Dopo la pubblicazione degli atti del convegno napoletano del giugno 2014 per la storica rivista Vie della Tradizione, in occasione del quarantennale della scomparsa di Julius Evola, in cui del filosofo romano si è voluto approfondire l’approccio magico – esoterico, particolarmente connesso all’importante esperienza di Ur, un accesso dibattito si è prontamente riattivato circa la vera natura dei suoi insegnamenti. Tali analisi, a nostro modesto parere, potrebbero risultare alquanto fruttuose e stimolanti, se ognuno degli analisti interessanti assumesse con profonda onestà intellettuale il vero intento di approfondire un dato aspetto del pensiero evoliano, pur riconoscendone la multiformità, la grande capacità di essere illuminate in dimensioni solo apparentemente diversificate tra loro, in un’organica ed armonia unitarietà, in cui il gerarchico riferimento tradizionale venga rigorosamente rispettato[1].