Negli ambienti ermetici si è discusso molto, soprattutto in passato, dell’appartenenza o meno del Kremmerz alla corrente comunemente - e forse troppo semplicisticamente - detta pagana dell’ermetismo. Questa realtà, per noi ormai evidente aldilà di ogni possibile confutazione (fino a prova contraria ovviamente), è stata messa in dubbio da storiografi e commentatori che soprattutto in certi passaggi delle prime opere del medesimo e in certi elementi della sua struttura rituale, hanno voluto individuare una sorta di trait d’union con la tradizione cristiana, o cristiano-cabalistica.
E’ innegabile che il mago di Portici, agli esordi della sua impegnativa opera di divulgazione, per mitigare forse il non facile impatto iniziale con la suscettibilità religiosa dei primi lettori, abbia cercato di inserirsi in un ambiente esoterico sostanzialmente permeato di forti componenti fideistiche, con testi che in certa misura si riferivano o ispiravano agli esponenti ed alle scuole di spicco dell’occultismo francese. In particolare Elifas Levi, de Guaita, Papus ecc. (v. Il Mondo Secreto, Cristo la magia il diavolo, Angeli e demoni dell’amore, Medicina mistica). Com’è altrettanto vero che una significativa percentuale della struttura operativa e cerimoniale kremmerziana presenta inconfondibili tracce di varia estrazione, a volte persino in apparente contraddizione, se non in netto contrasto, tra loro. Possiamo citare ad esempio l’uso e le applicazioni ermetiche dei salmi, uniti a carmi caldeo-egizi, invocazioni cabalistiche abbinate a preghiere cristiane e inni ‘pagani’, e poi croci esseniche, stelle di David o esagrammi di Salomone con tanto di nomi divini (Jod, He, Vau, He) in ebraico inseriti nell’egizio-caldeo Rito di Kons…e così via. E’ plausibile che gli archivi di quell’Ordine Egizio da cui proveniva e a cui attingeva il Kremmerz, comprendessero pratiche e documenti dottrinari più e meno antichi raccolti nel tempo dai singoli appartenenti, custoditi e coordinati fin quando è stato possibile dai maestri di questo centro iniziatico. Ed è ugualmente probabile che il Kremmerz tentasse, almeno nei suoi progetti originari, di realizzare una sorta di sincretismo magico (un sistema misto italico-orientale che egli stesso ebbe a definire pitagorico-cabalistico), entro il quale far confluire elementi selezionati che esprimessero quanto di meglio e funzionale potesse essere utilizzato ai fini dello sviluppo della Fr+Tm+ di Myriam (…la Myriam, scritta all’ebraica e cabalisticamente, che è la maternità di una tanto enorme accolita di fratelli…) e dei suoi iscritti.Fatto sta che qualche malinteso si è venuto inevitabilmente a creare. Si dice che il tempo è galantuomo e che la pazienza chiarisce il dubbio. Forse le idee personali di Kremmerz sull’appartenenza ad una tradizione specifica, soprattutto da quanto emerso alla luce delle ricerche degli ultimi anni, sono ormai più che chiarite. Da parte nostra, e solo per contribuire ad una più ampia e precisa comprensione del suo pensiero, abbiamo ritenuto opportuno selezionare e proporre una serie di eloquenti riferimenti, tratti dai suoi scritti.