LA TRADIZIONE HERMETICA

Giuliano Kremmerz e la Schola Italica

SITO INDIPENDENTE DEDICATO ALLA RICERCA E ALLA CONOSCENZA DISINTERESSATE DELLA VERITA' INIZIATICA

LA TRADIZIONE HERMETICA

L’ultimo Occultista - Riflessioni su Luigi Petriccione/Caliel, di Pier Luca Pierini R.

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In inverno riceveva abitualmente il sabato e la domenica nella “sala d’armi”, un suggestivo salone rettangolare traboccante di armi d’ogni genere ed epoca, posto al primo piano della sua vecchia villa di Nozzano, un tranquillo paesino di campagna nei pressi di Lucca. Quando ci incontravamo, lui stava seduto su una sedia imponente in legno scuro intarsiato, che ricordava vagamente un trono. E noi tutti intorno – non meno di una decina ogni volta – distribuiti tra savonarole, poltrone e altre sedie recuperate nel resto della casa. In estate invece gli incontri si spostavano in un piccolo e fresco studiolo al pianterreno, adiacente il giardino, arredato con mobili in stile rinascimentale infarciti di libri e sempre gremito di attenti ospiti, riuniti ad ascoltarlo in quei lunghi pomeriggi incantati, sospesi nel tempo grazie al fascino di un’autorevole competenza e di una collaudata eloquenza, che lasciavano addosso il profumo di incenso e di mistero. Durante quelle memorabili e dottissime “lezioni” di scienze occulte – sempre assolutamente gratuite – che sfociavano spesso in interessanti discussioni su altri argomenti correlati, si infrangeva il sottile diaframma che divide la dimensione fiabesca dell’invisibile e dell’arcano dal mondo visibile del quotidiano, e la magia sembrava prendere forma, per divenire tangibile realtà.
Molti certamente conoscono, o credono di conoscere, attraverso varie pubblicazioni, traduzioni e sommari riferimenti in Internet, il nome e la storia di Luigi Petriccione, nato a Napoli nel 1928 e scomparso a Nozzano Vecchio (Lucca) nel 1995. Penso però che in pochi, pochissimi, ne abbiano potuto conoscere e forse apprezzare la complessa, profonda e autentica personalità.

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Il CASO DI PANDORA ovvero realtà e retroscena del “Processo del mago” di Pier Luca Pierini R.

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Come dalla trama di un avvincente romanzo, affiora dagli atti di un clamoroso processo svoltosi in pieno regime fascista, una incredibile e inquietante realtà “occulta” che scuote la Roma e l’Italia “imperiali” ed esoteriche dell’epoca. La sentenza è chiara e definitiva ma la pubblicazione integrale nel 1942 della requisitoria della pubblica accusa e delle arringhe dei notissimi avvocati di parte in un volume dal titolo singolare e fortemente evocativo, “Il Processo del Mago”, alza il velo su episodi sconosciuti e verità nascoste, gravide di oscuri risvolti e imprevedibili sviluppi.
Molti interrogativi e segreti sollevati ed emersi dalla controversa inchiesta non sono stati ancora risolti né divulgati, ma un dato di fatto di valore oggettivo aggiunge una nota ulteriormente enigmatica al mistero che permea l’intero scenario: appena stampato, il libro scompare “inspiegabilmente” dalla circolazione, fino a divenire letteralmente introvabile, persino nei circuiti antiquari. Alcuni ipotizzano sia stato fatto sparire per evitare che una serie di sconcertanti rivelazioni e imbarazzanti confessioni divenissero di pubblico dominio. Da chi? Evidentemente da qualcuno che intendeva impedire la diffusione di notizie e informazioni incandescenti che avrebbero gettato un’ombra pesante sui personaggi impietosamente coinvolti in questo scandalo grandguignolesco, già definito Il Caso di Pandora, per esprimere con sardonica efficacia tutto ciò che di marcio e raccapricciante ne è scaturito. Si tratta in pratica di una tragica vicenda imperniata su una colossale quanto squallida truffa, perpetrata pro salute populi ai danni del barone Ricciardelli, un noto e facoltoso aristocratico appassionato di esoterismo, e consumata in un clima di torbidi inganni, miserie morali, grottesche menzogne e fatali illusioni. Intorno ad essa ruotano nella veste di protagonisti lo stesso Ricciardelli da una parte, e P.Pugliese, il nipote della maggiore figura rappresentativa dell’ermetismo magico italiano (G.Kremmerz, peraltro assolutamente estraneo ai fatti), dall’altra, mentre, nel ruolo di attive “comparse”, animano il palcoscenico alcuni tra i più alti esponenti degli stessi vertici della “Fratellanza di Miriam” (l’organismo iniziatico fondato dal Kremmerz medesimo), presidi di Accademie e stando a quanto il P.M. Polito de Rosa denuncia nel suo rovente j’accuse, avidi sciacalli di infima specie il cui operato sarà stigmatizzato in un monito lapidario che suona come un inappellabile verdetto: “Nessuno osi parlare di probità, rettitudine e dignità di vita, a proposito di costoro!”.

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CACCIA AL DOCUMENTO di Hahasiah

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Questo scritto non è indirizzato a nessuno in particolare; pertanto, chi dovesse prendersela vorrà dire che sta agitando una grossa coda di paglia

Non è cosa nuova, ma mentre alcuni ricercatori desiderosi di conoscenza danno la caccia al documento per capire e accertare eventi non ancora chiari, per altre persone la caccia è aperta non soltanto al documento, ma anche al timbro e altre simili amenità: i cacciatori sono megamaestri, ipermaestre e semidei scatenati nel tentativo di trovare, o forse sarebbe meglio dire inventare, documenti che sanciscano la loro unica discendenza dalla Schola del Kremmerz e svergognino i "rivali" quali figli spuri e usurpatori, per poi diffondere, con arroganza, su siti web o in pubblicazioni a stampa questi "reperti" accompagnati da storie fantastiche, dalle quali traspaiono frustrazione e odio, ignorando completamente o etichettando come "falsi" altri documenti che non giustificano le loro pretese o sono palesemente contro le loro millanterie. Tali esaltati e stolti personaggi credono che l'evoluzione individuale si misuri con timbri, documenti e citazioni e non avendo niente da dire da un punto di vista dottrinario, se non ripetere a pappagallo ciò che ci ha lasciato Kremmerz, tentano di affermare la loro supremazia basandola su testi manomessi, su presunte quanto improbabili investiture da parte di maestri ormai morti da decenni, sulla loro iniziazione in astrale (ovviamente!) da parte di Kremmerz, o su mandati ricevuti da delegati generali che, guarda caso, sono occulti, non si manifestano che a loro e, per giunta, sempre in ambiente astrale.

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ESPERIENZE CON IL LIBRO MAGICO DEI SETTE DRAGHI di Leyra

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Essendo un convinto anche se, sovente, critico assertore dell’ermetismo kremmerziano, avevo sempre studiato e praticato la magia per realizzare il complesso cammino verso l’ascenso individuale, non dimenticando mai di tentare la realizzazione dello stesso, attraverso l’amore e la solidarietà verso il mio prossimo. 
In un pomeriggio di novembre del 2008, mentre riposavo nel mio letto dopo una faticosa giornata di lavoro, venni bruscamente svegliato da una inaspettata telefonata: «Pronto chi parla?», chiesi con la lingua ancora impastata dal sonno: «Ciao Antonio, sono Luna! Come stai? È da tanto che non ci sentiamo», mi rispose una voce argentina dall’altro capo del telefono.

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LA MAGIA DEL DRAGO di Claudio Arrigoni

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{mosimage} Nel celebrare un antico”rito del Drago” venni a conoscenza, durante un’interessante discussione con l’amico Pier Luca, delle connessioni occulte, di matrice etrusca e toscana di questa nobilissima alata forza divina e magica con altre tradizioni sia occidentali che orientali, dove tutt’oggi ha, soprattutto nella letteratura esoterica, un posto rilevante. Entrato quindi in relazione sottile con l’aurea corrente iniziatica del “Drago Maestro”, Signore e Guida di uomini e dèi, fui molto contento nell’estate del 1999 di ricevere in dono “Il Libro Magico dei Sette Draghi”. E dal contatto con quel libro, dalle splendide pagine simili all’antica carta pergamenata e dalla preziosa copertina verde-smeraldo, ebbi subito la sensazione che si trattasse di un libro sacerdotale iniziatico. Di un’opera cioè che di per sé evocava, conservava e trasmetteva un custodito sapere divino di fonte arcana e inviolata e di tradizione magica caldeo-mediterranea alla quale non deve essere estranea la culla iridata dell’”Etruria dai Semi d’Oro”. Comunque, l’idea operante di poter attivare una rituaria magica quotidiana e annuale con riferimenti a geni e spiriti di carattere precisamente pagano, cioè non contaminata da elementi giudaico-cristiani né da preghiere davidiche, mi entusiasmò. Ebbi subito la sensazione, insieme ad altri amici, che avremmo dovuto praticare a lungo questo libro, che fra di noi chiamavano (e chiamiamo) “Il Drago Verde”, e così è stato e sarà.

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