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La Volontà, La Forza e la Pratica nella Filosofia Magica - Kremmerz

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A cura di OR

Verso la fine del secolo XIV, s’incontrarono in una taverna alle porte di Magdeburgo due pellegrini.

Uno era un neoplatonico italiano latinizzante; l’altro uno dei moreschi di Spagna. Arrivarono alla taverna della Rosa e della Croce per due vie differenti.

Posate le bisacce, sederono a tavola — una tavola rettangolare — e ognuno dei due sedé ad un estremo di essa.

L’oste portò due orciuoli di vino e due pani, collocò pane e vino innanzi a ciascheduno e poi domandò ai due avventori se preferissero minestra al lardo o dei legumi lessi con la carne.

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Martinismo e organismi kremmerziani

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Per comprendere se vi siano stati eventuali punti di contatto fra il Martinismo e una delle numerose organizzazioni miriamiche sorte all'indomani della scomparsa di Ciro Formisano, conosciuto nel milieu esoterico con lo jeronimo di Giuliano Kremmerz, dobbiamo esaminare alcune vicende personali che hanno coinvolto i protagonisti del tempo in cui tali contaminazioni esperenziali sono avvenute, vale a dire Francesco Brunelli, Luigi Petriccione e Carlo Coraggia.

Prima di addentrarci in questa disamina, è opportuno evidenziare che mancano il più delle volte i documenti che ci consentono di mettere la parola fine su alcune situazioni per cui si sottoporranno al lettore delle ipotesi plausibili, avvalorate magari già da altri autori che le hanno riportate in tempi non recenti e, per così dire, non sospetti.

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L’Aureo Riflesso - Stefano Mayorca

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Specchio incantato della Divina Imago

Nella notte più lunga dello spirito che anela alla luce, è riposto il divino incanto dell’anima sublimata nell’Invisibile. Le orde di tenebra che tentano di ghermire la luce sono in agguato nell’ombra, tra l’Alto e il Basso, tra l’umbratile limo e la terra radiosa.  “Vi sono in cielo e in Terra assai più cose, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia”. Con queste parole, pronunciate dal principe Amleto nell’opera omonima, scaturita dall’impareggiabile genio William Shakespeare, l’autore conferisce al suo personaggio corpo, materia e spirito. Una sorta di alchimia vivificante volta a rendere manifesta la figura del protagonista. Parole profonde, espressione intima di un sapere che allude, in maniera incontrovertibile, a una dimensione parallela simile alla superficie riflettente di uno specchio, in cui tutti i raggi convergono insieme, allo scopo di concretare l’immagine speculare: l’imago, il doppio.

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Considerazioni ermetiche sul VAMPIRO - Marco Daffi

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- Il Vampiro è il Corpo Astrale di un uomo. Il Vampiro deve tornare alla sua tomba quando sorge il sole o al primo canto del gallo.

Il Corpo Astrale del dormiente deve tornare al corpo fisico (= tomba) il mattino. Il Sole fuga la Luna in interiore hominis così come la luce del Sole affievolisce e fa quasi sparire (senza però annullarla) la lucentezza della Luna. Il Gallo, simbolo della parte divina ed intellettuale dell'anima, ha lo stesso significato del Sole, in quanto microcosmicamente è il nunzio del suo apparire.

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Lehahiah comunica i commenti di Hahajah

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Ho voluto di proposito cominciare con la segnalazione N° 1 perché neppure io sono l’autore di quanto sto per dirvi. L’autore è la Sapienza Assoluta se ciò che vi dirò corrisponde alla verità. La Sapienza Assoluta di cui siamo tutti - come dice il Kremmerz - umili soldati ed apostoli. Conviene però, a questo punto, richiamare la vostra attenzione sull'esistenza - sempre secondo il Kremmerz - di una Sapienza Assoluta, e vedremo in seguito - secondo lui - cosa debba intendersi per Sapienza Assoluta. Prima però d'assurgere ad essa, anzi prima d'assurgere ai primi bagliori che essa tramanda, soffermiamoci ad esplorare il fondo vero di noi stessi. Questa esplorazione, fatta terra terra attraverso concrete constatazioni, può illuminare il nostro cammino ascensionale verso i vertici del primo arcano (il separando lunare). Ma per cominciare terra terra la conoscenza di noi stessi (4) noi dobbiamo conoscere la Struttura, l’Anatomia e la Chimica della nostra anima. 

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