Un importante contributo alla comprensione del pensiero e dell’opera di Aleister Crowley - Prima parte.

« La Gnosi è essere; è anche un fare, ma un fare per essere. Il fare ha per fine l'unione del microcosmo col macrocosmo; in termini mistici, l'unione dell'uomo con Dio. La via è: vivere di Dio, inebriarsi di Dio, saturarsi di Dio ». Queste parole che potrebbero essere state scritte da un contemplativo medievale, sono di Aleister Crowley (1875-1947), scrittore, mistico, adepto e mago. A settant'anni dalla morte, si addensano ancora su di lui ombre scure d'una tenebrosa leggenda, equivoci e fraintendimenti, soprattutto da parte di quei critici che sanno di Crowley per sentito dire. L'Iniziazione non è una « scienza esatta », anche se, a viverla, si rivela la più esatta di tutte le scienze. 

Dire che la terra girava intorno al sole sembrò assurdità e blasfemia ai tempi di Galileo. Altrettanto, che essa avesse forma sferica. Però le scoperte di Copernico, di Toscanelli e dello stesso Galileo poterono essere dimostrate, anche se parecchi anni dopo che erano sorte nella mente dei loro autori, e non senza processi e crocifissioni morali.

Anche in tempi recenti, il cammino della conoscenza ci mostra come un'idea possa sembrare assurda, pericolosa o immorale Se vista attraverso l'ottica deformante del pregiudizio e del dogmatismo Crowley ci sembra un esempio significativo di questa condanna per ottica deformante, di questa tendenza che porta ad escludere arbitrariamente ciò che appare «altro», «diverso», senza alcun tentativo serio sia di conciliare i pretesi opposti, sia di capire senza la preclusione di schemi deterrenti.

Ecco perché, con obiettività di presentatori, prendiamo in esame un libro apparso molti anni fa in traduzione italiana, che si intitola « Il risveglio della Magia »; ne è autore Kenneth Grant, che fu discepolo di Crowley e ne continuò l'opera, prima nella Comunità fondata da Crowley in Sicilia e che recava il nome di Sovrano Santuario della Gnosi o Grande Fratellanza Bianca, o Comunità di Thelema, poi nell'Ordo Templi Orientis (0.T.0.).

Stralceremo e commenteremo da questo libro, soprattutto per ciò che riguarda la componente mistica del pensiero della scuola di Crowley, trascurando — poiché ci appare di minore interesse —l'altra componente, quella magica, cui il titolo allude.

In questo sistema c'è infatti una struttura portante magica (la magia come arte di produrre cambiamenti, secondo la definizione data da Crowley) e una struttura portante mistica. Prendiamo in esame soprattutto quest'ultima affinché il lettore possa scorgere e giudicare quanto in essa vi sia di significativo, ai fini del raggiungimento della Gnosi o di non pertinente. Kenneth Grant, d'altronde, esamina soprattutto il pensiero del maestro e lo fa documentatamente, con rigore di scienziato (« scienza » deriva da «scio» = so. So perché rifletto, paragono, stabilisco rapporti, conseguo) tenendo presente il che cosa, il come, il perché. Uno scienziato deve essere sopratutto onesto, nell'affrontare la questione con chiarezza. Perciò, all'inizio del libro, Grant riporta uno scritto di Crowley che risponde proprio alle accuse che gli erano state mosse, relative a pretese pratiche «nere» (queste accuse durarono praticamente per tutta la vita di Crowley. Oggi, anche se da qualche parte la leggenda tenebrosa continua, nessun testo critico serio, dall'Enciclopedia Arcana ediz. Sugar a « Tecniche dello Yoga » di Mircea Eliade, presenta un Crowley maestro di magia nera o di arti diaboliche).

L'articolo di Crowley citato da Grant fu pubblicato su un quotidiano inglese e denunciava, senza mezzi termini, la magia nera:

« Per praticare la magia nera si deve violare ogni principio della decenza, della coscienza e dell'intelligenza. Si deve essere ossessionati dall'idea insana dell'importanza da attribuirsi all'insignificante oggetto dei nostri miserabili ed egoistici desideri. Sono stato accusato di praticare la magia nera. Su di me non è mai stato detto nulla di più folle: io disprezzo tale magia in così grande misura che m'è difficile pensare che vi siano persone così degradate e idiote da praticarla. So però che esistono molti che abusano delle doti spirituali per ottenere da queste pratiche vantaggi insignificanti e temporanei ».

E ancora: « L'unico rituale supremo è l'elevazione dell'uomo completo in linea retta verticale. Ogni deviazione da tale linea tende a divenire magia nera. Vi sono forme di magia totalmente nera: tra queste figura l'uso della forza spirituale per fini materiali » (Per Crowley tutti coloro che celebrano riti per il raggiungimento di vantaggi materiali, i guaritori mentali, gli indovini di professione, i preti della Chiesa Cattolica che accettano denaro per la celebrazione di messe, sono tutti ipso facto maghi neri, perché ven-dono i poteri più elevati in cambio di benefici grossolani).

« Al di sotto di essi, oppure, in certo senso, al di sopra, sono gli Adepti del Sentiero della Mano Sinistra. Sono quelli che si chiudono, che rifiutano il loro sangue alla Coppa, che hanno calpestato l'Amore nella corsa al loro desiderio di grandezza. Essi, orgogliosi, si fabbricano una falsa corona con l'orrore dell'abisso, si chiudono in se stessi e, quando la forza che li ha fatti quali sono si esaurisce, le loro torri crollano... Non così i Maestri del Tempio che siedono nella Città delle Piramidi e si nutrono di conoscenza»...

Perché allora il nome di Crowley è ancora associato alla funesta stregoneria? La ragione, osserva Grant, è da rintracciarsi ancora in un millenario, deprecabile condizionamento.

In una persona vissuta cinquemila anni fa, prima che venisse scritta la versione biblica del Genesi (parliamo di « versione biblica », perché, come i nostri lettori sanno, esistono cosmogonie-teorie sulle origini dell'universo sumeriche, egizie, induiste, greche, per cui la Bibbia non è l'unica fonte, anche se è la fonte ufficiale ebraico-cristiana), in un individuo di cinquemila anni fa, dunque, il culto di Shaitan (in seguito Satan = colui che unisce il Nord e il Sud, come mostra Grant su basi cabalistiche e glottologiche. Tuttavia, al mutamento del nome corrisponde nei popoli antichi una degradazione dell'immagine) non avrebbe evocato alcun senso di perversità o di aberrazione, .come non ne avrebbe evocato nelle successive tradizioni pagane, più aperte, libere dal pensiero del peccato, non ossessionate dall'idea del sesso come male, come colpa.

Sino a quando, premette Grant, non affronteremo l'argomento nello spirito di una inchiesta imparziale, interpretando i concetti più secondo il loro valore originario che alla luce della loro successiva decadenza, non saremo in grado di comprendere la vera natura del risveglio cui Crowley e altri hanno contribuito.

I concetti e i simboli antichi erano già al tramonto prima che la Chiesa Cattolica desse il colpo di grazia alla loro vitalità. Già nella Apocalisse di San Giovanni vengono presentati solo frammenti degli antichi misteri. Su questi frammenti mutili agirono i travisatori volontari della antica conoscenza, effettuata a scopi politico-sociali (la necessità di continuare a sviluppare la società patriarcale, accrescendo la divisione fra i sessi, come vedremo in seguito) e le interpolazioni e le scritture di copisti non iniziati che ne mutarono o distorsero il senso originario. La stessa continua mutilazione avvenne sui simboli delle antiche catacombe e sui documenti e sui testi che spesso vennero distrutti o volutamente distorti per far posto a un « credo » unico, perentorio, a una serie di dogmi esclusivi e, in parte, anormali e contraddittori: la « resurrezione della carne », per esempio, in una religione che mortifica la carne e le nega ogni diritto di essere, se non come imperfetta, corrotta dimora di un perfetto, incorrotto spirito.

A parte alcuni testi gnostici che rimasero in possesso dei Padri della Chiesa, solo i monumenti e i testi funerari dell'antico Egitto rimangono a testimonianza dell'antica conoscenza.

« Per quanto strano possa apparire » — afferma Grant —« quella che oggi sta risorgendo come Nuova Gnosi è la Gnosi precristiana, anche se di questo risveglio appaiono solo segni incerti e discontinui. Questa Gnosi è l'oggetto del « Libro della Legge » di Crowley, che egli dice essergli stato ispirato da una entità che pare affine agli Dyan Chohan (= spiriti planetari) usati dalla Blavatsky e da altri come canali di rapporto con l'umanità. Lo Spirito con cui, a sua detta, Crowley sarebbe entrato in comunicazione, gli apparve come un messaggero del più antico Dio, la cui immagine era venerata nei deserti sotto il nome di Shaitan, e, ancor prima, come Set, l'anima o il doppio di Horus (il dio egizio figlio di Iside e di Osiride).

 

 

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