rosa paracelsoIl secondo e nuovo numero della rivista "La Rosa di Paracelso", contenente un saggio di Luca Valentini sul Diabulus secondo l'insegnamento di Rudolf Steiner: una pubblicazione preziosa grazie all'infaticabile impegno di amici e di studiosi serissimi nel mondo degli studi sull'esoterismo occidentale.

La Rosa di Paracelso

Rivista di studi sull'Esoterismo occidentale

Direzione e Redazione 
Claudio Bonvecchio | Christian Giudice | Michele Olzi | Roberto Revello

Comitato Scientifico 
Claudio Bonvecchio | Michele Olzi | Roberto Revello | Mauro Ruggiero | Simona Cigliana | Daniela Gulino | Bernardo Nante | Christian Giudice | Moreno Neri | Antonio Girardi | Hans Thomas Hakl | Fabrizio Sciacca |

 

“Paracelso…raccolse nell’incavo della mano il piccolo pugno di cenere e disse una parola a bassa voce. La rosa risorse”.

Così termina il celebre racconto di Jorge Luis Borges intitolato “La Rosa di Paracelso”. Un racconto che, in pochissime righe, esprime l’essenza stessa della Tradizione Esoterica, come solo i grandi Iniziati, i grandi poeti e i sublimi scrittori sanno cogliere e comunicare. Sempre in questo racconto, un'altra frase è, assolutamente, da far propria da parte di chi crede nella Tradizione. È quella in cui Paracelso ammonisce il suo giovane (e scettico) ipotetico discepolo: "Ogni passo che farai è la meta". La meta di ogni ricerca genuinamente esoterica è, infatti, la strada che si intraprende: passo, passo. Porre come obiettivo predefinito una meta – la Meta – è un atto di superbia: anzi di protervia. Mette al primo posto l’Io, il soggetto, il suo soddisfacimento e non il lavoro, la fatica, il raccoglimento, la meditazione, il sacrificio, l’ascesi e la rinuncia a tutto ciò che è apparenza: a tutto ciò che tiene ancorato lo spirito alla non-realtà che ci circonda.
Tanti, oggi, sono coloro che – sulla scia del non-discepolo di Paracelso – cercano, spasmodicamente la meta. E si perdono lungo la strada che non riescono e, neppure, sono in grado di percorrere: perché a loro manca l’umiltà, il silenzio e lo studio. Lo studio perché se la Scienza Esoterica è, certamente, pratica è anche apprendimento, studio, disciplina e confronto. Il silenzio perché solo nel silenzio interiore (e esteriore) è possibile distillare un sapere raccolto e intimo: un sapere del “cuore” e nel della mente, del pensiero discorsivo. L’umiltà perché solo con l’umiltà si può oltrepassare la superbia e la tracotanza dell’Io: il principale ostacolo nel cammino della Tradizione.  

N° 2 (2017): Diabolus in singulis est: Il Diavolo, Satana e Lucifero - Diabolus in singulis est: The Devil, Satan and Lucifer

I più recenti studi di Massimo Introvigne, Per Faxneld, Jesper Aagard Petersen e Ruben van Lujik hanno messo in luce, sotto vari aspetti, il rilievo della figura e della simbologia legate al Diavolo. Tal rilievo storico riguarda allo stesso modo la Storia delle Idee, così come quella dell'Esoterismo Occidentale che dei Nuovi Movimenti Religiosi. Le idee e immagini di Diavolo in quanto Diaballein, del luciferico angelo decaduto, così come di un essere androgino o di uno “spirito della terra o di opposizione” hanno suggestionato e continuano a interessare le più diverse dinamiche a livello storico, sociale e culturale concernenti i gruppi e varie correnti del Satanismo, passato e odierno.

The most recent studies by Massimo Introvigne, Per Faxneld, Jesper Aagard Petersen and Ruben van Lujik have highlighted, in different manners, the prominence of the figure and symbology of the Devil. Such a historical prominence may be noticed in the History of Ideas, and both in the domain of Western esotericism and in that of New Religious Movements. The ideas and the images of the Devil as Diaballein, of the Luciferian fallen angel, along with the ideas of an androgyne being or of a ‘spirit of the earth or of opposition’ have impressed and continue to interest the most diverse mechanics from a historical, social and cultural point of view, concerning groups and various currents of Satanism, past and present.

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