' della materia e l'uso intelligente dei medesimi. Va sottolineato comunque che, pur se comprensibili, certe pregiudiziali in ermetismo non hanno senso.”
S.: Bisognerebbe anche considerare l’influenza che l’occultismo francese ottocentesco (particolarmente il martinismo e tutta la corrente magica che mischiava magia e studi sul magnetismo mesmeriano) e la teosofia (con la sua passione per le “iniziazioni astrali” - che sottolinea anche Evola - e la scrittura “precipitata” ovvero di provenienza estra-sensoriale), ebbero sul movimento kremmerziano e sul pensiero del mago di Portici (e dei suoi maestri), aldilà di una facile, ed agiografica, “discendenza egizia” (temo molto più mitica che reale).
Insomma se si vuole far passare il pensiero di Kremmerz come puro esoterismo italico-pitagorico, contrapposto ad un Oriente “invasore”, estraneo, alieno, qualche legittima obiezione, a questa ricostruzione, la si può anche sollevare.
S74: ma certo, il motivo è che si parla di un periodo storico molto diverso dall'oggi e quindi con altre temperie culturali e religiose e altri ambienti a livello di studi esoterici.
Ovviamente oggi una ricostruzione simile andrebbe vista come storica e non applicabile all'oggi.
Nessuno si sognerebbe di dire che studiare il Buddhismo o il Confucianesimo sia un atto di rinnegamento nazionale, ma solo un modo per cercare analogie con la propria tradizione religiosa e storica. Analogie costruttive non son esterofilia. Penso che alcune reazioni del Kremmerz in merito alla questione “Autoctonia-Oriente” siano da valutare alla luce di quel periodo storico e non in senso assoluto.
S.C.: Caro S., penso sia errata la tua considerazione. In realtà Kremmerz - a tal fine è bene leggere l'intera rivista IL MONDO SECRETO - 'apparì' pubblicamente usando temi tipici del tempo - spiritismo, teosofia e anche psicanalisi - come strumenti di dialogo, sempre rettificandone le visioni e proponendo, con un linguaggio il più possibile 'moderno', il suo (ovvero della sua scuola) sapere, che era effetivamente antico. Leggendo Kremmerz si avverte sempre la distanza con tutto il sapere moderno e anche con l'occultismo moderno e d'invenzione moderna. Qualcosa da dire, in effetti, ci sarebbe sull'aggettivazione 'pitagorica' data alla sua dottrina e scuola, ma su ciò rimando alla “lettera di Reghini su Kremmerz” pubblicata da “Elixir”.
S.: Caro S., che la scuola del Kremmerz sia di antica derivazione posso convenire con te.
Ma che abbia assorbito influenze occultistiche moderne, mi pare anche abbastanza limpido.
Parlando di Gerard Encausse/Papus (insieme a Eliphas Levi, di cui fu discepolo, il fondatore del moderno occultismo) il Kremmerz scrive infatti:
”Bisogna a questo proposito leggere quanto in forma intelligibile, anche ai meno educati alle astrazioni, ha scritto e pubblicato il Papus nel suo Traité Méthodique de Science occulte (Paris - Chamuel éditeur). Non troveremo mai parole bastanti a lodare l'opera di questo grande scrittore e volgarizzatore dell'occultismo, il primo che scriva per insegnare a tutti coloro che ne hanno volontà, e forse il più valoroso nel determinare la posizione delle scienze occulte innanzi alle teorie delle scuole moderne”. (Il Mondo Secreto – Anno 1897 - grassetto mio).
Vengono anche citati positivamente Eliphas Levi (per il quale scrisse anche un’introduzione ad un suo libro) e l’opera sulla magia di Stanislao de Guaita che viene definita “seducente e magistrale” (Il Mondo Secreto – Anno 1897 -).
Così come è notorio che anche il Lebano e il De Servis fecero parte del complesso milieu occultista francese (c’è chi parla di loro iniziazioni ricevute durante soggiorni parigini).
Viene, semmai, criticato lo spiritismo...
Anche l’utilizzo del “magnetismo” a scopo curativo e terapeutico, non era cosa rara per l’epoca e c’era chi lo sperimentava con – sembra - grande successo, con tanto di opportuni corsi (sic!) e diplomi per neofiti.
Di sicuro, il Kremmerz lesse il Traité expérimental de magnétisme (del 1895, prima della fondazione della Myriam) del Dott. H. Durville (che già da tempo applicava certe teorie alla medicina), visto che lo raccomanda lui stesso.
Intendiamoci: il crogiuolo occultista francese di fine secolo non era un luogo così ameno, tutt’altro.
Fior di artisti, letterati e pensatori profondi ne trassero linfa e idee.
Poi, praticamente tutti gli studiosi di esoterismo, chi più, chi meno, ne furono influenzati. Tuttavia, se vogliamo parlare di certi movimenti al di fuori dell’agiografia, bisogna comunque tenere conto di questi dati ed io, francamente, tutta questa “distanza” dai temi classici dell’occultismo moderno, non la trovo.
VK.: Beh, la Francia conobbe anche una “Scuola d'Ermetismo”, che conta tra i suoi diplomati ARA, che di certo non era Saint-Yves d'Alveydre.
Io credo che la questione sia complessa, o forse molto semplice, il che è in essenza lo stesso. Quanto era strettamente iniziatico e quanto semplicemente contatto umano? A volte tremo all'idea che qualcuno, tra cento anni, scriva una mia (immeritatissima) biografia definendomi “para-thelemita” per via di alcune epistole scambiate in passato con seguaci della via di Crowley o perchè, scartabellando nella mia biblioteca privata, scova testi di Kenneth Grant e Nema... E' innegabile che Kremmerz abbia tessuto le lodi di Papus e di altri personaggi “dubbi”, ma è anche vero che si poneva su un gradino naturalmente superiore a costoro: allora potrebbe dirsi che vi abbia ravvisato aspetti interessanti, da rettificare ex post, e ancor più che, da uomo del suo tempo, abbia fatto leva su concetti accessibili alla comprensione dei più onde veicolare Altro.
S.: Pensa che il diploma “ermetico” di Armentano è stato esposto, insieme ad interessanti lettere ed altri cimeli, nella recente conferenza a Scalea.
Ripeto: la Parigi esoterica di fine ottocento non era un luogo di poco conto.
Da Guénon che ne subì il fascino e l’influsso (molto più di quanto si sia propensi ad ammettere) fino ad arrivare ad un grande pitagorico e rigoroso studioso dell’architettura sacra (magna pars nell’affaire Fulcanelli) come Schwaller de Lubicz che in gioventù fu teosofo e coinvolto in strani giri politico/occulti nel primo dopoguerra (altro che sinarchia!), praticamente tutti gli studiosi di magia ed esoterismo dovettero fare i conti con quell’ambiente.
Nel bene e nel male.
Non tutto è da buttare, tutt’altro.
Ricordo una entusiasmante visita al piccolissimo museo del compagnonaggio a Parigi.
Lì, tra modellini di cattedrali e vecchi numeri di Voile d'Isis ho avuto la prova evidente che un certo esoterismo operativo, basato sulle rigorose analogie della geometria sacra, è ancora vivo e vegeto ed ha tutt'oggi il suo piccolo, ma colto, drappello di seguaci.
Tuttavia qualche distinguo è anche lecito farlo.
Citaz.: VK. ha scritto: Io credo che la questione sia complessa, o forse molto semplice, il che è in essenza lo stesso. Quanto era strettamente iniziatico e quanto semplicemente contatto umano? A volte tremo all'idea che qualcuno, tra cento anni, scriva una mia (immeritatissima) biografia definendomi “para-thelemita” per via di alcune epistole scambiate in passato con seguaci della via di Crowley o perchè, scartabellando nella mia biblioteca privata, scova testi di Kenneth Grant e Nema... E' innegabile che Kremmerz abbia tessuto le lodi di Papus e di altri personaggi “dubbi”, ma è anche vero che si poneva su un gradino naturalmente superiore a costoro: allora potrebbe dirsi che vi abbia ravvisato aspetti interessanti, da rettificare ex post, e ancor più che, da uomo del suo tempo, abbia fatto leva su concetti accessibili alla comprensione dei più onde veicolare Altro.
Su questo punto non concordo.
Non credo affatto che si trattasse di semplici “contatti umani” e “curiosità esoterica”, ma di un legame più antico e profondo che, a mio avviso, nasce almeno al tempo delle varie logge “egizie” e martiniste di fine settecento (curiosamente le prime logge martiniste in Italia nascono proprio a Napoli e Torino).
Non è privo di interesse ricordare che anche il Lebano e il De Servis ripararono in Francia dove ebbero sicuramente contatti con il variegato milieu teosofico, martinista (va ricordato che per i martinisti, anche il Kremmerz è – sostanzialmente - uno dei loro) e occultista dell’epoca.
Per il De Servis, mi sembra di ricordare anche di una iniziazione nel famoso, e famigerato sotto alcuni punti di vista, Hermetic Brotherhood of Luxor che era un pò il punto di raccordo e di unione dei vari studiosi di magia della seconda metò dell’ottocento, per via di un suo millantato esoterismo pratico (che poi si riduceva a particolari pratiche di magia sexualis); esoteristi per altri versi divisi e combattuti tra Ordine martinista del Papus, Ordre Kabbalistique de la Rose-Croix del Guaita e mille altre affiliazioni.
Anche del Kremmerz si parla di un soggiorno francese, precedente a quello in costa azzurra, di quattro anni (per altri andò invece in Sud-America) dove avrebbe fequentato il gruppuscolo di discepoli del Papus a cui lo avrebbe indirizzato proprio il De Servis.
D’altronde anche l’uso di salmi ed invocazioni, ben prima della creazione della Myriam ed anche ben prima della “riforma” del Papus, era, ed è, usato, nella teurgia martinista ed anche in varie congrege occultiste più o meno da quella cerchia derivate (tipo Chiesa gnostica, Eletti Cohen, etc..). Così come l’utilizzo, a scopo medico/terapeutico di pratiche di magnetismo magico, l’uso di una ritualistica scandita da fasi lunari (pare che proprio il De Servis fosse l’autore delle “lunazioni” kremmerziane), di profumi, sigilli...
Verrebbe anche da chiedersi da dove provengono certe cose, se non dal complesso e variegato universo del martinismo papusiano e pre-papusiano.
Si tratta quindi di ben più di una rettificazione ex-post di errori altrui, ma di veri e propri contatti iniziatici ed operativi, anche precedenti all' opera del Mago di Portici.
Che questi contatti non esauriscano la ritualità operativa kremmerziana, al cui interno è presente dell’altro e ben più antico, è sicuramente vero, ma non si fa un buon servigio alla Verità se non si tiene conto anche di un certo “nodo francese”, soltanto per ricercare più nobili ed antiche origini.
Lum.: Ritengo innegabile la presenza di una forte confluenza delle correnti di pensiero francesi nell’opera di divulgazione del primo periodo del Kremmerz, come già vari altri hanno inteso affermare. Del resto basta vedere appunto “Il Mondo Secreto” ed i primi libri, che risentono molto degli scritti di Elifas Levi, Stanislas De Guaita, Papus e via di seguito. Questo non dovrebbe meravigliare perchè sappiamo bene quanta importanza ha avuto e quanto ha pesato l’attivissima scuola francese e le sue diramazioni sul pensiero e sul movimento esoterico italiano nei decenni a cavallo fra il diciannovesimo ed il ventesimo secolo. Lo stesso mago di Portici non poteva sottrarsi a questa influenza e sembra sempre più certo che non in Sud America ma bensì in Francia Kremmerz abbia passato, a più riprese, i vari anni di silenzio. Anche a me risulta assodato, per altro, che i Martinisti lo considerano un loro maestro a tutti gli effetti e non per niente il primo articolo della rivista martinista “O’Thanatos” è di Kremmerz, com’è pacifico che abbia avuto contatti iniziatici diretti con Papus, l’HBL e l’Ordine Eudiaco la cui teoria e pratica interna è quasi la fotocopia della dottrina e della ritualistica kremmerziana, anche se cronologicamente precedente. In buona sostanza, non era possibile prescindere da questi “maestri” e da questa scuola di pensiero, se si fosse tentato di farsi strada ed un seguito di lettori interessati alla materia, come nelle sue intenzioni, anche in Italia. Per tanto direi che potremmo considerare la questione, tutto sommato, di relativa importanza e rispondente forse ad una strategia più ampia. Fatto si è che dal 1910 in poi, anno in cui G. Lebano abbandonerà le spoglie mortali, con il passaggio ad Ottaviano-Leone Caetani della direzione e tutti i cambiamenti che ne deriveranno all’interno dell’Ordine Egizio, Kremmerz sembra prendere decisamente e sempre più le distanze dall’occultismo francese per puntare invece ad un insegnamento ed a teorie di netto indirizzo italico. Basta leggere le sue lettere all’editore del mensile “Mondo Occulto”, degli Anni ’20, in cui lamenta l’eccessiva presenza di autori stranieri e si raccomanda di puntare, perfino nel progetto dell’opera sui tarocchi, ad una rivista che sia “cosa originale ed italiana”. Di quegli anni, e più esattamente dal 1917 in poi, sarebbe semmai interessante capire che cosa pensasse veramente della sua creatura maggiore, la “ Fratellanza di Myriam”, dei suoi discepoli, e del motivo per cui non volle lasciare successori, nemmeno oralmente. La mia personale ricerca verte proprio su questo nodo: che senso e funzione hanno oggi i numerosi raggruppamenti kremmerziani scampati alla diaspora e prolificati dal ’46 in poi, per altro in perenne ed oscena guerra fratricida fra loro, per accaparrarsi una legittimità ed un’eredità inesistenti? Non parlo, sia ovvio, per non creare equivoci, di quella miserrima parodia di “Fratellanza di Miriam”, diretta, almeno fino a qualche tempo fa da una millantatrice che “Klingsor” definisce “Vacca Sacra”, di cui ho sciaguratamente fatto parte per due anni, durante i quali ho visto cose che nemmeno il replicante di “Blade Runner” potrebbe riferire! E, per finire, se qualcuno cerca con intenzioni serie e buona fede l’insegnamento originario di Kremmerz, a chi ed a quale Scuola potrebbe oggi indirizzarsi? Ringrazio fraternamente chi potrà rispondermi
C.G.: Caro Lum., credo che oggi vi siano maggiori possibilità per entrare in contatto con un centro kremmerziano serio ed affidabile, che non determini un plagio ideologico ed interiore dei propri iscritti. Credo inoltre che oggi nessuno sia in grado di arrogarsi il diritto/dovere di consigliare questa o quella conventicola miriamica o kremmerziana. Recita la porta Ermetica: Si sedes non is. pertanto se hai realmente deciso di percorrere la via ermetica interroga innanzitutto te stesso a proposito di ciò che realmente vuoi perseguire. Dopo di che troverai la tua via da solo, senza bisogno di affannarti e soffrire. Ti mando un immenso abbraccio di luce e speranza.
S.74: Penso anche io che non si possono liquidare i rapporti del Kremmerz con certi personaggi dell'occultismo di Oltr'Alpe come semplici divagazioni o curiosità.
Penso che ci sia dell'altro foss'anche perchè allora mi sembra che la Voce di Parigi nel consesso ermetico europeo avesse un valore di non poco conto.
S.: Infatti in Kremmerz si ritrovano molti topoioccultistici dell’epoca (il che non è un'accusa, ma una constatazione, sia chiaro).
Ora, io sono intervenuto quando si è citato un passo di Kremmerz critico verso un’eccessiva orientalizzazione delle tematiche esoteriche.
Bisogna sapere che, nel primo decennio del novecento, ci furono contrasti molto forti tra una linea ufficiale teosofica “orientalizzante” e “buddisteggiante” (rappresentata dalla Besant) e una linea, diciamo, “occidentalizzante”, rosacruciana, cristianeggiante, cabalista.
Questi contrasti porteranno all’espulsione di Rudolf Steiner (seguito dalla grande maggioranza dei teosofi tedeschi) dalla Società Teosofica internazionale, poichè eccessivamente cristocentrico.
In Francia, la corrente “occidentalizzante” (più correttamente si dovrebbe dire cristiano/cabalista) era rappresentata dal Papus (ex-teosofo pure lui) e facente capo alla Hermetic Brotherhood of Luxor, ricolma anch’essa di teosofi ed occultisti di varia risma (vi appartenne anche Guénon che infatti rimarca che questa organizzazione pretendeva di collegarsi ad ”una tradizione propriamente occidentale”). Organizzazione che, non a caso, fu anti-reincarnazionista poichè cercava di opporsi alle dottrine teosofiche ufficiali e alla diffusione delle religioni orientali, per propagandare un ermetismo cristianeggiante (tanto che, secondo alcuni, questo ente era semplicemente una creazione dei gesuiti in funzione anti-esoterica). Per i sostenitori dei salmi e delle invocazioni – indipendentemente dalla loro provenienza e dall’eggregore cui sono legati – è interessante anche ricordare cosa scrisse un gigante dello Spirto, come Reghini, che ruppe ferocemente con i martinisti: ”Ma la Provvidenza, come dice il Papus, ha fatto sorgere il Martinismo per opporre una corrente cristiana alla corrente pagana di origine pitagorica. E sia, ma la Provvidenza non vorrà mica pretendere che lasciamo libero il campo alla intolleranza cristiano-martinista, diretta da molto incogniti e poco superiori capi invisibili?”.
Vk.: Chiedo scusa per il piccolo fuori tema, mi rivolgo al Sig. Lum.: ma è quindi un dato storicamente assodato questo del “passaggio delle consegne” da Lebano al principe Caetani?
Sid.: Mi rendo conto che in questo forum ci sono persone molto preparate e con una conoscenza straordinaria dell'“Universo” kREMMERZIANO. Dopo questa premessa vorrei chiedere agli astanti: che influenza hanno avuto i Gesuiti sulla pubblicazione dei scritti “segreti”
-a mio avviso sono falsi creati appositamente da personaggi introdotti dalla Compagnia di gesù-. In ogni caso i gesuiti hanno pilotato e gestito in vario modo la diffusione del sapere della Scola Italica, ovviamente per denigrarla, dato che il meccanismo iniziatico funzionava a meraviglia e la Massoneria operativa ne era pienamente consapevole, ha raccolto a piene mani i frutti (fortunatamente non conosceva tutto una parte è rimasta nascosta) . Qui dovremo approfondire.
Chi se la sente parli! Certo sotto un punto di vista teorico-
Il sistema delle ss tedesche è stato copiato dagli esercizi spirituali dei gesuiti. Era forse uno scontro fra sistemi esoterici, certo che la Miriam prima e l'Ordine Egizio poi sono meccanismi perfetti con millenni di operatività alle spalle, facevano invidia e la loro diffusione poteva mettere in crisi la macchina elitaria ed esoterica cristiana.
S.: Da quel che so io, il Corpus comperato a suo tempo dai gesuiti è veritiero.
Parzialmente falso dovrebbe essere - quantomeno in alcune sue componenti, si dice quelle sulle “istruzioni pratiche” di natura sessuale - il Corpus Philosophorum Totius magiae pubblicato dal gruppo Agape, raggruppamento infiltrato, pare, da qualche personaggio ambiguo, che poi scrisse anche qualche libro in merito a certe pratiche (presunte) kremmerziane, salvo poi pentirsene
Citaz.: sideros ha scritto:
Chi se la sente parli! Certo sotto un punto di vista teorico-
Il sistema delle ss tedesche è stato copiato dagli esercizi spirituali dei gesuiti. Era forse uno scontro fra sistemi esoterici, certo che la Miriam prima e l'Ordine Egizio poi sono meccanismi perfetti con millenni di operatività alle spalle, facevano invidia e la loro diffusione poteva mettere in crisi la macchina elitaria ed esoterica cristiana.
Quesito interessante, ma credo che la matassa esoterica di questi due secoli sia difficilmente districabile. Troppe sono state le filiazioni e i raggruppamenti reciprocamente “infiltrati” e interscambiabili (con scambi di patenti, riconoscimenti, iniziazioni, pratiche), che è diventato complicato leggere certi risvolti. Senza contare la millanteria (praticamente tutti i raggruppamenti esoterici vantano un'origine ultra-millenaria), spesso presente massicciamente in certi ambientini...
Lum.: Premettendo che, io almeno, non ho una conoscenza straordinaria dell’universo kremmerziano ma cerco di capirci qualcosa da qualche anno, concordo con il dottor G., con il quale tra l’altro mi complimento per l’articolo su Lebano. Voglio capire che il terreno si faccia “scivoloso”, nondimeno trovo interessanti le osservazioni di Sid. e S., che esigerebbero tanti maggiori chiarimenti e direi anzi, che mi associo a S.: un commento in più da parte del G., su talune ipotesi sarebbe più che utile. Per quel che penso, non so quanto possa importare, alla Chiesa di oggi ed alla lobby di potere che rappresenta, l’esoterismo o l’ermetismo, ma è fuor di dubbio che infiltrati e “confidenti”, o “spie”, ve ne sono stati e ve ne stanno, e reclutati non solo fra le file dei Gesuiti. Cambiano i tempi e i sistemi, ma l’intenzione e l’obbiettivo rimane lo stesso: perseguire e demonizzare chi, in qualunque modo e maniera, attenta all’integrità del loro “monopolio”, usando ogni “mezzo” possibile, ieri i roghi, oggi la manipolazione dell’informazione, l’influenza politica, i canali mediatici e di peggio. E’ pure vero che l’aria che tira in certi “ambientini” non aiuta: a parte le fazioni kremmerziane che si combattono accanitamente a suon di querele, insulti, riti neri ed appelli alle maledizioni del dio Nergal, anche il resto del panorama non brilla di luce edificante, anzi. Le “scuole” e le persone serie, sono a dire il vero più uniche che rare, ed il gioco di infiltrati, disinformatori e provocatori, è facile. Ma per riallacciarci al nostro argomento, so che del “Corpus”, esistono almeno tre versioni, escludendo, sia chiaro, i falsi spudorati e vergognosi, prodotti dai sopraccitati apparati, cioè a dire il così detto “Porcus”e derivati, che si trovano in internet: uno viene attribuito a Lebano, uno a Kremmerz ed uno ancora a Kremmerz, ma molto rimaneggiato ed alterato, in uso, si dice, presso il C.e.u.r., e poi pubblicato da Agape, al prezzo “popolare e politico” di 180.000 lire degli Anni ’80 (!) a copia. Chiaro che non ho prove scientifiche a sostegno, ma è quanto mi è stato riferito in ambienti accreditati kremmerziani. Mi rimane un serio dubbio, fra i tanti di cui mi piacerebbe parlare, che nessuno fino ad ora mi ha sciolto: se Benno ebbe il “Corpus” da Kremmerz, e da Benno fu passato ad Ahajah, e da Ahajah a Lehajah, capo del C.e.u.r., come poteva il suo “Corpus” non essere autentico? Per rispondere poi a VK., ammetto apertamente che mi faccio carico di una “verità” consolidata nella tradizione kremmerziana, oltre che da vari studiosi dell’Ordine Egizio e della Fratellanza di Miriam: documenti autentici ed insindacabili non ne conosco, eccezion fatta per uno, mostratomi da un discepolo del maestro Vinci Verginelli, persona dalla serietà fuor di dubbio, in cui, tra vari appunti autografi di Verginelli stesso, si afferma la identità Caetani-Ottaviano e la sua successione a Lebano, alla Direzione dell’Ordine. Da notare, per altro, che il “Corpus” circolante, molto riservatamente, all’interno del “Circolo Virgiliano”, che fu diretto per tanti anni da Verginelli, in duro contrasto sia con il ramo Coraggia-C.e.u.r., che con De Cristo-Accademia di Bari, corrisponde quasi esattamente a quello del C.e.u.r. E perciò, il terreno potrebbe farsi ancor più “scivoloso”, oppure più interessante, dipende dal punto di vista.
Sid.: Verginelli ha convissuto per anni con un certo Rota Nino. Kremerziani furono Fellini (e a mio parere Tatti Sanguinetti conosce qualcosa ) come Rossellini.
La favolosa raccolta di testi ermetici -eredità Rota Verginelli-è rimasta in Italia, ma i carteggi sono andati oltre oceano.
Molti hanno tentato di mettere le mani su quelle carte, chi c'è riuscito non so.
Per dividersi i soldi c'è o c'è stata una guerra giudiziaria, ma quello che rappresentano il tesoro sono i carteggi.
To.: Il professore Vinci Verginelli(e non Verginelli,o Pinco Pallino) viveva a Roma al penultimo piano di un palazzo sul Lungo Tevere Ripa al numero civico 43 (se ben ricordo)Giovanissimo partecipò all'impresa Fiumana.
Il Maestro Nino Rota(e non un certo Rota Nino) è conosciuto da tutti,in Italia e all'estero come un Grande Maestro di Musica e autore non solo delle colonne sonore dei film di Fellini,ma di composizioni per pianoforte,opere liriche ecc.
Entrambi iscritti al circolo Virgiliano di Roma dedicarono le loro vite alla Scienza Ermetica.
In anni ed anni di ricerche raccolsero in giro per l'Europa
i più pregevoli ed antichi testi di Alchimia e di Scienza Ermetica.Questi libri, circa quattrocento (secoli XV-XVI-XVII-XVIII)sono custoditi nell'ACCADEMIA DEI LINCEI, palazzo Corsini,in via della Lungara a Roma e sono a disposizione di tutti gli studiosi della Scienza Ermetica.
Il catalogo di questa Collezione Verginelli-Rota è stato stampato dall'editore Nardini di Firenze nel 1986.<Vinci Verginelli,Bibliotheca Hermetica,Catalogo alquanto ragionato della raccolta Verginelli-Rota di antichi testi Ermetici>
Il professore Verginelli,chiamato Vinci da D'Annunzio,è stato il punto di riferimento per centinaia e centinaia di “studiosi”.
Andiamoci piano e cerchiamo di usare modi più Urbani nel parlare di persone che nemmeno si conoscono.
L.: Non sapevo di queste connessioni fra Fellini, Rota e l'Ermetismo Kremmerziano...Allora forse nei film di Fellini si trovano spunti interessanti? (domando ingenuamente, conosco poco e nulla l'opera di Fellini) Interessante il rapporto -ben noto- tra Fellini e Gustavo Rol...
C.G.: Ringrazio Lum. per i complimenti che ha voluto rivolgere al mio articolo su Giustiniano Lebano, apparso fra le pagine del nuovo numero di Elixir. Quanto al resto posso solo dire che in giro circola molta disinformazione relativamente ai manoscritti segreti del Kremmerz. Non sarò certo io a confermare l’autenticità o meno del Corpus a suo tempo pubblicato dall’Agape, anche perché, come ho già scritto in precedenza, il pensiero del Kremmerz è esoterico e dunque destinato ad un pubblico di iniziati. Pertanto confermare talune cose, potrebbe instradare gli impreparati e dare conferme ai detrattori del Mago di Portici che sono numerosi e sempre pronti a gettare fango ed altro sul già martoriato ermetismo partenopeo. Ciò che posso dire è che al realtà iniziatica e storica che si cela dietro il kremmerzianesimo è assai più complessa di quanto in realtà non appaia e non può essere certamente ridotto ad una sorta di derivazione del becero esoterismo francese che, invece, tanto ha rubato alla tradizione italica nel corso del XVIII secolo.
Oltre a ciò, le profanazioni o presunte tali e le vergognose attribuzioni di squallidi apocrifi all’Aureo Maestro, non hanno fatto altro che intorbidare ulteriormente le acque e nascondere la vera essenza dell’ermetismo napoletano; essenza che resta integra e pura al di la delle varie conventicole che rivendicano legittimità varie ed eventuali. Quasi completamente trascurato è stato infine l’apporto del caldeismo che costituisce la parte preponderante della magia kremmerziana.
Lum.: Purtroppo non ho avuto il piacere di conoscere il professore Vinci Verginelli, ma chiunque nell’ambiente kremmerziano, tranne la solita papassa che ne dice peste e corna, me ne ha parlato con molto rispetto ed ammirazione, per la sua vita, spesa interamente alla dedizione per il Maestro ed il Circolo Virgiliano. A proposito del Circolo Virgiliano ,ho saputo, che proprio di recente, la famigerata “Associazione Culturale” della già citata,ha tentato di “scippargli” il nome, tanto per non smentirsi, giusto a Roma. In quanto a Nino Rota, so che ha sempre mantenuto una grande riservatezza sui suoi interessi alchemici e kremmerziani, condivisi con Verginelli. Di Fellini si hanno senza meno molti aneddoti che ne confermano l’interesse per l’occulto: fra i vari film, penso che “Giulietta degli spiriti” sia quello che li rappresenta meglio, poi è noto che aveva in progetto un film sulle opere di Castaneda con Jodorosky, purtroppo non andato a buon fine. Si sa che era molto attratto dallo spiritismo e dal mistero in generale, ma non so se coltivasse pure interessi ermetici e kremmerziani. Caro G. grazie a lei, ma ad onor del vero, sull’affaire “Corpus”, mi sarei aspettato qualche parolina o dritta di più, anche se voglio capire la delicatezza dell’argomento.
Oph.: Sulla storia delle Accademie:
Per quanto possibile ricostruire, pare che le Accademie Miriamiche primitive furono lasciate da Kremmerz al loro destino: egli si limitò a ritirarsi dalla loro direzione, ma non le sciolse, nè revocò la “Pragmatica” ufficiale e da allora immodificata, secondo la quale ciascuno avrebbe potuto regolarsi nel proseguo delle sue pratiche.
Così andarono al tempo stesso perduti anche i contatti con l'eclissatosi Ordine Egizio (quello, per intenderci, cui appartennero De Servis, Lebano, ecc.)
A seguito di questo distacco, alcuni proseguirono all'interno delle Accademie primitive o di quanto ne restava (v. Circolo Virgiliano).
Altri, la cui iniziazione derivava da quanti fecero parte delle prime Accademie (vedi p.e. la linea Benno-Hahajah-Lehaiah), ed ai quali erano pertanto state tramandate sia le istruzioni necessarie ai miriamici che gli insegnamenti riservati a quanti avendo terminato il percorso isiaco potevano iniziare quello osirideo (ed i quali, in tempi precedenti, sarebbero stati associati dal Kremmerz all'O.E.), fondarono gruppi che esulavano dalle prime Accademie, ma a cui idealmente si ricollegavano, tra cui il CEUR.
Questa struttura volle ricostituire al suo interno un nuovo “Ordine Osirideo Egizio”, su modello del precedente, formato dai praticanti Osiridei.
Oggi sono ancora esistenti alcuni gruppi derivati da questi organi, andati incontro col tempo a rotture e dissidi, per evidenti interessi umani, troppo umani di alcuni loro componenti. Come ammoniva Kremmerz, bisogna che il ricercatore faccia attenzione allo “Spirito di separazione”, che presto o tardi si affaccia alla sua coscienza, illudendolo di essere superiore a tutti i Fratelli e a tutti gli uomini!
Auspicabile è che coloro i quali prendono ancora parte a queste iniziative riconoscano umilmente gli errori del passato e ne facciano tesoro pel futuro.
Da tutto ciò si evince comunque che non tanto importante è, odiernamente, il vantato riconoscimento di una più o meno dubbia discendenza “ufficiale” dal primo Ordine Egizio, da parte di questa o quella fazione che pretende l'esclusiva, quanto l'avvenuto passaggio da mano a mano e da bocca a orecchio delle istruzioni utili ai praticanti, il tramandarsi dell' “idea” che costituisce il necessario lievito per il novizio, e lo stabilirsi del “contatto” con quelle Intelligenze che stanno “sopra” la catena originaria.
Sta al ricercatore vedere dove trovare ciò che secondo il suo cuore è più affine all'idea di cui Kremmerz si fece portavoce: poche parole, umiltà (restare sempre coi piedi per terra) e pratica di Amore e Volontà ermetica.
Da una lettera del Maestro Kremmerz ad un discepolo:
“Bisognerebbe capire che scrivendo, stampando o parlando di ermetismo non si fa che richiamare l'attenzione del lettore sul metodo, sulla forma, sulla possibilità di considerare il mondo in maniera differente della folla ordinaria. Ma l'ermetismo, come suo valore, non si presenta in atto se non nelle opere ed azioni individuali.
Quelli che vogliono parlare e spiegare al pubblico con criteri assoluti l'ermetismo, come se fosse un trattato di aritmetica o di patologia, danno la prima prova che non capiscono gran cosa della scienza o pretesa scienza che sia e di cui si assumono il sacerdozio.
Dare pubblicamente o in privato esempio di intolleranza, di bizze, di dissidi, è la negazione del principio di Amore.
Con l'attuale diffusa cultura generale, questo benedetto ermetismo ha bisogno di essere presentato con belle parole, con erudizione, con un certo senso di autorità scientifica, ma in realtà, con poche parole ed educando con la pratica e con l'esempio dovrebbe essere insegnato.
Vorrei vedere la faccia di Pitagora se redivivo assistesse a queste diatribe o leggesse articoli che fanno supporre nel loro autore uno dei grandi maestri illuminati. Insegnare è donare, ma per donare bisogna possedere.
Dunque per concludere bisognerebbe non dare lo spettacolo di odii, di bizze, di malanimo tra studiosi ed in realtà sentire veramente amicizia per tutti coloro che in una maniera o nell'altra danno le loro forze intellettive con larghezza alla propaganda di questi nostri studi. In altri termini sentire per tutti l'amore (scritto con l'A maiuscolo).
Initium sapientiae non timor Domini sed Amor hominum.”
I giovani o meno giovani che si sentano seriamente vocati all'ermetismo ed in particolare al percorso tramandato dal Kremmerz (ma non di stretta proprietà sua o di chiunque altro ne vorrebbe l'esclusiva!) prima o poi verrà ai ferri corti con se stesso, decidendosi a smetterla di leggere chiacchiere da perditempo e a mettersi alla cerca e all'opera...unica strada maestra per costruirsi la sua Conoscenza delle cose.
Un augurio di equilibrio e serenità da nient'altro che uno studioso.
Io.: A proposito dell'iniziativa del prof. Picchi, è interessante la risposta della scuolaermetica del dott. De Angelis, visibile a tutti e di cui ne riporto il contenuto:
“Egregio Sig. Fernando Picchi:
Dopo la riunione del 25 ottobre ultimo scorso e dopo una attenta lettura della bozza dello statuto dell’associazione, ho valutato la possibilità di entrare a far parte del gran progetto di unione di tutte le accademie della Mirjam,ma i diversi dubbi e le perplessità sorte in me non mi permettono di aderire, per ora, a questa grande iniziativa che tuttavia, credo possa fare grandi cose se usata nel modo migliore.
La ringrazio altresì , per l’invito a far parte del Vostro grande progetto, ma la presenza di perplessità personali vedasi la creazione di un capitolo direttivo composto da dodici Maestri e un forte limite all’espansione del potere miriamico tra i propri componenti prima e tra i nuovi entrati dopo, non mi permettono di unirmi a tutti voi.
Spero, tuttavia, che questa mia attuale non adesione non generi delle incomprensioni tra noi e solamente quando i presupposti saranno diversi da quelli odierni potrò rivedere la mia posizione attuale.
AugurandoVi la migliore fortuna
Un abbraccio
Fr.+ Renato VEHUIAH de Angelis
Li 13-11-2008”
Molto interessante la motivazione, a mio avviso. Viceversa, se non ho interpretato male le parole del dott. G., i Cavalieri del V Vangelo aderiscono all'iniziativa. Considerando che la SPHCI e la scuola di Cisaria non aderiscono, si hanno notizie di cosa faranno gli altri?
Lum.: Caro I., la motivazione del dott. De Angelis, rappresentante di una delle ormai molte filiazioni kremmerziane, sarà pure molto interessante, anche se a me pare che non spieghi granchè, ma stai attento a non confondere quella associazione sedicente SPHCI che di tale titolo può far uso solo perchè ne ha registrato il logo come si fa per l'insegna di una qualunque ditta, e la vera SPHCI di Kremmerz, che è tutta un'altra cosa, per fortuna.
S.: Leggendo l’articolo di C. G. sulla figura di Giustiniano Lebano, nel nuovo numero di “Elixir”, mi sono imbattuto in questa nota: ”Del tutto fantasiose ed afilologiche sono da considerarsi le teorie circolanti nel milieu kremmerziano, secondo le quali l’Ordine Osirideo Egizio rappresenterebbe una diretta filiazione delle antiche caste sacerdotali partenopeo-egizie. Tutte le scuole magico-esoteriche sviluppatesi a partire dal secolo XVIII, hanno tentato di legittimare la propria esistenza attraverso l’invenzione di origini fantastiche e leggendarie. (…)”.
In passato, mi è capitato di alienarmi la simpatia di alcuni amici “kremmerziani” per aver espresso un’opinione del genere riguardo l’antichità della Scuola e della linea iniziatica verso la quale faceva riferimento il Maestro di Portici.
Insomma l’origine egizia è un semplice Mito (termine, sia chiaro, che possiede non solo la valenza negativa di “fabula”, ma anche quella dell’elidiana ierofania –apparizione del sacro) o è possibile riscontrare un’effettiva continuità storica di significativi elementi rituali nilotici nell’operatività kremmerziana?
Che ne pensate?
C.G.: mio caro S., molti kremmerziani hanno interesse a sostenere talora l'insostenibile...è però necessario restare sempre con i piedi ben piantati sulla terra, altrimenti si rischia di perdere il lume dell'intelletto. E, de resto, nel milieu hermetico di origine partenopea non è difficile imbattersi in fantasmagorie ed in evocatori di fantasmagorie. In verità il sistema egizio-caldeo consegnatoci dal Kremmerz è certamente uno dei più seri e rigorosi ma nasconde un piccolo ed interessante segreto filologico che pochi hanno compreso. Se dunque mi chiedi se la Myriam e l'Ordine Egizio rappresentino le filiazioni di un pensiero sacerdotale partenopeo nilense antico, ti rispondo di no poiché non esiste alcuna prova scientifica a riguardo. e' però fondamentale non sottovalutare la profonda cultura di coloro che elaborarono il sistema magico partenopeo e non aggiungo altro...
S.74: A Napoli non mi stupisco che si tirino i pacchi sulle iniziazioni e sulle origini sacerdotali antiche :-)
A Napoli sono in grado di fare roba cinese falsa figuriamoci iniziazioni sacerdotali egizie eh eh eh!
Sid.: Visto che C. G. ha precisato vorrei nel frangente chiedere:
C'è un legame con i Terapeuti d'Alessandria che cacciati da Alessandria si sono rifugiati in parte ad Aquileia e parte a Napoli, indiscussa capitale della sapienza Mediterranea.
Le dottrine Kremmerziane sono in parte il frutto di quelle conoscenza? Sottolineo che nella città di Alessandria è nato e3 teorizzato il Cristianesimo e con molta probabilità la nascita di questa dottrina ha determinato la cacciata forzata di una scuola come i Terapeuti d'Alessandria.
C.G.: Caro Sid., io tento di ragionare sui documenti. non ho alcuna notizia di relazioni tra l'hermetismo egizio partenopeo ed il mondo della terapeutica alessandrina. quanto alle ironie di taluni che mi lasciano assolutamente imperturbato, diro' solo che io continuo a lavorare sulle fonti e non sulle fantasmagorie. sono oltremodo rispettoso di tutti coloro che la pensano diversamente dal sottoscritto. Volendo rispondere all'amico S74, mi sento di dire che qui non stiamo affatto parlando di pacchi napoletani! il Kremmerz ed il Lebano non erano affatto dei ciarlatani. stiamo parlando di persone assai profonde che avevano toccato con mano determinate realtà ed hanno tentato di consegnarle ai loro discepoli nella maniera migliore, servendosi di un sistema magico di indiscutibile valore. stiamo attenti a non fare confusione.
S.74: NON mi son spiegato con dovizia e quindi sono stato frainteso, mi riferivo non certo al Kremmerz o al Lebano, parlando di parafangari dell'esoterismo ma a molti odierni esponenti che spacciano se stessi per iniziati o diretti discendenti di magisti antichi.
Oggi va di moda presentarsi con etichette altisonanti e con filiazioni ultrapure ma sappiamo che la realtà è spesso diversa. Ma, ripeto, il mio pensiero ironico è sul periodo che io vivo e non certo su persone di ben altri periodi storici e serietà e anche “apertura”.
Daltronde il Kremmerz di battute su alcuni contemporanei dell'esoterismo ne faceva spesso, per cui anche allora, meno di oggi sicuro, comparivano balordi o tiratori di pacchi, strapacchi o contropaccotti.
Lum.: Mi scusi dottor G., capisco che il metodo rigoroso della ricerca basata sui documenti sia più che giusto, ma in relazione a certi miti, deve ammetterci che è proprio Kremmerz che lascia intendere di una realtà iniziatica plurisecolare all’origine dell’ordine Egizio. E dunque, seguendo la sua logica affermazione, Kremmerz intendeva idealizzare una realtà molto meno illustre e blasonata, di quanto ancor oggi certi pretenziosi gran maestri e gran maestre del circo kremmerziano continuano impunemente a millantare? E giusto a proposito, vorrei fare appello alla sua onestà intellettuale: secondo lei, quest’ordine egizio che pare assurto agli altari di mistica divinità mummificata, di cui ognuna delle tante agguerrite e guerrafondaie conventicole kremmerziane rivendica o si inventa una propria reliquia, dov’è finito dopo la morte di Lebano, di Caetani e di Kremmerz, se mai è esistito veramente o se invece non si è trattato di un cenacolo di tre-quattro iniziati di estrazione massonica? Non la prenda, mi creda, come provocazione, ma solo, come scrive lei, di una necessità di chiarezza a tutto raggio, oramai doverosa in questo campo minato di sòle, perché come ben dice S.74, su tanti, troppi fatti e personaggi dell’ermetismo od esoterismo odierni, non si può essere che amaramente ironici. Saluti fraterni.
I.: Se esiste una Tradizione esoterica Romana, occultamente tramandata e pervenuta nei secoli fino a noi intatta, come Reghini brillantemente spiega in un articolo di Introduzione alla Magia, nulla vieta che una Tradizione esoterica Egizia l'abbia preceduta e seguita stessa sorte.
Ad onor del vero, testimonianze illustri (e meno illustri) sono più numerose sulla seconda che sulla prima... Al limite è da dubitare che il collegamento alla Tradizione Egizia sia esclusiva proprietà e pertinenza dell'Ordine Egizio di kremmerziana memoria.
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(La discussione prosegue nella SECONDA PARTE)