Nella notte più lunga e oscura dell’anima, l’uomo ha tentato di forzare le barriere del non conosciuto per penetrare nel regno arcano delle cause. Remote e ancestrali conoscenze sono confluite nel secreto dei secreti, per dare vita e risvegliare l’antico sapere, il Dragone di Fuoco che giace sepolto nelle propaggini del silentium. Il Seme aureo che sottende alla realizzazione che è causa e legge, attende di essere sottratto alle ingiurie del tempo che ne alterano l’autentica matrice creativa. Sotto differenti vesti e volti, la Sapienza divina aleggia, Spirito immortale di evoluzione, che custodisce la chiave sacra del Tempio, Santuario in cui la Luce rifulgente del pensiero reso vivo respira e crea. Dio è numero e legge, e trascendenza di geometrie sacrali, non il simulacro sbiadito di una religione mistificatrice, ma pura essenza di infinite visioni occultate al profano e ben visibili a colui che ha trasceso ogni passione e non estinto la passione, dominato il suo essere saturniano, ma non rinnegato la materia. L’Antico Sole che irraggia sulla semenza feconda e gravida di simboli è il guardiano misterico, il vero Dio che da sempre emana forza ed energia vitale. A tale proposito non è l’aspetto tangibile dell’astro che va considerato, ma la causa ignota e insondabile che lo ha reso manifesto: Dio,appunto.Nel lento ciclico divenire, ogni cosa muta forma e lo spirito volatile trasmuta i metalli umani. Così l’anima, irrorata dalla sostanza primigenia, si invola verso i lidi della preesistenza. In questo tumultuoso mare d’energia, di vita e di materia cellulare che si muove e pulsa e pensa, c’è chi rivendica il Verbo, ma il verbo non appartiene all’uomo, creatura imperfetta che non si è resa libera dalle sue miserie, dal dolore che genera l’ego o fa crescere e fortifica. Figure, simboli, scritture nascoste fanno capo al Signore dei giorni, il Deus che alita e insuffla, che modella e soffia. Tre volte ha inspirato ed espirato, prima di rilasciare il suo respiro fecondante. Tre volte il Fuoco e la fiamma hanno arso gli spiriti predisposti per indicare la via che conduce all’Arca Sapienziale. Le onde del mare astrale si increspano e spengono il fuoco centrale, mentre i fornelli alchimici estinguono i residui della sostanza primigenia. Nei testi impolverati, piccoli grani di sapere giacciono sospesi e, come scrigni preziosi, conservano e preservano la Scienza assoluta. Uomini di un passato mai estinto hanno lavorato in silenzio e solitudine per affidare alla memoria cartacea quanto avevano appreso, il frutto delle loro investigazioni e cogitazioni. Anche all’interno della compagine religiosa, adepti di alto livello, hanno inseguito il divino e la cerca ermetica, con lo scopo di pervenire ad una realizzazione, alla scoperta del Grande Arcano. Nell’immenso cielo di linee e magiche geometrie, di sublimi rette che si intersecano e danno vita magistralmente alle forme più ardite e perfette, si cela il mistero della Geometria sacrale. Arte della costruzione, linguaggio senza tempo che riconduce al Divino e anela all’Assoluto, volto primigenio dello Spirito Immanente. Mirando le pietre sacre, le sacre architetture, i monumenti dell’antichità, il volto primevo del Creatore si palesa all’occhio della mente e mostra la sua sfolgorante potenza, il senso del divino che è racchiuso nel cuore di chi ama, spera, opera. La ricerca della divinità anelante ad un contatto con l’assoluto, ha pervaso fin dalla notte dei tempi l’animo e il cuore degli esseri umani maggiormente evoluti e, in maniera diversa, di quelli meno progrediti. La lunga strada che sanciva il patto di alleanza con l’Universo, attendeva dunque di essere percorsa per raggiungere il centro pulsante di una Conoscenza senza tempo, specchio della scintilla divina e divinizzante, Intelligenza Creatrice, sublime apportatrice di vita e saggezza. Nacquero così le grandi religioni di “pietra”, monumenti arcani che racchiudevano forze energetiche misteriose e richiamavano le onde cosmiche riversandole sulla Terra. Edifici, templi, città mirabili, piramidi e cattedrali, luoghi intrisi di potere,