LA TRADIZIONE HERMETICA

Giuliano Kremmerz e la Schola Italica

SITO INDIPENDENTE DEDICATO ALLA RICERCA E ALLA CONOSCENZA DISINTERESSATE DELLA VERITA' INIZIATICA

LA TRADIZIONE HERMETICA

GEOMETRICUS - La Sacra armonia delle formedi Stefano Mayorca

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Nella notte più lunga e oscura dell’anima, l’uomo ha tentato di forzare le barriere del non conosciuto per penetrare nel regno arcano delle cause. Remote e ancestrali conoscenze sono confluite nel secreto dei secreti, per dare vita e risvegliare l’antico sapere, il Dragone di Fuoco che giace sepolto nelle propaggini del silentium. Il Seme aureo che sottende alla realizzazione che è causa e legge, attende di essere sottratto alle ingiurie del tempo che ne alterano l’autentica matrice creativa. Sotto differenti vesti e volti, la Sapienza divina aleggia, Spirito immortale di evoluzione, che custodisce la chiave sacra del Tempio, Santuario in cui la Luce rifulgente del pensiero reso vivo respira e crea. Dio è numero e legge, e trascendenza di geometrie sacrali, non il simulacro sbiadito di una religione mistificatrice, ma pura essenza di infinite visioni occultate al profano e ben visibili a colui che ha trasceso ogni passione e non estinto la passione, dominato il suo essere saturniano, ma non rinnegato la materia. L’Antico Sole che irraggia sulla semenza feconda e gravida di simboli è il guardiano misterico, il vero Dio che da sempre emana forza ed energia vitale. A tale proposito non è l’aspetto tangibile dell’astro che va considerato, ma la causa ignota e insondabile che lo ha reso manifesto: Dio,appunto.Nel lento ciclico divenire, ogni cosa muta forma e lo spirito volatile trasmuta i metalli umani. Così l’anima, irrorata dalla sostanza primigenia, si invola verso i lidi della preesistenza. In questo tumultuoso mare d’energia, di vita e di materia cellulare che si muove e pulsa e pensa, c’è chi rivendica il Verbo, ma il verbo non appartiene all’uomo, creatura imperfetta che non si è resa libera dalle sue miserie, dal dolore che genera l’ego o fa crescere e fortifica. Figure, simboli, scritture nascoste fanno capo al Signore dei giorni, il Deus che alita e insuffla, che modella e soffia. Tre volte ha inspirato ed espirato, prima di rilasciare il suo respiro fecondante. Tre volte il Fuoco e la fiamma hanno arso gli spiriti predisposti per indicare la via che conduce all’Arca Sapienziale. Le onde del mare astrale si increspano e spengono il fuoco centrale, mentre i fornelli alchimici estinguono i residui della sostanza primigenia. Nei testi impolverati, piccoli grani di sapere giacciono sospesi e, come scrigni preziosi, conservano e preservano la Scienza assoluta. Uomini di un passato mai estinto hanno lavorato in silenzio e solitudine per affidare alla memoria cartacea quanto avevano appreso, il frutto delle loro investigazioni e cogitazioni. Anche all’interno della compagine religiosa, adepti di alto livello, hanno inseguito il divino e la cerca ermetica, con lo scopo di pervenire ad una realizzazione, alla scoperta del Grande Arcano. Nell’immenso cielo di linee e magiche geometrie, di sublimi rette che si intersecano e danno vita magistralmente alle forme più ardite e perfette, si cela il mistero della Geometria sacrale. Arte della costruzione, linguaggio senza tempo che riconduce al Divino e anela all’Assoluto, volto primigenio dello Spirito Immanente. Mirando le pietre sacre, le sacre architetture, i monumenti dell’antichità, il volto primevo del Creatore si palesa all’occhio della mente e mostra la sua sfolgorante potenza, il senso del divino che è racchiuso nel cuore di chi ama, spera, opera. La ricerca della divinità anelante ad un contatto con l’assoluto, ha pervaso fin dalla notte dei tempi l’animo e il cuore degli esseri umani maggiormente evoluti e, in maniera diversa, di quelli meno progrediti. La lunga strada che sanciva il patto di alleanza con l’Universo, attendeva dunque di essere percorsa per raggiungere il centro pulsante di una Conoscenza senza tempo, specchio della scintilla divina e divinizzante, Intelligenza Creatrice, sublime apportatrice di vita e saggezza. Nacquero così le grandi religioni di “pietra”, monumenti arcani che racchiudevano forze energetiche misteriose e richiamavano le onde cosmiche riversandole sulla Terra. Edifici, templi, città mirabili, piramidi e cattedrali, luoghi intrisi di potere,

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ARTE ED ERMETISMO - Stefano Mayorca

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Alchimia cromatica e magistero pittorico tra arte,colore e magia.

Conferenza a cura di Stefano Mayorca


Venerdì 26 Ottobre 2012 ore 20.30 INGRESSO LIBERO

SPAZIO INTERIORE
Via Vincenzo Coronelli, 46
00176 Roma



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NON CI RESTA CHE PIANGERE… di Alfenor

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Dagli iniziati della Grande Opera alle inezie della grande operetta

La ricerca della verità rappresentò un’esigenza di fondamentale importanza per i popoli dell’antichità ed in particolare per i Greci, i quali impiegarono il termine άλήθεια per indicare il non nascondimento, o meglio l’eradicamento dell'oscuramento. Il filosofo Socrate interpretò l’indagine della verità come atto concreto dell’anima e tale dovrebbe essere ancora oggi per coloro i quali, respingendo la dittatura del relativismo materialista, avvertono nel profondo il desiderio di investigare le ancestrali dinamiche che reggono il Creato.

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Dell’Amore che Risana Interioris Sacrificii di Stefano Mayorca

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Amore, parola svuotata dall’autentico significato che anticamente sanciva il contatto con le “forze di Luce”, con il “tempo altro” che rivestiva il volto Ieratico del Sapere. Lontano da forme mistiche, profane o ancora peggio religiose e incatenanti l’anima in una prigione di ipocrisia e sensi di colpa. Amore senza pretese, disinteressato, distaccato, ma non sterile. Il “sentimento” di cui stiamo parlando, in realtà, è uno stato d’essere attivo, Fuoco interno e magnetico che spande un’ “aura” di forza che penetra senza invadere, dolcemente, profondamente. Questa idealità, che induce l’uomo evoluto a donare una parte di sé e lo slancio che l’accompagna, sono da porre in relazione con il “sacrificio iniziatico” che rinveniamo anche in ambito cavalleresco. Il cavaliere-iniziato rinuncia alla vita profana e dedica la sua esistenza all’alto ideale di “luce” a cui si è legato. In tale contesto si colloca il sacrificio compiuto dagli iniziati, i quali, in maniera analoga, sacrificano la personalità umana e terrigena a favore di quella celata che gli consentirà di fare emergere l’Uomo storico e di divenire in tal modo dei “risvegliati”. Di qui la Rinascita che nella morte simbolica trova il suo culmine. Analogie in tal senso le rinveniamo nella XII Lama dei Tarocchi, l’Appeso, che appare sospeso al centro di due alberi (le colonne del Tempio, Jakin e Bohas).

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Una terza via per interpretare la stregoneria di Francesco Perricelli

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Frida Kahlo, Abrazo Amoroso, 1949

L’interpretazione della stregoneria, indissolubilmente legata a quella dell’inquisizione, ha spesso trovato un limite nella parentesi temporale all’interno della quale la si è voluta iscrivere. Dal Canon Episcopi composto intorno al IX secolo alle teorie confutatorie del  XVIII, si è cercato sempre di descrivere una parabola ascendente e discendente di un fenomeno sociale e antropologico che ha portato all’adozione di un paradigma, quello di Mircea Eliade, divenuto forse troppo autorevole per suggerire ipotesi più coraggiose. La tesi di Eliade1, essenzialmente, propone un’interpretazione squisitamente antropologica della stregoneria, suggerendo l’esistenza di un’inclinazione, soprattutto nella popolazione meno colta e per nulla imbevuta della teologia cristiana, di una forma di sacerdozio naturalistico, a tratti animista e certamente immanentista, più immediato e strettamente connesso a forme di medicina e farmacopea certamente più accessibili di quelle “accademiche”. In altri termini, la stregoneria sarebbe stata un’esigenza dell’uomo che in qualsiasi epoca, con nozioni, riti e pratiche diverse seppur analoghe, potrebbe riemergere e manifestarsi. La fortuna di questa ipotesi è data dal fatto che qualsiasi tentativo di riconnettere i culti delle streghe a quelli più antichi delle religioni classiche e misteriche si inserisce nella categoria della verosimiglianza senza però riuscire ad assurgere a “verità storico-accademica” a causa dell’immenso patrimonio perduto, bruciato e distrutto. Lo sa molto bene Margaret Murray2 che in due sue successive monografie ha tentato di dimostrare, attraverso una attenta disamina delle poche testimonianze rimasteci e formulando ipotesi coraggiose e in controtendenza, la continuità tra quella che ha giustamente definito “Antica Religione” e la stregoneria medioevale, non soltanto in relazione alle pratiche, talvolta modificate a causa delle costanti persecuzioni e interferenze culturali cristiane, ma soprattutto per ciò che riguarda il senso, la visione del mondo e il desiderio di liberazione e di destrutturazione. L’ipotesi della Murray ha incontrato notevoli ostacoli e molti sono stati gli attacchi nei suoi confronti.

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