Con due scritti attribuiti al Caetani

A cura di Orpheus

Riguardo alla parabola terrena di Leone Caetani (il nome originale della Famiglia era Cajetani, ma dalla seconda metà del XIX secolo invalse l’uso di utilizzare la forma attuale) molto si conosce in relazione alla sua attività di uomo politico e di studioso. Nato a Roma nel 1869 da una delle più antiche e nobili casate della Capitale (che poteva contare due Papi, Bonifacio VIII e Gelasio II, oltre che un numero ragguardevole di cardinali, condottieri, uomini di stato. Lo stesso padre di Leone, Onorato fu sindaco di Roma) dopo la laurea in lettere si dedicò allo studio dell’Islam primitivo, pubblicando per l’editore Zanichelli gli “Annali dell’Islam” in 10 volumi, opera che è attualmente considerata in ambito accademico come la più completa ed esaustiva sull’argomento. 

 

Deputato socialista, amico e collaboratore di Bissolati, fu Accademico dei Lincei (ancora oggi è presente presso tale Accademia il “fondo Caetani” con importanti documenti sulla figura e l’opera del Maestro) e per le sue dichiarate posizioni antifasciste ed anticlericali fu costretto a lasciare l’Italia per il Canada ove morì il 25 dicembre 1935. Le due fenomenali intuizioni del Leone Caetani storico dell’Islam furono in primo luogo l’interpretazione che, dietro la fulminea conversione alla Religione di Maometto da parte delle popolazioni non arabe del medio Oriente e dell’Africa settentrionale, vi fosse in realtà la mai sopita avversione verso il cattolicesimo niceneo dei seguaci delle eresie ariana, monofisita e nestoriana; in secondo luogo la valutazione (rivelatasi profetica) che l’indebolimento ed il crollo dell’Impero Ottomano avrebbe determinato l’affermarsi di un radicalismo islamico, per lo più di matrice sciita, con conseguente violento conflitto tra Occidente ed Oriente. Per tali motivi Egli, da Deputato, votò contro l’intervento italiano in Libia meritandosi l’appellativo di “Deputato Turco d’Italia”. La vicenda Iniziatica di “Don Leone” (come lo chiamavano i suoi discepoli) rimane quasi completamente sconosciuta fino agli inizi degli anni ’80 dello scorso secolo quando, a seguito della nota (e discutibile) iniziativa editoriale del gruppo “Agape” di Milano, per la prima volta venne reso noto che l’«OTTAVIANO» autore di memorabili interventi sulle riviste esoteriche “Commentarium” ed “Ultra” altri non era se non Leone Caetani, duca di Sermoneta e Principe di Teano. Nella stessa pubblicazione venne altresì svelato che don Leone era pure il misterioso «EKATLOS», autore dello scritto “La grande orma: lo scenario e le quinte” apparso nell’ultimo numero (dicembre 1929) della prestigiosa rivista “Krur” diretta da J. Evola. Successive testimonianze dirette (Ricciardo Ricciardelli, Del Pezzo di Capodisola, Philippe Encausse) e studi specialistici (Fenili, Baistrocchi, Guzzo, Maddalena) dimostreranno, non solo la veridicità di quanto dichiarato da “Agape” ma che addirittura Don Leone fu il successore di Filippo Lebano nella carica di Pontefice del Mizraim Napoletano, ovvero l’ultimo Capo dell’Ordine Egizio. L’unica figlia di «OTTAVIANO», la pittrice Sveva Caetani, morta nel 1994 senza eredi, ebbe a dire pochi mesi prima di morire ”ignoro quale fosse il reale percorso Spirituale di mio padre: Lui era molto riservato in proposito, quanto a mia madre (Ofelia Fabiani n.ta) escludo che ne sapesse alcunché. Ricordo che, sia quando eravamo a Roma, sia dopo il nostro trasferimento in Canada, si isolava in alcuni momenti del giorno, specie all’alba ed al tramonto; quando stava per morire, io gli domandai “ma papà, non vorrai mica morire proprio il giorno di Natale?” Lui mi sorrise e rispose ”per me è il giorno del Sole Invitto, il migliore per morire”. Non ci è dato aggiungere altro, questa è una rivista, se non che riteniamo un dovere verso il Maestro e verso l’Umanità, pubblicare qui di seguito questo suo breve discorso, per la prima volta accessibile a tutti.

TA’- MERI

 DISCORSO DI EKATLOS N. R. OTTAVIANO AD ALCUNI DISCEPOLI

Voi vi chiederete, ma quali sono REALMENTE le qualità che diversificano un Iniziato da un essere ordinario? Forse che L’Iniziato possiede un più solido spessore morale? Certo che no poiché la comune morale, cattolica e borghese, sta all’iniziato quanto il ventilatore all’esquimese! Dunque Egli si distingue dal volgo per cultura e genio? Tali doni, preziosi in verità, fanno di un uomo un erudito o un valente artista, o anche un ingegnoso scienziato ma essere INIZIATI, credete, è altra cosa. Presso l’Accademia dei Lincei, che per doveri Familiari ed obblighi di professione a lungo frequentai, rinvenni tanti Iniziati quanti cani labrador nel deserto del Sahara, ovvero: niuno. Ma allora, quali qualità deve possedere cotesto benedetto Iniziato di cui costui ci va cianciando? Una sola, diletti Fratelli e Figli: ESSERE UN INDIVIDUO COSCIENTE. Comprendere che ARS REGIA è da correttamente intendere non già come “Arte Reale” bensì come ARTE DEL REALE. Esser desti, come il Gautamo Bhudda raccomandò ai suoi discepoli prima di spirare. Leggete in modo REALE le vicende dei tempi, tenendo a mente l’Aureo insegnamento del Sublime ALESSANDRO, Conte Di CAGLIOSTRO: “Siate liberi, come liberi furono i Maestri e solo sul SILENZIO costruirete la parola”. Mi vien riferito di bizzarre iniziative, forse fondate su supposta generosità, miranti ad estendere al di fuori dell’Ordine i nostri Aurei insegnamenti. Quale aberrazione, a me socialista si venga a parlare di “pro salute populi”. Ma diamine, il Popolo ha bisogno di Giustizia, di Lavoro, di Istruzione, di abitazioni confortevoli e pulite, di scuole per i propri figliuoli, non già di Arcani di cui non capirà mai nulla! Il Nostro Ordine Venerato è così tanto sopravvissuto nei millenni perché l’Aureo deposito non fu di già gettato ai porci, ma affidato a POCHISSIMI ELETTI che seppero mantenere e trasmettere ai SOLI DEGNI il SECRETUM. La Via Magistrale è per pochissimi, ciò ho appreso dal mio Venerato Padre Iniziatore, Don Giustiniano Lebano, che molti tra voi ebbero la sorte fausta di conoscere: COSI’ EGLI APPRESE DAI SUOI PADRI E QUELLI DAI LORO, fino a ritroso nei TEMPLI DI MENFI. Così IO FARO’. Imperrocché, Amati Fratelli, LO SPIRITO NON E’ DEMOCRATICO!

 Leone CAETANI di Sermoneta

 Roma 1919

 (Tratto da www.sophia-arcanorum.eu)

Per integrare l’articolo aggiungiamo lo scritto seguente, informando tuttavia il lettore, per correttezza, che dei due testi attribuiti al Caetani, presentati a titolo di curiosità, non risulta ufficialmente confermata la fonte:

LEONE CAETANI: IL PROBLEMA DELL'ORA PRESENTE

L'Iniziazione Mediterranea ebbe ed ha tutt'ora, come Suo fondamento, la APOCATASTASIS, ovvero la Re-Integrazione nella Divinità,in contrapposizione alla semitica "resurrezione della carne". Ciò che è corruttibile, soggetto a degradazione e mutazione chimica,come il corpo, non può risorgere,ma è inevitabilmente destinato a perire. Ma ciò che Gli Egizi definivano AKH, ed I Greco-Romani chiamavano NOUS, è destinato all'immortalità,a condizione che Esso si elevi fino alla unione con il piano Divino. Perciò la "vita eterna", promessa dagli apostoli delle religioni semitiche NON ESISTE se non per pochissimi. La maggior parte degli uomini subirà la ENSOMATOSIS, la incorporazione dell'AKH in un nuovo involucro corporeo, come un evento fuori dalla portata della coscienza, dunque senza alcun ricordo delle proprie passate esistenze, che possono essere rammentate solo attingendo a quella limpida fonte di MNEMOSINE che viene rivelata agli Iniziati. I Culti Misterici, siano Essi stati Egizi,o Ellenici, o altro, non conoscono, ne' potrebbe essere il contrario, guerre di religione miranti ad imporre il proprio credo ad altri uomini. Gli Egizi erano molto tolleranti ed aperti ad altre religioni, come pure i Greci ed i Romani: sorse a Roma, infatti, il Santuario dedicato al Dio "Sconosciuto" ad indicare che Essi rispettavano e spesso veneravano, gli Dei di altri popoli tanto che il Culto di Iside e quello di Mithra, che è originario della Persia, si diffusero moltissimo durante il periodo imperiale. La Divinità Unica, Assoluta, rivelata, rende sempre gli uomini ciechi e deboli e tale debolezza aumenta laddove la trasmigrazione dello Spirito venga negata: unica vita, unico Dio, uguale intolleranza, sopraffazione, arbitrio, fanatismo. Tanto i Cristiani si lamentano delle persecuzioni subite quanto essi dimenticano le persecuzioni da loro perpetrate nel corso della storia: gli eretici vennero giustiziati per il solo torto di coltivare opinioni diverse dalla ufficiale (ed in lingua greca AIRESIS significa "SCELTA", onde qualcosa di normalmente lecito, visto che ognuno dovrebbe esser libero di compiere la scelta religiosa che maggiormente gli aggrada, diviene illecito e perseguibile), inoltre è nota la virulenza con cui furono colpiti ebrei e mussulmani: quando Goffredo di Buglione prese Gerusalemme tutti i seguaci di Maometto vennero passati a fil di spada ma non così si comportò Sal-Haal-ud-Din, che noi europei chiamiamo Saladino, che generosamente, quando Gerusalemme ricadde in mano Saracena, risparmiò la vita di tutti i cristiani presenti! Forse in modo minore ma lo stesso ebraismo, ed in parte anche l'Islam, si macchiò di gravi colpe in tema di intolleranza religiosa, sempre per la medesima pervicace convinzione di dover "convertire" il prossimo e cambiare il mondo! Poiché, però gli Dei Egizi, come Quelli greci e Romani e Quelli dei popoli nordici, non sono divinità rivelate ma si impongono come necessità sorta dall'esperienza, ovvero espressioni di forze concepibili come motori di fenomeni naturali, il Loro Culto adeguato, a differenza di quanto avviene per le Religioni di Abramo, non può che essere Misterico, onde svelato attraverso tappe successive comportanti iniziazioni che non a tutti, ed in specie al volgo, possono essere concesse! Quindi ad Eliopoli veniva insegnato il Mistero della Tri-Unità (che è cosa assai diversa dal cristiano "Uno e Trino"), a Memphi quello della incarnazione ed a Tebe quello della resurrezione. Oggi, nella cristiana Europa,  la immacolata concezione e la transustanziazione, vengono egualmente propinate tanto alla vecchietta quanto all'illustre scienziato! L'equivoco democratico, inammissibile nel dominio dello Spirito, ha infettato il mondo Occidentale fino alla gangrena e se non si esce da tale equivoco la fine dell'Occidente, entro il prossimo secolo sarà inevitabile. (Leone Caetani di Sermoneta, 1912)

(La fotografia "Leone Caetani a Montecarlo con la famiglia nel 1923", è tratta dall’opera “L’Arcano degli Arcani” – Ed.Rebis, col permesso dell’Editore)

 

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