Lettera aperta ad un lettore:

G. R. (Varese) - Ho seguito con molto interesse quanto da voi pubblicato sulla Chiesa Gnostica e ho cercato di documentarmi attraverso la lettura di vari testi sull'argomento. Risultato: ha creato confusione anziché chiarezza. Vorrei pertanto che mi forniste alcune indicazioni sull'origine e sul contenuto originario della Gnosi, della quale ho trovato elementi contraddittori sui fondatori delle varie scuole e movimenti, ma nessun capostipite a cui farla risalire, come ad esempio per la religione Cristiana od altre. Inoltre gradirei mi fossero chiariti i fini che vi proponete nel far riemergere dall'ombra una Chiesa, anche se Gnostica, in un tempo in cui tutte le Chiese sembrano aver fallito il loro compito e gli uomini sono, arrivati all'età della maturità e della ragione per cui non hanno più bisogno di mediatori nel rapporto con la divinità.

Della confusione, addirittura babelica, che aggredisce e disorienta lo studioso nel suo avvicinarsi allo Gnosticismo, sono chiaramente colpevoli... i « Santi Padri » della Chiesa Romana e questo è detto senza ironia alcuna od accusa non provata. Dal I al III secolo fiorirono moltissimi movimenti gnostici, i quali rappresentarono in essenza l'inserimento della salvezza cristica nelle varie tradizioni misteriche di cui utilizzarono la fraseologia, le cosmogonie e la ritualità.

Ed è appunto nell'ambito dello Gnosticismo che sorse il Cristianesimo, il quale ad un certo momento si scisse in due correnti: una essoterica istituzionalizzatasi che — pur inserendo nella sua dottrina e ritualità tutti i motivi ricorrenti nelle varie formulazioni gnostiche — si corruppe poi di mondanità e tramutò il Suo Mistero vitale, fatto di esperienze interiori, in semplice sentimentalismo religioso ed esteriorità di culto; ed una esoterica che — ritiratasi nell'ombra e nella clandestinità — fece perdere le sue tracce in quanto vincolata dalla disciplina del segreto allo scopo di preservare l'integrità della Tradizione ed evitare ogni profanazione.

La corrente essoterica (affermatasi grazie all'appoggio delle armi imperiali in quella che è conosciuta come « alleanza fra trono e altare »), nel tentativo di sradicare anche il ricordo di una « Gnosi » dalla storia, distrusse allora ogni traccia della letteratura gnostica su cui poté mettere le mani (ci vien detto che il fuoco dei bagni e dei forni di, Alessandria fu alimentato per sei mesi con i manoscritti di quella grande biblioteca). Perciò per incontrare una manifestazione visibile della « Gnosi » occorre arrivare addirittura al secolo XII in cui si ebbe, particolarmente nel mezzogiorno della Francia e nel centro dell'Italia, un fiorire straordinario di fervore religioso e finalmente alla fine del XVIII secolo, allorché Giulio Doinel fondò la Chiesa neo-catara; ma è soltanto nel 1907 che fu costituita la Chiesa Gnostica Universale, come una federazione di libere Chiese, di cui fu allora capo riconosciuto Jean Bricaud e in cui converse la corrente Gallicano Vecchio Cattolica assicurandole così la validità di una ininterrotta successione storico tradizionale oltre il sigillo iniziatico che già le perveniva tramite la Chiesa Johannita e l'Ordine del Tempio.

Quanto alla sua letteratura, oltre quella trasmessa e custodita gelosamente in strettissime cerchie di Iniziati e perciò inaccessibile al semplice studioso, si conosceva fino a poco tempo fa quanto ci proviene da fonte « romana » in versioni volutamente distorte, spregiative e a carattere confutatorio; solo con gli scavi degli antichi monumenti, inghiottiti nel tempo dalle sabbie, si cominciano oggi a riscoprire i suoi frammenti autentici, anche se è inspiegabile o meglio fin troppo chiaro come mai a distanza di tanti anni dal loro ritrovamento solo una minima parte sia stata resa pubblica.

Queste le ragioni per cui non è possibile, malgrado i più lodevoli e seri sforzi dei ricercatori, rintracciare un inizio storico preciso della Gnosi. Lo storico Von Hose, dopo aver dedicato la maggior parte della sua vita a ricercare i fondamenti dell'Antico Gnosticismo, arriva appunto alla conclusione che è sì possibile risalire ai fondatori delle varie scuole e sistemi ma non ad un capostipite di esse. Vero è che sul nudo tronco cristico sí inserirono volta a volta predominanti concezioni giudaiche, elleniche ed orientali (è da tener presente l'estrema ellenicizzazione della Palestina all'epoca del Gesù storico), ma, essendo caratteristiche essenziali dei movimenti gnostici l'ecletticismo e la sintesi, le distinzioni fra le varie componenti sono estremamente difficili.

Si potrebbe riconoscere il simbolico capostipite della « Gnosi » in Melchisedek, il « senza padre, senza madre e senza sesso; che non ha né inizio né fine ». Per parte nostra cercheremo, per quanto ci sarà consentito, di colmare molte lacune storico-ideologiche dei movimenti gnostici antichi e chiarire molte idee errate sullo gnosticismo moderno in tutte le sue denominazioni poiché la Gnosi — sintesi integrata ed integrante della Tradizione Una — si è manifestata nei millenni in una quantità di Associazioni Iniziatiche che sono ricordate come « Misteri » (di Egitto, Grecia, Roma, Babilonia, Siria, Persia, India, Messico, Perù, ecc.) e alla cui sorgente si rifanno gli Ordini iniziatici attuali, anche se la maggior parte di essi stanno. ormai morendo perché lo spirito di profanità, competitività, di personalismi e beghe di ogni genere si sono infiltrati in essi, spegnendovi l'alito della. Saggezza.

Epigoni del moderno rifiorire Gnostico furono alla fine dell'800 Blavatsky, Steiner, Sedir, De Guaita, Papus, Levi, Heller, Gurdjeff, Ouspensky, Meads e nei loro scritti si può ritrovare intessuta la storia delle principali tradizioni gnostiche, abbraccianti sia il Buddismo, l'Induismo, il Taoismo, che l'Alchimia Ermetica, come l'insegnamento Sufico e lo Gnosticismo mediterraneo. La Chiesa Gnostica o di conoscenza poi è uno dei tre aspetti in cui si esprime ancor oggi la R + C nel visibile e se ha seguito i nostri precedenti articoli, si sarà reso conto che qui si tratta non di una Chiesa (sarebbe più appropriato chiamarla Comunità) nel senso limitatamente teologale, ma di Chiesa esoterica e interiore nella sua accezione greca (Eklesia adunata = assemblea e il Maestro Gesù ha assicurato che ove 2 o 3 sono riuniti in suo nome, il Suo Spirito è in mezzo a loro, cosicché una comunità sacrale di 2 o 3 o 10.000 persone assume carattere sacramentale o di una realtà che produce la presenza cristica nella dimensione terrestre); dunque non un'istituzione umana ma un accadimento prodotto dal ritrovarsi di uomini svegliati (risorti in Cristo poiché questa resurrezione in Cristo, corrisponde al risveglio dell'anima) e limitata esclusivamente allo svolgersi di un rito, in cui si concreta nel visibile un riflesso vivente della Chiesa Invisibile, o Comunione dei Santi del Pleroma; sicché, una volta scioltasi l'assemblea, il cuore di ogni membro diviene il tempio in cui « si adorerà Dio in Spirito e Verità ».

Quindi l'Eklesia Gnostica non è affatto un edificio umano, fondato in terra che, per conservarsi, deve mantenere inalterate le sue pietre, bensì un edificio spirituale che sempre si rinnova senza mai esaurirsi e rimanendo tuttavia inalterabile: la pietra è pura apparenza che il tempo spazzerà via, mentre lo Spirito è l'Unica Realtà eterna che diviene contingente nella comunione delle anime impegnate nella stessa azione sacrale e prelude alla comunione fraterna che dovrà regnare un giorno fra tutti gli uomini. E all'avvento di questo Regno l'Eklesia Gnostica prepara la strada come già fece il Battista al Divino Rabbi di Galilea. E non è che i moderni gnostici vogliano far rivivere i miti creati dagli antichi gnostici con le loro ardite e poetiche speculazioni metafisiche ma, al di là di schemi, programmi, dogmi, riprenderne lo spirito di ricerca e di sintesi (che è sete e fame del « meglio » ed esperienze spirituali vissute) e perciò si qualificano gnostici in quanto si afferma soprattutto la validità della Conoscenza diretta. Nessuna dottrina o credo, ma soltanto un principio indefettibile accomuna inoltre tutti gli gnostici attuali e cioè la realtà del Cristo Eterno ed Universale — l'Unto di Dio — secondo aspetto del Logos che — in unione col primo aspetto, il Padre — attua l'avvento del Regno del terzo aspetto, lo Spirito Consolatore, il Paracleto. Qualsiasi parvenza di organizzazione all'interno delle Comunità Gnostiche locali e nei loro interrapporti è vista e considerata esclusivamente come funzionale, cioè al servizio delle stesse Comunità e del loro impegno da attuare, o da questo derivante.

Prassi comunitarie, formule, riti, qui derivano tutti da influenze che si sono nel tempo inserite nella tradizione gnostica; ma il rito è considerato strumento di lavoro occulto onde creare canali per la discesa sul nostro piano di forze dei piani superiori per la « Santificazio » anzitutto dei suoi membri e la successiva preparazione dell'avvento del « Regno », e in questo si ricollega spiritualmente alle grandi correnti misteriosofiche magiche e religiose di ogni tempo e luogo, per quanto vi è ancora in esse di autenticamente valido e adeguandosi in modo particolare alle prime Co-munità cristiane prima del sorgere del « Cesarismo ecclesiastico ». Pur essendo animata dalla più ampia comprensione per qualsiasi fede o confessione, mantiene la « disciplina del segreto » ed ammette ai suoi riti solo gli Iniziati ai medesimi; ma in pratica l'accesso alla Iniziazione gnostica è aperto a chiunque, in purezza di mente e di cuore, sia disponibile per il risveglio (risurrezione in Cristo) e scelga di attuare nella sua vita di tutti i giorni i precetti della sua Religione, sia ebreo, mussulmano, indù o cristiano.

Simbolo dell'Eklesia Gnostica è la Rosa Croce (mirabilmente lumeggiata nei « Cavalieri del Cigno » cercatori del « Santo Graal ») con chiaro riferimento a quanti nel corso della storia umana hanno adottato le di-scipline portanti a uno stato di conoscenza e di risveglio, con l'avanzare sul sentiero di una conoscenza tradizionale e con l'utilizzare la razionalità nell'affrontare l'irrazionale e sovrannaturale in una continua, vasta, integrale esperienza, sia interiore che esteriore.

(Tratto da un raro articolo di Luigi Petriccione del 1976)

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