Molti anni fa conobbi un uomo che, per la sua autentica semplicità, considerai eccezionale. Il comportamento esteriore di quell'uomo non aveva nulla di particolare: era molto umile, accettava la stupidità e le critiche di chi gli parlava senza fare pesare la stoltezza che nelle parole era contenuta. Si chinava al loro livello per poter accedere alla loro anima e trasmettere le giuste concezioni, ma i suoi interlocutori erano spesso presuntuosi, prepotenti e qualche volta anche tracotanti. Ma l'atteggiamento di quell'uomo non cambiava: rimaneva umile, tranquillo, non sembrava cogliere le provocazioni, come se vedesse oltre le piccole teste scettiche che aveva davanti a sé. Spesso mi chiedevo la ragione di un simile comportamento, ma non trovavo alcuna risposta. La risposta me la diede il tempo, quando mi trovai in una situazione analoga.