Per comprendere se vi siano stati eventuali punti di contatto fra il Martinismo e una delle numerose organizzazioni miriamiche sorte all'indomani della scomparsa di Ciro Formisano, conosciuto nel milieu esoterico con lo jeronimo di Giuliano Kremmerz, dobbiamo esaminare alcune vicende personali che hanno coinvolto i protagonisti del tempo in cui tali contaminazioni esperenziali sono avvenute, vale a dire Francesco Brunelli, Luigi Petriccione e Carlo Coraggia.

Prima di addentrarci in questa disamina, è opportuno evidenziare che mancano il più delle volte i documenti che ci consentono di mettere la parola fine su alcune situazioni per cui si sottoporranno al lettore delle ipotesi plausibili, avvalorate magari già da altri autori che le hanno riportate in tempi non recenti e, per così dire, non sospetti.

All'indomani della fine del secondo conflitto mondiale,all'ingegnere Carlo Coraggia (1897 - 1982), conosciuto con lo jeronimo di Lehahiah, già membro della loggia Ankh insieme a Dunstano Cancellieri, è riconosciuto il merito di aver fondato il Centro Ermetico Universale Romano (C.E.U.R.), con sede nella Capitale in Piazza di San Lorenzo in Lucina. Per i non addetti ai lavori tale sigla ha individuato, invece, la Casa Editrice Universale di Roma che ha curato la pubblicazione dell'Opera Omnia del Kremmerz. Questa organizzazione esoterica, per la quale sono passati tutti i maggiori ermetisti italiani di quegli anni, ha operato, bene per alcuni male per altri, fino alla fine degli anni '80 e ha rappresentato il centro di diffusione del pensiero e dell'opera kremmerziana, sia miriamica sia osiridea, non solo nel territorio nazionale, ma anche all’estero.

Il prof. Luigi Petriccione (1928 - 1995), individuato con lo jeronimo di Caliel e da diversi altri nomi a seconda dell'organizzazione esoterica di appartenenza (Izar, Tau Chrisogonos, Userkaf, Doctor Latomarius), profondo cultore dell'esoterismo e della magia cerimoniale, già dal 1957 è iscritto a Napoli ad una delle accademie kremmerziane dipendenti dal C.E.U.R. e facenti riferimento a Giovanni Pica (Eiael). Successivamente entra a far parte in una delle terne operative, riservate ai cosiddetti osiridei, una sorta di circolo interno del C.E.U.R. Per sopraggiunte incomprensioni, Petriccione se ne distaccherà del tutto, alla fine degli anni '60. Dopo tale esperienza, pur continuando a mantenere rapporti con altre accademie kremmerziane non in orbita C.E.U.R. (es. Accademia Pitagora di Bari gestita dal farmacista Donato de Cristo, Harahel) ritiene di aver ormai acquisito conoscenze tali da poter creare un proprio ordine iniziatico e proseguire per la sua strada. Nasce così la Fratellanza Ermetica dellaRosa+Croce d'Oro Italiana e viene ordinato Vescovo Gnostico da Loris Carlesi (Tau Johannes), primate della Chiesa Gnostica d’Italia. Dopo qualche anno Francesco Brunelli (Nebo) gli conferirà la qualifica di Iniziatore Martinista (S.I.I.). In seguito a tale ricerca personale Petriccione, unitamente ad altri esponenti di diverse organizzazioni esoteriche, durante il Conventum di Lucca del 23 settembre 1976, dà vita all'Alleanza delle Fratellanze Ermetiche Italiane. Il documento principale prodotto dal Conventum fu il Sacramentario Segreto Ermetico Gnostico, ad uso esclusivo delle organizzazioni aderenti. Il Sacramentario porta le firme di Luigi Petriccione (Gran Maestro della R+C d'Oro Italiana e dell'Ordine Martinista di Rito Napolitano), Francesco Brunelli (da poco G.M. dell’Ordine Martinista Antico e Tradizionale e primate della Chiesa Gnostica Universale), Giuseppe Costa (International Association For Preservation and Knowledge of MasonicOccultism), Filippo Donato (Rose+Croix Catholique, ramo Sar Peladan per l'Italia), Elio de Pasquale (Frazione Federata Ordo Romanus Magistrarum Antiquorum) e Mario Betti (Obbedienze Kremmerziane non Miriamiche associate). Il Sacramentario, inizialmente segretissimo e oggi pubblicato per conto di un noto editore viareggino, è importante in quanto contiene, fra l'altro, per la prima volta l'esposizione dei rituali kremmerziani e di alcune metodologie operative legate ai rituali di purificazione lunari e terapeutici, fatto che non passò inosservato ai vertici del C.E.U.R.

Ma veniamo al personaggio che nel periodo del suo magistero ha portato il Martinismo alla sua massima espressione nella nostra penisola: si tratta del dottor Francesco Brunelli (1927 - 1982) conosciuto prima con lo jeronimo Mercurius e successivamente, cosa di notevole importanza per lo studio che vogliamo condurre, con quello di Nebo. Senza entrare nelle diverse vicende, che lo hanno visto protagonista, senza pari, nella storia del Martinismo contemporaneo, azioni determinanti più o meno condivisibili, vediamo quali sono stati gli eventuali punti di contatto fra Martinismo e ambiente kremmerziano. Un indizio proviene da Ugo Danilo Cisaria (Asaliah), allorché nell’articolo “Precisazioni – Dichiarazioni – Chiarimenti”, datato 18 dicembre 2008, successivo alla pubblicazione del suo libro “L’Ordine Egizio e la Miriam di Giuliano Kremmerz”, fa riferimento all’osirideo Arduino Anglisani quale maestro riconosciuto di Carlo Coraggia (fondatore del C.E.U.R.), Augusto Lista (Maestro Venerabile della loggia Ankh) e Francesco Brunelli. Altro indizio ci viene direttamente dal Brunelli, il quale dedica un intero capitolo del suo libro “Il Martinismo e l’Ordine Martinista” (1980) ai c.d. “martinisti napoletani”. Qui si sostiene che il Kremmerz fu introdotto da Pasquale de Servis (Izar) dal Papus che lo fece accogliere nella cerchia dei martinisti francesi. Quanto asserito dal Brunelli è verosimile in quanto il Kremmerz soggiornò in Francia per almeno quattro anni, dal 1888 al 1893. È appena il caso di ricordare che Stanislas de Guaita fonda la R+C Cabalistica nel 1888 mentre il Supremo Consiglio dell’Ordine Martinista è convocato dal Papus nel 1891. Sono proprio gli anni in cui il Kremmerz soggiorna in Francia e non è da escludere che sia stato affascinato da questa vera e propria ondata di rinascenza esoterica. D’altronde basti dare un’occhiata al testo “Avviamento alla Scienza dei Magi”, pubblicato dal Kremmerz nel 1917, e vedere quante volte si citano Eliphas Levi, Papus, Stanislas de Guaita, Louis-Claude de Saint Martin e Martinez de Pasqually per comprendere come sia stato favorevolmente colpito dalle idee circolanti negli ambienti martinisti d’oltralpe. Ed è proprio a Bari che il Kremmerz, per porre le basi delle sue accademie si affida a personaggi come Giacomo Borracci, Michele de Vincenzo Majulli e Enrico Vigliano, tutti noti martinisti pugliesi.

Ma il Kremmerz si spingerà oltre. Infatti, così come Stanislas de Guaita e Papus, al momento di costituire rispettivamente la R+C Cabalistica e l’Ordine Martinista, pongono al vertice un Collegio di dodici iniziati, il Kremmerz al momento di istituire la sua “Fratellanza Terapeutico-Magica di Miriam” la pone alle dipendenze di “Dodici Supremi Vecchi Maestri del Collegio Operante”, così come riportato nella “Pragmatica Fondamentale”. Quando si dice, le coincidenze!

Andiamo oltre. Luigi Petriccione dopo la rottura con il C.E.U.R. (ricordiamo avvenuta alla fine anni ’60) sebbene in grado di proseguire da solo per l’esperienza maturata ha comunque bisogno di “compagni di percorso” con cui confrontarsi e probabilmente creare un’alternativa all’ordine di provenienza. Sicuramente il suo riferimento non può che essere Francesco Brunelli, già noto per gli incarichi ricoperti in diverse organizzazioni esoteriche e per aver fatto parte (anni ’60) di una delle terne operative del C.E.U.R. (come si evince da quanto scrive U.D. Cisaria), quindi già a conoscenza di determinate pratiche operative e testi di istruzioni (fascicoli A, B, C, D e Corpus). È in coincidenza (ancora una) di queste frequentazioni in seno al C.E.U.R. che Brunelli, cambia  il suo jeronimo da Mercurius all’equivalente caldeo Nebo (1961). È superfluo sottolineare il ruolo che assume la theogonia caldeo-egizia in ambito C.E.U.R. e come il Brunelli possa esserne stato attratto, tanto da “aggiornare”, senza mutarlo, il suo nome iniziatico.

Dal 1974 Brunelli è Gran Maestro dell’O.M.A.T. e nel 1976, come già visto sottoscrive, unitamente a Petriccione e ad altri esponenti di organizzazioni esoteriche, l’atto costitutivo dell’Alleanza delle Fratellanze Ermetiche Italiane. È da notare che all’art. 1 di tale atto costitutivo è detto: “Nasce una nuova forza magica basata sul pensiero Martinista e sulla terapeutica Rosa+Croce” e al successivo art. 2 “Le due forze insieme [Rosa+Croce e Martinismo, n.d.r.] richiamano tutte le scuole ermetiche nell’ideale unico della formazione del Cristo in noi”. Non si sbaglia se si sostiene che sia stata voluta, in quella sede, una commistione stretta fra Martinismo e terapeutica kremmerziana, a maggior ragione che all’art. 21 dello Statuto si fa riferimento a “sigilli, cifre e caratteri” e per chi è addentro la materia, ne comprende gli usi terapeutici propri delle accademie kremmerziane. Sono questi gli anni di maggiore attività del Brunelli.

Altro avvenimento degno di segnalazione è la consegna da parte del Brunelli, nel 1980, ad alcuni S.I.I. martinisti, in via molto riservata, dei libri “P” e “T”, ma anche del “Corpus” unitamente ai fascicoli A, B, C e D, vale a dire l’intero corpo dottrinario kremmerziano.

Quindi alla nostra domanda iniziale se vi siano stati eventuali punti di contatto fra il Martinismo e una delle numerose organizzazioni miriamiche, alla luce di quanto esposto e delle univoche coincidenze rilevate, si può dire che gli indizi sono tanti e tali da costituire una prova, e pertanto, vi è stata realmente una contaminazione rituale fra martinismo e kremmerzianesimo.

Al contempo, preme sottolineare che ad essere destinatari di tali fascicoli sono stati solo alcuni (pochissimi) S.I.I. e non tutti, indipendentemente dal loro sesso, e certamente non per creare martinisti di serie A o B, ma semplicemente in funzione delle attitudini operative individuali. Di qui si comprende come alcune prese di posizione, riguardo al Brunelli, sul fatto che abbia deliberatamente modificato la ritualità martinista, in funzione di quella kremmerziana, non hanno fondamento. Infatti, la ritualità martinista tradizionale non è risultata modificata, ma semplicemente si è arricchito il deposito iniziatico dell’Ordine. Il martinista, d’altra parte, ricevuto uno strumento, è sempre stato libero di renderlo operativo o meno allo stesso modo che è sempre stato libero di approfondire il suo percorso bussando alle porte del tempio di altra organizzazione esoterica. Nulla di più, nulla di meno.

(Tratto dall’opera: Martinismo e Via Martinista di F. Goti - Edizioni Lulu - Fuocosacro -http://www.lulu.com/spotlight/lachimera70)

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