Leggiamo ne L’écho de Paris (n. 5070, 13 aprile 1898):[1]

«All’Arcivescovado di Parigi regna grande preoccupazione circa gli ecclesiastici che s’interessano di scienze occulte, tanto che si propone di proibire loro recisamente lo immischiarsi in qualunque discussione riferentesi allo studio dei fenomeni psichici. Non è inutile osservare che il canonico Brettes, come pure Monsignore Méric, entrambi appassionati dei misteri dell’al-di-là, si mantengono del tutto nella tradizione ecclesiastica. In tutti i tempi, i preti si occuparono di cabbala, di satanismo e di magia.

Appunto nelle chiese si reclutavano al medio evo i più ferventi discepoli dell’alchimia, e nei tempi nostri uno dei più distinti cabbalisti fu l’abbate Constant Louis, il quale pubblicò molti importanti scritti sotto lo pseudonimo di Éliphas Lévi.

Le autorità ecclesiastiche hanno sempre regolarmente scomunicato i preti che si occupavano troppo apertamente d’occultismo, e l’abbate Constant Louis neanche lui poté sfuggire ai fulmini pontificali, i quali ora minacciano nuovamente i preti che si mischiano troppo negli affari dell’altro mondo.»

Fin qui l’annunzio della rivista parigina; ora siccome un qualche commento illustrativo è necessario, lo facciamo brevemente.

I preti ignoranti hanno avuto sempre paura dell’occultismo ― ma i più illuminati, e i migliori che si occuparono di filosofia occulta, hanno sempre compreso che il Cristianesimo, la religione eminentemente magica, non ha nulla a temerne. Mi piacque anzi ciò che La Libertà, un giornale cattolico di Napoli, scriveva tempo fa, che la provvidenza si serve delle investigazioni scientifiche sui fenomeni psichici per trovare una via onde ritornino alla fede in Dio i miscredenti.

Non è irriverenza religiosa dire che Cristo, esseno, fu un gran Mago: quale più grande opera di Magia Divina questa di una intera civiltà che vanta diciannove secoli di storia! Fu Figliuolo di Dio, fu un Profeta, fu un illuminato, non è del Mondo Secreto la discussione di questa tesi di filosofia religiosa: ma il mago che contro la immagine virtuosa, buona, gentile di questo uomo, che da un calvario reale o da un Golgota simbolico predicò, come ultimo sospiro di benedizione a coloro che lo avevano martoriato, la parola Carità, scagli una parola di disprezzo o un pensiero non rispettoso, non merita di chiamarsi né filosofo, né occultista; non perché l’occultismo imponga riverenza per Brama o per Cristo, ma perché l’occultismo s’inchina innanzi alle immagini e alle figure eterne di redenzione e di resurrezione, che includono tutto il processo di amore e di pace cui l’umanità in Dio deve aspirare.

Sarebbe ridicolo che noi studiosi di magia, e filosofi dell’Occulto plaudiamo all’idea di un congresso dell’umanità pel 1900 e poi… cercassimo di scemare a Cristo e alle sue chiese il merito di avere, attraverso la lunga notte dell’evo medio e la penombra dei tempi moderni, redenta l’umanità a furia di alimentarne la face della fede in un’ora più dolce o meno triste, nella quale l’assassino e la vittima, il signore e il servo, il tiranno e lo schiavo si sentissero uomini e quindi fratelli nella umanità. Da questo punto di vista l’occultismo non fa la critica storica delle religioni e delle chiese giudicando l’opera degli uomini, ma il continuo svolgersi e crescere della idea divina che ne è centro e luce. Gli uomini possono ingannarsi, tutte le religioni hanno pagine sacerdotali nere: ma il concetto religioso trionfa sempre nella sua essenza appena i periodi storici esauriti mutano.

Da questo lato l’occultismo non può fare ombra, lui che è la filosofia di tutti gli dei, i semidei, gli angeli e gli arcangeli dei sette cieli. Appena uno sguardo alla storia e s’incontra una pleiade di religioni e di santi che ebbero la forza di percorrere il buio regno dell’invisibile.

Da Raimondo Lullo, un santo, a Tommaso d’Aquino, il Dottore; da Tritemio, il virtuoso abbate benedettino, al cattolico Giuseppe de Maistre; da Sinesio, vescovo di Tolemaide, al Gesuita Kircher, nessuno credette offendere od offuscare la grandezza del Dio Vero studiando ed intuendo la Verità.

Ed allora perché la Chiesa scomunica?

Per due ragioni: o per conservare la integrità e l’unità del Domma nella interpretazione degli articoli di fede o per l’ignoranza dei vescovi.

Perché fu scomunicato Éliphas Lévi? Perché l’abbate Constant, scrivendo, senza parere, dimostrava l’ignoranza del clero della chiesa cattolica… e voi, o gente che avete sano l’intelletto, già sapete che mai una donna perdona di esser chiamata brutta e mai una associazione di gente poco savia dimentica di esser messa in berlina.

Ma intendiamoci, la verità religiosa non ha da fare coi sacerdoti ignoranti, né devono confondersi questi con quella: Raimondo Lullo era francescano, io stesso mi farei frate… a patto che i priori non mi venissero a spiegare corbellerie o a dimostrare con corbellerie i più alti misteri del simbolismo cristiano.

Oggi tutti vogliono diventar maghi credendo che il facil desiderare approdi alla facile conquista, ma non sanno che quelli i quali paiono e presumono di essere meglio adatti, al frontespizio del libro fanno fiasco, e che fiasco! Al tempo in cui non si stampavano giornali di occultismo e opere sataniche le cose passavano tra discepolo e maestro, e nel giuramento che il discepolo faceva era compreso questo: di non mai attaccare la chiesa cattolica, i suoi ministri e il proprio maestro.

A chiudere questa nota credo giovevole riportare quanto scrive l’abbate Tritemio sulla scelta del discepolo:

«Deinde necesse est, ut sit bonis artibus literarum aliquantum imbutus, et maxime in scientia astrorum ut sciat generales motus, cursus, discursus, mutationes, ordines, naturas, situs ortus, occasus et effectus stellarum, signorum et planetarum: quia sine istorum competenti scientia nemo potest ad huius artis profunda habere accessum. Consequenter necesse est, ut praeceptorem habeat in arte perfectum et expertum: quia non, nisi paucis et in multis eruditissimis et maxime in magicis peritis ad hac scientia venire sine praeceptore, possibile credimus. Oportet autem praeceptorem non solum in scientia esse probatum et expertum sed etiam fidelem, probum et Deum timutem: quia, quanto fuerit cum Deo in bona conversatione purior, tanto erit in huius scientiae operatione securior: spiritus anim virtutibus obtemperant. Cum itaque ad hanc artem quisquam accessurus est, occipiat cum praeceptor et ducat in locum aliquem secretum et mundum, sit tempus tranquillum et serenum et luna in oppositione completa, sole clare splendente: sit Mercurius in ascendente coniunctus Veneri aut Jovi, si fieri potest: sitque Saturnus remoti et Mars: quia si ipsi aut alter eorum fuerit cum ascendente non erit institutio perfecta.

«In primis jurabit istituendus in arte hoc juratmentum:

Ego N. juro et promitto per virtutem omnipotentis Dei, per Sanguinem Domini nostri Jesu Christi, per resurrectionem mortuorum te extremum judicium, et per salutem animae meae in fide sancta catholica omnipotenti Deo, Beatae Maria virgini, omnibus sanctis, et tibi N. quod hanc artem steganographiae omnibus diebus vitae meae occultam fideliter servabo: nec docebo illam aliquem sine tua voluntate ac consensu. Insuper in eadem virtute juro et promitto quod hac scientia non retar contra Deum et ejus mandata: nec contra ecclesia sanctam Romanam et universalem seu ministros eius, neque contra justitiam et aequitatem. Sic me Deus adiuvet et sic salvet in extremo judicio.

«Deinde praeceptor legat sequentem coniurationem in lingua mistica… che risparmio al lettore che non la capisce.

Bisogna conoscere prima la scienza degli astri senza la quale non si può a quest’arte profonda avere accesso… poi bisogna trovare un maestro dell’arte provato ed esperto… e date certe posizioni degli astri, bisogna giurare.

Curioso se dopo aver giurato che si rispetta Dio, la Vergine e la Chiesa, viene un protonotario di curia e ti scomunica!

Kremmerz.

( Da Il Mondo Secreto, Anno 1898, fascicolo 6°, Giugno (ristampa anastatica Rebis, Viareggio 1982, vol. I, pp. 310-312)

[1]L’écho de Paris del 13 aprile 1898: http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k801782k/f1.image.r=echo%20de%20paris.langFR

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