Nel 1959, ricordo bene l’anno, feci dopocena un emozionante incontro in una incantata piazza Navona, splendido gioiello di una Roma non ancora consegnata in modo stupido ed irrefrenabile, per non dire peggio, ai barbari che già incombevano. Mi presentai all’incontro con un caro compagno di Liceo, col quale ero rimasto in contatto anche se iscritto ad una facoltà universitaria diversa dalla sua. Scopo comune era fare la conoscenza di un riservato cenacolo di studiosi che, a detta del mio amico, si interessava all’opera di Giuliano Kremmerz.