Con le lettere di Erim su Kremmerz. A cura di Orpheus
In riferimento alle numerose richieste che abbiamo ricevuto in merito alla pubblicazione delle spesso citate “lettere” di Erim di Catenaia su Kremmerz e del rapporto conflittuale che venne a crearsi fra loro, mai esattamente chiarito nei dettagli peraltro, pubblichiamo questo primo contributo.
In relazione al rapporto tra Erim e Kremmerz, così scrisse Paolo Virio in una lettera a Renè
Guenon, datata 22 Dicembre 1950 : "Mi basta precisare che Erim non conobbe in persona fisica il
Kremmerz, ma ne intese solo parlare. Da serio iniziato, volle informarsi su di lui e sulle sue
numerose attività, anche per via esoterica. Cercò unicamente di tenersene alla larga e di mettere
in guardia o di aiutare certi incauti. Una volta poi scrisse col pseudonimo di Vincenzo de Cubertis
al Papus, al Piobb e ad altri "occultisti" di cui aveva inteso il nome, esponendo loro alcune
malefatte e basse operazioni magiche del Kremmerz , invitandoli a diffidare." La lettera di cui
parlava Virio (scritta a macchina) si trova presso l'archivio Papus della Biblioteca di Lione,
catalogata col numero 5486(11). Eccone il testo:
"Napoli 13 Settembre 1910
Al Signor Dottor Gérard Encousse (sic) - Paris
Maestro Papus,
E' con la commozione di tutto il mio spirito che vi indirizzo queste righe. Voi siete quel maestro
beneamato che ha conferito al mio spirito la luce e la giusta diffidenza per quegli scritti, quando
caddi nell'abisso terribile di una cattiva associazione.
Compresi allora la terribile via in cui mi si spingeva mentre al presente, dopo tre anni di un terribile
combattimento con gli elementi del male, il mio manoscritto vi giunge sotto gli occhi quale
ringraziamento, e come riscontro della vostra opera di bene.
Leggete, maestro benefattore, il riassunto di tre anni di lotta continua, stando tutto solo contro la
malefica e malvagia setta di "MIRIAM".
Il vostro spirito sarà commosso e mi risponderete conferendo la pace al mio povero spirito
tormentato.
Vi domando: io non devo pubblicare questo manoscritto perché non ho saputo celare abbastanza
misteri terribili per i profani? Se lo faccio in buona fede Voi mi darete l'avvallo della vostra parola
protettrice o almeno una lettera prefatoria?
Aspetto una risposta che metta sulla retta via i poveri discepoli in buona fede, che una volontà
perversa distoglie dal giusto cammino.
Mi aspetto dalla bella Francia e da Voi la luce e quella libertà che i vostri antenati ci hanno dato
tramite i sacrifici del "Terrore".
Spero nell'aiuto di quegli uomini di bene che si propongono di combattere il male in tutte le forme
in cui esso si presenta.
Vi saluto con tutta l'anima
Dr. Lorenzo De Guberti (sic)
Presso il Sign. PUZZIELLO via Flavio Gioia, 23 NAPOLI"
Come si può notare Virio ricordava male lo pseudonimo di Erim, che non era Vincenzo de
Cubertis, bensì Lorenzo De Guberti o più probabilmente Erim stesso si era sbagliato nel
riferirglielo. Si direbbe infatti che Erim (brutto segno per uno che si qualifica come iniziato) non
avesse molta memoria: scrive male il cognome di Papus (Encousse anzichè Encausse). E' difficile
pensare ad un errore di stampa, visto che nel rileggere una lettera (oltretutto così corta) è facile
correggere la "o", che può essere trasformata in "a" con la semplice aggiunta di una gambetta.
Dunque Erim ricordava male il cognome di colui che, almeno a parole, sembrava considerare uno
dei suoi maestri. Taluni studiosi, venuti a conoscenza di tale lettera, hanno pensato che "quegli
scritti" di cui parla Erim potrebbero essere i libri del famigerato Corpus. Ma essi hanno lavorato
probabilmente di fantasia, infatti Erim dice chiaramente di essere da tre anni iscritto alla Miriam.
Ora, come tutti sanno, gli iscritti alla Miriam avevano a loro disposizione i Fascicoli di Miriam e non
il Corpus; e gli stessi Fascicoli erano somministrati gradualmente. Dunque a Papus Erim aveva
inviato probabilmente i Fascicoli iniziali A, B, C e ora, altrettanto probabilmente, gli inviava il
Fascicolo D, al quale finalmente aveva avuto diritto di accesso, assieme al suo "diario magico" dei
tre anni trascorsi.
Tuttavia, in un’altra versione del Corpus, sono riportati anche stralci di un'altra lettera di Erim,
sempre proveniente dal Fondo Papus della Biblioteca di Lione:
"In un giornale seppi qui a Venezia dello scioglimento da accusa di spionaggio del Maggiore
del genio navale Alfredo Carreras.
Ignoravo il nome del maggiore incriminato e ne ebbi un colpo: il Carreras, ex teosofo, era divenuto
discepolo di Ciro Formisano in compagnia dell'ex capitano commissario Virginio Bernard sotto
presentazione dell' ex colonnello medico di marina Prof Pace di La Spezia che aveva un ottimo
gabinetto di oculistica. L'analisi di molteplici giornali locali e di cose che mi sono state dette..... ai
miei occhi di ermetista sono risultati fatti di eccezionale gravità che mi affretto a comunicarti
perché tu possa prenderne visione. La povera vittima, l'Ing. Carreras, veniva richiamato in ufficio
mentre i figli assonnati chiamavano invano la mamma lontana...... di buon mattino recatasi a
Camogli presso..... il Maestro Formisano.....
Tu assisti allo sfacelo di una personalità dalla mente vigorosa e dalla coscienza adamantina quali
conobbi il Carreras, or sono dieci anni..... egli aveva il culto di Dio e della famiglia, egli adorava la
sua sposa versatissima in teosofia e costei i bimbi e il marito; il rospo schifoso è riuscito a
emettere la sua bava le cui tracce sono forse state riscontrate dagli agenti che hanno fatto la
perquisizione. Io credo innocente il Carreras e perciò mi ribello a questo misfatto nuovo; Ciro
Formisano si serve dei discepoli come vittime espiatorie dei suoi falli. E seppure il Carreras, come
appare dalla lettera sibillina del capitano Ravenna che ti accludo sia incorso in leggerezza, io
ritengo responsabile Ciro Formisano: costui è capace di tutto per cupidigia di denaro e fatalità
vuole che si prestino ai suoi raggiri valorosissimi uomini in una incoscienza pericolosa.
Giacchè non mi verrai a sostenere la tesi che un astrattissimo e lucido matematico quale era il
Carreras e un illustre chimico come è il Pace, siano degli imbecilli asserviti, come mostrasti di
credere a Napoli. Persone elevatissime per ingegno, valore, posizione sociale e illibatezza di
costume si sono risveglaiti in un baratro profondo attratti dal vortice di questo schifoso rettile che
risponde al nome di Ciro Formisano e tu carissimo.... l'angelo Marzorati è quel valorosissimo
elemento sensibile dell'ammirato Vostro per una corrente di bene mi sarete grati delle brusche mie
parole di un tempo quando ho sospettato.....
misconosciuto, cercavo di scolpire a vivo un farabutto pericoloso giacchè se io gridavo a voi "state
in guardia" era per cosa vera e palpabile, magicamente pensata e operata. Ogni fatto concreto è la
realizzazione di un pensiero..... con questo assioma magico, se scorri il COMUNE nel numero
tredici del 23 Marzo trovi che l'ispiratore del cronista Virginio Bernard (lo stile è l'uomo) affibbia a
Buddha e Sar Peladan e ai teosofi le spese del discredito mentre tenta poi di far la reclame alla
setta di M+ e così aveva pensato contro di voi il maestro Ciro Formisano detto G. Kremmerz e,
amico carissimo, converrete con me che a scaldarsi nel seno anche se per solo spirito di carità
una serpe della sua fatta vi è da correre seri pericoli.
Contro coloro che cercano di sfruttare le leggi della natura per frode.... avrei voluto agire a viso
aperto ma me lo vietano le vittime..... sempre vittime innocenti per colpa di un innominabile, si
chiamino Josephine Dorrot, Anna Rodriguez, Andreina Celi Duca, gemente acutamente tuttora
viva nella bara-lavello......!
Ti affermai a Napoli che avrei tenuto testa al K Da solo e gli fò mangiar la polvere al dragon nero
con la sola volontà; giacchè i documenti che posseggo esibiti al magistrato gli schiuderebbero le
giuste porte della prigione. Ma vi è in me un rammarico profondo per le vittime, vittime nello
scandalo presente e negli scamdali maggiori futuri, giacchè per tutta Italia si è desto per qualche
settimana uno sguardo diffidente verso i buoni teosofi..... La compassione male vela uno
schiacciante quanto ingiusto disprezzo per questa buona famiglia quale fu quella del Carreras. La
loro posizione elevata è oramai compromessa.
Voi chiedete la redenzione dei discepoli della setta di M+ meritevoli di miglior stato poiché non
sono persone comuni. Questo è quello che è umano e che è buono ed è ciò che ti chiedevo
nell'opuscolo terribile che ti lessi a Portici. E questo io domanderò ai maestri di Francia nel render
noto l'abuso dello pseudonimo di Sar Peladan. Perciò li prego di far leggere lettera e giornali ai tuoi
cari amici con la mia chiara firma (grazie al cielo non ho da nasconderni) e poi rimandameli.
Ti saluto carissimo fratello
il lettore del libro di Thot UMBERTO ALBERTI
... Sono scuole occultistiche da evitarsi: quelle costituite dai banditi intellettuali, i più pericolosi che
adoperano la magia di patto con i maggiori cacodemoni adoperandosi more biforcuto, con l'aborto
e la connessa morte della madre, si propongono dare l'androgenato temporaneo ai 4 elementi
maggiori diabolati per le realizzazioni iperfisiche di profitto mantenedo in vita il fantasma a spese
della credula e ingenua massa degli affiliati cui ammaniscono i nomi più puri e attraenti quali
Circolo del Grande Oriente di M+, della dea Iside, di Siva, della dea Diana e simili. Né rifuggono
dalla promiscuità bestiale fecondando artificialmente more biforcuto un uovo da schiudersi con la
malvagia e infame pratica in interiora mulieris detta dell'homunculus."
Questa lettera è sicuramente susseguente a quella prima analizzata. Da essa si deduce che vi è
stato un incontro di persona tra Erim e Papus a Napoli ed Erim, ormai sicuro dell'amicizia di
Papus, si firma tranquillamente con il proprio nome e cognome. A Portici ha fatto leggere a Papus
un nuovo documento; ma ancora una volta non si tratta dell'ingombrante Corpus, dal momento che
Erim stesso lo definisce un opuscolo. Con ogni probabilità, egli era venuto in possesso del
volumetto "Iniziazione alla Scienza dei Magi", scritto, nell'Agosto 1906, da quel V. Bernard, su cui
Erim si sofferma nella lettera stessa. L'opera fu approvata da Kremmerz nel Giugno dell'anno
successivo. Da allora circolò in forma riservata all'interno della Miriam, raccomandata come testo
di approfondimento delle dottrine di Kremmerz.