Articoli

La Magia è la Scienza delle Scienze, di Lehahiah

Visite: 4741

La Magia è la Scienza delle Scienze

Introduzione all'Opera di Kremmerz,

di Lehahiah

Esiste ed è sempre esistito un segreto iniziatico che può conferire all’uomo la chiave della sua essenza, squarciare il velo del suo Essere occulto e svelargli la scienza della sua vera evoluzione.
In possesso di tale segreto l’uomo precorre i termini naturali del suo ascenso e in relazione ai volghi
(intellettuali o no) del suo secolo può apparire come un semidio.
Codesto segreto è stato sempre gelosamente custodito dalle antiche Teocrazie, anzitutto perché «la sua scoperta dovette lusingare infinitamente colui che l’aveva fatta e nel contempo convincerlo che Dio, non avendo concesso questa conoscenza a tutti gli uomini, era fuor di dubbio che non voleva fosse divulgata. E poi perché se talvolta accadeva che nella folla amorfa e profana spuntasse una vasta mente indagatrice il Sacerdozio invitava nel Tempio costui e dopo averlo spinto all’iniziazione lo riteneva quale membro del proprio Sacro Sodalizio».
Bisogna riconoscere che il segreto iniziatico è implicito nella prassi stessa dell’ascenso per la quale il linguaggio umano è insufficiente a chiarire il senso e che, volendo servirsi del vocabolario comune, si correrebbe il rischio di tradire anziché tradurne l’importanza. Peraltro il segreto iniziatico, poggiando su basi non tutte accertate dalla scienza ufficiale, potrebbe essere facilmente attaccato dalla dialettica profana e aprire così il campo alle dilettevoli esercitazioni verbaiole dei cacosofi, i quali di tutto vogliono discutere ma non intendono sottoporsi al vaglio della pratica, specie se questa pratica richiede un profondo impegno di coscienza e molti anni di paziente esercitazione.
Essi hanno in parte ragione perché oggi l’umanità non ha più tempo a disposizione per pensare a se stessa, anzi è tanto dimentica di sé che approfittando di tale insensato oblio pochi uomini, attivi e predisposti, possono manodurla a tutte le loro finalità e la manoducono difatti coi risultati catastrofici oggi sotto gli occhi di tutti.
E’ giunto pertanto il momento di restituirsi a se stessi, di conoscere la propria forza, di fare uso della propria volontà illuminata e di opporsi alla dilagante egemonia del male, consciamente o inconsciamente propagata da uomini e da dottrine che, per esperienza recente e per premonizione avvenire, ci risultano perniciosi al benessere singolo e collettivo.
A chi chiedere codesta revisione di valori fuori di ogni misticismo e di ogni preconcetto religioso e politico e diretto unicamente a restaurare la dignità della persona umana?
Le religioni no. Perché i culti sono tutti decaduti in un’opaca esteriorità che lascia insensibili le anime peraltro incalzate e travolte dalle necessità della vita, quelle stesse che proprio le religioni avevano per compito di temperare ed estirpare dall’animo umano per l’istituzione della fratellanza universale.
La fede oggi, tutta esteriore e superficiale, non possiede più la forza di sostenere le anime nel travaglio del vivere quotidiano. E d’altra parte, in contraddizione coi postulati stessi della fede, le autorità, sia religiose che politiche, determinano nel mondo il più sconcertante squilibrio delle coscienze reso ancora più crudo dalla marcia rapida e incessante della scienza verso conquiste che alimentano piuttosto il dubbio che non la certezza nelle verità delle varie chiese.
A chi allora? Alla scienza ufficiale?
Ma essa si interessa delle masse a cui propizia la luce elettrica, il gas da cucina, i mezzi celeri di trasporto e tutto quanto può soddisfare – in uno alla cupidigia dei produttori – le sue esigenze strettamente materiali. Magari elargisce l’istruzione gratuita degli elementi del sapere e il voto elettorale, il tutto assieme agli spaventevoli mezzi di distruzione e di morte, ma non dice e non ha detto finora «come si debba fare per emanciparsi dalle pesanti catene delle schiavitù passionali, perché ciò debba farsi e in che modo - raggiungendo codesta liberazione – si possa metterla a profitto dei meno provvisti e dei volghi imperfetti per il bene e per la pace della convivenza generale».
Potremmo qui continuare a lungo per dimostrare che l’unica fonte di affrancamento spirituale e materiale è l’Iniziazione e, pertanto, la magia.
Il lettore non si spaventi a questa parola: non si tratta di giuochi di prestigio e neppure di tante ciurmerie che passano sotto il suo nome.
LA MAGIA È LA SCIENZA DELLE SCIENZE.
Scienza integrale umana: scienza, cioè, che completa (integra) l’uomo insegnandogli la tecnica e la pratica per riandare al suo fondo ancestrale e per precorrere le sue mete finali; in maniera che nella propria unità vivente egli possa discernere il «fui – sum - ero» e cioè risolvere l’enigma sfingetico del «Nosce te ipsum» senza del che egli è un essere bendato o cieco. Ora se i ciechi guidano i ciechi tutti cadranno nella fossa.
E poiché nella fossa l’umanità è già alcune volte caduta duramente stentando per rialzarsi, sarà bene oggi aprire gli occhi ai più progrediti ( e sono moltissimi) affinché non vi ricada ancora e forse definitivamente e in maniera malconcia.
A tal uopo la Casa Editrice Universale Roma pubblica l’opera omnia di Giuliano Kremmerz.
Codesta opera, però, in parte risale a più di cinquanta anni fa e il cinquantenario trascorso - misurato sul ritmo dei secoli precedenti - può considerarsi pari a vari secoli di evoluzione umana.
E’, pertanto, ragionevole che essa opera sia presentata nella sua veste originale.
Chiarire ora il senso dei concetti in essa esposti e invogliare alla pratica per poi lasciare i praticanti all’incerta iniziativa personale in un campo ancora così tanto oscuro di esperienze e di studi sarebbe opera o vana o deleteria, tale da scoraggiare gli sforzi degli aspiranti e creare degli spostati anziché degli illuminati.
…Ma coloro che intendessero rettamente la parola del Kremmerz - il più grande dei Maestri apparsi sulla scena della divulgazione e della propaganda magica - coloro, dicevamo, che si convincessero della feconda possibilità di rigenerarsi nella scienza e nella pratica integrale e volessero tentare assaggi e prosiegui, fino alla completa conoscenza della teoria e della pratica, non avranno che a rivolgersi alla Casa Editrice stessa.

Lehahiah

 

Leggi tutto: La Magia è la Scienza delle Scienze, di Lehahiah

Lettera e Circolare di Kremmerz sulla Fratellanza

Visite: 4656

LETTERA E CIRCOLARE DI KREMMERZ SULLA FRATELLANZA

a cura di Orpheus

Dopo la pubblicazione dell’articolo sul “Corpus” di Kremmerz ci sono pervenute alcune richieste relative alle lettere e circolari citate, delle quali si chiede la pubblicazione. Provvediamo proponendone due, che riteniamo fra le più esplicite e significative:

 

 "30 agosto 1900

 Circolare della DELEGAZIONE GENERALE DEL RITO

Oggetto: Cessazione della Società Ermetica - Fratellanza Terapeutico-Magica di Miriam e della

pubblicazione del suo Bollettino La Medicina Ermetica

 Carissimi Signori e Fratelli in fede,

La lettera, ché oggi a voi dirigo è un epilogo del mio lavoro di quattro anni, e per

quanto a me riesce increscioso il farlo, ne sento il bisogno e il dovere, perché, libero da

ogni impegno e di ogni responsabilità morale, io possa ritornare alla quiete ed alla tranquillità

dei miei studii.

Prima una brevissima storia.

Nel 1897, nel dilagare delle dottrine materialiste fondamento di tutti gli studii filosofici

delle scuole e delle università moderne, vero pervertimento dell’antico buon senso italico, io

mi accinsi all’arduo lavoro di conciliare la tradizione del maraviglioso e la sua scienza

mistica con i principii accettati della teoria dello esperimento come base di ogni

credenza scientifica e certa.

Nel primo fascicolo del Mondo Secreto, seguendo gli studii e le esperienze di scienziati

non mistici, non idealisti,;

 non illusi, secondo l’espressione degli osservatori superficiali,

tracciavo il quadro generale delle questioni vitali nella differenza e nella

conciliazione. possibile tra le due scuole filosofiche, la mistica o animista e la sensista o

materialista. Nel 1898 e nel 1899 in due volumi del Mondo Secreto, edito dalla Libreria

Detken e Rocholl di Napoli, cui vado debitore della solerzia e della geniale propaganda data

ai miei scritti, esumai tutte le rancide e dimenticate teorie del simbolismo magico, cercando

come meglio poteva, pedestremente, di dilucidarle e restituire al vocabolo MAGIA il suo

significato primitivo di sintesi delle Scienze assolute. Non mi ingannai fino dal principio

del mio lavoro sul successo iperbolico che la propaganda di tali studii disarmonizzanti con

l’indirizzo pedagogico della scuola moderna avesse potuto ottenere - e la diffusione

abbastanza rapida dei fascicoli da me scritti e compilati, io l’addebitai in gran parte all’amore

pel nuovo, per 1’inaudito, pel meraviglioso che in tutti i tempi attrae coloro che accarezzano i

sogni filosofici più arditi. A diverse riprese avvisavo i leggitori cortesi che studiando nei

libri di scienze morte, archeologici avvanzi di epoche sacerdotali, non si imparavano e

compiere miracoli - ma che studiando la scienza dell’uomo si doveva educare il proprio

ingegno, il proprio spirito e le forzo occulte dell’organismo umano a guardare, contemplare e

comprendere la vita nella sua espressione più alte di moralità e di bene - in modo da migliorare

prima sé stessi e poi di riverberare sulla società decadente nel pelago dei vizii dei sensi, la luce

altissima che la concezione della Legge Eterna doveva emanare sull’ambiente sociale.

Giacché il miracolo più grande della magia é di restituire all’uomo che ne approfondisce le

filosofia sintetica prima 1’uso cosciente di tutte le sue forze e poi la forza di produrre il

bene nella società in cui vive.

Questo programma di vera e grande educazione spirituale e morale in una

compagine sociale non scevra di vizii, elevati sull’altare come virtù e decantati

come divinità innanzi a cui gli uomini che meglio passano per saggi si inchinano, non

trovò terreno infecondo e posso consolarmi di avere con la mia opera aperta la

mente ai buoni che mi hanno seguiti nella pubblicazione dei miei studii e di aver

fatto un po’di bene Ma quando da ogni parte si gridava di voler vedere della

filosofia occulta i miracoli palesi, chiamai a raccolta i meglio disposti e fondai la

mistica Fratellanza Terapeutico-magica di Miriam, onde da un piccolo esempio di

associazione spirituale potesse scaturire la pruova di una possibile organizzazione di

carità, capace di compiere il miracolo nell’abnegazione per gli afflitti e

nell’applicazione delle sole orze iperfisiche nascoste nell’organismo umano a beneficio

degli ammalati e dei sofferenti che dalla medicina ordinaria non riuscirono ad

ottenere sollievo. Questa Fratellanza, come tutte le associazioni prettamente spirituali,

non domandava a chi vi si voleva ascrivere né pecunia né spese - domandava un

credo, la esecuzione esatta di una regola spirituale - religiosa e l’assiduo interesse al

costante sviluppo numerico dei suoi ascritti.

Si cominciò con uno scarsissimo numero olio parve grandissimo: i primi

cominciarono il loro lavoro, le loro preghiere, la esecuzione del loro rito - e

continuarono fino a quando, lentamente, a poco a poco, non andarono scemando

di intensità e di assiduità e per mancanza di un giusto concetto della cosa (come la

chiama mirabilmente il Saint Martin) e perché i rapidi progressi che si aspettavano

tardavano a comparire. Mentre avrebbero dovuto accrescere di amore e di insistenza

per gli ostacoli, si infiacchirono: gli anziani non divennero maestri e un

decentramento necessario per dare vita, avvenire e sviluppo alla associazione nelle

sue mansioni profane si é fatto aspettare invano. In modo else con assoluta mancanza

di fondi, perché 1’obolo della carità si è fatto attendere inutilmente, con la pigrizia nel

lavoro spirituale continuo atto a mutare l’uomo bestia in uomo perfetto - é venuto il

momento in cui tutto, lavoro materiale, spese, fastidii burocratici, é piombato sul solo

gerente di questa organizzazione embrionale. Il periodico La Medicina Ermetica che

doveva essere il portavoce dello sviluppo della Fraternità Mistica si é arenata priva di

associati e la barca ha fatto acqua tino al punto in cui mi son creduto, per esser

corretto, nel dovere di avvisare tutti coloro else gentilmente aderirono ad un nobile

programma di carità, di umanità, di moralità e di scienza, che le funzioni organiche della

fraternità nostra soliti cessate e che a tempo migliore, quando più generosamente il Sule

splenderà sulla nostra causa di Bene, riprenderemo le file già spezzate del nostro piccolo

campo di osservazione.

Io non annunzio in termini volgari la dissoluzione della nostra Fratellanza terapeutica di

Miriam - perché le associazioni a base di un ideale purissimo ed alto di spiritualità non si

sciolgono come società commerciali. Tutti coloro che sono credenti nel Cristo sono fratelli in

Cristo, e quelli che hanno I’idealità della Verità e della Scienza dello Spirito sono fratelli di fede

in questa stessa maniera che lo sarebbero se associati materialmente in un fine comune da

raggiungere. L’ideale che ci ha uniti é la Filosofia dello Spirito Umano nei suoi rapporti

con la Concezione Divina di tutte le Religioni Classiche - é il Bene che se ne può trarre

coree ricostituzione dell’Uomo esemplare nella sua Coscienza e nelle sue- azioni verso la

famiglia umana - è la carità verso gli uomini e le creature non ancora atte allo sviluppo del

proprio ego. Cessando le funzioni amministrative della Fratellanza nostra, nessuno degli

ascritti, per quanto pigro nel compiere con esattezza un rito magico-religioso, vorrà rinunziare

a nessuna parte, del programma che ci mantiene uniti, anche disciolti materialmente.

Socialmente vivemmo la vita delle farfalle. Poche ore di fronte ad una eternità

immensa che cammina. Ma non abbiamo forse in questi brevi momenti parlato la parola

della verità a gente che I’avrebbero ignorata per molto tempo ancora? Non abbiamo posato

innanzi alle menti dei pensatori che ci hanno onorati della loro attenzione i problemi più ardui

della mentalità magica? Siamo contenti di ciò e la piccola opera é meritoria innanzi

all’avvenire della mente e della morale umana.

Cessando in tal guisa di funzionare come delegato generale della Fratellanza Ermetica,

perché sospesa e disciolta nella applicazione del suo programmi, per insufficienza di quella

fede che deve alimentare ogni Società a base di riti religiosi o magici, avviso tutti i fratelli

che le preghiere della nostra regola, il loro rituale, le ore e gli accessori prescritti possono

essere continuati come una pratica religiosa ermetica - specialmente nei tempi in cui 1’uomo

deve e desidera invocare l’aiuto di intelligenze divine nell’aspra lotta della vita spirituale con le

esigenze della carne-organismo. Durante le epidemie, nei casi gravi di infermità la preghiera é il

soccorso più sublime cui può ricorrere uno spirito addolorato. E le buone e sublimi

Intelligenze che hanno missione di alleviare o lenire le nostre pene, per il ‘magnetismo della

catena spirituale allacciato nel patto fondamentale della nostra regola, non saranno sorde alla

voce sincera dei cuori fervidamente preganti.

Ringraziando dal profondo dell’animo mio coloro che mi aiutarono in questo santo

esperimento di costituzione di una Fraternità che sparisce, prendendo commiato dai

benevoli che mi furono cortesi del loro aiuto, io li incito a conservarsi sempre amanti del

bene, della carità e della rettitudine. La via della rettitudine è la più facile che congiunga

1’uomo al Dio-Universo ed è la prova che Dio è un Bene, e che la Sua Grazia è una

benedizione.

GIULIANO KREMMERZ.”

 _______________________________________

Lettera di Kremmerz al Segretario Generale della Fratellanza, Domenico Lombardi (Benno)

 6 Dicembre 1913

Carissimo Fratello, col primo del prossimo gennaio 1913 e.v. devo ritirarmi dalla direzione della Schola che con tanto amore insieme a te e ai molti fratelli in fede ho alimentato con la parte migliore di me stesso.

Pregandoti di non discutere questo mio ritiro doveroso, ti invito a comunicarlo ai Presidi delle nostre Accademie e lasciare che il Consiglio dei più anziani provveda.

Ti prego di porgere a mio nome a tutti i fratelli iscritti i saluti e i ringraziamenti più affettuosi per le innumerevoli prove di simpatia ed amicizia che sempre mi hanno dato e di accettare tu stesso il mio più sincero e fraterno abbraccio.”

 

Leggi tutto: Lettera e Circolare di Kremmerz sulla Fratellanza